Ferrovieri arabi ed ebrei in Palestina (1919 – 25): la contesa tra internazionalismo e sionismo

 

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            Dal libro del ricercatore californiano Zachary Lockman, intitolato Comrades and Enemies: Arab and Jewish Workers in Palestine, 1906 - 48, abbiamo estrapolato la parte relativa alla nascita del sindacato dei ferrovieri in Palestina, nel periodo in cui avvennero i primi contatti tra i proletari indigeni arabi e i lavoratori ebrei provenienti dall'Europa, ovvero tra il 1919 e il 1925. Ne è scaturito un opuscolo disponibile in lingua italiana, dal titolo Ferrovieri arabi ed ebrei in Palestina (1919 - 25). Ad esso è stato aggiunto il sottotitolo La contesa tra internazionalismo e sionismo, per la ragione che testé spieghiamo.

 

            A cavallo tra il XIX e il XX secolo, contemporaneamente alle prime ondate di immigrazione sionista dall’Europa, la Palestina controllata dall’Impero ottomano e poi dall’Inghilterra attraversò una fase di sviluppo capitalistico, rappresentato in maniera emblematica dal progressivo estendersi della rete ferroviaria.  Tra tutte le categorie di lavoratori, all’epoca fu proprio quella dei ferrovieri che vide le maggiori e più complesse dinamiche di interazione tra proletari ebrei e arabi. Per una serie di condizioni oggettive favorevoli, in questo settore il sogno dell’unità proletaria arabo-ebraica fu sempre presente, e alcune forze politiche internazionaliste, in particolare il Partito Comunista di Palestina (PCP), cercarono di realizzarlo assiduamente, soprattutto nei primi anni di attività. Proprio per questo altrettanto decisa fu l’azione divisiva condotta tra i ferrovieri dal sionismo, che utilizzò tutti i mezzi a sua disposizione, da quelli coercitivi ai più subdoli, per mantenere la separazione etnica tra i lavoratori e relegare gli arabi in una posizione subalterna.
Quanto accaduto nel periodo di formazione del proletariato arabo – ebraico nelle ferrovie (1919 – 25) si può considerare un paradigma della storica contesa tra internazionalisti e sionisti che ebbe luogo in Palestina nella prima metà del Novecento, e che purtroppo si risolse a favore dei secondi, spalleggiati dall’imperialismo.

 

            Dapprima l'opuscolo descrive la nascita e sviluppo delle rete ferroviaria palestinese, dopodiché passa a raccontare le prime forme di collaborazione spontanea tra i lavoratori ebrei e i loro colleghi arabi. In particolare ciò avvenne alle officine ferroviarie di Haifa, come ricorda Bulus Farah, dirigente sindacale arabo che vi andò a lavorare appena quindicenne: “Le officine ferroviarie erano un misto di ogni nazionalità, ma i lavoratori arabi ed ebrei erano la grande maggioranza. Tra loro vi era per lo più una sorta di mutua comprensione, nonostante le differenze di lingua, costumi, tradizioni e livello culturale. La maggior parte degli ebrei veniva dall'Europa orientale, soprattutto dalla Polonia, e volevano imparare l'arabo dai loro colleghi. La lingua comune era l'arabo...c'erano violente discussioni...relative all'atteggiamento verso il movimento sionista, l'imperialismo inglese, il movimento nazionale arabo, la rivoluzione comunista in Russia...i lavoratori ebrei guardavano ai loro colleghi arabi con il dovuto rispetto, poiché riconoscevano in questi ultimi un alto livello di qualifica, anche se gli ebrei erano più acculturati”.        

            Successivamente l'opuscolo esamina come la tendenza a costituire un sindacato interetnico ed egualitario, nel quale non vi fossero differenze di nazionalità, venne sabotata dai dirigenti sionisti dell'Histadrut, l'associazione alla quale erano iscritti pressoché tutti i lavoratori ebrei che emigravano in Palestina. E in prima fila in quest'opera di segregazione troviamo un giovane David Ben Gurion, futuro primo premier israeliano.

            Il consiglio del sindacato dei ferrovieri svoltosi nel gennaio 1925 per vari motivi può essere considerato l'apice dell'unità di intenti tra i lavoratori arabi ed ebrei. Le cose iniziarono a cambiare quando, nel corso dello stesso anno, alcuni lavoratori arabi stanchi delle manovre dei sionisti promossero la nascita di un sindacato esclusivamente arabo, e i destini delle due etnie cominciarono a separarsi.

            Per ulteriori approfondimenti, sui ferrovieri palestinesi negli anni successivi al 1925 e sulle lotte di classe in altri settori, si veda anche il documento “Dai kibbutz alla Nakba: sionismo laburista, movimento operaio e pulizia etnica della Palestina, 1906 – 48”, che costituisce in sostanza una rielaborazione dell'intero lavoro di Lockman.

 

a cura di Marco Da Ros  - Da antisionismoaltervista.