Smentire le voci di una subalternità della Russia a Israele

Nella primavera scorsa è improvvisamente aumentato il numero di articoli della cosiddetta «blogsfera» sul tema Putin «vende» la Siria, o l’Iran – o tutti e due – agli Israeliani e al loro boss, gli Stati Uniti. Quello che è più interessante di questa campagna è che è nata senza che nulla la giustificasse, né qualche avvenimento, e neppure qualche dichiarazione di Putin o di altri alti funzionari russi

 

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Il Generale Nikolai Patrushev, direttore dei Servizi di sicurezza federale della Russia

 

Certo, i politici israeliani hanno fatto molti viaggi in Russia ma, ogni volta, sono tornati senza avere ottenuto alcuna concessione. Quanto ai loro omologhi russi, si sono sempre limitati a dichiarazioni vaghe e alle buone intenzioni. Cionondimeno, la campagna «Putin venduto a Netanyahu» non si è arrestata. Ogni riunione è stata sistematicamente interpretata come una prova evidente del fatto che i sionisti controllano il Cremlino e che Putin è sensibile alle esigenze di Netanyahu. Il fatto che questa campagna sia cominciata senza che niente la giustificasse non sembra impressionare la maggior parte degli osservatori. Da tempo ho cominciato a ricevere delle mail che mi chiedono di reagire a questi articoli. La mia risposta è sempre stata la stessa: facciamo l’esatto contrario di quel che fanno questi ipotetici «specialisti», e attendiamo di conoscere i fatti, solo allora ci faremo delle opinioni.

A dire il vero, avevo già affrontato questo argomento nel mio articolo intitolato «Perché Putin sta permettendo a Israele di bombardare la Siria?» Ho anche cercato di demistificare alcune delle menzogne più insistite e più pericolose sulla Russia e Israele nel mio articolo «Putin e Israele; una relazione complessa». Ho scritto anche un articolo dal titolo «Putin è davvero pronto a mollare l’Iran?» per tentare di sgombrare il campo da questa stupida teoria. Infine ho anche tentato di paragonare l’approccio russo verso Israele, che ho definito di interesse trasparente, al comportamento dell’«Occidente collettivo», che ho definito di «prostituzione» in un articolo intitolato «Russia, Israele e i valori della civiltà occidentale. Dov’è la verità?»

Mi illudevo ingenuamente che qualcuno dei miei argomenti avrebbe potuto suscitare qualche dubbio tra la folla dei «Putin è un traditore». Dopo tutto, se essersi sempre sbagliati non bastava a convincerli del contrario, nessun argomento razionale avrebbe potuto riuscirci.

Le agenzie di stampa hanno poi annunciato che il generale Nikolai Patrushev, direttore dei Servizi di sicurezza federale della Russia, si sarebbe recato in Israele per incontrare John Bolton e Bibi Netanyahu. A questo punto, il flusso costante di email si è improvvisamente trasformato in un diluvio! Dopo tutto, perché mai un alto responsabile russo – e piuttosto segreto – doveva recarsi in Israele per incontrare due dei peggiori e più perversi uomini politici dell’impero anglo-sionista? Aveva certamente delle cose importanti da dire loro, no? L’ipotesi più diffusa era che Patrushev avrebbe venduto l’Iran e la Siria in cambio di qualche «concessione» del tutto teorica, abbastanza improbabile e assolutamente vaga sull’Ucraina, la Crimea o le sanzioni.

 

La mia risposta è restata sempre la stessa. Aspettiamo che queste persone si incontrino davvero e vediamo se questo incontro porterà qualcosa di davvero importante. Considero, di norma, che mettere insieme i fatti sia una premessa essenziale ad una analisi; pare che i miei detrattori pensino il contrario. Quindi, ancora una volta, ho deciso di attendere.

Poi è successo qualcosa di strano: l’incontro c’è stato e se ne è anche parlato, seppure generalmente in termini vaghi, i partecipanti hanno pubblicato le loro dichiarazioni e… niente. L’esito del «summit di Gerusalemme» è stato salutato da un silenzio assordante e da qualche commento insipido. La mia prima impressione è stata che, come dice il proverbio, «la montagna aveva partorito un topolino» e che niente di importante era venuto fuori dal summit. Ebbene, ditemi! Mi sono sbagliato?

 

La posizione ufficiale della Russia sull’Iran

 

Il summit ha davvero prodotto qualcosa di importanza vitale ma, per qualche ragione, la più esplicita dichiarazione sull’Iran che un decisore russo di alto livello abbia mai fatto ha suscitato assai poca attenzione. Salvo che non siate lettori del blog del Saker, non l’avrete letta da nessuna parte. Guardate voi stessi e cliccate qui, per il video e la sua trascrizione.

Per quanto ne so, si tratta dell’unica trascrizione integrale in inglese della dichiarazione di Patrushev. Ruptly ha postato un video doppiato in inglese, ma non ha avuto alcuna attenzione, Quanto alla trascrizione, per quanto ne so, non è stata mai ripubblicata integralmente.

Ed è un peccato, perché le parole che seguono sono state pronunciate per la prima volta da uno degli ufficiali russi più autorevoli e di più alto grado: 

 

" Abbiamo posto l’accento sull’importanza di attenuare le tensioni nel paese (la Siria) tra Israele e l’Iran, avviando tappe di avvicinamento reciproco. Abbiamo insistito sul fatto che la Siria non deve diventare un’arena di conflitti geopolitici. Abbiamo anche sottolineato la necessità per la comunità internazionale di aiutare la Siria a ricostruire la sua economia nazionale. Tra le altre cose, la Siria dovrà essere esente da restrizioni commerciali illecite, da sanzioni unilaterali, e anche da sanzioni contro gli operatori economici che aiuteranno la Siria a ricostruirsi. Anch’essi devono essere esenti da ogni sanzione.

Abbiamo anche attirato l’attenzione di tutti sulle relazioni tra la Siria e gli altri Stati arabi, che dovranno di nuovo normalizzarsi. La Siria dovrà tornare ad essere membro a pieno titolo della Lega araba. Abbiamo anche sottolineato l’importanza di stabilire contatti tra il governo siriano e la sua minoranza etnica curda. Abbiamo dichiarato che è importante unire gli sforzi per eliminare tutti i terroristi che ancora sono in Siria. Abbiamo chiesto una interruzione immediata di tutti i canali attraverso i quali i terroristi potrebbero ottenere prodotti chimici di qualità militare e i loro attivatori.

La Russia, gli Stati Uniti e Israele dovrebbero unire i loro sforzi per aiutare il ritorno della pace in Siria.

Per quanto riguarda le dichiarazioni dei nostri partner a proposito di una potenza regionale importante, vale a dire l’Iran, vorrei dire quanto segue: l'Iran è sempre stato e resta nostro alleato e partner, col quale sviluppiamo costantemente relazioni, tanto bilaterali che multilaterali,

E’ la ragione per la quale pensiamo sia inammissibile definire l’Iran come una minaccia importante per la sicurezza regionale e di metterlo al livello dello Stato islamico o di altre organizzazioni terroriste, specie in ragione del fatto che l’Iran contribuisce in modo sostanziale alla pace e alla stabilizzazione della situazione in Siria.

Abbiamo invitato i nostri partner a dare prova di moderazione e ad essere pronti a fare concessioni reciproche, che siano la base di una costante e progressiva attenuazione delle tensioni tra Israele e l’Iran ".

 

Per quanto ne so, è la primissima volta che la Russia presenta ufficialmente l’Iran, non solo quale partner, ma come alleato! Qualche giorno dopo il presidente Putin ha confermato che si trattava di una posizione ufficiale che aveva il suo imprimatur, quando ha dichiarato in una intervista al Financial Times che:" Abbiamo stretto relazioni di affari abbastanza buone con tutti i paesi della regione e le nostre posizioni in Medio Oriente sono diventate più stabili. Infatti abbiamo stretto ottime relazioni d’affari, di partenariato, e anche di alleanza, con numerosi paesi della regione, soprattutto la Turchia, l’Iran e altri paesi ".

E’ assolutamente enorme, tanto più che, a differenza della Russia «democratica» di Eltsin o dei politici occidentali, Putin non abbandona i suoi alleati – li difende talvolta perfino troppo a lungo, purtroppo anche quando vengono riconosciuti colpevoli di atti disonorevoli. Lasciatemi ripetere questo:

La Russia ha dichiarato che l’Iran è suo «alleato».

 

La posizione ufficiale della Russia sulla Siria

 

Analizziamo quindi nuovamente la dichiarazione di Patrushev con qualche dettaglio sulla Siria:

1.  Israele non può imporre la sua volontà alla Siria: «La Siria non deve essere trasformata in una arena di confronto geopolitico».

2.  Tutte le sanzioni contro la Siria devono essere levate: «La Siria deve essere esente da restrizioni commerciali illegali, da sanzioni unilaterali e da sanzioni nei confronti degli operatori economici che aiutano questo paese a ricostruirsi. Anche questi devono essere esentati da ogni sanzione».

3.  La Lega araba deve completamente reintegrare la Siria: «Ancora una volta, la Siria dovrà essere membro a pieno titolo della Lega araba».

4.  Tutti i terroristi che ancora sono in Siria devono essere eliminati: «Unire gli sforzi per eliminare tutti i terroristi che restano in Siria».

Mi pare che l’impegno della Russia per l’integrità e la libertà della Siria sia più forte che mai.

 

Vi sembra che tutto questo significhi che Russia e Israele lavorino mano nella mano in Siria?

Se è così, vogliate leggere quanto segue per una rapida verifica della realtà, un estratto di questo articolo: Il piano iniziale anglo-sionista era di rovesciare Assad e sostituirlo coi folli del tafkirismo, Daesh, al-Qaeda, al-Nusra, ISIS, chiamateli come vi piace. Questo avrebbe permesso di raggiungere i seguenti obiettivi:

1. Abbattere uno Stato laico arabo forte, con le sue strutture politiche, le sue forze armate e i suoi servizi di sicurezza.

2. Creare un caos totale e l’orrore in Siria, che giustificassero la creazione di una «zona di sicurezza» per Israele, non solo nel Golan ma anche più a nord.

3. Scatenare una guerra civile in Libano lanciando i folli del takfirismo contro Hezbollah.

4. Lasciare i takfiri e Hezbollah dissanguarsi, e poi creare una «zona di sicurezza», ma stavolta in Libano.

5. Impedire la creazione di un asse sciita Iran-Iraq-Siria-Libano.

6. Smembrare la Siria secondo criteri etnici e religiosi.

7. Creare un Kurdistan che avrebbe poi potuto essere utilizzato contro la Turchia, la Siria, l’Iraq e l’Iran.

8. Permettere a Israele di diventare l’ineludibile mediatore in energia nel Medio Oriente, e costringere l’Arabia Saudita, il Qatar, Oman, il Kuwait e tutti gli altri a rivolgersi a Israele per qualsiasi progetto di oleodotto o gasdotto.

9. Isolare progressivamente, minacciare, sovvertire e, finalmente, attaccare l’Iran con una larga coalizione di forze regionali.

10. Eliminare ogni centro di potere sciita in Medio Oriente.

 

Era un piano ambizioso, ma gli Israeliani si sentivano piuttosto fiduciosi nel fatto che il vassallo statunitense avrebbe fornito le risorse necessarie a realizzarlo.

Adesso il piano è completamente fallito a cagione della efficacissima alleanza informale, ma nondimeno formidabile, tra la Russia, l’Iran, la Siria e Hezbollah. Dire che gli Israeliani ribollono di collera e sono in uno stato di panico totale sarebbe un eufemismo. Pensate che esagero? Leggere voi stessi il punto di vista israeliano:

1.  Lo Stato siriano è sopravvissuto e le sue forze armate e di sicurezza sono attualmente più capaci di quanto lo fossero prima dell’inizio della guerra – ricordate come avevano quasi perso la guerra all’inizio. I Siriani si sono ripresi traendo lezioni assai dure. Secondo tutti i rapporti, sono molto migliorati, mentre l’Iran e Hezbollah «tappavano» letteralmente i buchi aperti nelle linee del fronte siriano e «spegnevano gli incendi» al livello locale. Attualmente i Siriani liberano la gran parte del loro paese, ivi comprese le città.

2. Non solo la Siria è più forte, ma gli Iraniani e Hezbollah sono attualmente presenti in tutto il paese, e la cosa mette gli Israeliani in uno stato di panico e di rabbia.

3. Il Libano è solido come una roccia; anche l’ultimo tentativo saudita di rapire Hariri non è rimasto senza conseguenze.

4. La Siria resterà unita e non ci sarà un Kurdistan. Milioni di sfollati ritornano alle loro case.

5.  Israele e gli Stati Uniti appaiono rintronati e, ancora peggio, appaiono come perdenti senza alcuna credibilità.

La semplice verità è che la Russia ha sventato tutti i piani israeliani per la Siria. Tutti!

E’ una dichiarazione estremamente importante. E’ anche un po’ ambigua perché «alleato» ha diversi significati possibili. Le potenze alleate durante la Seconda Guerra Mondiale comprendevano le nazioni anglofone e l’Unione Sovietica, ma la cosa non impediva alle potenze occidentali di complottare e cospirare per attaccare e annientare il loro presunto «alleato», che aveva distrutto quasi l’80% della macchina da guerra nazista.

 

Nota a margine 

 

 

Per chi avesse bisogno di un ricordo del modo in cui l’Occidente tratta i suoi alleati, ecco tre esempi del modo in cui l’Occidente aveva previsto di «risolvere il problema russo» :

 

Piano Totality (1945) venti città sovietiche vengono distrutte nel corso di un primo attacco: Mosca, Gorki, Kuybyshev, Sverdlovsk, Novosibirsk, Omsk, Saratov, Kazan, Leningrado, Bakù, Tashkent, Cheljabinsk, Nizhyn Tagil, Molotov, Stalinsk, Grozny, Irkutsk e Jaroslavl.

 

Operazione Impensabile (1945) un attacco a sorpresa di 47 divisioni britanniche e statunitensi nella regione di Dresda, nel mezzo delle linee sovietiche. Si trattava quasi della metà di un centinaio di divisioni (circa 2,5 milioni di uomini) a disposizione dei quartieri generali britannico, statunitense e canadese all’epoca. La maggior parte delle operazioni offensive sarebbero state intraprese dalle forze statunitensi e britanniche. Oltre che da quelle polacche e fino a 100 000 soldati tedeschi della Wermacht.

 

Operazione Dropshot (1949) missioni che avrebbero utilizzato 300 bombe nucleari e 29 000 bombe ad alto potenziale su 200 bersagli distribuiti in 100 città, per annientare in un solo colpo l’ 85% del potenziale industriale dell’Unione Sovietica. Tra 75 e 100 delle 300 armi nucleari avrebbero dovuto distruggere gli aerei da combattimento sovietici al suolo.

Potrei anche enumerare tutti i sedicenti «alleati» che l’Occidente ha abbandonato, tradito e perfino assassinato dopo la Seconda Guerra Mondiale, ma ci vorrebbero troppe pagine.

 

Quindi che cosa intende dire esattamente la Russia, quando definisce l’Iran suo «alleato» ?

Patrushev usa la parola партнер (partner) e союзник (alleato). Così come in inglese, la parola «partner» evoca una comunità di interessi e di collaborazione, ma non ha particolare significato. E’ la ragione per la quale gli uomini politici russi parlano talvolta di partner anche a proposito dei paesi ostili alla Russia. Non sono solo sarcastici, perché il termine «partner» non comporta alcun sentimento, né alcun obbligo morale da parte di qualcuno. Partner è solo un’espressione gentile, niente di più.

La parola «alleato» è invece molto più forte e indica non solo l’esistenza di interessi comuni, ma anche un’amicizia reale e sincera, e una posizione comune contro un nemico comune. Salvo che non venga usato in modo sarcastico, il termine «soiuznik» implica mutui obblighi morali.

Non sappiamo davvero cosa questo significhi nel caso dell’Iran e della Russia. In linea teorica, il fatto di avere un nemico comune che attacchi uno dei membri dell’alleanza («soiuz») potrebbe significare che la Russia potrebbe intervenire e offrire un sostegno militare, addirittura direttamente essa stessa. Io dubito che Patrushev – o chiunque altro al Cremlino – abbia in mente un intervento di questo tipo, quanto meno perché una guerra contro gli Stati Uniti nell’interesse dell’Iran godrebbe di un sostegno popolare in Russia assai modesto, forse addirittura di nessun appoggio. Un’interpretazione molto più realistica delle parole di Patrushev potrebbe essere la seguente:

1. La Russia non venderà l’Iran a nessuno, e in nessun modo.

2.  Se l’Iran fosse attaccato, la Russia gli garantirebbe un sostegno totale, a eccezione di un intervento militare diretto.

Un sostegno totale, a eccezione di qualsiasi tipo di intervento militare diretto, è quanto l’URSS offrì alla Cina popolare e, più ancora, al Vietnam e, in entrambi casi, l’Occidente è stato alla fine battuto. Inoltre l’espressione «con esclusione di qualsiasi tipo di intervento militare diretto» non significa «nessun aiuto militare», e anche l’invio di materiale e di istruttori militari si colloca al di sotto della soglia «dell’intervento militare diretto», come lo è anche il sostegno politico ed economico. Inoltre la Russia dispone di formidabili capacità di intelligence e di ricognizione, che potrebbero giocare un ruolo cruciale nell’aiutare l’Iran a resistere ad un attacco anglo-sionista – guardate come i radar russi, la guerra elettronica e i sistemi di gestione di combattimento hanno nuociuto all’efficacia degli attacchi statunitensi e israeliani contro la Siria!

Teniamo anche presente la natura del teatro di operazioni militari iraniano: l’Iran è un immenso e popolosissimo paese – più di 80 milioni di abitanti. Il che significa che non può essere battuto con una invasione terrestre. E anche che la resistenza del popolo iraniano non potrà mai essere schiacciata. E ancora significa che non è necessario che la Russia debba impegnarsi a tenere sotto controllo militare l’Iran. Tutto quello che la Russia deve fare, è di fornire all’Iran i mezzi per resistere efficacemente e il resto verrà da sé, come ha fatto Hezbollah nel 2006 contro Israele quando l’Iran non è intervenuto direttamente e militarmente, ma ha solo fornito a Hezbollah i mezzi per battere «l’unica democrazia del Medio Oriente».

Inoltre gli Iraniani sono ostinatamente patrioti e non desiderano per nulla un intervento militare russo visibile nel loro paese, ma accetteranno certamente un aiuto dissimulato, specialmente il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione. E’ una scelta saggia, specie se la si paragoni a quei piccoli Stati codardi che vogliono sempre che un occupante li liberi dall’occupante precedente, pensate alla Polonia, ai mini Stati baltici, o all’Ucraina occupata dai nazisti di oggi.

Infine la Russia non agisce da sola o senza contatti con altri: i Cinesi hanno fatto molte dichiarazioni (vedi qui, qui o qui) che dimostrano che l’Iran gode anche del loro sostegno, cosa che ha lasciato costernati i fan di MAGA. Il fatto che gli «alleati europei» degli Stati Uniti siano così dubbiosi sull’insieme del progetto: attaccare l’Iran a nome di Israele, fare esplodere tutto il Medio Oriente distruggendo l’economia mondiale, non fa che accrescere il loro smarrimento.

 

Nota a margine 

 

L’US Navy dovrebbe noleggiare qualche nave da guerra, riempirle di Polacchi, Baltici, Ucraini e Georgiani, e spedirle a battersi per «gli Stati Uniti» - vale a dire per Israele, beninteso. Dopotutto, queste persone sono impegnate in una competizione sfrenata a chi è più capace di derubare l’Impero, allora perché non fornire loro un modo per dimostrare lealtà incondizionata ai «valori occidentali» e a tutto il resto della assurda propaganda, che i nostri media sionisti ci propinano quotidianamente.

 

Qualcuno degli elementi sopra trattati riuscirà a convincere la canea del «Putin è un traditore» o del «Putin lavora per Bibi» ?

 

I fatti? No, perché! Chi ha bisogno di fatti?

 

No, probabilmente no. Quello che faranno sarà di ignorare la ufficialissima dichiarazione di Patrushev, così come hanno ignorato tutti i fatti dopo avere predetto il «grande tradimento della Russia» per non meno di cinque anni, anche se si sono sempre sbagliati: ricordate che lamentavano il fatto che la Siria si sarebbe «privata» delle sue armi chimiche, peraltro totalmente inutili, dannose e costose da distruggere? Che ne è dei loro lamenti per il fatto che la Russia non faceva abbastanza per la NovoRussia? O delle recriminazioni sulla risposta troppo «dolce»  della Russia quando gli Israeliani provocarono la perdita di un aereo di ricognizione russo? Tutte queste persone che ci presentano la «prova» che Putin, Bolton e Netanyahu sono «complici» e hanno previsto che Patrushev «avrebbe venduto» la Siria e l’Iran sono adesso occupatissimi a cercare altrove delle prove della subalternità della Russia a Israele.

Mentre scrivo queste righe, il 2 luglio, gli Israeliani hanno lanciato un altro attacco aereo sulla Siria, provocando quattro morti, tra cui un bambino. L’Osservatorio Siriano per i diritti umani, sponsorizzato dal MI6, ha informato che «almeno dieci bersagli sono stati colpiti a Damasco, mentre a Homs sono stati attaccati un centro di ricerca scientifica e una base aerea militare». Sembra una cosa assai impressionante, vero? Nei fatti, no.

Da un lato, per valutare l’efficacia di un attacco aereo, non bisogna enumerare i bersagli, ma i danni provocati da una bomba (BDA). Adesso la propaganda sionista pubblica sempre reportage trionfanti sul modo in cui l’aviazione militare israeliana invincibile riesce a fare carne di porco di qualsiasi sistema di difesa aereo russo, o altro. Qualcuno, per esempio, è già giunto alla conclusione che gli Israeliani hanno «neutralizzato» il sistema S-300, e altri sono andati ancora più in là, affermando che la Russia aveva «approvato» o addirittura «coordinato» l’attacco israeliano!

L’esercito russo ha un detto «гражданский – это диагноз» che può approssimativamente tradursi «per i civili – è una diagnosi». E’ proprio il caso di questi articoli ignoranti e perfino ridicoli sulle difese russe antiaeree in Siria – «Il sistema S-300 non funziona ! ! ! » : sono civili che non capiscono assolutamente niente di questioni militari in generale, e ancor meno di difesa antiaerea.

Nel mio articolo «S-300 in Siria – una prima valutazione», spiegavo:

 

" Prima o poi, possiamo essere abbastanza certi che gli Israeliani e gli Stati Uniti tenteranno ancora di colpire la Siria, quanto meno per ragioni di pubbliche relazioni. Di fatto, la cosa non dovrebbe essere troppo difficile per loro, ecco perché: prima di tutto, contrariamente a quanto spesso si dice, non ci sono sufficienti S-300 / S-400 in Siria per «sigillare» tutto lo spazio aereo. Sì, i Russi hanno effettivamente realizzato una zona di esclusione aerea de facto sulla Siria, ma non una zona in grado di resistere ad un attacco importante e determinato. Quello che le forze combinate russe e siriane hanno finora realizzato è di sottrarre agli aggressori anglo-sionisti taluni specifici segmenti dello spazio aereo al di sopra e intorno alla Siria. Questo significa che possono proteggere alcuni bersagli specifici di grande valore. Tuttavia, quando gli Stati Uniti/Israele si saranno fatti un’idea di che cosa è stato dispiegato e di come funziona tutta questa rete di difesa aerea integrata, saranno in grado di pianificare attacchi che, per quanto poco efficaci, saranno presentati dalla propaganda come un grande successo (…) Quindi, tutto quello che gli Anglo-Sionisti dovranno fare, sarà di essere prudentissimi nella scelta dei percorsi e dei bersagli, utilizzare aerei e missili che emettono deboli segnali radar con la copertura di un solido impegno di guerra elettronica, poi utilizzare un certo numero di missili, per dare l’impressione che l’Impero ha sviato le difese antiaeree russe e siriane" .

E’ esattamente quello che sta succedendo adesso. Come lo sappiamo? Dopo tutto non abbiamo accesso ai BDA [analisi dei danni] che sono segretati. Vero. Quel che possiamo fare è di utilizzare le sagge parole di Cristo e «giudicare un albero dai suoi frutti», constatando che nessun volume di attacchi aerei israeliani in Siria ha fatto la differenza. Inoltre sappiamo anche il tipo di campagna aerea sostenuta che sarebbe necessaria per ottenere un impatto significativo sulle forze armate siriane, Hezbollah, gli Iraniani o i Russi. E’ sicuro che non è quello che abbiamo visto dopo che i Russi hanno rafforzato le difese antiaeree in Siria.

En passant, l’articolo dell’Osservatorio siriano per i diritti umani, più su citato, commette anche un errore dicendo che è stato attaccato un «centro di ricerca scientifica». Perché è importante? Ebbene, sapendo che la Siria non ha programmi di ricerca nucleare, chimica o batteriologica, possiamo concludere immediatamente che qualsiasi sia questo centro di ricerca scientifica – sempre che non si tratti di un edificio vuoto – non è importante per lo sforzo di guerra siriano. In altri termini, questo «centro di ricerca scientifica» è stato scelto come bersaglio simbolico che, per quanto ne sappiamo, potrebbe essere stato del tutto privo di difese. Però dire «Israele distrugge un centro di ricerca siriano segreto» suggerisce un trionfo e fa pensare che questo bersaglio valeva bene un attacco. Diamine, l’articolo citato menziona anche frutteti distrutti – e non scherzo! Sono certo che Hezbollah e i Guardiani della rivoluzione iraniani sono restati molto impressionati dalle prodezze militari israeliane e completamente a pezzi per essere stati privati dei loro preziosi frutteti-)

Ma pongo questa domanda alla canea dei «Putin è un agente sionista» : perché, gran dio, vi aspettate che i Siriani o i Russi difendano, per qualsiasi ragione, degli edifici vuoti o dei frutteti contro gli attacchi aerei israeliani?

 

Conclusione 1 : Putin, un traditore ? Sicuramente no !

 

I mei lettori assidui sanno che io sostengo il Cremlino con sincerità, non scevra da critiche. Non solo non mi incanta l’agitazione nazionalista della bandiera – che si dice in russo «togliersi il cappello», ma penso anche che esista una Quinta colonna assai pericolosa e tossica all’interno delle élite russe, che lavora per rendere la Russia subalterna all’Impero. Così, anche se talvolta mi piace definirmi fan di Putin, lo faccio solo in modo ironico. Penso in realtà che la Russia in generale, e Putin in particolare, abbiano davvero bisogno delle critiche di coloro che vogliono che questo paese torni davvero ad essere una nazione sovrana. Sono dunque critico verso Putin e la Russia. Non tutte le critiche sono, però uguali, né espresse in uno spirito di sincerità.

Ho capito che quelli di Langley [sede della CIA] – e anche altri – hanno compreso che accusare Putin di essere un dittatore assassino di giornalisti. o un fanatico nazionalista che vuole ripristinare l’Impero russo, non funziona più, soprattutto in Russia. Hanno quindi cambiato strategia e hanno avviato un’operazione di psicologia (PSYOP) strategica di grande portata, che potremmo chiamare «Putin il traditore» : invece di lamentare che Putin è troppo patriota russo, hanno adesso deciso di descriverlo come «patriota insincero» e, a dire il vero, questa nuova strategia si è rivelata ben più efficace, soprattutto perché intanto il governo Medvedev difendeva con calore le sue politiche socialmente reazionarie.

Infatti sospetto che la dichiarazione di Patrushev mirava, almeno in parte, a demistificare la bufala giornalistica secondo cui la Russia avrebbe abbandonato l’Iran o la Siria. Non solo questo, ma giacché il direttore del Servizio di sicurezza federale russa (FSB) e segretario del Consiglio di sicurezza della Russia, Patrushev, ha chiaramente espresso il sostegno della Russia all’Iran, i cronisti della Quinta Colonna saranno oramai costretti a tacere per non incorrere in sanzioni.

Gli «utili idioti», sedicenti filo-russi, che hanno spesso tante energie nel tentativo di convincere tutti che Putin è una marionetta di Netanyahu trarranno qualche insegnamento da questa lezione? Ne dubito. Credo infatti che mai ammetteranno di avere avuto torto: diranno che la dichiarazione di Patrushev è una «comunicazione vuota di significato» o qualcosa di simile, e riesumeranno i loro mantra, l’unica cosa che assicuri loro una qualche «visibilità al clic» sul web.

Riassumiamo quel che abbiamo avuto modo di osservare: la Russia resta la più grande «nazione di resistenza» sul pianeta – l’altro candidato al primo posto sarebbe, con tutta evidenza, l’Iran. I «tradimenti di Putin» vengono denunciati da almeno cinque anni. Il fatto che nessun tradimento di questo tipo si sia mai materializzato non fa nessun effetto a quelli che finiscono con l’essere semplicemente delle pedine utili all’Impero. Aspettatevi altri articoli su «Putin il traditore» e sulle «Forze di difesa israeliane eludono gli S-300» nel futuro, l’unico modo di impedirlo è di smetterla di cliccare sui titoli truffaldini delle loro pagine web, perché li costringerebbe a cercarsi altre fonti di reddito; ma io non trattengo certo il respiro nell’attesa che ciò avvenga.

 

Conclusione 2 : ritorno alla realtà

 

Nel mondo reale, le questioni più interessanti attualmente sono: prima di tutto la prosecuzione dell’attuale partenariato tra la Russia e la Turchia, e poi la forza dell’alleanza russo-iraniana. Nemmeno si sa quale ruolo giocherà l’Organizzazione di cooperazione di Shanghai, né se mostrerà «muscoli» militari più impressionanti. Fino ad ora, almeno per quanto ne so, nessuno Stato membro del l’OCS ha offerto aiuto militare alla Russia. E, infine, c’è la grande questione di cosa farà la Cina.

Al momento, vediamo l’Impero fare molti buchi nell’acqua e minacciare una lista interminabile di paesi, mentre gli Israeliani si lanciano in quella che definirei una «psicoterapia per assassini» – perché sono solo questo in realtà gli attacchi del suo esercito –  per mantenere a galla le loro illusioni razziste. E mentre gli anglo-sionisti perseguono in modo maniacale queste presunte strategie, il resto del modo sta costruendo un’alternativa all’egemonia anglo-sionista. I leader dell’Impero preferiranno una guerra spaventosa ad una autodistruzione silenziosa e piuttosto patetica dell’Impero? Guardando i volti di Trump, Pompeo o Bolton, non posso dire di trovare qualche rassicurazione. Continuo però a sperare che verrà il giorno in cui gli Stati Uniti, la Russia e la Palestina si libereranno dei loro oppressori e riscopriranno tutta la loro sovranità.

 

Da Unz Review, 4 luglio 2019 (trad.ossin) -  da OSSIN