Cuba Notizie - Latino America e Mondo (ottobre 2018)

La Bolivia è il paese dell'America Latina con la maggiore  crescita economica

Il presidente della Bolivia, Evo Morales, ha affermato che il suo paese occupa il primo posto nella crescita economica in America Latina e il secondo in tutto il continente. In occasione della cerimonia di inaugurazione di un centro educativo nello stato di Panco, Morales ha affermato che i dati del Banco Mondiale indicano che il paese ha un indice di crescita superiore al 4% che potrebbe raggiungere il 5% nel 2019 grazie alle misure economiche e agli investimenti stranieri promossi dal suo governo.

Il presidente ha sottolineato l’importanza di continuare le politiche di governo per un «modello economico sociale» che preveda l'utilizzo in larga scala delle risorse naturali a favore dell’evoluzione del popolo boliviano e delle generazioni future: "Abbiamo lottato (...) per cambiare questo modello economico di saccheggio permanente delle nostre risorse naturali; l’economia era nelle mani degli stranieri e noi abbiamo deciso di recuperarla. Grazie alla lotta abbiamo nazionalizzato e adesso stiamo raggiungendo notevoli obiettivi economici", ha spiegato Morales, lamentando che altre nazioni della regione non siano riuscite ad avanzare nello sviluppo sociale, in particolare il Brasile e l’Argentina, paesi che oggi hanno governi di estrema destra e insistono con le politiche neoliberali.

"Loro privatizzano e noi nazionalizziamo, questa è la differenza (...). La Bolivia è rispettata perché ha smesso di mendicare. Prima non ci concedevano prestiti e adesso ci chiedono denaro", ha detto Morales.

Secondo il Banco Mondiale, lo sviluppo economico della Bolivia è uno dei più significativi della regione, simile a quello di paesi con grandi volumi commerciali, come Panama. La nazione delle Ande occupa il secondo posto, con l’indice più alto dopo  la Repubblica Dominicana che, con il 5,8 %, è la seconda economia più stabile in America  Latina.

GM, Telesur. Granma, 9 ottobre 2018

 


 

La comunità internazionale contro la candidatura di Bolsonaro in Brasile

La comunità internazionale ha espresso la sua contrarietà alla candidatura

presidenziale del leader del Partito Social Liberale (PSL), Jair Bolsonaro,

poco prima della seconda tornata elettorale del prossimo 28 ottobre in Brasile.

Circa 487 intellettuali, attivisti, professori  e giornalisti di tutto il mondo, per mezzo di un comunicato hanno condannato la candidatura di Bolsonaro per la posizione estremista assunta nella sua campagna.

"Noi donne e uomini di varie parti del mondo, impegnati con la democrazia e i diritti umani, esprimiamo il più profondo rifiuto della candidatura presidenziale di Jair Bolsonaro (...) che ha sostenuto (...) la sua campagna elettorale con valori xenofobi, razzisti, misogini e omofobici", indica il Manifesto Internazionale Contro il Fascismo in Brasile.

Il Comunicato si riferisce con preoccupazione alla corrente politica che difende il leader del PSL in una cornice di politiche neoliberiste e di dottrine di taglio fascista, cosa che va contro i processi democratici e le garanzie di giustizia e i diritti umani di una nazione: "Queste posizioni sono minacce per una società libera, tollerante e socialmente giusta (...). Tra democrazia e fascismo non può esistere neutralità”, sottolinea il testo.

I firmatari hanno fatto anche un richiamo al popolo brasiliano, perché valuti l’importanza del processo elettorale e la gravità delle conseguenze di una possibile elezione di Bolsonaro, secondo gli ultimi sondaggi in vantaggio sul suo avversario del Partito dei Lavoratori (PT) Fernando Haddad: "La decisione in questa seconda tornata avrà un'importanza trascendentale per la libertà e il pluralismo contro l’oscurantismo autoritario (…) con impatti duraturi non solo per il Brasile, ma per tutta l’America Latina, i Caraibi e il mondo", conclude il Manifesto.

La coalizione elettorale formata dal  PT, il Partito Comunista del Brasile (PCdoB), il Partito Repubblicano dell’Ordine Sociale (PROS) e altre organizzazioni sociali, ha protestato con le autorità elettorali del Brasile chiedendo di respingere la candidatura di Bolsonaro per la sua implicazione nelle fake news contro Haddad e il contenuto violento dei suoi discorsi.

Granma, 20 ottobre 2018. Da Telesur.