Tavolo di riflessione e iniziativa sui “Mondi del lavoro”

Con questa presentazione, il CIVG propone un tavolo di riflessione e iniziativa sui “Mondi del lavoro”, che sarà presentato a breve in una serata pubblica. Chiunque intenda partecipare e interloquire con questo Tavolo di lavoro, contribuire alle sue attività potrà contattarne direttamente i responsabili: Andrea Bulgarelli e Alessandro Monchietto , all’indirizzo info@civg.it

 

 

«Se quel tizio guadagna trenta, io mi contento di venticinque. Se quello ne prende venticinque, io lo faccio per venti. No, prendete me, io ho fame, posso farlo per quindici. Io ho dei bambini, i miei bambini hanno fame! Io lavoro per niente, per il solo mantenimento.Lasciatemi portare via un po’ di frutta, di quella caduta a terra,   tirata giù dal vento, e datemi un po’ di carne per fare il brodo ai miei bambini, e io non chiedo altro.E tutto questo per qualcuno è un bene, perché fa diminuire le paghe mantenendo invariati i prezzi. I padroni fanno festa, e fanno stampare altre migliaia di volantini per attirare altre ondate di straccioni. E le paghe continuano a calare, e i prezzi restano invariati.Così tra poco riavremo, finalmente, la schiavitù».

John Steinbeck, “Furore”.

 

UN’ISTANTANEA DELLA REALTÀ

Il XX secolo si è chiuso con una profonda trasformazione delle società occidentali. Dopo una parentesi di alcuni decenni è tornata alla ribalta la parola d’ordine del mercato quale principale regolatore della vita economica e non solo. Tutto ciò non sarebbe potuto succedere senza lo smantellamento  dei movimenti del lavoro, che in precedenza avevano guidato lotte, spesso estremamente dure, per ottenere diritti e protezione dagli effetti deleteri della logica capitalistica. Oggi bisogna fare i conti non solo con un modello normativo sempre più ostile a qualsiasi forma di rivendicazione, ma anche con una cultura e una organizzazione del lavoro basate sulla competizione tra individui, che rendono impossibile la solidarietà, da sempre l’arma  più efficace a disposizione dei lavoratori.  In questo quadro le forme  di sfruttamento più sofisticate, spesso talmente raffinate da non essere riconosciute come tali dalle proprie vittime, si intrecciano con altre che sembravano ormai superate da tempo.

LA NOSTRA BUSSOLA

Non siamo interessati a proporre delle verità già preconfezionate, ma piuttosto delle coordinate che permettano di orientarsi e, cosa ancora più importante, di incontrarsi.

I punti fermi che animano il nostro lavoro sono:

  • L’attenzione ai mondi del lavoro nel loro complesso. Il plurale è d’obbligo, e rimanda alla frammentazione estrema delle condizioni di vita e di lavoro, ciascuna delle quali merita attenzione e rispetto;
  • Il desiderio di illuminare le zone d’ombra ignorate da tutti;
  • Il valore della solidarietà, al di là di steccati ideologici o identitari. Di fronte a un capitalismo che ritorna a  forme  di  sfruttamento  ottocentesche  occorre  riscoprire  i  valori  della  solidarietà e della convivialità che hanno reso possibile la nascita del movimento operaio.

CHE FARE?

Non vogliamo creare l’ennesimo gruppo sindacale in  un  panorama  già  affollato,  ma  piuttosto unire  intorno  ad obiettivi concreti  e ben definiti, nel rispetto delle differenti  identità  di ciascuno.    I punti sui quali si sviluppa il nostro impegno sono:

  • Costituire un osservatorio dei “nuovi lavori”, delle nuove forme di sfruttamento e tecnologie  di dominio;
  • Documentare il rapporto tra lavoro e dolore, dal tema dei morti sul lavoro fino alle forme meno evidenti, ma non meno letali, di sofferenza, con una particolare attenzione alle testimonianze dirette;
  • Mappare le “buone pratiche” mutualistiche e di lotta nel mondo;
  • Documentare le lotte del passato e alimentarne la memoria, non solo per dare loro un riconoscimento dovuto ma anche per interpretare meglio il presente;
  • Fornire solidarietà concreta alle realtà che affrontano sfruttamento e ingiustizie.

 

 

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