Il 6 novembre 2018 ricorrevano i 75 anni, da quando l'Armata Rossa ha liberato Kiev dall’occupazione nazista tedesca

               

Un errore che durava da quasi 3 anni, centinaia di migliaia di ucraini uccisi, solo a Babij Jar ne furono fucilati 150.000, nei lager uccisi altrettanti, più di 100.000 giovani vennero mandati ai lavori forzati in Germania. Ma oggi in Ucraina non si festeggia questa data.

 

Poroshenko non ha fatto discorsi, non è stata ricordata questa data. Liberati da chi adesso viene dichiarato "paese aggressore"? Questo il demenziale paradosso. Liberati dal paese proprio stesso, l'Unione Sovietica. E oggi per un'Ucraina che il governo golpista ha messo in balia dei neonazisti, dei partiti ultra nazionalisti non deve essere Festa! 

Ma il popolo ucraino ricorda e diverse decine di persone (poche ma c’è paura) si sono recate oggi come ogni anno a rendere omaggio e deporre fiori al monumento di Nikolaj VATUTIN, il generale russo che comandava il 1° Fronte Ucraino dell'Armata Rossa e che per liberare Kiev venne ucciso dai nazisti tedeschi.

 

 

Un militare sovietico durante l'operazione  di attacco scriveva: "speriamo di fare in tempo a liberare Kiev per il 26-esimo anniversario del Grande Ottobre!"

Il monumento di Vatutin in questi 4 anni e mezzo di follia nazista ucraina viene continuamente imbrattato, vilipeso, i nazionalisti lo vogliono distruggere, ci hanno provato molte volte. In un'altra città, Berdicev,  lo hanno già demolito.  Il 30 giugno dell'anno scorso una via di Kiev, "la prospettiva Vatutin" è stata chiamata in un altro modo, adesso porta il nome del nazista Shukhevic'.  Evidentemente i governanti filo nazisti ucraini di oggi, sostenuti da Usa e UE non volevano quella liberazione! Lo dice un'attivista  ucraina per i diritti umani, Elena Bereshnaja, direttrice dell'Istituto "per la politica giuridica e la difesa sociale" di Kiev, che oggi ha subito un'aggressione in casa propria da parte dell'SBU, i Servizi per la Sicurezza Ucraini.

 

 

Il fatto è che la Bereshnaja insieme a altri colleghi aveva organizzato una manifestazione per festeggiare la data della liberazione di Kiev, una donna che si pone in difesa del monumento e per il ripristino del nome della prospettiva Vatutin. Per un'ora intera gli ufficiali dei Servizi l'hanno offesa, minacciato con la pistola di ucciderla e poi hanno forzato la porta d'ingresso segando le due serrature. Stessa irruzione in casa di un altro attivista, a cui hanno portato via computer e libri. Domani li aspetta l'interrogatorio nel palazzo dell'SBU. Le accuse sono di sovvertimento dell'ordine statale e minaccia all'integrità del paese, spionaggio e lavoro a favore del nemico: la Russia!  Oggi in Ucraina si vive una terribile repressione e soffocamento di ogni rigurgito di opposizione al potere golpista filo nazista.

Kiev porta ancora il titolo di "Città Eroe" nei documenti ufficiali e  io auspico che Kiev - "Madre di tutte le Città Russe"  venga liberata un'altra volta!

 

 

Da Marinella Mondaini, Mosca    6 novembre 2018

 

Le foto e immagini sono a cura del SOS Ucraina resistente/ CISDU/CIVG