Una scolara del Donbass ha scritto ai leader del mondo

12 Ottobre 2018

 

 

“ Cara comunità mondiale, stimati leader del Mondo!

Una scolara della 10ma classe "B", Julija Tkacheva si rivolge a Voi

Voglio che la guerra finisca nella mia città, Donetsk. Ho 15 anni. All'inizio della guerra, nel 2014, uno dei miei fratelli è morto. Lavorava all'aeroporto e viveva nelle sue vicinanze. Stava tornando a casa. Durante la guerra sono diventata orfana e a 13 anni ho seppellito mia madre.

Nel 2015, quando la mamma era ancora viva, sopravvisse ad un bombardamento di Donetsk, sopravvisse miracolosamente.

Io, la nonna, il nonno, lo zio, mia sorella, mia zia Alla eravamo in dacia. Siamo stati sbattuti sul pavimento, lo zio è stato sbalzato nel pozzo, il nonno mi ha coperto mentre veniva ferito da frammenti di bomba. A causa della guerra ho perso i miei cari ... Non voglio più perdere persone care, non voglio avere paura di uscire di casa.

Nel 2015 è stata uccisa una giovane mamma con il suo bambino davanti ai miei occhi e quando mio zio e mio nonno sono usciti per andare a fare la spesa io e la nonna li abbiamo aspettati in dacia. Abbiamo solo pregato, affinché fossero tornati vivi, affinché facessero solo ritorno! Sono andata a scuola sotto i bombardamenti.

Avevo paura non per me stesso, ma per la mia mamma, per la nonna ed il nonno. Vi chiedo di aiutarci e fermare la guerra.

 Ora solo io e mia nonna siamo sopravvissute.

 Abbiamo già perso molto di più delle persone - stiamo perdendo la speranza di essere felici!

Aiutateci per favore! Aiutateci a fermare gli spargimenti di sangue e gli assassini.”

 

 

- 1.750 milioni di profughi, di cui oltre 1 milione nella Federazione Russa;

- oltre 10mila le vittime, 25mila i feriti;

- 223 bambini uccisi, centinaia i feriti, gli invalidi ed i mutilati;

- oltre 4 milioni e mezzo di abitanti colpiti dal conflitto e 3milioni 400mila di questi necessitano di costante aiuto. Il 60% di costoro sono donne e bambini, il 40% anziani;

- 200mila persone che vivono nella “zona grigia di contatto”, una delle zone più minate del mondo, dipendono unicamente dall’aiuto umanitario esterno.

Una sistematica distruzione delle infrastrutture civili: 25mila abitazioni civili bombardate, distrutte o gravemente danneggiate, oltre 100 le strutture medico ospedaliere distrutte, 600 scuole, asili, istituti d’istruzione, orfanotrofi non più agibili.

 

Da aasib