In ricordo di Domenico Losurdo

                                    

 

Domenico Losurdo è morto, ci uniamo al dolore dei familiari di fronte a questo doloroso evento.

Noi conoscemmo personalmente Losurdo quando presentammo a Torino uno dei suoi testi più coraggiosi e cioè “STORIA E CRITICA DI UNA LEGGENDA NERA”, un testo che affrontava la rivoluzione russa, le difficoltà che incontrò e superò, il ruolo di STALIN nel gestire l’URSS durante i difficili anni dopo la morte di LENIN e durante la seconda guerra mondiale, chiamata giustamente in Russia: “LA GRANDE GUERRA PATRIOTTICA”.

Abbiamo definito “coraggiosa” quest’opera perché discutere la figura di STALIN in questi tempi di pensiero unico, di dominio dei luoghi comuni privi di verifica, di demonizzazione di tutto ciò che non è condiviso dal circo mediatico dominante, di riscrittura della storia ad uso e consumo dell’occidente imperialista e colonialista, significa rischiare la derisione e l’irrilevanza, cosa che non è avvenuta poiché Losurdo è riuscito ad affrontare la problematica utilizzando un’analisi comparata, riportando innumerevoli affermazioni, positive sul ruolo di Stalin, di politici e intellettuali liberali conservatori e in alcuni casi addirittura reazionari.

 

Diciamo poi che umanamente Losurdo era una persona estremamente gradevole, sempre attento all’interlocutore con cui dialogava con rispetto, pur mantenendo le sue posizioni, quindi completamente diversa dagli intellettuali spocchiosi e litigiosi di cui siamo saturi;  purtroppo questo tipo di atteggiamento non ha risparmiato neppure quelli di area di sinistra o presunta tale.       

Domenico Losurdo è stato uno dei maggiori studiosi italiani, era un marxista eterodosso ed altrettanto profondo conoscitore di Hegel; è stato  un filosofo, uno storico e un militante comunista.

I suoi libri sono stati un’importante strumento per capire in profondità l’attuale realtà che, pur senza proporre formule risolutorie, hanno permesso di interpretare e immaginare una via d’uscita dall’attuale sistema capitalista.

Ricordiamo anche la sua rilettura critica del liberalismo in cui erano evidenziati le basi filosofiche  che negano i principi universali e che sono alla base dell’ideologia della guerra, della questione coloniale e della concezione eurocentrica dell’universo mondo.

Puntuale e illuminante è stata la critica alla sinistra italiana e internazionale, una sinistra che si dichiarava non-violenta e contemporaneamente abbracciava il concetto assurdo di “guerra umanitaria”, che si è resa responsabile in prima persona del bombardamento della Jugoslavia  e di tutti i successivi interventi umanitari che hanno causato milioni di vittime; una sinistra che, affermava Losurdo, s’era smarrita (per usare un eufemismo) da lungo tempo, ma, in particolare dopo il 1989, aveva colto l’occasione storica di emanciparsi e sedere al gran banchetto, anche se  solo per le briciole, e, come i classici servi, ha accolto in toto i concetti del liberalismo, dell’ideologia americana, tutta diritti umani e guerra, abbandonando la concezione dell’opposizione fra capitale e lavoro,  spiegando al popolo che  siamo tutti sulla stessa barca dimenticando chi è che continua a remare e chi sta sul ponte a guardare il panorama.

In estrema sintesi affermiamo che i nodi centrali della battaglia ideologica di Domenico Losurdo costruiti e argomentati con rigore scientifico sono:  

  • la categoria di universalità
  • la considerazione di uomo come ente generico
  • la categoria di contraddizione oggettiva
  • la critica ragionata e dimostrata della negatività storica del colonialismo  
  • l’importanza per la Russia e l’umanità intera della rivoluzione del 1917 che pose fine alla grande carneficina della I guerra mondiale

 

Così come non possiamo dimenticare di averlo sempre avuto al fianco di tutte le battaglie per la pace e contro le guerre “umanitarie/ imperialiste” degli ultimi decenni. Dall’Afghanistan, alla Palestina, all’Iraq, alla Jugoslavia, alla Libia, Siria e oggi in Donbass. Sempre con coerenza e modestia, ma il suo contributo analitico e intellettuale rafforzava considerevolmente le nostre attività e scelte.

 

Insomma è scomparso un grande intellettuale e con il dispiacere abbiamo anche un sentimento di perdita di una voce notevole che ci aiutava a pensare al di fuori di sentimenti identitari e di ogni dogmatismo.

Ci mancherà più di quanto immaginiamo,  confidiamo che i suoi giovani allievi dell’Università di Urbino continuino ad approfondire le tematiche e le analisi da lui avviate. 

 

Molti siti in rete hanno scritto della scomparsa di Domenico Losurdo e del suo pensiero,  i giornali nazionali hanno ignorato la notizia salvo due quotidiani che ci hanno stupito, Il Foglio e La stampa.

Cogliamo l’occasione per segnalare ai nostri lettori un’apprezzabile intervento apparso sul sito ”L’ANTIDIPLOMATICO”  a firma di Carlo Freccero sul ruolo e l’importanza di Domenico Losurdo.

 

Riportiamo, per concludere, due significative affermazioni di Domenico Losurdo:

“…Giunto al trionfo planetario, l'Occidente liberale ritiene di identificarsi in modo permanente con la causa della civiltà e della libertà. A partire da questa assoluta e immodificabile preminenza vediamo un'élite esclusiva, la ristretta comunità dei liberi, formulare in modo esplicito la pretesa, fino a quel momento ignota e inaudita, di esercitare una dittatura planetaria sul resto dell'umanità…“ .

 

 

“…Giungiamo così a un risultato paradossale, almeno rispetto all'ideologia dominante. L'Occidente è al tempo stesso la cultura che con maggior rigore ed efficacia teorizza e pratica la limitazione del potere, e che con più successo e su scala più larga si è impegnata nello sviluppo della chattel slavery, l'istituto che implica il totale dispiegamento del potere del padrone sugli schiavi ridotti a merce e «natura». E tale paradosso si manifesta in modo particolarmente clamoroso proprio nei paesi di più consolidata tradizione liberale…“.

per il CIVG, Luigi Cecchetti -  Giugno 2018