Il dott. Armando benedetti del cisam, nell’audizione presso la commissione uranio impoverito del senato tenutasi il 25 maggio 2011, riconosce che non si puo’ essere certi che nei poligoni non siano stati esplosi proiettili all’uranio impoverito

In merito all’audizione del Dott. Benedetti, lo scrivente ritiene che sarebbe auspicabile che egli fornisca qualche ulteriore precisazione circa la sua affermazione secondo cui: “Non si può  escludere peraltro che  all’insaputa delle stesse forze armate nei poligoni siano stati esplosi proiettili all’uranio impoverito. Per quel che riguarda in particolare il poligono di Salto di Quirra, se tali proiettili fossero stati esplosi se ne sarebbero trovati di certo, residui sui bersagli”.

L’affermazione del Dott. Benedetti pone infatti il problema circa quali controlli le forze armate possono eseguire, specie nei riguardi di ditte straniere in relazione agli armamenti sperimentati nei poligoni, dato che tali ditte, come più sopra ricordato, sono autorizzate all’autocertificazione ed inoltre ad effettuare “in proprio” (cioè senza controlli esterni italiani) la bonifica nelle zone che hanno utilizzato per test o esercitazioni.

In secondo luogo, l’affermazione del Dott. Benedetti pone la questione “dell’esame” dei bersagli e di quali controlli vengano effettuati sui bersagli da parte delle Autorità italiane, in seguito a sperimentazioni o test stranieri. In proposito non ci è dato sapere quali controlli sono stati eseguiti sui bersagli. Scarsissime informazioni vennero date anche ai parlamentari nel corso della visita effettuata i poligoni all’epoca della prima Commissione del Senato sull’uranio impoverito (un’attenta rilettura degli atti parlamentari relativa a quella visita è, a parere dello scrivente, di grande interesse).

E’ da tener presente, tra l’altro, che non necessariamente i test vengono eseguiti servendosi di bersagli. Interessa infatti anche il comportamento dei proiettili rispetto al terreno. E comunque non è detto che si conoscano le problematiche che interessano i luoghi colpiti (che non siano solo i bersagli). A parte ciò  occorre tener conto del fatto che i bersagli non distrutti, ma solo danneggiati, vengono portati nelle officine di riparazione. E nelle officine di riparazione dovrebbero essere eseguiti i test su tali bersagli sia da parte dei responsabili del poligono, sia da parte delle ASL. Ma risulta che non di rado tali test non siano stati eseguiti.

 Lo scrivente si augura che il Dott. Benedetti possa fornire indicazioni sui suddetti temi. Inoltre lo scrivente ritiene che sarebbe interessante conoscere il parere del Dott. Benedetti circa i metodi da usare per stabilire se i casi di tumore possono essere stati prodotti da micro-nanoparticelle di metalli pesanti (il ché riguarda l’aspetto “chimico” del problema). Ciò in quanto egli è coautore, con la dott.ssa Gatti, proprio di uno studio sulle nanoparticelle dei metalli pesanti.

Quanto sopra, anche perché l’inchiesta svolta dal Procuratore di Lanusei, Dott. Domenico Fiordalisi, deve ovviamente preoccuparsi non solo della problematica relativa alle micro-nanoparticelle di uranio impoverito, e quindi dell’effetto radioattivo dei proiettili, ma anche degli effetti delle micro-nanoparticelle di metalli pesanti (che non sono radioattive).

Non possono inoltre non destare qualche perplessità le affermazioni del Dott. Benedetti secondo cui vi sarebbe un affievolimento (attenzione decrescente) degli interessi circa la pericolosità dell’uranio impoverito anche perché proprio recentemente si è appreso che ben 148 paesi hanno chiesto all’Onu di eliminare le armi all’uranio impoverito per i pericoli che presenta. 

Altra perplessità desta l’affermazione del Dott. Benedetti circa il fatto che non sarebbero stati causati danni da uranio impoverito all’estero. In merito la dottoressa Marilina Veca ha fornito un’ampia documentazione alla Commissione circa i danni alla popolazione registrati nell’ex Jugoslavia. Quanto all’Iraq, basta leggere i rapporti su quanto accaduto a Falluja (elementi su tale questione sono stati dallo scrivente inviati alla Commissione Uranio Impoverito) e in particolare con riguardo agli studi della Professoressa di Genetica dell’Università di Genova Paola Manduca.  Peraltro esiste un’enorme quantità di documentazione sulla pericolosità dell’uranio, a partire addirittura dagli anni ’50 e ciò in relazione ai test che vennero eseguiti in Australia, test sui quali lo scrivente ha riferito alla Commissione Uranio Impoverito. 

Per quanto riguarda i danni prodotti dall’uranio impoverito, ad esempio nei riguardi di militari Usa, è bene ricordare che si sono verificate moltissime nascite di bambini malformati e tra l’altro su questo vi è anche un’ampia documentazione esistente in Italia. Tra l’altro un documentario prodotto dal regista D’Onofrio, che è stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1995.

Falco Accame

(Presidente Anavafaf)