Cuba Notizie (maggio 2018)

Più di  200.000 persone  hanno chiesto il Nobel della Pace per Lula

Granma, 28 aprile 2018

Fino a venerdì 27, più di 252.000 persone avevano firmato la richiesta per la concessione del Premio Nobel della Pace 2019 all’ex presidente del Brasile

Luiz Inácio Lula da Silva, detenuto senza prove dal 7 aprile nella città di Curitiba, capitale dello Stato di Paraná.

Ad aprire la campagna è stato l’argentino Adolfo Pérez Esquivel, premo Nobel della Pace, che ha espresso la sua solidarietà con Lula. Esquivel, titolare del Servizio della Pace e Giustizia dell’Argentina (Serpaj), ha ricordato la lotta contro la fame e la povertà intraprese dai governi di Lula tra il 2003 e il 2010 in un paese dove le disuguaglianze strutturali sono tra le più forti del continente e del mondo.

La FAO,  il programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUD) e il Banco Mondiale hanno riconosciuto che i programmi come “Fame Zero” e Borsa Famiglia” implementati da Lula hanno tolto dalla povertà estrema 30 milioni di persone trasformando il Brasile in un modello di successo, ha promosso una forma democratica e partecipativa di alto livello di vita della popolazione e ha dato speranze ai settori con le maggiori necessità, ha detto Esquivel in una lettera indirizzata al Comitato Norvegese.

Il tasso di disoccupazione si è ridotto di circa il 50% all’anno e l’applicazione di programmi di educazione e salute pubblica hanno innalzato l’indice di Sviluppo Umano del Brasile elaborato dal PNUD.

La giudice federale di Paraná, Carolina Lebbos, ha proibito a Esquivel  di incontrarsi con Lula. L’ex presidente è stato condannato a 12 anni e un mese d carcere in un processo definito dalla difesa “illegale e con fini politici”. (GM – Granma Int.)

 

 


 

Due nazioni indipendenti per una penisola denuclearizzata

Granma, 27 aprile 2018

Fidel non era lontano dalla realtà quando in una delle sue Riflessioni spiegò la gravità «di una situazione così incredibile e assurda come quella della penisola di Corea, in un’area geografica dove si concentrano quasi 50 dei 70 miliardi di persone che abitano il pianeta».

Quando pronunciò queste parole, il 4 aprile del 2013, era impensabile un incontro tra i Capi di Stato delle due nazioni della penisola coreana, ma ieri è diventato realtà.

Il leader della Rivoluzione cubana allora affermò che «se fosse scoppiata una guerra, i popoli delle due parti della Penisola sarebbero stati sacrificati senza scampo. La Repubblica Popolare Democratica della Corea è sempre stata in relazioni amichevoli con Cuba, e Cuba è stata sempre e continuerà ad esserlo con lei».

Oggi il mondo accoglie con favore il documento congiunto emesso la sera di venerdì 27 da  Pyongyang e Seúl che precisa che sia il Maresciallo  Kim Jong-un che il presidente Moon Jae-in, assicureranno che i loro rispettivi territori siano liberi dalle armi nucleari. Anche se il testo non precisa la data, afferma che prima della fine dell’anno si realizzerà ciò che è stato denominato “la fine permanente della guerra” che terminò con l'armistizio del 1953.

I due presidenti sono stati concordi su questo obiettivo e hanno piantato un simbolico albero proprio sul confine che separa i loro paesi e l'hanno innaffiato con l’acqua dei fiumi delle rispettive nazioni.

L'accordo stabilisce inoltre che i due Capi di Stato programmeranno riunioni con gli Stati Uniti, e possibilmente con la Cina, con il fine di dichiarare la fine della guerra e stabilire un regime di pace permanente e solida». (GM – Granma Int.)

 

 


 

Cuba solidale con il Nicaragua di fronte ai tentativi di destabilizzazione

Il Ministero degli Esteri della Repubblica di Cuba ha denunciato i tentativi che puntano alla destabilizzazione della Repubblica del Nicaragua, un paese che vive in pace e in cui sono stati fatti notevoli passi avanti nell'economia e nello stato sociale.

Cuba riafferma il suo impegno nel tenere vivi i principi del Proclama dell’America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace firmato dai Capi di Stato e di Governo durante il II Vertice della CELAC nel gennaio del 2014, e condanna l’ingerenza nei temi interni delle nazioni.

Il Ministero degli Esteri appoggia gli sforzi del popolo sovrano e del governo sandinista del Nicaragua presieduto dal Comandante Daniel Ortega Saavedra e dalla Vicepresidente Rosario Murillo Zambrana per preservare il dialogo, la pace e il benessere dei nicaraguensi.

Granma, 28 aprile 2018 (GM – Granma Int.)

 

 


 

Siamo una destinazione turistica sicura

Sumaily Pérez Carrandi, 24 aprile 2018, Granma

La crescita dell’industria turistica cubana, pur in presenza di pressioni e campagne di diffamazione a livello mondiale, dimostra la fiducia del settore nella sicurezza a nella stabilità dell'Isola.

Alla XXXVIII edizione della Fiera Internazionale del Turismo (FITCuba 2018) che si è tenuto dal 2 al 5 maggio a Cayo Santa Maria (Villa Clara) hanno partecipato circa 3000 professionisti e 140 giornalisti specializzati.

I Canadesi sono sempre al primo posto nella classifica dei principali "portatori di turismo". Seguono i cubano-americani, gli statunitensi, i francesi, i britannici, gli italiani, gli spagnoli e i tedeschi. A FITCuba 2018 il paese invitato d’Onore è stato il Regno Unito.

I dirigenti presenti alla conferenza stampa hanno riaffermato che il "prodotto Cuba" è competitivo. Michel Bernal, direttore commerciale del Mintur, ha sottolineato le difficoltà causate dagli uragani Irma e Maria nei mesi di settembre e ottobre scorsi, ma ha mostrato ottimismo affermando che nel 2018 Cuba aspetta di ricevere cinque milioni di turisti.

Bernal ha sottolineato che nonostante i rinnovati divieti del presidente

Donald Trump, gli statunitensi occupano il secondo posto nella classifica dei turisti, nonostante il governo del loro paese mantenga un’ingiustificata "allerta" che invita i cittadini a considerare con attenzione l'ipotesi di un viaggio a Cuba.

La forte misura restrittiva viene giustificata nel nome di un presunto rischio costituito dagli “attacchi acustici”, che peraltro sono stati smentiti anche da laboratori specializzati. A dispetto delle manipolazioni nordamericane, Cuba ha recentemente ricevuto il premio Excelencia - assegnato alla meta turistica più sicura - durante Fitur 2018, la Fiera Internazionale del ramo che si è tenuta a Madrid nel gennaio scorso. (GM – Granma Int.)

 

 


 

La salute mondiale si è data appuntamento a Cuba
Lisandra Fariñas Acosta, 22 aprile 2018, Granma

Le malattie contagiose e non, la determinazione nella garanzia di una salute sociale, l’assistenza primaria, la medicina familiare sono i principali temi della III  Convenzione Internazionale Cuba-Salute 2018.

Migliorare lo stato di salute dei popoli del mondo esige non solo progressi scientifico-tecnici, ma soprattutto chiarezza sulla direzione che la politica sanitaria deve seguire.
La III Convenzione Internazionale Cuba-Salud 2018 è lo spazio istituzionale della riflessione scientifica su questi temi. Si è svolta nel Palazzo delle Convenzioni dell’Avana dal 23 al 27 aprile e, insieme alla 14ª Fiera Commerciale “Salute per  Tutti”, persegue e sostiene lo slogan «Salute universale per lo sviluppo  sostenibile».

«Le esperienze e le conquiste di Cuba nel campo della salute rivestono una straordinaria importanza per il mondo, prima di tutto perché avvengono in un paese con molte difficoltà, ancora sotto blocco economico e con scarse risorse che, per primo, riesce ad esempio ad eliminare - come certificato dall'OMS - la trasmissione dell'HIV e la sifilide congenita da madre a figlio. Un paese che ha eliminato  la malaria dal 1970, che ha eliminato 12 malattie immuno-prevenibili, che ha la speranza di vita più alta della regione, che ha una mortalità infantile di solo quattro per mille nati vivi e che vuole raggiungere ancora altri importanti obiettivi», ha detto  Cristian Morales Furihman, rappresentante dell’Organizzazione Panamericana e Mondiale della Salute a Cuba.

«Queste conquiste sono rilevanti per il benessere dei cubani e delle cubane, e dimostrano che sono obiettivi raggiungibili anche da altri paesi se si decide di sviluppare un sistema di assistenza primaria, radicato nelle comunità e che metta al centro la salute delle sue popolazioni. Ogni paese può ottenere questo, anche basandosi sull'esperienza di Cuba che questo Congresso permette di far conoscere», ha aggiunto.

«Più di duemila rappresentanti di 80 paesi e almeno 150 personalità di spicco di tutti i continenti si sono dati appuntamento a Cuba Salute 2018», ha informato Ileana Morales Suárez, direttrice del Dipartimento di Scienza e Innovazione Tecnologica del MinSap e segretaria esecutiva del Congresso.

 

 


 

Gli  Stati Uniti  cambiano di nuovo il processo del visto d’immigrante per i  cubani 

Sergio Alejandro Gómez, Granma, 29 marzo 2018

Secondo un comunicato emesso giovedì 29 marzo dal Dipartimento di Stato, a partire dal 1º aprile gli Stati Uniti espleteranno la pratica di rilascio dei visti degli immigranti cubani nella loro ambasciata a Georgetown, in Guyana.

Per via delle misure unilaterali di Washington, la sezione consolare nordamericana a L’Avana è praticamente chiusa e, dal settembre del 2017, offre solo servizi d’emergenza.

Il pretesto per la drastica diminuzione del personale dell’Ambasciata è in relazione con i presunti "attacchi acustici" contro i diplomatici statunitensi di stanza a Cuba sui quali, dopo mesi di investigazione, non esistono prove né evidenze scientifiche.

Da questo gennaio le procedure hanno cominciato ad arrivare progressivamente via Bogotà, in Colombia: i cubani dovevano ottenere il visto colombiano e fare piani di viaggio e soggiorno che accrescevano terribilmente il costo della documentazione. Le nuove direttive sono ancora più complicate per i diretti interessati e costituiscono un freno al naturale flusso di persone tra i due paesi.

Le misure unilaterali  del Dipartimento di Stato impongono un «castigo

finanziario a decine di migliaia di persone, con ansia e insicurezza nelle  relazioni con i loro familiari e allegati», ha assicurato di recente alla stampa il direttore generale della Cancelleria cubana negli Stati Uniti, Carlos Fernández de Cossío.

Il diplomatico cubano ha dichiarato che il Governo degli Stati Uniti è responsabile del «costo in termini umanitari» delle sue azioni «che hanno un impatto particolare per i servizi consolari dai quali dipendono decine di migliaia di cittadini che si vedono obbligati a sostenere spese addizionali per viaggiare in paesi terzi alla ricerca di un visto temporaneo o d’immigrante».

Gli accordi vigenti tra i due paesi stabiliscono l’impegno statunitense di rilasciare almeno 20.000 visti agli immigranti cubani. (GM – Granma Int.)