Un tributo a Fidel Castro

Sono passati ormai quattro mesi dalla scomparsa del Comandante Fidel Castro Ruiz. Ora che le sterili polemiche e le chiacchere dei media occidentali si sono placate, il CIVG ritiene doveroso offrire un ultimo omaggio al Comandante e alla sua avventura umana e politica di patriota, rivoluzionario e statista. Ringraziamo Granma italiano e Gioia Minuti per la preziosa collaborazione, grazie alla quale possiamo proporvi questi documenti.

CIVG

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Al centro Comandante Arsenio  Garcia Davila el mas joven del Granma
Caravana con las cenizas de Fidel  en calle 23
Edificio adornado con las  banderas de Cuba y del 26 de julio
El batallon de ceremonia y estudiantes   le hacen guardia de honor a Fidel
El pueblo en fila continua para  rendirle homenaje a Fidel
En el Ministerio de la Construccion el pueblo acude a firmar el juramento del concepto de Revolucion
En primer plano el concepto de Revolucion
Evo Morales Ayma Presidente del  Estado Multinacional de Bolivia
Fidel Castro Diaz-Balart
Flores de todos los colores para  Fidel
Hasan Rohani Presidente de Iran
Joven con brazalete de Fidel  esperando el paso de la caravana
Jovenes y menos jovenes acuden a  rendirle respeto a Fidel
La Plaza repleta
Los 5 presentes
Los combatientes presentes en la  Plaza
Marti
Personas esperando el paso de la  caravana en la Avenida 23
Raul Castro clausura el homenaje a Fidel
Raul Castro en la clausura del homenaje a Fidel
Raul Castro realiza la clausura del homenaje a Fidel
Raul saluda a invitados
Raul saluda a varios de los pres  entes en el acto a su llegada
Raul saluda al pueblo a su llegada
Una mujer llora al paso d la  caravana
Urna con la cenizas de Fidel
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L’unità come miglior omaggio

Il popolo cubano lamenta la notizia dolorosa della morte del Comandante

in Capo , e tutti hanno qualcosa da dire.

 

Granma - Foto: Ricardo López Hevia

27 – 11 - 2016

 

Il popolo cubano lamenta la notizia dolorosa della morte del Comandante

in Capo , e tutti hanno qualcosa da dire. Sono molti i ricordi e i ringraziamenti che ha provocato nei cubani, che non sono pronti nè vogliono dirgli addio.

Comunque almeno un “Hasta siempre, Fidel”.

“Non è facile accettare che un uomo come Fidel non sta più tra di noi”, ha detto

Plácido Núñez, combattente della Rivoluzione  Cubana, di Artemisa.

Maritsa Leyva, lavoratrice dell’Unità di alimenti  Nuevo

Éxito, a Las Tunas, molto addolorata,confessa: “Dal più profondo del mio cuooe ti dico che provo tanto dolore nel petto. Dire Fidel è dire Cuba, dire fratello, dire il mondo!”

Lázaro Castro Aguilera, direttore del Sito Storico Birán, Monumento Nazionale, dice che la morte di Fidel:  “Gli ha provocato un grande dolore.  Mi si è stretto il cuore e sono andato alla tomba di Lina, sua madre. Ho immaginato una conversazione con lei per dirle che non era già più tra di noi quel figlio così grande che aveva dato al mondo, quello per il quale lei aveva tanto sofferto quando lo vedeva soffrire per le vicissitudini di rivoluzionario”.

Poi ha ricordato le volte che Fidel aveva visitato Birán e ha narrato in dettagli com’era la sua vita qui. “Mi sembra di vederlo a cavallo sulla collina, facendo il cacciatore; l’ho sentito fare il bagno nel fiume vicino e facendo cose di bambino e d’adolescente”.

Il gruppo che lavora nella fattoria che ha visto nascere il Comandante in Capo è costernato per la morte del compagno Fidel, ma senza dubbio continua ad attendere i visitatori che arrivano in questi giorni.

“Dobbiamo continuare a studiare Fidel per rivelare tutta la sua grandezza e la sua sapienza. Questa è una forma per mantenerlo vivo,  far sì che ci accompagni sempre”, ha aggiunto López.

“Chi viene a Biran lo fa con molto rispetto e la maggioranza riflette un sincero dolore.  Abbiamo aperto un libro di condoglianze già firmato da tutti quelli che sono passati di qui. È vicino a una foto di Fidel, dove molti mettono i fiori che portano. Spontaneamente si sono avvicinati a noi che lavoriamo nel Sito Storico di Birán per parlare di quel che Fidel ha fatto a favore del popolo, di quanto è importante rispettare il suo pensiero. La maggioranza pensa che la miglior forma di rendergli onore è mantenere l’unità”,  ha detto Lázaro Castro Aguilera a Granma.

Per ogni cubano l’impatto della notizia è stato molto forte.

Pedro Pascual Rodríguez, vicino di Birán, ha confessato: “Non posso sentirmi bene. Fidel è morto, il rivoluzionario con la più grande capacità d’organizzazione che ho conosciuto. È stato capace d’unire i patrioti cubani e portarli alla vittoria. Poi ha fatto lo stesso a livello internazionale per tutta la vita”.

 

Iraida Martínez Duardo, professoressa pensionata della provincia di Las Tunas,

ha segnalato che questa perdita è irreparabile, soprattutto perchè ai suoi novantanni conservava la stessa lucidità e lo spirito che lo hanno sempre distinto. Ora dobbiamo andare avanti con la sua opera, ma questo giorno il popolo di Cuba non lo dimenticherà mai. E nemmeno io lo dimenticherò”.

Chi ha vissuto gli anni precedenti al glorioso gennaio del ’59, sa quanto è stato importante averlo come guida”, ha dichiarato la pensionata di Artemisa

Vicenta Calderín, visibilmente commossa.

“Il Comandante ha offerto un miglior futuro ai cubani e quel che ha fatto per il popolo non ha uguale. È stato lui che ha guidato la Rivoluzione e ha fatto passi importanti contro l’analfabetismo, a favore della salute, per l’educazione. Questa data si ricorderà con tristezza”, prevede il guantanamero Manuel de Jesús Catalá Balón, Combattente della Colonna 6, Juan M. Ameijeiras, dell’Esercito

Ribelle.

Per Antonio Marrero Duvergel, corrispondente di Radio Rebelde a

Guantánamo, Fidel è stato il più grande statista della storia: stratega militare, politico insuperabile, conduttore di folle, studioso instancabile, conoscitore della scienza, dell’economia, dello sport, la cultura, l’ambiente, eccellente oratore, paradigma mondiale dell’internazionalismo e con un cuore che ha sempre palpitato a lato dei popoli, dei diseredati. Per questo la sua opera è diventata internazionale e durerà in eterno tra i rivoluzionari.

Leonardo Aguilar, un guantanamero di 70 anni  ricorda Fidel come la guida dalla quale ha appreso di più da quando è nato.

“Io sono stato alfabetizzatore e ho partecipato a tutto quello che la Rivoluzione ha necessitato. Mi ha forgiato così sino ad ora. L’ho visto una volta quando è venuto a Guantánamo,  ma di lontano. Mi sarebbe piaciuto stringergli la mano”, commenta Aguilar.

Marrero Duvergel, ha ricordato: “Io sono nato in campagna e grazie a Fidel e alla Rivoluzione sono diventato giornalista. Quello che sono lo devo a lui”.

Joaquín González, professore della scuola per  vocazioni Ernesto Che Guevara, a

Villa Clara, ricorda emozionato che la Rivoluzione guidata da Fidel è quella che ha operato mia figlia al cervello in un ospedale della capitale e che oggi paga un salario a mia moglie Nilda per assisterla. Non lo potrà mai dimenticare”.

“Cuba sente così l’eterna gratitudine per il Comandante. Le sue idee, le sue ragioni di lotta e il suo concetto di Rivoluzione andranno avanti nelle mani del Generale  d’Esercito Raúl Castro,  che conterà con il sostegno e la dedizione di tutto il popolo cubano”, ha dichiarato  Eberto Estrada Sao, direttore dell’Istituto Provinciale de Meteorologia di Las Tunas.

“Sarà ricordato, ha aggiunto Estrada, come un uomo per il bene, di rispetto, degno di questi tempi, leader indiscutibile della nostra nazione, dell’America e del mondo. Ora lui si moltiplicherà in ogni cubano che si senta un degno continuatore della sua opera”.

Rigoberto Miralles, residente a Bayamo e pensionato, ha detto che le sue lezioni di lotta permanente, tenacia, sacrificio, umanesimo, solidarietà e patriottismo ci indicano il cammino da seguire per conquistare quella società più prospera alla quale aspiriamo noi cubani, senza rinunciare alla sovranità intessuta con il sangue degli eroi e dei martiri della Patria.

“Ho avuto la fortuna di conoscerlo da bambino, quando fummo alunni della scuola Scuola Rurale Mista Numero 15, vicino alla sua  casa natale.

“Lui non sembrava  il figlio del ricco padrone terriero della zona per come si comportava con gli altri alunni”, riferisce  Pascual Rodríguez, vicino di Birán

che ha anche assicurato che si notava immediatamente la sua intelligenza ed anche che era disposto per ogni cosa. Quando mi ricordo queste cose comprendo che già da allora lasciava vedere l’umanesimo che gli si riconosce”.

Delia Rivero Tour, educatrice dell’Asilo d’Infanzia Volodia, a Las Tunas, ha detto: “ Da adesso lo dobbiamo mantenere vivo e ricordarlo.

 Penso sempre alla sua sensibilità verso i bambini e a quella frase sua così bella: *Un bambino sano merita tutto. Un bambino malato merita di più*.  Queste parole dicono molto dell’uomo che è stato”, ha commentato commossa.

Lorena Infante García, alunna della Scuola Media Inés Luaces, di Camagüey,  ha detto a Granma: “Lo amiamo come nostro massimo leader e per tutto quello che ha fatto per la felicità e il benessere dei bambini cubani e del mondo.

Per i pionieri, ha aggiunto, il Comandante è stato e sarà esempio da seguire, come sono presenti  José Martí, Ignacio Agramonte, Antonio Maceo, Camilo Cienfuegos, Ernesto Che Guevara e tanti eroi e martiri della Patria”.

“Questo significa, ha aggiunto la pioniera, essere buoni studenti, disciplinati, applicati, rispondere ad ogni chiamata per migliorare la Rivoluzione, formarci come professionisti ad altolivello e soprattutto essere buoni esseri umani, com’è stato lui, sempre sincero, onesto, preoccupato per la sorte degli altri”

“Oggi la gioventù cubana perde il suo Comandante da un piano fisico, ma lo guadagnerà minuto a minuto preservando il suo immenso legato in tutti gli ordini: etico, morale patriottico. Osservare il suo atteggiamento sarà uno specchio di fronte al quale guardarci  per essere migliori e più impegnati”, ha commentato Lisandra Martínez Acea, di 23 anni, dipendente bancaria di Cienfuegos.

“Questo è un momento di ratificazione del suo pensiero, dei principi della Rivoluzione, delle sue idee e delle azioni hanno trasformato il nostro paese in un paradigma per il resto del mondo e lui in un’icona, un’aspirazione”, ha assicurato la giovane di  Artemisa, Yamilia Almanza, dipendente della Scuola Latinoamericana di Medicina.

“Questo è e sarà sempre Fidel, la guida, l’ispiratore, il motore d’avvio di ogni progetto, l’uomo della Moncada, del Granma, della Sierra, il leader insostituibile … l’eterno Comandante”.

“Nessuno deve pensare che perchè il nostro Comandante è morto, questa Rivoluzione crollerà”, ha assicurato Armando Peña Garvey,  cuoco nell’unità  La Primada, a Guantánamo. “Al contrario, ha commentato Peña, è adesso che dobbiamo essere più forti e dovremo stare più uniti. Si deve andare avanti e dimostrare al mondo chi sono i cubani”.

“Fidel non è morto per niente”, dice in tono di sfida Jesús Catalá Balón,

combattente della Colonna 6, Juan M. Ameijeiras, dell’Esercito Ribelle.

“Quello che è morto è il suo corpo, ma lui è sempre  vivo, perchè ci sono milioni di persone qui che seguono i suoi passi. Qui e nel mondo intero”.

 Ángel González Rodríguez, tenente colonnello della riserva, residente a Santa Clara, ha aggiunto che: “Quando ero piccolo vidi passare la Carovana delle Libertà e in uno di quei luoghi, davanti alla massa che lo acclamava, Fidel segnalò che quella folla desiderava vederla nel momento del suo funerale, perchè quello averebbe significato che aveva realizzato l’impegno con il popolo al quale ha dedicato la sua vita. E così sarà”.

 

“La sua morte è un fatto terribile, ma qui non succederà niente”, ha coinciso l’alfabetizzatore Leonardo Aguilar.  “Qui c’è Raúl e con lui i giovani e tutto il popolo, per mantenere viva la fiamma della Rivoluzione!”

 

( Traduzione GM - Granma Int.)

 


 

Fidel e Chávez hanno tracciato le mete e le idee, e con il loro immortale esempio hanno segnalato il cammino

Ha detto il Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Primo  Segretario del Comitato  Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri nella cerimonia di solidarietà di Cuba  con la Repubblica  Bolivariana del Venezuela. 

Granma

14 – 12 -  2016

 

Discorso del Generale d’Esercito Raúl Castro Ruz, Primo  Segretario del Comitato  Centrale del Partito Comunista di Cuba e Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri nella cerimonia per il XII Anniversario dell’Alleanza Bolivariana per i Popoli di Nuestra America  – Trattato del Commercio dei  Popoli (ALBA-TCP), e il XXII Anniversario del primo incontro di Fidel Castro con Hugo Chávez. Palazzo delle Convenzioni. 

14 dicembre 2016, “Anno 58º della Rivoluzione”.

 

Caro  compagno Nicolás Maduro, Presidente della Repubblica Bolivariana

del Venezuela;

 

Compagni e compagne venezuelani e venezuelane;

 

Rappresentanti delle nazioni  fraterne dell’ALBA-TCP e degli altri Stati dell’America Latina e dei Caraibi;

 

Compatrioti:

 

Sarò molto breve, come sono abitualmente brevi la maggioranza dei miei discorsi, e in questo caso per non forzare la voce che come sentite è roca, ma senza dubbio resta molto da dire ancora ( Applausi).

Dicevo che resta molto da dire e da lottare in questo paese (Applausi) per cui la mia raucedine potrà essere permanente.

 La recenete storia di Nuestra America ci convoca oggi a commemorare vari avvenimenti.

Il 22º anniversario del primo incontro tra il Comandante Hugo Chávez

Frías e  il Comandante in Capo  Fidel Castro Ruz, punto di partenza di un’ amicizia e lealtà infinite tra la Rivoluzione cubana e la Rivoluzione Bolivariana.

Il 16º anniversario della firma dell Accordo Integrale di Cooperazione tra Cuba  e Venezuela, che fissò le basi di una relazione economica, commerciale e di cooperazione che ha apportato grandi benefici ed esperienze umane ai due popoli.

Inoltre celebriamo il 12º anniversario della costituzione a L’Avana di quella che fu dapprima Alternativa e poi è diventata Alleanza Bolivariana per le Americhe e Trattato di Commercio dei Popoli, una nuova forma di organizzazione per concertare e fomentare la cooperazione e lo sviluppo degli Stati membri.

 Si possono segnalare risultati significativi ed eloquenti di questa esperienza:

quattro paesi sono stati liberati dall’analfabetismo e sono avanzati nella scolarizzazione delle loro popolazioni, e questo costituisce la base iniziale per tutte le grandi trasformazioni rivoluzionarie in qualsiasi società.

Milioni di latinoamericani hanno ricevuto servizi di salute gratis e un milione settecentomila hanno recuperato la vista.

Un commercio di nuovo tipo, giusto e complementare, senza protezionismi, ha cominciato ad aprirsi il cammino.

Il Venezuela, con il suo atteggiamento altruista  ha creato meccanismi di cooperazione e commercio solidali per condividere parte del sue ricchezze petrolifere e fomentare trasformazioni socio-economiche per integrare la regione, senza le quali molti paesi non avrebbero sopportato la crisi internazionale.

Oggi il richiamo a tutti i popoli dell’America Latina e dei Caraibi  d’essere solidali  con il Venezuela bolivariano, antimperialista e immensamente generoso e che ringraziamo tanto, vittima in questo momento di un forte assedio e di un’ostilità senza precedenti da parte di forze storicamente nemiche del progresso nella nostra regione, è imperioso! 

Appoggiare il Venezuela in un’epoca d’offensiva delle oligarchie, dell’imperialismo e del neoliberismo significa anche lottare per la piena emancipazione e per l’integrazione latinoamericana e caraibica.

Essere solidali con il Venezuela implica avere coscienza di quello che potrebbe accadere in questo emisfero se prevalessero coloro che cercano di riconquistare le immense ricchezze di questo paese, fomentando l’odio e lo scontro a detrimento della libera determinazione e la pace, con la quale si sono impegnati  qui a L’Avana i capi di Stato e della regione nel 2014, firmando il Proclama dell’ America Latina e dei Caraibi come Zona di Pace.

Solidarietà, consenso nelle idee e unità d’azione: questo è  quel che ora necessitano i popoli di Nuestra America in quest’epoca di difficoltà e crescenti sfide.

Fidel e Chávez hanno tracciato le mete e le idee, e con il loro immortale esempio hanno segnalato il cammino. A noi tutti corrisponde fare una trincea invincibile per la difesa della Patria Americana con i loro legati ( Applausi).

Martí ha detto : “Mi dica il Venezuela in  cosa servirlo. Lui ha in me un figlio”.

In questa memorabile data i cubani ratifichiamo: “Venezuela, qui ci sono i tuoi figli”!

Molte grazie  (Applausi).

(Versioni stenografiche del Consiglio di Stato/ Traduzione Gioia Minuti )

Foto: Estudios Revolución

 


 

La  campagna d’alfabetizzazione in Cuba

Una battaglia veramente epica

I precedenti di questa campagna si trovano nell’arringa di autodifesa

Di Fidel Castro per l’assalto alle caserme   Moncada e Carlos M. de Céspedes

Eugenio Suárez Pérez - Acela Caner Román

22 – 12 -  2016

 

Nella storia di Cuba il 1961 fu un anno trascendentale per la proclamazione del carattere socialista della Rivoluzione, la vittoria di Playa Girón, la nascita del Partito Comunista e la grande Campagna d’alfabetizzazione che sradicò l’analfabetismo dal nostro paese.

I precedenti di questa campagna si trovano nell’essenza delle parole di Fidel Castro Ruz quando, nell’ottobre del 1953, nella sua arringa di autodifesa per l’assalto alle caserme  Moncada e Carlos M. de Céspedes,  espose la sua decisione di dare una soluzione al problema dell’educazione in Cuba, come uno dei sei grandi impegni che avrebbe affrontato al trionfo della Rivoluzione.

Coerente con la sua decisione, durante la guerra di liberazione, il 6 maggio del 1958 il Comandante in Capo aveva firmato un’importante circolare indirizzata a tutti i comandanti, capitani e tenenti dell’Esercito Ribelle. Tra le sue istruzioni, la numero 5 diceva: “Insegnare a leggere e scrivere a tutti i compagni che non lo sanno fare”.

 

ANDIAMO A SFERRARE LA BATTAGLIA CONTRO L’ANALFABETISMO

 

Dopo il trionfo della Rivoluzione, Fidel insistette sulla necessità di alfabetizzare tutti gli analfabeti. Nel febbraio del 1959 la Direzione di Cultura dell’Esercito Ribelle iniziò l’alfabetizzazione tra le sue fila e nel marzo il ministero d’ Educazione creò la Commissione Nazionale di aAlfabetizzazione e di Educazione  Fondamentale, per abilitare le aule di alfabetizzazione nei centri di lavoro, mentre l’Istituto Nazionale di Riforma Agraria *Inra*, insegnava a leggere e scrivere ad alcune migliaia di contadini.

Grazie allo sforzo realizzato durante la lotta per l’insurrezione sferrata dall’ Esercito Ribelle e al lavoro realizzato negli anni 1959 e 1960, con calcoli ristretti la Rivoluzione  riuscì ad alfabetizzare circa 100.000 adulti prima di convocare la Campagna d’Alfabetizzazione del 1961.

Nonostante  questo dato “che il paese aveva la necessità d’eliminare l’analfabetismo nel minor tempo possibile, durante la consegna dei diplomi del primo contingente di maestri volontari, il 19 agosto del 1960, Fidel rese nota la decisione del Governo Rivoluzionario d’organizzare una Campagna di massa di alfabetizzazione.

“L’anno prossimo sferreremo una battaglia contro l’analfabetismo! L’anno prossimo stabiliremo una meta. Liquidare l’analfabetismo nel nostro paese. Come? Mobilitando il popolo”!

Il 26 settemebre del 1960 nel suo primo intervento presso l’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite a Nuova York, il leader della Rivoluzione s’impegno ad eliminare l’analfabetismo nell’Isola, affermando: “Cuba sarà il primo paese dell’America che nello spazio di pochi mesi potrà affermare che non ha un solo analfabeta!”

 

DIFESA E ALFABETIZZAZIONE SI DANNO LA MANO

 

Cuba viveva un momento di grande tensione e pericolo, quando il 31 dicemebre del 1969 nel poligono della Citta Scuola Libertad,  il Comandante in Capo si riunì con migliaia di maestri per aspettare l’anno nuovo, battezzato Anno dell’ Educazione.

Lì Fidel spiegò che l’educazione e la difesa sarebbero stati i due grandi impegni del 1961. Poi parlò della necessità di dedicare grandi sforzi alla difesa del paese di fronte ad un nemico  che tentava di creare un incidente fittizio per propiziare un’aggressione militare in Cuba.

Per non correre il pericolo di un attacco a sorpresa e a tradimento dell’ imperialismo prima del 20 gennaio, data in cui cambìo il presidente negli Stati Uniti, decine di migliaia di combattenti erano stati mobilitati per occupare posizioni strategiche.

Il primo gennaio, nel mezzo della mobilitazione popolare per la difesa di Cuba iniziò ufficialmente la tappa organizzativa della Campagna d’Alfabetizzazione.

A meno di tre settimane dalla fine suo mandato, il 3 gennaio del 1961, il presidente Eisenhower ruppe le relazioni diplomatiche con Cuba, mentre la stampa statunitense realizzava una campagna sfrenata con il fine di giustificare un imminente intervento armato.

Nonostante la contingenza militare,  la preparazione della Campagna di Alfabetizzazione continuò la sua rotta : difesa e alfabetizzazione si diedero la mano e avanzarono simultaneamente.

Durante la consegna dei diplomi al secondo contingente di maestri volontari,  il 23 gennaio del 1961, il Comandante in Capo informò che in gennaio bande di contro rivoluzionari avevano assassinato il maestro volontario Conrado Benítez. Fidel, con voce emozionata, esclamò:

«Dopo la sua morte questo maestro continuerà ad essere un maestro! Questo maestro è il martire il cui sangue servirà per far sì che noi si raddoppi la proposizione di vincere la battaglia che abbiamo intrapreso contro l’analfabetismo”.

In omaggio alla nascita di  José Martí, il 28 gennaio del 1961, Fidel partecipò alla cerimonia di trasformazione della vecchia fortezza militare di Santa Clara, in una scuola. Nelle sue parole, il Capo della Rivoluzione definì la nostra Campagna di Alfabetizzazione come una delle più grandi battaglie per la cultura mai sferrate prima da nessun popolo.  Sarà una battaglia veramente epica alla quale dovrà  partecipare tutto il popolo  e affermo che dobbiamo cominciare  ad organizzare questo esercito e organizzeremo centomila giovani alfabetizzatori che abbiano per lo meno la licenza elementare e perlomeno 13 anni”.

Fidel convocò i  giovani di Villa Clara che furono i primi ad iscriversi.

 

LA CAMPAGNA NON SI FERMERÀ 

 

John F. Kennedy, il nuovo presidente nordamericano, annunciò un  aggressivo piano contro Cuba  dopo solamente dieci giorni dall’inizio del suo mandato. Anche se il paese viveva nelle condizioni di guerra non dichiarata, Fidel non tralasciava la Campagna di Alfabetizzazione, come dimostra il piano pilota che iniziò nella  Ciénaga de Zapata, il 3 febbraio, con la partecipazione di 200 alfabetizzatori e, nel marzo, la continuazione del Piano  Escambray con l’incorporazione dl 640 brigatisti. Da  aprile migliaia di alfabetizzatori giunsero in ogni angolo delel’Isola.

Il Comandante in Capo visitava regolarmente la Commissione Nazionale di Alfabetizzazione. La sua preoccupazione per la Campagna era tale che alla metà di marzo assunse Ad Interim l’incarico di Ministro d’Educazione nel periodo in cui il dottor Armando Hart viaggiò per vari paesi socialisti alla guida di una Commissione culturale.

Di fronte all’imminente aggressione militare contro Cuba, il 25 marzo Fidel confermò che si doveva dedicare ogni sforzo a questa Campagna: “Perchè contro l’analfabetismo si vincerà, tra le altre cose, nella misura in cui trasmetteremo nell’animo di tutti l’importanza di questo sforzo”.

Nella chiususa del ciclo di conversazioni  su Educazione e Rivoluzione, nello spazio televisivo dell’Università Popolare,  il 9 aprile del 1961, Fidel disse che non poteva costruire una Rivoluzione senza educazione ed esortò tutto il popolo ad apprendere a leggere e  scrivere.

“Per studiare, informarsi, meditare, osservare, pensare, ragionare, analizzare, perché  “la persona che apprende  a leggere è creditrice di tutti i tesori che l’intelligenza dell’uomo ha accumulato nella conoscenza e la sapienza. 

Nella chiusura del ciclo di conversazioni su Educazione e Rivoluzione,  Fidel espose la sua posizione di principio quando affermò: “Noi non diciamo al popolo Credi” Noi gli diciamo Leggi”!

La dimensione di quella campagna di alfabetizzazione di fronte alla già sicura aggressione fu evidenziata il 9 aprile quando Fidel puntualizzò:  “Il nostro merito non è e non sarà respingere qualsiasi attacco controrivoluzionario, ma realizzare nello stesso tempo la Campagna di alfabetizzazione. Il fatto di sconfiggere un nemico che attacca non avrebbe meriti, non sarebbe totalmente soddisfacente se  i nemici riuscissero ad ostacolare la nostra campagna”.

 

L’INVASIONE NON FERMÒ  L’ALFABETIZZAZIONE

 

E così avvenne. Con l’invasione mercenaria l’alfabetizzazione non si fermò. Nel comunicato che invió al popolo di Cuba il 15 aprile,  dopo l’aggressione aerea, Fideol ordinò: “Ogni cubano deve occupare il posto che gli corrisponde nelle unità militari e nei e centri di lavoro senza interrompere la produzione né la Campagna di Alfabetizzazione, né una sola  opera rivoluzionaria.

Nei giorni cruciali compresi tra il 15 e il 19 aprile gli alfabetizza tori, con straordinaria disciplina e dedizione al lavoro, continuarono la loro importante missione. Né prima, nè durante, ne dopo l’invasione mercenaria, la battagli per l’educazione s’interruppe.

La prima consegna  di massa dei diplomi a 3500 alfabetizzatori si realizzò a L’Avana il 18 giugno del 1961, e da quel giorno furono scritte migliaia di lettere dagli alfabetizzati, per dire Grazie a Fidel. 

La prima lettera ricevuta, al termine diceva: “Non dovrò mai più firmare con le dita… d’ora in poi  firmerò sempre così : María Cruz”.

Il 26 di luglio la Ciénaga di Zapata fu dichiarata  Territorio Libero dall’ Analfabetismo.  Quel giorno da Piazza della Rivoluzione, Fidel reiterò il ruolo dei giovani nell’Alfabetizzazione.

Il 18 agosto, alla chiusura della Plenaria Nazionale Operaia di  Alfabetizzazione realizzata nel  teatro Chaplin, Fidel convcò gli operai ad formare parte delle brigate per stimolare l’afabetizzazione, dicendo: “È giunto il momento di utilizzare questa forza.  Questa è la forza che abbiamo di riserva. La classe operaia. Noi sappiamo che mobilitando la classe operaia diamo alla campagna l’apporto finale che necessita”. 

A questo richiamo gli operai risposero e si raggrupparono nelle Brigate Operaie denominate Patria o Muerte.

Con la campagna d’alfabetizzazione nel suo apogeo, l’odio dei banditi controrivoluzionari cresceva contro coloro che realizzavano quel meritevole lavoro  e per questo,  il 3  ottobre del 1961, torturarono e assassinarono l’alfabetizzatore, Delfín Sen Cedré  che aveva commesso il grave delitto d’insegnare a leggere e scrivere. 

Il 26 novembre  i sollevati nell’ Escambrai uccisero crduelmente il brigatista Manuel Ascunce Domenech e il contadino Pedro Lantigua.

L’odio  e il crimine non intimorirono e tanto meno fermarono l’opera dell’ alfabetizzazione che giungeva sino ai più  remoti angoli di Cuba.

Il 5 novembre, Melena del Sur fu il primo municipio  che issò la bandiera di  Territorio Libero dall’Analfabetismo in una manifestazione alla quale partecipò  il nostro Comandante in Capo.

San Antonio de las Vegas lo fece il 7 settembre e due giorni dopo  Santa María del Rosario.  Da quel momento praticamente ogni giorno, uno o più municipi dichiaravano d’aver realizzato l’impegno con la Patria di Martí e di Fidel.

La costanza e l’amore di coloro che si sforzavano per alfabetizzare raccolsero i loro frutti quando  il 20 dicembre del 1961 si dichiarò ufficialmente terminata la Campagna di Alfabetizzazione.

Da quel giorno L’Avana aperse le porte per ricevere gli alfabetizzatori di tutto il paese.

 

CUBA: TERRITORIO LIBERO DALL’ ANALFABETISMO

 

Otto  mesi dopo la vittoria di Girón, il 22 dicembre, Cuba fu proclamata Territorio Libero dall’ Analfabetismo.

Quel giorno in Piazza della Rivoluzione, di fronte a migliaia di alfabetizza tori, il ministro d’Educazione  Armando Hart, iniziò la relazione finale dei risultati della Campagna d’Alfabetizzazione, dando lettura alla seguente risoluzione:

 Il Governo Rivoluzionario ha disposto d’istituire l’Ordine Nazionale Eroi della Rivoluzione, come omaggio ai figli del nostro popolo che hanno realizzato fatti di eccezionale eroismo nel compimento dei loro doveri con la Patria e la Rivoluzione.

In considerazione che  Manuel Ascunce Doménech, brigatista Conrado Benítez e Delfín Sen Cedré, brigatista operaio Patria o Muerte, sono morti eroicamente vittime dell’imperialismo, e della controrivoluzione mentre realizzavano il grandr compito dell’alfabetizzazione, il Goveeno rivoluzionario ha stabilito di “Conferire  ai due combattenti l’Ordine Nazionale Eroi della Rivoluzione in maniera postuma”.

Poi Hart segnalò che in accordo con i dati della Giunta Centrale di Pianificazione nel 1961, la popolazione di Cuba era di 6.933 .253 abitanti.  “Secondo il censimento degli analfabeti in tutte le zone urbane e rurali del territorio nazionale, il totale degli analfabeti adulti era di 979.207 dei quali 707.000 sono stati alfabetizzati nella Campagna. Per diverse ragioni non sono stati alfabetizzati 271.000 analfabeti per cui l’indice di analfabetismo in Cuba è stato ridotto al 3.9% della sua popolazione totale”.

Questo collocò l’Isola tra i paesi con il più basso indice di analfabetismo nel mondo.

Inoltre il ministro chiarì che nel 3.9% della popolazione erano compresi handicappati fisici e mentali, persone che per la loro età avanzata o la pessima salute erano state dichiarate in alfabetizzabili, così come 25.000 haitiani residenti nelle zone agricole d’oriente che non parlavano spagnolo, per cui si poteva affermare che in Cuba non c’erano più analfabeti. 

Quel 22 dicembre del 1961, dirigendosi agli alfabetizzatori concentrati in piazza, Fidel disse: “Nessun momento più solenne, emozionante, nessun istante di legittimo orgoglio e di gloria è come questo nel quale quattro secoli e mezzo d’ignoranza sono stati sconfitti. Abbiamo vinto una grande battaglia e la dobbiamo chiamare così,  battaglia, perchè la vittoria contro l’analfabetismo nel nostro paese l’abbiamo sferrrata come una grande battaglia, con tutte le regole di una grande battaglia”. [...]

La risposta di tutti i brigatisti rimbombò in Piazza della Rivoluzione.

“Fidel, Fidel, dicci quale altra cosa dobbiamo fare!” (Traduzione GM -Granma Int.)

Parole chiave: Alfabetizzazione, Fidel Castro, Rivoluzione, Playa Girón, educazione

      


 

Il Comandante in Capo e la sua irremovibile fede nella vittoria

A sei decenni dall’incontro delle truppe ribelli comandate da Fidel e da Raúl, è stata risaltata l’irremovibile fede nella vittoria del leader della Rivoluzione Cubana.

Darelia Díaz Borrero - Foto: Rafael Martínez

18 – 12 - 2016

Pie de foto : Cinco Palmas

Cinco Palmas  (Granma) - Cinco Palmas si è di nuovo colorata di patriottismo e d’impegno. In questo sacro  altare  della Patria dove si rinnovò la speranza del trionfo e che fu un ponte verso la libertà definitiva,  ieri, domenica 18, è stato assicurato che il Comandante in Capo Fidel Castro Ruz continuerà dall’eternità a tracciare i destini della nazione.

A sei decenni dall’incontro delle truppe ribelli comandate da Fidel e da Raúl, è stata risaltata l’irremovibile fede nella vittoria del leader della Rivoluzione Cubana.

Presieduta dai Comandanti  della Rivoluzione  Ramiro Valdés Menéndez e Guillermo García Frías, la cerimonia di ricordo si è svolta nel luogo di quei fatti a circa 30 chilometri dal  capoluogo del municipio di Granma, Media Luna.

Valdés Menéndez, uno dei ribelli che parteciparono alla spedizione dello yacht Granma e protagonista dell’ultima tappa di lotta per la liberazione definitiva, ha ricordato quel che avvenne  dopo la separazione forzata in Alegría de Pío, ed ha raccontato che dovettero affrontare la persecuzione nemica e la mancanza di conoscenza del terreno, che provocarono vere odissee e la perdita di 21 compagni oltre alla cattura di un altro gruppo.

Anche se la situazione era diventata sempre più difficile, non fu mai considerata l’opzione di rinunciare alla lotta, e questa tenacia sommata all’aiuto ricevuto dai contadini della zona, tra i quali Guillermo García Frías,  rese possibile che 13 giorni dopo le truppe comandate da Fidel e da Raúl si ritrovarono nella fattoria di Mongo Pérez a Cinco Palmas.

Ricevendo il gruppo di Raúl e dopo un commovente abbraccio dei due fratelli,  il Comandante in Capo si rese conto che quegli uomini avevano con sè munizioni ed armi ed esclamò emozionato: “Adesso sì che vinciamo la guerra”!

“Cinco Palmas per molte ragioni è un altare di ottimismo rivoluzionario e della fede nella vittoria”, ha sottolineato ancora Ramiro Valdés Menéndez.

Il giovane  Alejandro Hidalgo, presidente della Federazione Studentesca Universitaria nella casa di alti studi di Scienze Mediche di Granma,  ha ratificato l’impegno delle nuove generazioni di Cuba, con l’impronta degli eroi e dei martiri e la disposizione dei pini nuovi di perpetuare nella pratica quotidiana  il legato del Comandante in Capo.

Tra canzoni, poesie, danze  e rappresentazioni, è stato ricordato quell’avvenimento che ha segnato la rotta della Patria.

Erano presenti José Ramón Balaguer Cabrera, membro della segreteria del Comitato Centrale del Partito, e  i membri del Comitato Centrale Federico Hernández e  Suselys Morfa, primo segretario del Partito in Granma e prima segretaria del Comitato Nazionale dell’ Unione dei  Giovani Comunisti, in quest’ordine.

 

( Traduzione GM – Granma Int.)


 

Cuba e l’Unione Europea hanno firmato un Accordo di Dialogo Politico e di Cooperazione

Il documento è stato firmato dal ministro delle Relazioni Estere di Cuba, Bruno Rodríguez, e dall’alta rappresentante della Politica Estera della UE, Federica Mogherini.

Granma

13 – 12 -  2016

 

Bruxelles-  I rappresentanti di Cuba e dell’Unione Europea (UE) hanno firmato ieri, lunedì 12,  un Accordo di Dialogo Politico e di  Cooperazione, considerato una cornice per lo sviluppo dei vincoli su una base d’uguaglianza, reciprocità e rispetto mutuo, ha informato PL.

Il documento è stato firmato dal ministro delle Relazioni Estere di Cuba, Bruno Rodríguez, e dall’alta rappresentante della Politica Estera della UE, Federica Mogherini e da rappresentanti dei paesi che formano il blocco comunitario.

In una dichiarazione durante la cerimonia , Rodríguez e la Mogherini hanno riconosciuto il grande significato dell’Accordo per lo sviluppo delle relazioni bilaterali di fronte al futuro.

 I due diplomatici, dopo un incontro nella sede del Consiglio Europeo, a Bruxelles, hanno proceduto alla firma dell’Accordo.

Il cancelliere cubano ha sostenuto che i vincoli economici con l’Europa continueranno ad essere una priorità per l’Isola nella costruzione di un’economia socialista, efficiente e sostenibile.

Federica Mogherini, a capo della diplomazia europea, ha segnalato che Fidel Castro è stato una figura storica ed ha inviato le sue condoglianze al governo e al popolo di Cuba per la morte del leader rivoluzionario.

La firma è avvenuta dopo l’abolizione della detta Posizione Comune adottata dal blocco regionale nel 1996, che sin dall’inizio fu respinta da l’Avana per il suo carattere unilaterale, d’ingerenza, selettivo e discriminatorio, aveva indicato di recente il viceministro degli Esteri dell’Isola,  Abelardo Moreno.( Traduzione GM – Granma Int.)

 

Pie de foto : L’Accordo di Dialogo Politico e Cooperazione è stato firmato dal cancelliere cubano, Bruno Rodríguez, e dall’alta rappresentante della Politica

Estera della UE, Federica Mogherini.

Foto:  Twitter della Cancelleria cubana

 

IL CONSIGLIO DI  STATO  DECRETA IL  LUTTO NAZIONALE

 

Con motivo della morte del Comandante in Capo della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro Ruz, il Consiglio di Stato della Repubblica di Cuba dichiara nove giorni di Lutto Nazionale a partire dalle 6.00 del 26 novembre alle 12.00 del 4 dicembre del 2016.

Durante la vigenza del Lutto Nazionale non si realizzeranno attività e pubblici spettacoli; la bandierà nazionale sventolerà a mezz’asta negli edifici pubblici e nei luoghi militari e la radio e la televisione manterranno programmi informativi, patriottici e storici. (Traduzione Gioia Minuti)

 

Consiglio  di  Stato della Repubblica di Cuba

 

NOTA  PER  LA STAMPA  DELLA  COMMISSIONE  ORGANIZZATRICE 

 

La Commissione Organizzatrice del Comitato Centrale del Partito, lo Stato e il Governo, per le onoranze funebri del Comandante in Capo, Fidel Castro Ruz, informa  la popolazione che a partire dal 28  Novembre, dalle  09:00 alle 22.00 nel Memoriale “José Martí”, la popolazione della capitale potrà andare  a rendere un meritato omaggio al suo leader e questo si estenderà anche il 29 novembre, nell’oorario tra le 9.00 e le 12.00.

Nei giorni 28 e 29 novembre, tra le 9.00 e le 22.00, nei luoghi che s’informeranno opportunamente in ogni località, inclusa la capitale, tutti i cubani avremo la possibilità di rendergli omaggio e firmare il solenne giuramento di compiere il Concetto di Rivoluzione espresso dal nostro Leader storico il 1º maggio del 2000, come espressione della volontà di dare continuità alle sue idee e al nostro socialismo.

Il 29 novembre alle 19.00 si realizzerà una manifestazione in Piazza della Rivoluzione “José Martí” della Capitale.

Il giorno dopo inizierà il trasferimento del sue ceneri per l’itinerario che ricorda la Carovana della Libertà del gennaio del 1959, verso la provincia di Santiago di Cuba, che si concluderà il 3 dicembre. Nello stesso giorno alle 19.00 si realizzerà una manifestazione di massa in Piazza “Antonio Maceo”.

La cerimonia d’inumazione si effettuerà alle 7.00 del 4 dicembre nel cimitero di   “Santa Ifigenia”.

Ugualmente s’informa il nostro popolo che la rivista militare e la marcia del popolo combattente per il 60º anniversario dello sbarco dei ribelli dello yacht Granma, Giorno delle Forze Armate Rivoluzionarie, si pospone al 2 gennaio del 2017.  (Traduzione Gioia Minuti)

 

Commissione Organizzatrice  


 

Maduro è venuto a Cuba per celebrare i 12 anni  dell’ALBA

Il mandatario venezuelano è stato ricevuto nell’Aeroporto Internazionale

José Martí dal cancelliere cubano, Bruno Rodríguez.

Granma

14  - 12 -  2016

 

Il presidente venezuelano, Nicolás Maduro è arrivato a Cuba in occasione della

celebrazione del dodicesimo  anniversario dell’Alternativa Bolivariana per

le Americhe (ALBA), come ha informato la televisione nazionale.

Il mandatario venezuelano nel suo spazio Twitter ha affermato che giungeva a Cuba 22 anni dopo l’incontro tra Fidel e Chávez, per celebrare i 12 dell’Alba e ratificare il cammino di unione e liberazione.

Maduro è giunto a L’Avana la mattina presto di ieri mercoledì, ed è stato ricevuto nell’aeroporto Internazionale  José Martí  dal cancelliere

cubano, Bruno Rodríguez.  

L’ALBA è un progetto  d’integrazione latinoamericana che per iniziativa di 

Hugo Chávez e Fidel Castro, è nata come alternativa all’Area di Libero Commercio per le Americhe, fomentata dagli Stati Uniti.

L’alleanza latinoamericana è stata fondata in maniera ufficiale il 14 dicembre del 2004.

 

( Traduzione Gm  - Granma Int.)

 


 

Santiago di Cuba

Miguel Díaz-Canel stimola a consolidare l’opera dell’educazione concepita da Fidel

Díaz-Canel si è interessato alla marcia dell’attuale corso scolastico nella provincia, che tra i vari aspetti  si fa notare per la sua stabilità nell’educazione generale e nel funzionamento dei 1196 centri scolastici.

Eduardo Palomares Calderón

18 – 12  2016

 

Santiago di Cuba - Il primo vicepresidente dei  Consigli di Stato e dei Ministri , Miguel Díaz-Canel Bermúdez,  ha reiterato in questa città la grande  responsabilità in tutti i tipi d’insegnamento di preservare il riconoscimento conquistato nel mondo dal programma d’educazione concepito dal Comandante in Capo, Fidel Castro Ruz.

“Se il sistema d’educazione cubano è una delle grandi opere della Rivoluzione grazie al pensiero di Fidel, ha segnalato il membro del Burò Politico del Partito, una delle forme fondamentali per far durare le sue idee è lavorare uniti per far sì che quest’opera germini e si perfezioni.

Díaz-Canel si è interessato alla marcia dell’attuale corso scolastico nella provincia, che tra i vari aspetti  si fa notare per la sua stabilità nell’educazione generale e nel funzionamento dei 1196 centri che accolgono 176. 426 studenti, seguiti da  18.946 docenti.

Il dirigente, visto questo risultato, ha riconosciuto il lavoro che rende possibile al territorio mantenere una così alta copertura di maestri e professori, di appoggiare la domanda di altre province e di coprire al 100% le iscrizioni della facoltà e delle scuole di pedagogia, motivando i diplomati a continuare studiare e a rimanere nelle aule.

Inoltre ha valutato l’impatto  del compimento del piano d’investimenti concepito per 115 scuole all’inizio del corso, rappresentato dagli interventi sociali che hanno contribuito a migliorare con azioni di conservazione e mantenimento altri 451 centri di differenti municipi.

Diaz  Canel ha apprezzato l’ampio utilizzo dato al *Pacchetto educa*, che riguarda i contenuti di tutti gli anni di scuola, le indicazioni metodologiche per il maestro, gli esami d’iscrizione superati, le pratiche di laboratorio, le visite a musei, la musica e le pellicole tra le altre voci.

“Se riusciamo a far sì che gli studenti usino il pacchetto, ha detto il primo vice presiednte cubano, che i familiari lo promuovano e i maestre siano capaci di utilizzarlo bene, siamo sicuri che offriremo le lezioni più belle del mondo e avremo il giovane meglio formato integralmente.

Sull’insegnamento artistico  e lo sport, il dirigente politico  ha riconosciuto che i buoni indici docenti sono stati uniti al restauro di centri come il conservatorio Esteban Salas, la scuola per vocazioni artistiche José María Heredia, la EIDE Orestes Acosta, le accademie di baseball e judo, la scuola di atletica e la sua pista di rekortan.

Poi ha conversato sul cambio integrale operato nell’Università d’ Oriente, con i suoi 14.379 studenti e in quella di Scienze Mediche i cui iscritti superano i 12.000, che sono futuri professionisti cubani e stranieri, per far sì che con l’ottima formazione professionale ci siano quella ideologica e il vincolo con la popolazione.

Santiago di Cuba – ha precisato Diaz Canel, ci ha abituato a lavorare bene e l’anno scolastico sarà migliore con azioni organizzative di perfezionamento e trasformazioni sempre più importanti.

“Per far sì, come abbiamo giurato, che Fidel sia sempre presente, questo lavoro deve diventare un baluardo in questo senso, perche nella misura in cui formeremo i giovani, loro saranno capaci di mantenere il nostro Comandante in Capo nei loro sentimenti e nelle loro azioni quotidiane”.

 

( Traduzione GM - Granma Int.) 


 

Cuba e l’Europa hanno disegnato nuovamente la rotta delle loro relazioni

Alain Bothorel ha assicurato che il testo firmato tra il ministro cubano delle Relazioni Estere , Bruno Rodríguez, e l’alta rappresentante della Politica Estera della UE, Federica Mogherini, consolida la cooperazione, lo sviluppo degli affari congiunti e permetterà d’ampliare i vincoli.

Laura Bécquer Paseiro Foto:* Anabel Díaz

12 – 12  - 2016

 

“Cuba e l’Unione Europea (UE) hanno firmato ieri, lunedì 12, a Bruxelles, un Accordo di Dialogo Politico e di Cooperazione con il quale termina un lungo processo di negoziati, che marca a partire da ora il riferimento delle nostre relazioni”, ha segnalato da l’Avana, Alain Bothorel, ministro consigliere dell’Ambasciata di questa comunità in Cuba.

Nell’incontro con la stampa e i diplomatici di alcuni dei 28 paesi membri del blocco, Bothorel  ha assicurato che il testo firmato tra il ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodríguez, l’alta rappresentante della Politica Estera della UE, Federica Mogherini, e gli ambasciatori dei paesi che formano il blocco comunitario, consolida la cooperazione, lo sviluppo degli affari congiunti e permetterà d’ampliare i legami.

Il ministro consigliere della missione europea in Cuba, in un altro momento ha detto che si riferiva alla derogazione da parte del Consiglio Europeo della Posizione Comune vigente dal 1996, ed ha aggiunto che in questo senso Bruxelles rimpiazza la cornice di riferimento delle relazioni con L’Avana e scommette su un’associazione bilaterale molto più stretta.

Poi ha assicurato che i vincoli hanno la base nel rispetto e la reciprocità degli interessi comuni.

Cuba e la UE hanno iniziato il processo dei negoziati per questo accordo nell’aprile del 2014 e un inizio della società è stato firmato il 1º marzo di quest’anno durante una cerimonia realizzata a L’Avana, con la partecipazione della Mogherini.

Rispetto alla Posizione Comune, il vice ministro cubano, Abelardo Moreno

lo scorso 6 dicembre ha detto che sin dall’inizio era stata una politica respinta dall’Isola per il suo carattere unilaterale, d’ingerenza, selettivo e discriminatorio.

Per Cuba era imprescindibile  che questa espressione obsoleta del passato in contraddizione con le basi d’uguaglianza, reciprocità e rispetto sulle quali si sviluppano le relazioni di Cuba con l’Unione Europea dal 2008, fosse abolita completamente, aveva affermato.

Moreno aveva assicurato che le decisioni adottate dalla UE creavano le condizioni propizie per la firma del citato Accordo, che doterà per la prima volta le relazioni tra le due parti di una cornice reciproca, rispettosa e mutuamente vantaggiosa per lo sviluppo del dialogo politico e la cooperazione, includendo la facilità del commercio.

Da Bruxelles, sede della UE, Prensa Latina  ha risaltato le parole del cancelliere cubano, Bruno Rodríguez, che ha detto che i vincoli economici con l’Europa continueranno ad essere per Cuba una priorità nella costruzione di un’ economia socialista efficiente e sostenibile.

Rodríguez ha aggiunto che l’accordo sicuramente contribuirà ad arricchire una relazione storica e culturalmente intensa e a sviluppare in maggior misura i vincoli politici, culturali, commerciali e finanziari, scientifici, accademici. sportivi e di cooperazione.

Durante il suo intervento il ministro cubano ha ricordato il Proclama dell’America Latina e i Caraibi come Zona di Pace, realizzato durante una riunione di capi di Stato e di Governo della regione nel 2014, a L’Avana.  Riferendosi alle relazioni tra L’Avana e la UE ha poi ricordato la disposizione cubana da decenni di lavorare al negoziato di un accordo come quello appena firmato.

Il cancelliere di Cuba ha ricordato le parole del leader storico della Rivoluzione

Cubana, Fidel Castro, nel 2003: «Quando l’Unione Europea é stata creata abbiamo applaudito perchè era l’unica cosa intelligente e utile che potevano fare come contrappeso di fronte all’egemonismo del loro poderoso alleato militare e concorrente economico”, riferendosi agli Stati Uniti. 

Il ministro degli Esteri  ha ricordato anche le parole del presidente cubano , Raúl Castro, che ha detto che il paese è aperto alla costruzione di una nuova tappa nelle relazioni tra la UE e Cuba, sulle basi di rispetto e reciprocità.

L’alta rappresentante della politica estera della UE ha detto che la firma dell’Accordo  con il blocco comunitario di 28 paesi è una forte dichiarazione da parte di  Cuba

“La UE e e tutti gli Stati membri hanno firmato uniti oggi, come mostra del impegno di lavorare con Cuba”,  ha sostenuto rispondendo ad una domanda di Prensa Latina durante una conferenza stampa a Bruxelles.

La politica italiana che ha definito storico l’accordo firmato, ha affermato che questa posizione della UE si manterrà senza dare importanza a ciò che accadrà in futuro nello scenario politico degli Stati Uniti. 

La Mogherini ha preferito non speculare su un eventuale effetto della firma dell’ Accordo, al di là dell’ambito del blocco regionale e in particolare negli Stati Uniti, nazione che mantiene un blocco economico, commerciale e finanziario contro Cuba.

A questo proposito ha reiterato le preoccupazioni espresse dalla UE sull’applicazione extraterritoriale del blocco.  “Continueremo a dire che non solo va contro gli interessi dell’Isola e del suo popolo, ma va anche contro i nostri interessi”, ha segnalato. (Traduzione GM - Granma Int.)

 

Pie de foto: Conferenza stampa nella sede dell’Unione Europea in Cuba. Alain

Bothorel (Ministro Consigliere della rappresentazione dell’Unione Euoropea.

 

 


 

Nota  per  la stampa  della  commissione  organizzatrice 

La Commissione Organizzatrice del Comitato Centrale del Partito, lo Stato e il Governo, per le onoranze funebri del Comandante in Capo, Fidel Castro Ruz, informa  la popolazione che a partire dal 28  Novembre, dalle  09:00 alle 22.00 nel Memoriale “José Martí”, la popolazione della capitale potrà andare  a rendere un meritato omaggio al suo leader e questo si estenderà anche il 29 novembre, nell’oorario tra le 9.00 e le 12.00.

Nei giorni 28 e 29 novembre, tra le 9.00 e le 22.00, nei luoghi che s’informeranno opportunamente in ogni località, inclusa la capitale, tutti i cubani avremo la possibilità di rendergli omaggio e firmare il solenne giuramento di compiere il Concetto di Rivoluzione espresso dal nostro Leader storico il 1º maggio del 2000, come espressione della volontà di dare continuità alle sue idee e al nostro socialismo.

Il 29 novembre alle 19.00 si realizzerà una manifestazione in Piazza della Rivoluzione “José Martí” della Capitale.

Il giorno dopo inizierà il trasferimento del sue ceneri per l’itinerario che ricorda la Carovana della Libertà del gennaio del 1959, verso la provincia di Santiago di Cuba, che si concluderà il 3 dicembre. Nello stesso giorno alle 19.00 si realizzerà una manifestazione di massa in Piazza “Antonio Maceo”.

La cerimonia d’inumazione si effettuerà alle 7.00 del 4 dicembre nel cimitero di   “Santa Ifigenia”.

Ugualmente s’informa il nostro popolo che la rivista militare e la marcia del popolo combattente per il 60º anniversario dello sbarco dei ribelli dello yacht Granma, Giorno delle Forze Armate Rivoluzionarie, si pospone al 2 gennaio del 2017.  (Traduzione Gioia Minuti)

 

Commissione Organizzatrice  


 

Orgoglio di cubani

Il 58º anniversario del trionfo della Rivoluzione  si commemorerà in tutta l’Isola con giubilo, ottimismo e fiducia nel futuro della Patria.

Granma -Foto: Jorge Luis González

16 – 12  - 2016

 

E proprio perchè sono mille le ragioni per celebrare questi 58 anni di vittorie, noi cubani commemoreremo  un nuovo anniversario del Trionfo della Rivoluzione e aspetteremo con fiducia nel futuro gli avvenimenti del 2017.

Fidel, questo cuore palpitante che ci conduce sempre a superare gli ostacoli, ad affrontare le sfide e a realizzare nuove conquiste, è anche una ragione per celebrare con giubilo e ottimismo l’opera immensa che abbiamo creato tutti insieme.

Questi giorni di dicembre, vestiti dell’eroismo di coloro che alla fine del 1958 sferrarono le battaglie decisive che ci portarono al gennaio vittorioso, saranno il risultato di tutto un anno di lavoro e di creazione.

Per questo saranno giornate di riconoscimento degli sforzi del popolo e di omaggio agli eroi e ai martiri della Patria che hanno reso possibile il sogno collettivo che continuiamo a tessere a forza d’amore e d’impegno.

Il 1º gennaio è motivo d’orgoglio per i cubani e torneranno le bandiere per le nostre strade, nei centri di lavoro, di studio e nelle comunità e nei paesi.

Questo sarà il preambolo per accogliere il 2 gennaio, in Piazza della Rivoluzione José  Martí, a L’Avana, la Rivista Militare e la marcia del popolo combattente,  dedicata al 60º  anniversario della fondazione delle  Forze Armate Rivoluzionarie, allo sbarco dello yacht  Granma, al 58º anniversario  del trionfo della Rivoluzione, che sará un omaggio al Comandante in Capo Fidel Castro Ruz e alla gioventù cubana.

Sono molte le ragioni che portano ad esprimere allegria in questi giorni che si avvicinano, perchè rappresentano anche la sconfitta dell’ignoranza, il 22 dicembre del 1961, quando Cuba fu dichiarata Territorio Libero dall’analfabetismo.

Una prodezza del popolo guidato dal suo leader che giunge ora, a 55 anni, con il giusto omaggio a tanti educatori che continuano questo legato.

Si tratta di un’altra fine d’anno con nuove aspettative e mete di lavoro, con fiere popolari e mercati  di prodotti agricoli com’è tradizionale, così come il rafforzamento della rete gastronomica e di altri servizi in tutte le province del paese.

Non mancheranno le attività festive nei centri ricreativi, cabaret, ristoranti, circoli sociali e altro, che si manterranno com’è abituale, come quelle organizzate nell aree pubbliche.

Il popolo che vive in questo arcipelago parteciperà a tutto questo, quello stesso popolo che s’impegnò a portare avanti l’opera e il pensiero di Fidel e che lo condurrà come in ogni gennaio, in carovane della libertà per tutta la nazione verso la vittoria, sempre.

 

( Traduzione GM - Granma Int.)


 

Denunciata la complicità tra Temer e Macrí

Il legislatore  Roberto Requião, ha fatto eco alla denuncia inviata  al Palazzo di Planalto dal giudice  federale Sebastián Casanello, che sta investigando i vincoli  di Mauricio Macri, presidente dell’Argentina, con imprese offshore

Granma

20 – 12 -  2016

 

Brasilia- Un senatore dell’opposizione  del governo di Michel Te­mer  ha presentato la richiesta di un rapporto al Parlamanto, perchè si obblighi il Ministero di Giustizia locale a spiegare perchè ritarda la consegna di informazioni sollecitata da un giudice argentino sulla possibile esistenza di vincoli tra imprese che operano  in Brasile.

La richiesta è stata presentata dal legislatore Roberto Requião, che si è fatto eco della denuncia inviata al Palazzo di Planalto dal giudice federale Sebastián Casanello, che sta investigando i vincoli tra Mauricio Macrí, presidente dell’ Argentina  con imprese   offshore.

Il quotidiano argentino Página 12 ha segnalato che il magistrato aveva inviato al ministro di Giustizia e Cittadinanza , Alexandre de Moraes (ex avvocato di Eduardo Cunha, il  deputato  destituito e architetto politico del colpo di Stato contro Dilma Roussef), una richiesta di dati su  Fleg Trading, Global Colección e Owners do Brasil Participações.

L’obiattivo è determinare se esiste una relazione commerciale tra queste firme e il capo dello Stato argentino. La risposta è stata un mero No, dopo il quale Casanello ha inviato un’altra richiesta di cooperazione con ulteriori dettagli. Non ha avuto risposta.

Il senatore  Requião ha presentato il 24 dicembre la domanda di un rapporto per far sì che si spieghi  in che imprese brasiliane aveva partecipazioni

Mauri­cio Macri.

Di fronte al continuo silenzio del governo di Temer,  il legislatore ha esposto una lamentela presso il Senato Federale che ora dovrà decidere se si obbligherà De Moraes a dare una risposta.

Il legislatore oppositore non solo ha chiesto di sapere qual’è il contenuto esatto della richiesta di cooperazione internazionale fatto da Casanello, ma anche  su quel che coinvolge Macri, suo padre Franco, suoi fratelli  Ma­riano e Gianfranco, e i funzionari del Gruppo Macri.

Alcuni giorni fa a Buenos Aires i fratelli del titolare della Casa Rosada hanno chiesto alla banca tedesca UBS Deutschland AG di chiudere il conto della loro società  offshore BF Corpora­tion aperto in questa entità e che si distrugga tutta la corrispondenza che si trova nelle loro mani.

Dopo questa richiesta  i dirigenti di questa compagnia si sono rifiutati di rispondere  sulle operazioni per vari milioni di dollari ed hanno chiesto il trasferimento di fondi di questa firma all’entità svizzera  J Safra Sarasin. ( Traduzione GM – Granma int.)

 

Parole chiave: Denunce,  Macri, Temer, Argentina, Brasile, imprese offshore. 


 

Il grande compagno  Fidel Castro

Nel messaggio ricevuto nella sede della Centrale dei Lavoratori di Cuba si sottolinea l’impatto dell’immortale personalità del Comandante in Capo come fondatore del Partito Comunista e per la causa socialista nell’Isola.

Orestes Eugellés Mena

13  - 12 - 2016

 

La dedizione del leader della Rivoluzione cubana alla grandiosa causa del socialismo, con contributi storici al popolo cubano e per lo sviluppo di questa dottrina nel mondo, è stata segnalata dalla Federazione Nazionale dei Sindacati della Cina.

In un messaggio ricevuto nella sede della Centrale dei Lavoratori di Cuba si sottolinea l’impatto dell’immortale personalità del Comandante in Capo come fondatore del Partito Comunista e per la causa socialista nell’Isola.

Fidel sarà sempre il grande leader del popolo cubano, per aver dedicato tutta la sua vita alla liberazione integrale di Cuba e alla salvaguardia della sovranità nazionale, segnala il messaggio della più alta direzione del movimento sindacale nella Repubblica Popolare della Cina.

Per questo motivo, afferma la Federazione Nazionale dei Sindacati della Cina, il grande compagno Fidel Castro sarà ricordato nella storia e dalle civiltà del mondo come una grande figura di tutti i tempi.

Siamo convinti che la CTC e i lavoratori cubani erediteranno il legato del loro leader, trasformeranno il dolore in forza e continueranno a realizzare nuovi successi nella causa della costruzione del socialismo, aggiunge l’organizzazione operaia del gigantesco paese asiatico,  assicurando che l’amicizia tra i sindacati e i lavoratori dei due paesi sarà consolidata e sviluppata dagli sforzi uniti

 

( Traduzione GM – Granma Int.)


 

Omaggio dei lavoratori del settore dello zucchero a due grandi leaders  

Le manifestazioni per il 14 dicembre, 105º anniversario della nascita di Jesús

Menéndez Larrondo, diverranno un omaggio dei lavoratori del settore dello zucchero al nostro Comandante in Capo, Fidel Castro, e al Generale delle

canne da zucchero.

Orestes Eugellés Mena

13 – 12 -  2016

 

Le manifestazioni per il 14 dicemebre, 105º anniversario della nascita di  Jesús

Menéndez Larrondo, diverranno un omaggio dei lavoratori del settore dello zucchero al nostro Comandante in Capo Fidel Castro e al Generale delle

canne da zucchero.

Da ieri, lunedì 12, nei luoghi di lavoro del settore si ricorda il legato dei due storici e grandissimi leaders, difensori dei diritti umani e combattenti

antimperialisti a favore degli interessi della classe lavoratrice.

Il Sindacato Nazionale dei lavoratori del ramo ha informato che sono programmati mattutini speciali in tutti i collettivi del settore, nei campi e nelle industrie.

Inoltre si realizzeranno  incontri, dibattiti e conversazioni con veterani, pensionati e dirigenti sindacali che hanno avuto contatti con il leader della Rivoluzionee cubana e con il Generale delle canne da zucchero.

 

(Traduzione GM- – Granma Int.)


 

Tu historia de Fidel

Granma convoca a todos los lectores, dentro y fuera de Cuba, a que compartan su historia personal sobre Fidel, opiniones, anécdotas, encuentros, impresiones y todo lo que los haya unido a este hombre de talla universal

Autor: Granma <http://www.granma.cu/archivo?a=1> | internet@granma.cu

<mailto:internet@granma.cu>

26 de noviembre de 2016 08:11:26

 

El líder histórico de la Revolución Cubana, Fidel Castro, dejó una

huella profunda no solo en el pueblo que lo vio nacer y al que condujo

hasta su definitiva independencia, sino en muchas otras tierras que

quedaron marcadas por su visión de estadista y ejemplo revolucionario.

Granma convoca a todos los lectores, dentro y fuera de Cuba, a que

compartan su historia personal sobre Fidel, opiniones, anécdotas,

encuentros, impresiones y todo lo que los haya unido a este hombre de

talla universal fallecido el 25 de noviembre de 2016 a los 90 años.

 

Nuestro diario publicará en su versión digital las historias que nos

envíen al correo /tuhistoria@granma.cu/ <mailto:tuhistoria@granma.cu>,

así como aquellas que lleguen a través de nuestra plataforma de

comentarios. Además, haremos una selección para la edición impresa.

Recomendamos un máximo de 400 palabras en los textos para facilitar el

manejo de un alto volumen de información.

 


 

La leggendaria ballerina cubana Alicia Alonso ha compiuto  96 anni.

L’artista cubana più nota a livello mondiale, Alicia Alonso, ha compiuto  96 anni con la ferrea volontà di lasciare al suo paese un legato che duri nel tempo, mediante il Balletto Nazionale di Cuba (BNC).

Martha Sánchez Martíne – foto PL

21 – 12 – 2016

 

Alicia Alonso ha dedicato la sua vita alla danza, prima per formarsi come una brava ballerina, poi per formarsi con uno stile proprio e quindi per perpetuare il balletto nella cultura cubana come parte integrante e già inseparabile di questa.

Con i suoi fratelli Fernando e Alberto Alonso, fondò la prima compagnia professionale di balletto in Cuba, 60 anni fa, quando questa arte era scarsamente compresa nelle società latine.

Nonostante le contraddizioni sociali, politiche e  di salute che ha sofferto, la decisione  e il coraggio  di questa donna l’hanno fatta persistere nella crescita del suo rango di ballerina.

Alicia ha sostenuto la Rivoluzione sociale in Cuba iniziata nel 1959 ed ha superato pregiudizi e ideologie borghesi per portare la sua arte al popolo, alle fabbriche, ai campi, ai boschi, nelle valli e in qualsiasi strada.

Nel mondo della danza ha ottenuto molto fama per le sue prestigiose turnée  e il suo modo speciale d’applicare la tecnica, che l’ha trasformata in una protagonista da leggenda.

Alcuni parlano ancora della *quinta Alonso* per indicare la posizione specifica dei piedi,  mentre i vecchi amanti del balletto raccontano le volte che la videro trasformarsi in Giselle e Carmen, tra le varie protagoniste delle opere classiche.

A 96 anni  l’artista continua attiva come maestra, coreografa, direttrice del BNC e del Festival Internazionale del Balletto de l’Avana, al quale partecipano i più famosi ballerini del mondo.  
Pochi sanno del suo amore per gli animali e soprattutto per i cani, e conoscono il suo straordinario senso dell’umorismo  che la induce a fare scherzi ad alcuni dei suoi colleghi sulle scene.

In gioventù ha dipinto alcuni quadri e da bambina amava il colore azzurro e la letteratura universale.

Ha sempre respinto l’idea che solo noi umani abitiamo questo universo e racconta che tra i suoi desideri c’è quello di sedersi nel Malecón de L’Avana prendere fresco e ammirare lo spettacolo delle onde, ma che è  impossibile  perché la fama le impedisce di  passare inosservata.
Gli applausi  e le ovazioni con cui  il pubblico cubano riceve Alicia Alonso ad ogni sua apparizione in ogni teatro, raccontano una storia difficile da uguagliare.

 

( Traduzione GM – Granma Int.)

 

Parole chiave: Alicia Alonso, BNC, Giselle, Malecón, Rivoluzione


 

Dichiarazione  del Ministero delle Relazioni Estere

Il Ministero delle Relazioni Estere della Repubblica di Cuba ha ricevuto con  sorpresa e indignazione le informazioni giunte da Buenos Aires sull’aggressione di cui sono state oggetto le delegazioni del Venezuela e della Bolivia.

Granma

15 – 12 -  2016

 

Il Ministero delle Relazioni Estere della Repubblica di Cuba ha ricevuto con  sorpresa e indignazione le informazioni giunte da Buenos Aires sull’aggressione di cui sono state oggetto le delegazioni del Venezuela e della Bolivia  che dovevano partecipare mercoledì 14 dicembre ad una riunione del  MERCOSUR, organizzazione della quale il Venezuela è Stato membro e la Bolivia è in processo d’ingresso.

La forza e la violenza esagerate usate contro i ministri  delle Relazioni Estere

Delcy Rodríguez Gómez, David Choquehuanca Céspedes e i loro accompagnanti, sono una violazione delle convenzioni di Vienna sulle relazioni diplomatiche. Nulla giustifica l’utilizzo dell’aggressione fisica in un riunione internazionale, usata contro rappresentanti ufficiali di altri governi, uno dei quali inoltre è una donna.

Il Ministero delle Relazioni Estere della Repubblica di Cuba condanna questo fatto che non sarebbe avvenuto se  si fossero ascoltati i comprensibili reclami del Venezuela; incita le parti a cercare il dialogo e il negoziato e richiama, per impedire per tutte le vie che le condotte proprie del fascismo e delle dittature militari possano ripetersi tra le nazioni sorelle della nostra regione.

 

 L’Avana, 14 dicembre  2016. ( Traduzione GM – Granma Int.)


 

I premi Corales del 38º Festival del Cinema

 

*Desierto*, il film messicano-francese del regista Jonás Cuarón, ha vinto

il Premio Coral per il miglior lungometraggio di fiction in questo 38º Festival

Internazionale del Nuovo Cinema Latinoamericano.

Darcy Borrero Batista - Foto: Yander Zamora

16 – 12 - 2016 

 

*Desierto*, il film messicano-francese del regista Jonás Cuarón, ha vinto

il Premio Coral per il miglior lungometraggio di fiction in questo 38º Festival

Internazionale del Nuovo Cinema Latinoamericano, nel quale erano in gara 18 pellicole. Il premio speciale della Giuria è andato a *Últimos días en La Habana*, di Fernando Pérez, che ha ottenuto anche premi per specialità, con il Coral del Suono a Sheyla Pool.

Il premio per la regia lo ha ottenuto Víctor Gaviria, con *La mujer del animal*,

 e Inti Briones ha svuto il Coral di Fotografía per il suo lavoro nei films cileni *Aquí no ha pasado nada* e *El cristo ciego*.  Ç

Con *Neruda* (Cile, Pablo Larraín), Estefanía Larraín ha ottenuto il Coral di Direzione Artistica ed Hervé Schneid quello di  Edizione, rispettivamente.

Una giuria presieduta da Ana Sanz Magallón  ha assegnato il Coral alla sceneggiatura a Andrés Duprat (*El ciudadano ilustre*, Argentina) ed ha concesso a Woodkid, per *Desierto*  del Messico), il Coral alla Musica Originale.

Il premio alla migliore attrice lo ha avuto la brasiliana Sonia Braga in

*Aquarius*, e al miglior attore  il cubano Luis Alberto García in *Ya no es antes* che ha vinto anche il Corel del Pubblico.

Il film brasiliano diretto da Kleber Mendoca, ha avuto il premio  Signis e quello  Federazione Internazionale della Stampa Cinematografica (Fipresci). Sonia, per il suo gruppo, è andata tre volte sul palcoscenico.

Opere prime: per questo settore la Giuria  presieduta dal documentarista inglese

Michael Chanan ha considerato che la migliore è *El invierno* (Emiliano Torres, Argentina) e ha consegnato il  Premio Speciale della Giuria  a *Rara* (Pepa San Martín, Chile), e il Coral al Contributo Artistico a Pablo Lamar

(La última tierra), una coproduzione  di Paraguay, Olanda, Cile e Qatar).

*Madre* (Simón Mesa, Colombia-Svezia)  ha ottenuto il Coral al miglior

Cortometraggio di fiction. In animazione, il Premio Speciale è andato a

*Alto el juego* (Walter Turner, Uruguay) e il Coral del corto di Animazione 

a *Corp* (Pablo Polledri, Argentina e al lungometraggio  *Cuando los días

eran eternos *(Marcus Vinícius, Brasil).

In documentari il Coral al miglio corto è stato assegnato a *Caribbean Fantasy* (Johanné Gómez, República Dominicana) e  *El viento sabe que vuelvo a casa* (José Luis Torres Leiva, Cile)  ha ricevuto il Coral per il miglior  documentario lumgo.  Il Coral al miglior manifesto lo ha ottenuto Gabriel Mars (Brasile), per

*Rosinha* .

*The real thing*, del cubano Eduardo del Llano ha meritato il Coral per la sceneggiatura inedita, e il Coral di postproduzione  Nuestra América Primo taglio lo ha avuto *Fili­berto*, di Freddy Marrero (Puerto Rico).

 


 

Incontro dell’Unione Internazionale della Marionetta

A Matanzas  hanno partecipato all’evento  i presidenti e i rappresentanti delle istituzioni internazionali, provenienti da Canada, Stati Uniti, Messico, Repubblica Dominicana, Martinica, Costa Rica, Nicaragua, Venezuela, Perù, Cile, Bolivia, Brasil e del paese anfitrione.

Granma

9 – 12 - 2016

 

Con il proposito di offrire rappresentazioni, informazioni, appoggio e assistenza al movimento delle marionette della regione, si  è svolto a Matanzas  l’Incontro Intercontinentale dell’Unione Internazionale della Marionetta (Unima 3 Américas).

Hanno partecipato i presidenti e i rappresentanti delle istituzioni internazionali, provenienti da Canada, Stati Uniti, Messico, Repubblica Dominicana, Martinica, Costa Rica, Nicaragua, Venezuela, Perù, Cile, Bolivia, Brasil e del paese anfitrione.

Il portoricano Manuel Morán, presidente della Commissione Unima 3 America e vicepresidente di Unima Internacional, ha commentato  a Prensa Latina che il Forum è stato un momento storico per questa entità con otto decenni di esistenza.

“Dalla sua creazione questa è la prima volta che ci siamo riuniti  come regione. In altri incontri ci siamo visti e abbiamo scambiato esperienze, ma mai prima in forma continentale”, ha indicato.

Morán  ha spiegato che si vuole rinforzare la rete e propiziare progetti regionali. Poi ha aggiunto : “ Abbiamo  conversato su come possiamo aiutarci e tutto è stato   molto importante per intavolare una miglior comunicazione , per incentivare lo scambio e promuovere la formazione”,  ha spiegato.

René Fernández, presidente di Unima-Cuba, ha dato il benvenuto ed ha segnalato che oggi è necessaria l’unità nel mondo delle marionette, per rinforzare il lavoro della Unima.

Queste sessioni hanno permesso un dialogo aperto in accordo con i differenti contesti culturali per concertare aiuti nell’arte delle marionette.

Rubén Darío Salazar, del gruppo gestore dell’ appuntamento , ha aggiunto che questa prima riunione convocata da Unima nella geografia intercontinentale delle Americhe, ha dato inizio ai lavori di una nuova commissione eletta nell’ultimo Congresso .

L’incontro ha avuto un preambolo con la proiezione dei documentari

*Corazón de títere*, del regista  Aliesky Pérez e *Títeres en el Caribe Hispano*, materiale realizzato dallo stesso Morán.

Un concerto del quintetto di metalli  Atenas Brass Ensemble, nella Sala dei Concerti  José White, nel centro storico della città di trecento anni, ha chiuso il programma auspicato dal  Centro Cubano della Unima, il Consiglio  Nazionale delle  Arti di Scena, il Consiglio Provinciale di questa entità, la commissione Unima 3 Americhe, e Unima Internacional.

 

( Traduzione GM - Granma Int.)

 


 

Chi ha detto che Fidel se n’è andato?

Fidel è nel sorriso dei bambini, nel pianto delle mie figlie, della mia vicina e anche nel mio.

Ángel Freddy Pérez Cabrera

26 – 11 - 2016

 

Santa Clara – Ascolto la radio e mi sorprende la notizia. Non è vero. Dev’essere che sto sognando. Mi rigiro nel letto e non riesco a conciliare il sonno.  

Vado al PC. Mi connetto e disconnetto varie volte.  

Chiamo per telefono gli amici. Sì, Fidel è morto, la notizia è vera. Mi fa male, e molto. Cerco di scrivere e non mi concentro.  Mi aspettavo la sua morte, ma poi per la sua nessuno era preparato… che dolore, coño.

E adesso che fare quando ci assalta un dubbio, abbiamo un problema o la Patria è in pericolo. Non può essere. Fidel è vivo. Preferisco ricordarlo vitale e lucido come’è sempre stato.  Ci lascia il suo legato.

Lui è nel sorriso dei bambini, nel pianto delle mie figlie, della mia vicina e anche nel mio. È nella bandiera che sventola vittoriosa, nella medaglia dei nostri atleti, in tutti quelli che lottano, non importa dove, nel medici cubani che curano bambini e salvano vite nei più oscuri angoli del pianeta, nel rispetto che ci professa l’impero. È in Raúl, nella fiducia nella Rivoluzione di coloro che hanno perso tutto, a Baracoa a Maisí.

Che ha detto che Fidel se n’è andato. 

Non vengano a cercare di confonderci di nuovo dicendo che Fidel è morto. Fidel non morirà mai. Il suo cuore stanco si è fermato, ma restano le sue idee e sino a quando esiteranno ci sarà Rivoluzione.

 

( Traduzione GM – Granma int.) 


 

A sessant’anni dall’assassinio  di Juan Manuel Márquez

Il secondo capo della  spedizione  del Granma

Juan Manuel Márquez Rodríguez, il secondo  capo della spedizione dello yacht Granma, era un uomo di pensiero e azione, che dedicò tutta la sua vita alla lotta per un futuro migliore per Cuba. Perse la vita il 15 dicembre del 1956, mentre tentava di raggiungere le alture della Sierra Maestra.

Acela Caner Román – foto archivio

15 - 1 2 -  2016

 

Juan Manuel Márquez Rodríguez, il secondo capo della spedizione dello yascht Granma perse la vita il 15 dicembre del 1956, mentre tentava di raggiungere le alture della  Sierra Maestra. Sin da ragazzo, nella sua natale Marianao, Juan Manuel  si era fatto notare per la sua grande intelligenza naturale e l’onestà senza limiti posta al servizio della nazione. Uomo di pensiero e d’azione, dedicò tutta la sua vita alla lotta per un futuro migliore per Cuba.

Dopo la navigazione di sette giorni e quattro ore per le agitate acque del mare dei Caraibi,  che in quell’occasione avevano raggiunto forza 6,  il 2 dicembre del 1956 all’alba, lo yacht Granma restò incagliato in un luogo noto come Los Cayuelos, a circa due chilometri dal luogo dove era stato previsto lo sbarco.

In un’intervista concessa dal Comandante in Capo, Fidel Castro a un giornalista venezuelano, spiegando quanto fu difficile la traversata per i ribelli che navigavano su quel piccolo yacht, raccontò che non fu meno difficile sbarcare ed avanzare per 60 metri di pantano, con l’acqua alla cintura, per poi attraversare l’intricata boscaglia formata dalle mangrovie e le loro radici.

Fidel terminando di parlare riaffermò che, come diceva Juan Manuel Márquez: “Quello non fu uno sbarco, fu un naufragio”.

Dopo una lunga camminata, il 5 dicembre, estenuati e affamati, i partecipanti alla spedizione giunsero in un piccolo bosco vicino a una fattoria dove si coltivavano le canne da zucchero, ad Alegría de Pío, dove presero la decisione di riposare per recuperare le forze e continuare poi la marcia verso la Sierra Maestra.

Fiduciosi per l’apparente tranquillità del luogo, la maggioranza dei combattenti si tolse gli stivali per curare i piedi piagati.  Alcuni riposavano mentre calmavano la fame nel campo di canne da zucchero, vicino alla collina.

A metà del pomeriggio, inaspettatamente  li sorprese una compagnia rinforzata con più di cento soldati dell’esercito batistiano.

I ribelli risposero con le loro armi e iniziò il combattimento; nel fragore della lotta si sforzarono di obbedire agli ordini di fare una ritirata organizzata, ma le condizioni del terreno cospiravano contro di loro.

Le forze della tirannia diedero fuoco al campo di canne per forzarli ad uscire allo scoperto. I partecipanti alla spedizione cominciarono a ritirarsi in piccoli gruppi. Tutti sapevano che dovevano incamminarsi verso le montagne della Sierra Maestra.

Su quello che avvenne in quei momenti, Universo Sánchez riportò:

“Juan Manuel convinse Fidel che ci dovevamo ritirare come la nostra gente, e cominciammo a marciare parallelamente ai soldati verso un’altura vicina.

Fidel camminava o correva, faceva cinque o sei metri, poi seguivamo Juan Manuel ed io. Così ci ritirammo verso il secondo monte, sino a che una volta Juan Manuel non giunse dove stavano noi e Fidel diede l’ordine di tornare  a cercarlo.  Io lo feci trascinandomi e retrocedendo sino all’ultimo posto dove lo avevo visto. Lo chiamai diverse volte, ma non lo incontrai.  Ritornai e informai Fidel. Il combattimento di Alegría de Pío costò le vite di tre dei nostri:  Humberto Lamothe, Israel Cabrera e Oscar Rodríguez Delgado.

 

NOI SIAMO VENUTI A DIFENDERE UNA CAUSA

 

Perseguitati con ferocia dalle forze della dittatura, i ribelli cercavano di rompere l’assedio nemico sempre più stretto e schivare l’attacco dell’aviazione.

Venerdì  7  dicembre, assassinarono Miguel Saavedra Pérez.

Il giorno dopo ci fu un vero bagno di sangue e furono vilmente uccisi  Antonio, (Ñico) López; Armando Mestre; José Ramón Martínez, René Bedia, Santiago Hirsel, José Smith Comas, Miguel Cabañas, Tomás David Royo, Cándido González Morales, René Reiné García, Raúl Suárez Martínez, Noelio Capote, Andrés Luján, Félix Elmusa, Luis Antonio Arcos e Eduardo Reyes Canto.

Il terreno risultò avverso ai granmisti: era molto difficile trovare acqua e alimenti per sopravvivere e non fu facile nemmeno proteggersi dalle imboscate e dagli aerei che sorvolavano l’area.

Il secondo capo della spedizione era stato catturato il 15 dicembre del 1956, quando sfinito dalla fame e dalla sete camminava per difficili paraggi alla ricerca di un sentiero che lo portasse alla Sierra Maestra.

Il contadino che lo tradì, aveva trovato Juan Manuel sdraiato bocconi nel sentiero e non si fermò ad aiutarlo, ma andò a cercare il sergente  Eugenio Montero per denunciarlo. I due lo portarono  in una casa vicina al luogo. Nonostante le sue condizioni, con l’uniforme a pezzi, la debolezza e le labbra spaccate, Juan Manuel Márquez conservava tutta la sua dignità e fermezza. Il testimone Lorenzo Matamoros, figlio dei padroni della casa dove portarono Juan Manuel lo ha dichiarato:

“La guardia e il delatore lo portarono qui (…) non mangiava e quasi non beveva da dieci giorni. Beveva la rugiada dalle foglie delle canne e da qualche pianta di cupey. Lo fecero sedere in questo portale e mia madre lo portò dentro, perché si lavasse e mangiasse qualcosa. Gli diedero patate dolci bollite e carne, ma non poteva mangiare perché aveva la bocca tagliata dalla sete (…)

Il sergente Moreno gli chiese: “Cosa sei venuto a fare qui”?

Lui rispose: “Noi siamo venuti a difendere una causa”.

Dopo l’interrogatorio, Juan Manuel fu messo in un veicolo e a un confine della fattoria  La Norma, vicino allo zuccherificio San Ramón, a Campechuela, il ribelle fu brutalmente picchiato e lasciato per morto.

Nella notte i soldati andarono a seppellirlo, ma era ancora vivo e allora uno di loro lo finì con due spari.

In  quei drammatici giorni, tra gli  82 partecipanti ala spedizione del Granma, 21 persero la vita,  e Juan Manuel Márquez fu l’ultimo tra loro.

Altri 21 combattenti furono fatti prigionieri e condannati.

Grazie ai casi della vita, 13 riuscirono ad evadere l’assedio e sfuggirono agli artigli dell’esercito di Batista.

Durante la lotta 27 tra loro riuscirono a raggiungere le falde della Sierra Maestra e incorporarsi all’Esercito Ribelle che, comandato da Fidel Castro Ruz, conquistò la definitiva libertà di Cuba.

 

UN COMPAGNO CHE DOBBIAMO RICORDARE 

 

In un’intervista concessa nel 40º anniversario dello sbarco del Granma, in poche parole Fidel sintetizzò la vita del suo indimenticabile compagno di lotta, quando disse:

“Juan Manuel Márquez era un ragazzo molto buono, era del Partito Ortodosso, una delle figure giovani, un oratore brillante, e dato che quando uscimmo dalla prigione avevamo l’idea d’ampliare il movimento con nuove figure, riunimmo quelli che avevamo partecipato al 26 di Luglio con altre organizzazioni -  così alcuni compagni si unirono a questo gruppo.  Per noi era molto importante contare su una figura giovane con il prestigio di Juan Manuel”.

“Allora parlammo con lui, lo cercammo e lo convincemmo in maniera decisa(...) lui si unì ed era tutto un simbolo, e andammo ad operare a Nuova York  e in altri luoghi . Lui allora agiva come secondo al comando, ed era un comando di guerra, e dopo vedemmo quanti compagni valorosi avevamo,  che si guadagnarono i gradi  per i loro  meriti”.

“Juan Manuel Márquez, che aveva una lunga storia politica rivoluzionaria,  sana, era un compagno molto buono, molto competente. Era il secondo capo del movimento.

Juan Manuel è un compagno che va ricordato.

Juan Manuel era eccellente e da quando cominciò a lavorare con noi non fece un errore, fu deciso e coraggioso.

 A 60 anni dalla morte di Juan Manuel Márquez, la sua opera e il suo pensiero continuano ad ispirare i cubani per la loro onestà  e la fermezza rivoluzionaria.

 

(Traduzione GM -  Granma Int.)


 

Cuba e  gli Stati Uniti hanno realizzato il Quarto Dialogo Regolatore 

Nella riunione è stata valutata la portata delle nuove misure emesse dal governo degli USA per modificare l’applicazione di alcuni aspetti del blocco imposto a Cuba, che la parte cubana ha considerato molto limitata.

Granma

14 – 12  - 2016

 

Cuba - Funzionari di Cuba e degli Stati Uniti hanno realizzato, il 12 e 13 dicembre a Washington, il quarto Dialogo Regolatore che a partire dal settembre del 2016 è diventato il Gruppo di Lavoro del Dialogo Economico bilaterale Cuba – USA.

Nella riunione è stata valutata la portata delle nuove misure emesse dal governo statunitense per modificare l’applicazione di alcuni aspetti del blocco imposto a Cuba, che la parte cubana ha considerato molto limitata, come lo scarso impatto dei vincoli economici, commerciali e finanziari bilaterali.

La delegazione cubana ha sottolineato la necessità dell’eliminazione del blocco per far sì che le compagnie statunitensi possano approfittare il potenziale  e le opportunità esistenti in Cuba e avanzare nelle relazioni in queste sfere.

La riunione è stata presieduta dalla viceministra cubana del Commercio Estero e l’Investimento Straniero, Ileana Núñez Mordoche e dal coordinatore dell’Ufficio dei Temi cubani del  Dipartimento di Stato, Mark Wells.

La delegazione  cubana era formata da dirigentei dei ministeri del Commercio Estero, delle Relazioni Estere, di Energia e Miniere e del Banco Centrale di Cuba.  

La statunitense era composta da rappresentanti dei Dipartimenti del Tesoro, Commercio e dello Stato.

 

L’INCONTRO CUBA–USA SULLE TRUPPE GUARDAFRONTIERE E  IL SERVIZIO DEI GUARDACOSTE

 

Il  12 e 13  dicembre è stato realizzato a L’Avana il sesto incontro tecnico tra le Truppe  Guardafrontiere di Cuba e il Servizio dei Guardacoste degli Stati Uniti.

La riunione si è svolta in un clima professionale di rispetto.

Le due delegazioni hanno segnalato l’utilità di questi incontri tecnici come meccanismi per scambiare esperienze e coordinare lo scontro alle minacce e alle sfide comuni, come l’emigrazione irregolare,  il traffico di persone e il narcotraffico, in corrispondenza con le competenze dei due servizi.

Le due parti hanno coinciso sull’importanza di continuare a consolidare e ampliare la cooperazione tra le  Truppe  Guardafrontiere e il Servizio

dei Guardacoste.

 

( info Cubaminrex – Traduzione GM – Granma Int.)

 


 

 

Reclamata la scarcerazione del prigioniero Oscar López Rivera

“La battaglia legale e politica per la liberazione dell’indipendentista di Puerto Rico   Oscar López Rivera si moltiplicherà nei prossimi mesi

Nuria Barbosa León – foto archivio

16 – 12 – 2016


“La battaglia legale e politica per la liberazione dell’indipendentista di Puerto Rico   Oscar López Rivera si moltiplicherà nei prossimi mesi”, ha affermato a L’Avana l’avvocato José Juan Nazario de la  Rosa, che fa parte del gruppo legale che segue il caso. 

ll legale ha definito una vergogna tenere in carcere per più di 35 anni una persona condannata per i suoi ideali politici e che ha dedicato la sua vita  alla sovranità del suo paese, ancora colonia statunitense con l’eufemistica denominazione di Stato Libero Associato. Poi ha aggiunto che, come ha constatato nelle sue visite più recenti al carcere, il patriota portoricano si mantiene con un buon stato d’animo a più di 70 anni, che si dedica alla pittura per liberare il suo spirito artistico e si comporta bene nel penitenziario.

L’avvocato ha ricordato le dure condizioni carcerarie imposte al prigioniero politico che ha sofferto lunghi periodi d’isolamento e restrizioni delle comunicazioni, ma ha sempre un sorriso per i visitatori e ringrazia i gruppi solidali che lottano per la sua scarcerazione, dentro e fuori da Puerto Rico.

“Il presidente statunitense Barack Obama ha concesso l’indulto a più mille prigionieri condannati in maggioranza all’ergastolo per delitti relazionati alla droga”. “Non esistono ragioni per cui non debba concedere l’indulto a Oscar López prima di terminare il suo mandato” ha spiegato Nazario de la Rosa.
“Nei prossimi giorni s’incrementeranno le azioni e s’intensificherà la campagna internazionale con questo proposito”, ha assicurato la presidente dell’Istituto Cubano di Amicizia con i Popoli (ICAP), Kenia Serrano Puig, che ha convocato tutte le persone di buona volontà per porre fine a questa crudele ingiustizia  perpetuata dall’impero statunitense.
Il 6 gennaio si organizzerà un compleanno per Oscar López Rivera, patrocinato dal Movimento Internazionale di Solidarietà con Cuba, come forma d’accompagnamento alla lotta del patriota, alla sua famiglie e al suo popolo.

 

( Frammento/ Traduzione GM – Granma Int.)

 

Parole chiave : Puerto Rico,  Oscar López Rivera, solidarietà, ICAP, indulto


 

Cuba ha risaltato nella ONU i suoi ottenimenti in materia di diritti umani

Con un comunicato, la delegazione diplomatica  ha segnalato che l’Isola ha molto da festeggiare, perchè il trionfo della Rivoluzione nel gennaio del 1959 permise ai suoi cittadini di fare passi avanti significativi nel godimento di tutti i loro diritti.

Granma – foto archivio ONU

10 – 12 -  2016

 

Ginevra -  “Nel Giorno dei Diritti Umani, Cuba festeggia lo sviluppo realizzato in settori come la salute, l’educazione, la scienza e la cultura”, ha indicato l’ambasciata dell’Isola presso la sede della ONU a Ginevra.

Con un comunicato, la delegazione diplomatica  ha segnalato che l’Isola ha molto da festeggiare, perchè il trionfo della Rivoluzione nel gennaio del 1959 permise ai suoi cittadini di fare passi avanti significativi nel godimento di tutti i loro diritti.

Il popolo cubano può mostrare al mondo con soddisfazione e orgoglio tutte le sue conquiste nell’ambito dei diritti economici, sociali e culturali, nella sfera dei diritti civili e politici, nella realizzazione dei detti diritti di terza generazione o di solidarietà, ha segnalato il testo.

Tutto questo è stato realizzato nonostante la vigente politica di blocco economico, commerciale e finanzario imposto dagli Stati Uniti da più di cinque decenni, e che rappresenta il più forte ostacolo per la piena realizzazione dei diritti umani del popolo cubano, ha aggiunto il comunicato.

L’ambasciata ha anche messo in risalto la solidarietà internazionale di Cuba in ambiti molto diversi, come la lotta al dominio e al colonialismo, i programmi per favorire l’accesso alla salute e all’educazione, tra l’altro.

Cuba è impegnata a facilitare, come membro attivo del Consiglio dei Diritti Umani, l’attenzione dei giusti reclami storici dei popoli del sud e della maggioranza di tutto il pianeta.

Questo si riferisce a temi come la realizzazione effettiva del diritto allo sviluppo, la lotta contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e le forme vincolate d’intolleranza, con il pieno rispetto dei principi di universalità, indivisibilità, obiettività senza selettività, rinforzando l’operato in materia di diritti umani.

 

( info PL/ Traduzione GM – Granma Int.)


 

Ogni generazione di cubani, negli ultimi sessant’anni,  ha la sua immagine di Fidel.

Enrique Ubieta Gómez Foto: Juvenal Balán

26 – 11 -  2016

 

Camminava con difficoltà, però senza aiuti. Gli assistenti avanzavano al suo fianco pendendo dal suo passo, ma immagino che aveva ordinato di lasciarlo solo.  Si è seduto al suo posto, il suo per sempre, anche se già non era formalmente membro del Comitato Centrale.

Si realizzava l’ultima sessione del 7º Congresso del Partito. E ha parlato.

La sua voce di Comandante in Capo ha recuperato il tono esatto dei suoi grandi discorsi, anche se a volte si affinava come il suono di una stazione radiofonica mal sintonizzata.

C’è qualcosa indubbiamente che non si è mai spento in Fidel: i suoi occhi penetranti , all’erta che irradiavano luce.  Le foto che gli ha scattato suo figlio  raccolte in un bell’album di presunta pensione, lo confermano.

Fidel era già un anziano, un nonno un poco incurvato, mai suoi occhi continuavano ad essere giovani. Ha parlato e tutti abbaiamo sentito che si stava accommiatando.

Presto dovrò compiere 90 anni e non avevo mai pensato in questo che non è stato frutto di uno sforzo ma capriccio della sorte (…) 

A tutti noi giungerà il nostro turno, ma le idee dei comunisti cubani  resteranno come prova che in questo pianeta, se si lavora con fervore e dignità, si possono produrre beni materiali e culturali che gli esseri umani necessitano, e dobbiamo lottare senza tregua per ottenerli.

Ai nostri fratelli dell’America Latina e del mondo dobbiamo trasmettere ch eil popolo cubano vincerà.

Forse è una delle ultime volte che parlo in questa sala.

Ho votato per tutti candidati sottoposti a consultazione dal Congresso e ringrazio per l’invito e l’onore d’ascoltarmi. Vi felicito tutti e prima di tutti il compagno Raúl Castro per il suo magnifico sforzo.

Intraprenderemo la marcia e perfezioneremo quello che dobbiamo perfezionare, con chiara lealtà e la forza unita, come Martí, Maceo e Gómez, in una marcia  senza fine.

Era, ovviamente, un Congresso di comunisti, e Fidel voleva riaffermare davanti ai suoi delegati e alla storia che continuava ad essere comunista.

Martí aveva scritto al suo amico Mercado, poco prima di morire in combattimento: “So scomparire, ma non scomparirebbe il mio pensiero e non m’inasprirebbe la mia oscurità”.

Fidel condivideva la stessa convinzione del Maestro. “A tutti noi giungerà il nostro turno, ma resteranno le idee dei comunisti cubani.  Inoltre ha chiesto fiducia, lealtà ai principi, unità.

Probabilmente mio figlio minore conserverà nella sua memoria il Fidel degli ultimi quindici anni, quello del XXI secolo. Ma la mia generazione lo ha visto in un’altra maniera. 

Per noi è stato un padre onnipresente che appariva in una scuola de l’Avana, conversava con gli alunni -  poteva giocare  a pallacanestro con loro – e un’ora dopo riappariva a  Santiago o a Bayamo.  Tutta la vita della mia generazione è stata segnata dalla sua presenza, dal suo magistero esposto in lunghi e accattivanti discorsi e per la sua leggenda rinnovata.

Ogni generazione di cubani negli ultimi sessant’anni ha la sua immagine di Fidel e delle foto che lo fissano come un ricordo di famiglia: nella Monacada, uscendo dal carcere dell’allora Isola de Pinos, in Messico o nello yacht Granma. Con il suo fucile nelle montagne della Sierra, salutando il popolo euforico durante il tragitto della Carovana della Libertà, per le strade di Santiago o de l’Avana, saltando dal carro armato, durante la battaglia di Girón, tagliando le canne da zucchero, percorrendo strade, scuole e fabbriche sotto la pioggia e i venti di tutti gli uragani meteorologici e politici.

Ho vissuto giorni magnifici ed ho sentito al tuo lato l’orgoglio di’appartenere al nostro popolo nei giorni luminosi e tristi della crisi dei Caraibi.

Poche volte uno statista ha brillato più in alto che in questi giorni, scrisse il Che accomiatandosi, nelle grandi autocritiche, ponendo il petto quel 5 agosto a L’Avana, percorrendo per primo  quel sentiero che incitava a percorrere.

Le immagini percorrono la seconda metà del XX secolo:  Fidel con Frank País,  con José Antonio Echeverría, assieme a Malcolm X, a Amílcar Cabral, a Neto, a Mandela, con il Che e Camilo, insieme  a Raúl, suo fratello di sangue e di ideali,  con Lázaro Cárdenas,  Salvador Allende,  Omar Torrijos, nelle recente  Rivoluzione sandinista, con Hugo Chávez,  Evo e tanti altri.

Fidel è anche — e in questo verranno le analisi dell’Impero - il popolo di Cuba. Per questo mi piace il cartellone che ha fatto Ares per il Congresso della Uneac: «Cuba post-Castro» si chiama per provocare, e vi si vede il viso moltiplicato di Fidel.

Tutti i cubani oggi abbiamo il difficile impegno d’essere Fidel, essere come lui, come il Che, come Martí.

Glorioso il popolo che ha punti di riferimento tanto alti.

È morto il giorno in cui commemoriamo il 60º anniversario in cui lo yacht salpò dal porto messicano di Tuxpan, ma non è morto: è salpato nuovamente. Fidel è un’isola che naviga verso l’Isola di Utopia.

Fidel è Cuba che non ammaina le vele, sempre in mari in tempesta, cercando sè stessa, ricostruendosi per realizzare il massimo impossibile- possibile di giustizia, di solidarietà e di bellezza.

Fidel è salpato 60 anni dopo per il mare della Storia.

Viva Fidel! Viva la Rivoluzione cubana!

 

(Traduzione GM- Granma Int.)

 


 

La rumba è Cuba e Fidel

Con l’impronta di Fidel è trascorsa domenica 11 dicemebre, esaltando la dichiarazione della Rumba come Patrimonio dell’Umanità, con azioni organizzate dalla UNEAC, dal Ministero di Cultura e le sue istituzioni.

Pedro de la Hoz

12 – 12 -  2016

 

Espansione, libertà, piacere, ha detto il poeta ed hanno suonato i tamburi per sostenere il fuoco delle voci in tutte le province del paese.

Un canto di conferma che la rumba è Cuba e, come no! Fidel, l’uomo che ha situato l’Isola nella mappa dell’attualità mondiale degli ultimi sei decenni e che nel tracciato della politica culturale della Rivoluzione ha messo in primo piano il riscatto e la dignità dei valori patrimoniali della nazione.

 La giornata di domenica è trascorsa esaltando la dichiarazione della rumba  Patrimonio dell’Umanità, con azioni organizzate dal ministero di Cultura  e le sue istituzioni, e in modo puntuale dai Consigli nazionali del Patrimonio culturale e dalle Case della Cultura.

Le due piazze che  ostentano la condizione di fucina originale del complesso musicale e della danza —Matanzas e L’ Avana- hanno iniztao i festeggiamenti.

Chi non conosce nella terra yumurina Los  Muñequitos, Afrocuba, Columbia del Puerto?  Chi può negare il trono a Yoruba Andabo,  Addaché, Timbalaye, JJ, Raíces Pro­fundas, el Coro Folclórico, Rumba Morena  e altri  che si sono sommati in una legittima festa?

C’è stata rumba anche a Guantánamo e Pinar, a Camagüey e Cienfuegos, in Sancti Spíritus e Santiago.

Teatro della Danza del Caribe, Kazumbi, Ballet Folclórico de Oriente e quello  di Camagüey, Rumbatá, Rumbalay.

Professionisti e dilettanti, veterani e giovani, tutto mescolato.

Nel Salone Rosato Benny Moré, un concerto di Julio César Valdés  con la conduzione di  Jorge Ryan e Ariana Álvarez, la rumba ha evidenziato la su gerarchia . Tutto è stato rumba, Patria, amore, elegia e cronaca.

Miguel Barnet ha evocato i contributi di Fernando Ortiz, Argeliers León e Odilio Urfé ed ha segnalato quanto ha fatto il  progetto Timbalaye con i suoi creatori, Ulises Mora e Irma Castillo,  che hanno fatto sì che in altre terre si prendesse coscienza della pertinenza di consacrare l’espressione dell’Isola come Patrimonio Immateriale dell’Umanità.

Fare memoria è fare giustizia a coloro che hanno coltivato una maniera tanto radicata d’essere cubano: Malanga y Chano Pozo, Tío Tom e Chavalonga, Teresa Polledo e Manuela Alonso, Florencio Calle e Calixto Callava, Saldiguera  e Virulilla, Flor de Amor e El Pícaro, Mongo e Tata, Papín e el Goyo, Minini e Aspirinia, Jesús Alfonso e Chachá, Juan de Dios e Giovami, e tanti altri e tanti che hanno dato alla rumba radici e volo.

Non va dimenticato che alla metà del secolo scroso i più autentici coltivatori della rumba erano emarginati per la loro origine sociale. Residenti nei quartieri e nelle comunità più umili, erano scaricatori di porto e muratori,  contadini poveri e sigarai, occupati in lavori occasionali, disoccupati, sartine e domestiche, che vivevano in affollate case fatiscenti e in spazi pubblici malridotti, dove si suonava la rumba per il puro piacere di sentirsi padroni assoluti di un territorio spirituale inalienabile.

Non va nemmeno dimenticato un lignaggio che parte dall’impronta delle culture africane, portate nell’Isola da uomini e donne  strappati dal lontano continente come manodopera schiava nelle piantagioni.

Le prime manifestazioni avvennero nei *barracones*  alternando canti e balli liturgici di religioni ancestrali.

Con l’abolizione della schiavitù nel 1886, in Cuba molti emancipati emigrarono nelle città cercando lavoro, e Matanzas e L’Avana divennero piazze della rumba per eccellenza, anche se già da allora cominciò ad irradiarsi a scala nazionale e s’intese il termine non solo come definizione di un’espressione musicale e di danza, ma anche come sinonimo di celebrazione profana. 

È comune sentir dire “si è formata la rumba”,  per indicare l’inizio di una festa nella quale si percuoteva tutto quello che era alla portata dell’officiante: latte di baccalà, cassetti, sgabelli, cucchiai, dato che non sempre c’erano tamburi a disposizione,  una tumbadora  o un  paio di timbales.

Cinque anni fa la rumba è stata dichiarata in Cuba Patrimonio della Nazione,

cosa che l’ha consacrata come  quello che era già stato assunto in maniera naturale e organica da tutti.

Con la dichiarazione della UNESCO - che insiste con questa imprecisa definizione di definire immateriali  cose che hanno una presenza materiale irriducibile -  si riconosce ugualmente una realtà oggettiva e la sua universalità

( Traduzione GM -  Granma Int.)


 

Grazie Santiago! Grazie Fidel!

“Un giorno si dovrà elevare un gigantesco monumento a questo eroe insuperabile che è il popolo”.

Oscar Sánchez Serra

6 –12- 2016

 

“Un giorno si dovrà elevare un gigantesco monumento a questo eroe insuperabile che è il popolo”.

Ce lo disse il 30 settembre del 1996 quando gli abitanti di Villa Clara organizzarono dalla notte alla mattina un’impressionate manifestazione in Piazza  Ernesto Che Guevara.

Proprio lì, un anno prima, aveva ricevuto il primo comandante che aveva nominato nella Sierra Maestra, ed ha incontrato di nuovo il mitico guerrigliero argentino lo scorso 30 novembre, in questo ritorno trionfale a Santiago di Cuba.

Questo popolo ha avuto il suo monumento, non in cima a una collina o nel marmo. Ne avuto uno più maestoso e grande, perchè la Rivoluzione e il  Comandante in Capo non possono limitarsi a un pezzo di pietra senza vita.

E da questa altezza d’obelisco ha giurato la stessa fedeltà a questo monumentale mausoleo per, come quando non lasciò morire l’Apostolo nel suo centenario, mantenerlo vivo nella sua stessa opera.

Vero parnaso è il popolo, al quale il lirismo e la lealtà sono spuntati dal cuore.

“Mamma, che cosa c’è in quella cassetta”? “Il cuore di un paese”, ha risposto la giornalista Leticia Martínez a sua figlia  Carmen.

“Porto il nome di Fidel sulla fronte perché non posso aprirmi il petto per scriverlo nel mio cuore”, ha detto una bambina de La Colmenita di Tin Cremata.

Fidel non è morto. Adesso è più vivo che mai, ora comincia a moltiplicarsi. 

Perchè è una bandiera, uno scudo, un bastione inespugnabile per il suo più prezioso … desvelo… il popolo.

“Io sono Fidel” non è uno slogan, è unità, è la sua resurrezione in milioni di cuori.

“Io sono Fidel” è l’impegno di non lasciarlo morire, di costruire una Cuba più bella, sviluppata, umana, solidale, internazionalista e rivoluzionaria.

È essere il primo nella produzione, negli studi, nella difesa della Patria.

“Io sono Fidel” è non smettere mai d’essere fidelisti e raulisti; è giurare che nulla sta al di sopra di quel documento che ci ha legato e che lui stesso ha definito il 1º maggio del 2000. 

Questa è la ragione di milioni di firme per questo giuramento.

Questo è il motivo per il quale Cuba lancia il suo grido: “Io sono Fidel”, perché il Comandante in Capo ha sempre avuto una fiducia infinita in noi.

Il 6 agosto del 1960 ci aveva avvertito che la vita della Rivoluzione cubana non è vita prestata, è vita nata dalle viscere del nostro popolo, una vita che si alimenta in queste viscere di popolo, una vita vigorosa, una vita indistruttibile.

E non ha mai cambiato la rotta, il 23 febbraio del 2001, quasi ieri: “Quelli che credono che quando sparisce un leader sparisce una Rivoluzione, sono stati incapaci di comprendere - e non so se qualche volta lo capiranno - qualcosa che ho detto anni fa: gli uomini muoiono ma i popoli sono immortali.

E dopo la partenza in un altro 25 novembre con lo stesso yacht oggi divenuto Rivoluzione, e dopo aver percorso più di 1000 chilometri, è tornato a Santiago, lì nella sua città complice, compagna, e abbiamo sentito di nuovo “Grazie Santiago” e in ogni cuore santiaghero e cubano “Grazie Fidel”.

 

( Traduzione GM – Granma Int.)

 


 

Cuba ratifica l’Accordo di Parigi sul cambio climatico

Cuba ratifica l’Accordo di Parigi relativo alla Convenzione Cornice delle Nazioni Unite sul  Cambio Climatico e procederà nei prossimi giorni al deposito dello strumento di ratificazione presso il  Segretario Generale delle Nazioni Unite

Granma

11 – 12 -  2016

 

Cuba ratifica l’Accordo di Parigi relativo alla Convenzione Cornice delle Nazioni Unite sul Cambio Climatico, adottato a París, il 12  dicembre del 2015, e procederà nei prossimi giorni al deposito dello Strumento di Ratificazione presso il  Segretario Generale delle Nazioni Unite.

Durante la recente visita realizzata nell’Isola dalla signora Ségolène Royal, ministro dell’Ambiente, dell’Energia e del Mare, incaricata delle Relazioni Internazionali sul Clima della Repubblica Francese, incaricata della presidenza della 21ª Conferenza delle Parti della Convenzione, le due parti hanno avuto l’opportunità di scambiare criteri su come affrontare il cambio climatico globale e sulla necessità d’accrescere gli sforzi internazionali con questo fine.

La 22ª Conferenza delle Parti della Convenzione si è svolta a Marrakech, in Marocco, del 7 al 18 novembre scorso.

La delegazione cubana che ha partecipato a quella riunione presieduta dal compagno José Fidel Santana Núñez, viceministro del Ministero di Scienza, Tecnologia e  Ambiente (Citma),  aveva segnalato durante l’incontro l’importanza che Cuba attribuisce allo scontro con il cambio climatico, come parte della sua politica di sviluppo nazionale, ed aveva reiterato la ferma volontà dell’Isola di continuare a partecipare attivamente allo sforzo internazionale.

( Traduzione GM – Granma Int.)

 


 

Celebrato nella Unesco il 55º anniversario della Campagna d’Alfabetizzazione

L’ambasciata di Cuba presso la Unesco  ha festeggiato  il 55º anniversario

della Campagna de’Alfabetizzazione nell’Isola.

Granma

16 – 12 -  2016

 

Parigi - L’ambasciata di Cuba presso la Unesco  ha festeggiato  il 55º anniversario della Campagna de’Alfabetizzazione nell’Isola con un’esposizione di  fotografie e di altri materiali di questa iniziativa, considerata *una grande offensiva di matite e quaderni*.

“In un solo anno si riuscì a dichiarare il paese libero dall’analfabetismo, il 22 dicembre del 1961, grazie ad un esercito che invase tutti gli angoli del paese, portando come armi i quaderni e i manuali d’insegnamento”, ha risaltato l’ambasciatrice, Dulce Buergo.

Di fronte a un folto pubblico, con rappresentanti diplomatici di nazioni di vari continenti, Dulce Buergo ha spiegato che la mostra è formata non solo da fotografie, ma anche da materiali originali usati dagli alfabetizzatori, che si conservano a L’Avana nel museo su questa grande Campagna.

Inoltre sono esposti documenti corrispondenti al metodo cubano d’ alfabetizzazione * Yo, sí puedo*,  creato da specialisti in diverse lingue e adattato per insegnare a leggere e scrivere a cittadini di numerose nazioni.

In accordo con le cifre ufficiali, quasi dieci milioni di persone sono state alfabetizzate con questo sistema in paesi di diversi continenti.

L’Ambasciatrice ha messo in risalto che questi programmi dimostrano che per il governo cubano l’educazione è una priorità e questo coincide con l’indicazione della UNESCO di diffondere la necessità di portare l’insegnamento a tutte le persone del mondo.

“Senza educazione non c’è progresso e non potremmo realizzare gli obiettivi di sviluppo sostenibile tracciati per il futuro nel pianeta”, ha affermato ancora la diplomatica, che ha poi ricordato che chi ha fomentato l’educazione in Cuba è stato il leader della Rivoluzione Fidel Castro Ruz, che è morto il 25 novembre, a 90 anni.

Non si può parlare delle conquiste di Cuba senza parlare di Fidel, ha sostenuto  Dulce Buergo, che ha ringraziato per tutti i messaggi di rispetto, affetto e ammirazione per il Comandante in Capo, ricevuti nelle ultime settimane.

 

( info PL / Traduzione GM- Granma Int.)


 

Cupet  e un’impresa cinese hanno firmato un contratto per lo studio sismico marino

Si tratta di un progetto che forma parte del programma di sviluppo dell’industria petrolifera in Cuba e comprende l’acquisizione, l’elaborazione e l’interpretazione di 25000 Km. di linee sismiche d’alta risoluzione nelle aree della  Zona Economica Esclusiva di Cuba nel Golfo del Messico.

Granma

9 – 12 - 2016

 

L’Unione Cuba-Petrolio  (Cupet) ha informato mediante un comunicato inviato alla redazione di Granma, della realizzazione della firma di un contratto con l’impresa cinese BGP per l’ esecuzione di una campagna sismica marina  2D non esclusiva.

Si tratta di un progetto che forma parte del programma di sviluppo

dell’industria petrolifera in Cuba e comprende l’acquisizione, l’elaborazione e l’interpretazione di 25000 Km. di linee sismiche d’alta risoluzione nelle aree della  Zona Economica Esclusiva di Cuba nel Golfo del Messico, le zone nord e centro orientali, e del sud del paese.

L’ impresa BGP è una dei leaders mondiali in questa attività, per la quale dispone di tecnologie  modernissime con un’ampia esperienza.

Il progetto, iniziato nel mese di novembre con una durata di circa 12 mesi, è il più importante del genere realizzato sino ad oggi dall’Isola e permetterà d’identificare e valutare zone  con potenziali per l`’esplorazione degli idrocarburi.

In questi progetti non esclusivi le compagnie interessate possono acquisire le informazioni ottenute per poi valutare la loro possibile partecipazione a progetti d’esplorazioni petrolifere nel mare.

 

(Traduzione GM - Granma Int.)