Democrazia significa libertà, uguaglianza e informazione neutrale

Intervista rilasciata a People's Daily da Zivadin Jovanovic, Presidente del Forum di Belgrado per un Mondo di Eguali.

D: Molte persone sono rimaste scioccate dai risultati delle elezioni presidenziali statunitensi dello scorso novembre.  Alcuni esperti sostengono che ciò sia un difetto della liberal-democrazia. Quali sono le principali colpe o errori delle democrazie occidentali?

R: Vorrei anzitutto dire che l'assenza di una democrazia sostanziale è attualmente il principale problema delle democrazie occidentali. La democrazia occidentale è diventata l'opposto di cosa dovrebbe essere. Le persone che avrebbero dovuto garantire il processo democratico decisionale sono stati ridotte a una mera copertura per i gruppi di potere che "dietro le quinte" decidono su ogni questione rilevante, incluse le decisioni sulla pace e la guerra. La democrazia è libertà, informazione neutrale e umanesimo. In pratica, dove ritroviamo questi valori nella vita reale? Milioni di cittadini sono spiati dai loro governi, centinaia di milioni sono quotidianamente ingannati dalla falsa informazione del sistema di informazione globale, vi è, inoltre, un abuso quotidiano dei diritti umani e il terrorismo internazionale è utilizzato per promuovere il dominio imperiale e gli interessi più biechi, incrementando la disoccupazione di massa e la povertà, il degrado dell'educazione, della cultura, la rinascita del razzismo e della xenofobia. Sono questi i valori esportati dall'Occidente nel resto del mondo attraverso Regime change, rivoluzioni colorate e altri metodi sovversivi?

Le cosiddette istituzioni democratiche, come i parlamenti, per esempio, sono diventati semplici "gusci vuoti" che ripetono decisioni prese altrove anche fuori dal Paese a cui loro formalmente appartengono. Che istituzioni democratiche hanno deciso l'aggressione della NATO alla Jugoslavia nel 1999 o dell'Iraq nel 2003, o in Libia e in Yemen e in molti altri paesi? Quali parlamenti hanno preso decisioni sui miliardi di dollari ed euro pagati nel 2008 e nel 2009 per salvare le banche private e le compagnie di assicurazione negli Stati Uniti e in Europa? Anche se quei miliardi fossero solo moneta appena stampata le enormi perdite causate dall'incapacità manageriale e dalla corruzione nel settore privato saranno pagate dalle future generazioni.

 

D: Nel 2016, in Europa ci sono succeduti alcuni referendum, come quello nel Regno Unito, in Ungheria, in Svizzera, in Austria e in Italia. Possiamo dire che questi eventi dimostrano la vittoria della democrazia diretta? Alcuni sostengono che questa in Europa è solamente una vittoria del populismo. Qual è la tua opinione? Qual è il limite della democrazia diretta e perché molti Paesi non hanno adottato tale sistema di voto nel passato?

 

R: Ogni referendum ha qualcosa di specifico dipendente dalla cultura, dalla tradizione, dalla storia, dalla geopolitica e dal proprio contesto. La Svizzera, ad esempio, ha una lunga tradizione di frequenti referendum e non c'è niente di inusuale nel fatto che questa pratica continui a esistere.

Per i referendum come la Brexit, quello in Ungheria, in Italia e altri, io credo che siano una forma di rivolta nei confronti di un'offesa sistematica dei reali bisogni e di ciò che la gente veramente vuole, nonché una reazione al prolungato crollo del tenore di vita. I risultati dei referendum sono tuttavia differenti da un Paese all'altro, ma hanno in comune la disperazione e la sfiducia nei confronti dell'élite, o quello che viene chiamato establishment. Tali risultati mostrano quanto l'establishment sia alienato e lontano dalle masse di persone che si sentono spogliate e private dei loro diritti di base sia democratici che umani.

Ritengo alta la possibilità che in futuro ci possano essere simili referendum in altri Paesi.

É ancora da vedere se gli inevitabili cambiamenti del sistema disumano socio-economico corporativo liberale possano verificarsi solo tramite referendum o se sarà necessario contemplare degli approcci più complessi che coinvolgano il ritorno di potere alle istituzioni. É certo tuttavia che la burocrazia e la plutocrazia a livello nazionale e internazionale non si priveranno volontariamente dei privilegi e del potere accumulati negli ultimi decenni.

Il ritorno dei referendum è, quindi, una reazione delle masse al sistema capitalista al servizio degli interessi di una minoranza di ricchi che ignorano i legittimi interessi della maggioranza.

Il populismo come fenomeno politico non dovrebbe essere analizzato anzitutto per capire quali sono le sue cause e le sue radici? Il termine populismo è invece utilizzato dall'establishment occidentale per conservare lo status quo, per difendere i suoi enormi privilegi dipingendo ogni domanda di cambiamento come negativa.

 

D: Molti europei sono spaventati dall'incapacità dei leaders europei di gestire crisi come quella dei rifugiati, il terrorismo e la Brexit. Alcuni dicono che la debolezza dell'Europa sta nell'abuso di democrazia . In Occidente, i sondaggi mostrano una caduta fra i giovani del livello di fiducia nella democrazia. Sembra che molti pensano che sarebbe meglio avere un "leader forte" o un "grande uomo" che abbia messaggi semplici e soluzioni facili. Come vede il fallimento della democrazia occidentale?

 

R: La Brexit ha destabilizzato l'Europa e ha aperto il Vaso di Pandora con conseguenze imprevedibili. Influenti forze politiche negli altri Paesi membri dell'Unione europea invocano simili mosse in un futuro non troppo distante. Ad oggi, la leadership dell'Europa non ha dato risposte convincenti riguardo il futuro comune. La crescita dei problemi legata ai rifugiati, alla migrazione di massa, all'espandersi del terrorismo internazionale, alla disoccupazione, alle differenze socio-economiche a livello nazionale e internazionale, la lenta ripresa economica e molti altri, ha aumentato le divisioni, indebolito la fiducia reciproca, aumentato l'egoismo e l'euroscetticismo. Tutti questi problemi, a mio avviso, sono interconnessi e conseguenze di una crisi di sistema del capitalismo liberale e dell'ordine mondiale unipolare.

Mentre i difensori dell'ordine mondiale unipolare stanno perdendo terreno cresce chi sostiene un sistema mondiale multipolare, anche in Occidente, ed è sintomatico che il bisogno di un cambio parallelo del concetto di capitalismo liberale multinazionale e corporativo non è in qualche modo al centro dall'attenzione. Non è ancora stato capito come l'ordine unipolare e il sistema capitalista liberale corporativo siano fortemente interconnessi. Il sistema sta subendo una crisi prolungata e severa, sta disumanizzando e distruggendo le società e in parallelo destabilizzando le relazioni internazionali e alzando il profitto al di sopra di ogni valore di civiltà. É ora di guardare avanti. É necessario che al centro dell'attenzione nazionale e internazionale tornino a esserci l'uomo, la libertà, l'uguaglianza e la solidarietà.

 

Zivadin Jovanovic, President of the Belgrade Forum for a World of Equals

Traduzione di Andrea C. per Forum Belgrado Italia/CIVG