Benvenuti in Serbia, Paese della manodopera a basso costo

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                                                                                                                                                                                                                                                        Novembre 2016, Kragujevac, Serbia

 

Benvenuti in Serbia, Paese della manodopera a basso costo

Lo spot del Ministero dell’Economia della Repubblica di Serbia con il quale sono stati invitati imprenditori stranieri per investire in Serbia inizia così: "in Serbia oltre alla manodopera a basso costo si offrono gratuitamente: il terreno per le aziende future, edifici già esistenti, le infrastrutture necessarie, tutta la documentazione e permessi per lavori edili. Oltre a tutto ciò è possibile avere un regalo di 10mila euro per ogni posto di lavoro". Queste opportunità, però, non vengono concesse agli imprenditori locali.

Il risultato oggi dopo 20 anni di queste politiche è che la differenza tra la Serbia e altri paesi in cui si vive in modo relativamente dignitoso è aumentato vertiginosamente e la popolazione è al limite o in estrema povertà. I più vulnerabili sono, come spesso accade in queste situazioni, i più giovani e gli anziani.

I datori di lavoro in Serbia, come strumento di valutazione del lavoro prestato, versano il salario minimo che rappresenta il modo legale per ottenere il massimo profitto. Il salario minimo per un'ora di lavoro è di 121 dinari (un po' meno di 1 euro): per 176 ore mensili si ottengono 21.296 dinari equivalenti a 176 euro. Secondo le statistiche il paniere mensile (il materiale di prima necessità per una famiglia media di quattro componenti) è di 68mila dinari equivalenti a 560 euro, cifra che la maggioranza delle famiglie serbe si può solo sognare. Tuttavia, secondo le statistiche i lavoratori con salario minimo non sono considerati poveri. Ufficialmente, il cittadino è povero se vive da solo e se percepisce un salario al di sotto dei 13.400 dinari (110 euro). Inoltre è definita povera una famiglia con quattro componenti con entrate mensili inferiori 28.156 dinari.  Quindi, secondo l’ufficio nazionale di statistica, in una famiglia media (due genitori e due figli) 7,5 euro dovrebbero essere sufficienti per il cibo, il materiale igienico e quello scolastico, il vestiario e le bollette. In Serbia solo il 25,6% della popolazione può permettersi tutto ciò. Questo significa che un cittadino su quattro vive ufficialmente vicino la soglia di povertà.

In Serbia, il paese più povero d'Europa, ci sono settantasei cucine popolari che distribuiscono un pasto gratuito al giorno a 36mila persone, di cui un terzo sono bambini. Kragujevac è una città che condivide il destino del paese. Ci sembra che Kragujevac ancora non abbia calcolato tutti i poveri. Il numero ufficiale degli utenti della cucina popolare presso la Croce Rossa è di settecento. Siccome è aumentata la richiesta sono stati aperti altri tre siti dove viene distribuito il cibo che avanza dalla mensa universitaria, dal Centro anziani e dal Centro per persone con disturbi mentali, il “Male Pcelice”.

L’aumento di povertà a Kragujevac è causato dalla crisi economica: in Fiat è stato licenziato un turno intero (850 lavoratori), sono stati licenziati 650 lavoratori dei fornitori Fiat ed è incerto il destino del reparto Zastava INPRO (132 lavoratori da 3 mesi senza salario e con prospettiva di liquidazione dell'impresa). La Centrale termica ha enormi debiti e il conto bloccato (su 500 lavoratori per la metà si prevede il licenziamento), mentre il reparto Selleria, con oltre 400 lavoratori, generalmente donne, ha grossi problemi e prevede il licenziamento di metà degli  impiegati, ritenuti in esubero.

 

 

Nei decenni passati e nel periodo di transizione, Kragujevac si è trasformata da gigante industriale a “pianura della fame”, per poi divenire la città che con l'arrivo della Fiat sarebbe dovuta rinascere. Questa città aveva anche una strategia ufficiale per ridurre la povertà grazie a dei donatori esteri i cui progetti sono scaduti 4 anni fa e non hanno dato alcun risultato. Forse perché gli stranieri difficilmente comprendono quanto la perdita di lavoro durante la crisi ha trasformato anche la fascia dei cittadini con maggiori tutele e con alti titoli di studio in contrabbandieri, utenti di negozi di merce usata e venditori ambulanti. È anche complicato rendersi conto di come gli anziani che vivono in campagna con un pezzettino di terra e hanno una casa che sta per crollare non ricevano nessun aiuto dallo Stato.

Lo Stato oggi offre solo illusioni con i reality show, con le fiction e l'intrattenimento televisivo nonostante ci siano una fascia di persone che si sono arricchite in modo molto sospetto e dei bambini poveri che non vanno alle feste di compleanno perché non possono comprare un regalo e non possono andare in gita scolastica perché non possono permettersela.

Offrono il divertimento per dimenticare la pancia vuota!

 

 Il segretario, Rajko Blagojevic         

 Traduzione di Rajka Velijovic

 

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