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    Enrico Vigna

Confessione sensazionale di Ibran Mustafic, veterano di guerra e politico bosniaco musulmano : abbiamo ucciso la nostra gente a Srebrenica

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Scritto da Grey Carter

23 Gennaio 2014

Almeno 1.000 musulmani bosniaci di Srebrenica sono stati uccisi dai loro connazionali durante la fuga a Tuzla nel luglio 1995, perché c'erano liste di coloro a cui "deve  essere impedito di raggiungere la libertà, a qualsiasi costo", ha detto uno dei fondatori della SDA a Srebrenica, Ibran Mustafic.

 Ibran Mustafic è l'autore del libro "Caos pianificato ", nel quale alcuni dei crimini commessi dai soldati dell’Esercito ( musulmano ) della Bosnia-Erzegovina contro i serbi sono per la prima volta ammessi e descritti, così come il continuo illegale rifornimento occidentale di armi ai separatisti musulmani bosniaci, prima e durante la guerra, e ciò che è significativo, anche durante il periodo in cui Srebrenica era zona smilitarizzata sotto la protezione delle Nazioni Unite. Mustafic racconta dei conflitti tra musulmani e della dissolutezza generale del Comune governato dalla mafia , sotto il comandante militare bosniaco Naser Oric.  A causa delle torture di comuni cittadini nel 1994, quando Oric e le autorità locali vendevano gli aiuti umanitari a prezzi esorbitanti - invece di distribuirli alla popolazione - molti bosniaci fuggirono volontariamente da Srebrenica. "Coloro che hanno cercato la salvezza in Serbia , sono riusciti ad arrivare alla loro destinazione finale , e coloro che sono fuggiti in direzione di Tuzla ( governata dall’ esercito musulmano ) sono stati perseguitati " svela Mustafic .

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Ecco chi sono i gruppi d’assalto della rivolta di Kiev

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Scritto da Oleg Matveychev

 

Documento inedito per l’Italia

 

Come gli ultra nazionalisti ucraini sono stati preparati, da un istruttore della base militare NATO in Estonia, alla lotta per la democrazia. Ecco chi sono i gruppi d’assalto della rivolta di Kiev, vezzeggiati dai media e dai politici occidentali, da quali radici storiche provengono e quali valori li animano.                                          

A cura di Enrico Vigna

 

Ecco la foto del gruppo della Gioventù Nazionalista Ucraina, che ha partecipato ad un corso di addestramento di “terrorismo diversivo”, sotto la guida di istruttori NATO, in un campo militare della base militare atlantica in Estonia, nell’estate del 2006. Alcuni di loro sono stati arrestati proprio in queste settimane per gli scontri a Kiev.

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Costanzo Preve è mancato

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Scritto da Enrico Vigna

Con queste poche righe riteniamo doveroso ricordare la figura e l’impegno di Preve, un uomo e un intellettuale sempre coerente e fermo nelle sue idee e nelle battaglie a fianco dei popoli aggrediti.

Per noi legati alla battaglia per la verità e la giustizia per la Jugoslavia, egli è stato sempre ed inequivocabilmente al nostro fianco dal primo giorno, dalla prima ora dell’aggressione. Un ricordo personale è legato in particolare al “Tribunale R. Clark per i Crimini di guerra della NATO in Jugoslavia” ed alla costituzione del Comitato Italiano per la Difesa di Slobodan Milosevic, che in perfetta solitudine costituimmo con Fulvio Grimaldi, Aldo Bernardini ed il sottoscritto. Si era nel 2001, e pochi erano gli intellettuali e studiosi che si sbilanciavano in modo aperto e senza timori su temi così “ politicamente non corretti ” ; ebbene quando personalmente telefonai per contattare Preve, non ci fu un solo secondo di esitazione, non volle nemmeno avere prima il testo dello statuto, mi disse: “ Per una battaglia di questo genere, io ci sono comunque…Aderisco! ”. E da quel momento in tutte le serate, iniziative, conferenze Costanzo c’era, con la sua persona, con la sua altissima dialettica, la sua lucidità di denuncia; con il suo “ Bombardamento etico”, un testo che chiunque intende affrontare il nodo delle guerre dovrebbe avere in tasca  e nella testa. E’ stato per noi non solo un aiuto, ma qualcosa di più, che i fautori delle “guerre umanitarie”, delle aggressioni ai popoli, non avevano.

Ancora pochi mesi fa, l’ultima volta che lo vidi, nonostante fossero chiari i problemi di salute e la stanchezza, chiedeva, si informava sulla situazione nei Balcani, in Kosovo.

Per noi che da ventidue lunghi anni ci battiamo e solidarizziamo con i popoli aggrediti della Jugoslavia, così come dell’Iraq, della Libia ed oggi della Siria,        Costanzo Preve ci mancherà.

 

Enrico Vigna per Associazione SOS Yugoslavia-Kosovo Metohija e Forum Belgrado Italia

24 Novembre 2013

 

 

Libia: a due anni dalla “liberazione”. Cosa ha portato la guerra della NATO?

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Scritto da Enrico Vigna

A poco piu’ di due anni dalla “liberazione” dal “regime” di Gheddafi,  imposta dalla cosiddetta “ coalizione dei volonterosi” occidentale ( leggasi, al di la’ di retoriche e demagogie, paesi aggressori e NATO) puo’ essere illuminante, per capire di quante menzogne e falsita’ mediatiche ci nutrono, fare un punto sulla situazione nel paese e sul livello di violenza e terrore nella realta’ della vita quotidiana del popolo libico. Soprattutto puo’ aiutare a riflettere sulle manipolazioni usate per fare le “guerre umanitarie” e per i diritti umani, e appurarne i risultati nel concreto della vita dei popoli.

La Libia di oggi e’ un territorio senza piu’ alcuna legalitâ, a detta di osservatori  internazionali, esperti, giornalisti e testimoni sul campo, Ong come Human Right Watch ed anche l’ONU nell’ultimo rapporto di quest’anno redatto dalla sua missione in Libia (UNSMIL), ha denunciato l’uso sistematico della tortura, dello stupro, di omicidi, di indicibili e feroci atrocita’ perpetrate nelle prigioni e nei siti a disposizione delle milizie e delle bande criminali che controllano il paese, usati per la detenzione. Un paese teatro di una vera e propria guerra tra bande jiahdiste e criminali che si sono spartite geograficamente il paese e le sue risorse.

Ogni milizia ha creato una ''giustizia privata'', ogni gruppo di mercenari possiede una prigione privata dove rinchiudere e torturare i propri detenuti.
Tutti conoscono il caso di Saif Al Islam Gaddafi, detenuto illegalmente a Zilten ma altri 8000 detenuti si trovano nelle stesse situazioni. Il dato e’ confermato anche dal Ministero di Giustizia del governo centrale di occupazione, totalmente impotente di contrastare lo strapotere dei battaglioni di mercenari che infestano la Libia.

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Primo maggio a Cuba

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Scritto da Andrea Galileo

 IL POPOLO  CUBANO SI RIVERSA PER LE STRADE IN MASSA PER TESTIMONIARE IL PROPRIO APPOGGIO ALLA RIVOLUZIONE CHE DURA DA PIU’ DI MEZZO SECOLO…

E CHE DISGRAZIATAMENTE PER L’IMPERO, GODE DI OTTIMA SALUTE.

 

VIDEO -  http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=09NstqUGc0U#!

LA HABANA - La sfilata per il Primo Maggio in Piazza della Rivoluzione José Martí, presieduta dal Generale d’Esercito Raúl Castro, Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito e Presidente dei Consigli di Stato e dei Ministri, è stata una manifestazione popolare di massa che ha reso uno speciale omaggio all’eterno Comandante Presidente Hugo  Chávez  Frías. Lo stesso omaggio è stato reso da milioni di lavoratori e da tutto il popolo nelle altre sfilate per il Giorno Internazionale dei Lavoratori, che si sono svolte in decine di località dell’Isola.

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