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Sviluppi di situazione in Siria. Testimonianza di una deputata cristiana (indipendente) al Parlamento siriano.

 

02/01/2013

« … A Damasco non ci sono problemi, gli attacchi sono stati respinti all’esterno della città, certo cominciano a sentirsi gli effetti della guerra ed anche delle sanzioni, il popolo soffre, ma all’Occidente questo non interessa». Testimonianza di Maria Saadeh, deputata indipendente, di religione cristiana, eletta nel 2012 al Parlamento siriano.

Nonostante la caparbia opera di disinformazione mediatica veicolata dai media occidentali, che «vogliono sentire una sola voce, quella dei potenti, quella degli Stati Uniti, di Israele, del Qatar e della Turchia», la situazione in Siria appare dunque questa. Una situazione «dimostrata dai fatti e dalle testimonianze dei giornalisti, quelli ancora liberi, che in Siria ci vanno e raccontano. Quelli che non si capacitano del fatto che la verità possa essere mistificata in modo cosi palese»; una verità che «smenti[sce], nei fatti, la macchina del fango sul regime di Bashar al Assad».

Nonostante questa acclarata verità, ossia che lo Stato siriano, pur da quasi 2 anni sottoposto ad una vera e propria aggressione occidentale e saudita, condotta per procura, resiste e non dà segni di cedimento (nonostante che, dall’estate 2012, si siano già verificati almeno 3 tentativi di assestare una “spallata” per via militare al «regime»), i media nostrani continuano a sostenere, pressoché all’unisono, l’imminente «collasso» della «dittatura di Assad» e lo sgretolamento del sistema di potere sulla quale questa presunta dittatura si regge! Si possono leggere ogni giorno, da mesi ormai, notizie di agenzia stampa che descrivono Damasco come assediata, con i «ribelli» giunti sin nel centro della città! Falso! L’offensiva di inizio dicembre è stata abilmente respinta grazie all’astuzia dei servizi di sicurezza siriani ed alla superiorità dell’Esercito nei confronti delle milizie islamiste che l’avevano condotta, su mandato occidentale e saudita. La città di Homs è tornata sotto controllo delle forze regolari e anche ad Aleppo e nel resto del Paese i beniamini dell’Occidente «democratico» e degli altrettanto «democratici» regimi feudali del Golfo Persico, subiscono quotidiani rovesci. Questo i media non lo riferiscono, così come non avevano riferito nemmeno chiaramente in base a quale strategia l’offensiva di dicembre dei contras era stata condotta; si erano semplicemente peritati di segnalare, festanti, l’avanzata dei «ribelli», quasi che si trattasse di un esercito di liberazione improvvisamente vittorioso sulle “demoniache” armate del «regime».

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Al carcere militare anziché a Gaza. Obiettore di coscienza israeliano Natan Blanc imprigionato questa mattina.

Lunedì 19 Novembre Natan Blanc, diciannovenne israeliano originario di Haifa, si dovrà presentare all’ufficio reclute e, informano gli ufficiali, per il suo rifiuto di servire l’IDF (esercito di Israele ndt), sarà immediatamente mandato al carcere militare.

La sua scelta di obiettore di coscienza è direttamente collegata coll’attuale situazione e con le operazioni dell’esercito nella striscia di Gaza.

La sua decisine è stata presa prima della terribile notizia della morte di 5 donne e 4 bambini uccisi da una bomba dell’aviazione militare israeliana.

“Divenni obiettore di coscienza già durante l’operazione “Cast Lead”  nel 2008. L’ondata di militarismo aggressivo che soffia all’interno del paese, il crescente odio reciproco, le sciocche parole circa la necessità di sradicare il terrore e creare un deterrente hanno innescato la mia volontà di rifiutarmi di servire l’IDF.

Oggi, dopo 4 anni pieni di terrore, senza un processo di pace e senza che la situazione a Gaza e Sderot si sia calmata, diventa palese che il governo di Netanyahu, come quello precedente di Olmert, non è interessato alla ricerca di una soluzione all’attuale situazione, ma altresì è interessata a preservare lo status quo. Dal loro punto di vista non ci sarebbe nulla di male a organizzare un “Cast Lead 2” ogni 3-4 anni: parliamo di deterrenza, uccidiamo qualche terrorista, perdiamo qualche civile in ambo i fronti e cresciamo nuove generazioni piene di odio in entrambi gli schieramenti.

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Per la Siria, con il popolo siriano

di Ouday Ramadan, esponente comunità siriana in Italia

 

Mi chiedono perché non vuoi il cambiamento in Siria?
Rispondo: nella mia Siria non ho mai visto nessuno cibarsi dai cassonetti della spazzatura.

§  Mi chiedono perché non vuoi il cambiamento in Siria?
Rispondo: nella mia Siria non ho mai visto un funerale del più illustre sconosciuto, che non avesse almeno 1000 persone dietro.

§  Mi chiedono perché non vuoi il cambiamento in Siria?
Rispondo: nella mia Siria ho visto il più umile dei lavoratori riuscire a mandare 10 figli a scuola ed oggi essi sono il medico, l’ingegnere, l’ufficiale, l’operaio, l’impiegato etc. etc.

§  Mi chiedono perché non vuoi il cambiamento in Siria?
Rispondo: nella mia Siria non ho mai visto sfrattare nessuno dalla propria casa in affitto.

§  Mi chiedono perché non vuoi il cambiamento in Siria?
Rispondo: la mia Siria l’ho girata per lungo e per largo con i mezzi pubblici con meno di 5 euro.

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Il costo sbalorditivo di Israele per gli americani

If Americans knew.org
What every American needs to know about Israel/Palestine
http://ifamericansknew.org/stats/cost.html

Il costo sbalorditivo di Israele per gli americani.

di Pamela Olson e Altri 

Questa relazione contiene gli aggiornamenti al lavoro innovativo fatto da Richard Curtiss nella sua analisi del 1998, “Il costo di Israele per i contribuenti degli Stati Uniti”, pubblicato nel Rapporto di Washington sugli Affari del Medio Oriente. 

Israele ha una popolazione approssimativamente di 7,8 milioni, ovvero un milione di meno di quella dello Stato del New Jersey. E’ uno dei paesi più ricchi del mondo con un reddito pro capite simile a quello europeo. [1] Il tasso di disoccupazione di Israele, del 5,6%, è di gran lungo migliore di quello dell’America, del 9,1% [2], e il commercio netto di Israele, i guadagni e i pagamenti lo pongono nel mondo al 48° posto mentre gli Stati uniti sono piazzati a un misero 198° posto. [3]

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Ultima lettera manoscritta del Presidente Saddam Hussein al popolo americano

del 7 Luglio 2006.

Questo è il testo dell’ultima lettera manoscritta del Presidente Saddam Hussein, indirizzata al popolo americano, mentre era in attesa di essere impiccato. Come avvenne nella presumibile data del 30 dicembre 2006.

 

Al popolo americano.
La pace sia con coloro che credono nella pace e la desiderano
, e insieme ad essa abbiano anche la misericordia di Dio e le Sue benedizioni.                                                                                           

Mi rivolgo a voi con questa lettera dal luogo ove mi trovo prigioniero, in un tentativo dettato dalla mia responsabilità morale, umana e costituzionale, affinchè non possiate dire che nessuno si e’ rivolto a voi con un messaggio di pace dopo l’inizio della guerra, e non ne ha confutato le cause e desiderato la pace tanto per voi che per il nostro popolo, retto, fedele ed eroico.

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