L’amianto torna alla ribalta

3.4.2024

 

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Negli ultimi giorni l’amianto – dopo anni di silenzio - è tornato sulle prime pagine dei giornali.

Il mesotelioma che ha colpito un giornalista della RAI ci fa rivivere quanto abbiamo dovuto lottare per ottenere diritti scritti sulla carta (la legge 257 del lontano 1992): ottenere i curricula dal datore di lavoro,  lo scontro con l’INAIL che negava questo diritto, lo scaricabarile tra enti diversi, anni di battaglie in piazza e nei tribunali ..... le malattie e le morti dei nostri compagni di lavoro.

 

E’ stata anche l’occasione di leggere i numeri della strage negli ultimi anni: numeri che sono persone, operai e lavoratori che non fanno notizia perché in genere muoiono soli – anziché in gruppo sui binari o sotto le tonnellate di acqua di una centrale elettrica – a casa loro, con accanto solo le famiglie.

Vediamoli.

In totale in Italia nel 2023 si sono registrati 7.000 decessi e 10.000 nuovi malati.

La Lombardia, la regione più industrializzata, ha avuto 500 mesoteliomi  con 470 decessi e più di 1.000 diagnosi di tumori al polmone asbesto-correlati con più di 800 morti.

In Piemonte 250 mesoteliomi nel 2023, 230 morti  e circa 500 tumori del polmone.

La Liguria ha avuto 150 mesoteliomi, con 140 morti (un numero altissimo paragonato alla sua popolazione  - 1.508.800 abitanti mentre la Lombardia ne ha 9,9 milioni).

L’Emilia Romagna 160 casi di mesotelioma e 320 casi di tumore del polmone, con rispettivamente 150 e 290 decessi e il Lazio 110 mesoteliomi nel 2023, con un impatto di circa 100 decessi, e più di 220 diagnosi di tumore del polmone asbesto correlato, con circa 200 decessi, quindi complessivamente 300 deceduti.

E ci fermiamo qui. I dati vengono dal Sole 24 Ore del 28 aprile.

 

Qualche considerazione. Quando si parla di 1.500 morti di lavoro – o meglio di profitto – bisogna aggiungere anche le vittime dell’amianto per avere il vero quadro della strage operaia che avviene ogni anno nel nostro paese.

Nel decennio precedente, le battaglie dei lavoratori esposti portarono alla ribalta questa mattanza silenziosa, che continua nel tempo.

 

Il nostro Comitato (con in prima fila i lavoratori della ex Breda Fucine e le loro più di 100 vittime) ebbe un ruolo importantissimo a livello nazionale: il problema dell’amianto entrò nelle case dei lavoratori italiani grazie alle nostre lotte; conquistammo – per tutti - quei “diritti” scritti sulla carta tra cui la sorveglianza sanitaria, importantissima nel tempo perché l’amianto ha le mani lunghe e si manifesta anche a distanza di anni, come dimostrano i numeri di cui sopra, e il Fondo Nazionale Vittime Amianto, che ora il governo Meloni vuole utilizzare per “risarcire” ... non i lavoratori colpiti ma Fincantieri, azienda statale condannata per omicidio e lesioni colpose di circa 120 lavoratori  e che riceverà 20 milioni di soldi pubblici del Fondo  per “ripianare” i risarcimenti. Uno schiaffo in faccia a tutte le vittime.

 

Quindi la battaglia è tutt’altro che conclusa e noi continueremo a condividere la nostra esperienza di lotta, perché altri non debbano patire quello che abbiamo subìto noi, come parte della lotta più generale contro un sistema sociale – il capitalismo - che tratta i lavoratori come carne da macello, merce da sfruttare e da buttare.

 

 

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Sesto S.Giovanni