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L’attacco Turco ai Curdi di Siria

15/02/2018

 

Miliziani curdi del Ypg festeggiano la liberazione di Raqqa, 17 ottobre 2017

 

Si tratta di un’iniziativa militare e politica appartenente alla categoria del quod erat demonstrandum. Imputarla a Recep Tayyip Erdoğan in quanto tale sarebbe senza senso, perché chiunque si fosse trovato alla presidenza della Turchia avrebbe fatto lo stesso (non si dimentichi quanto celermente, in termini militari, agì a Cipro il primo ministro turco, il laico Bülent Ecevit, dopo il colpo di stato fascista contro Makarios negli anni ‘70), e con la medesima disinvoltura. Solo un pazzo avrebbe potuto pensare che si sarebbero limitate al campo diplomatico le conseguenze della decisione statunitense di rafforzare le milizie curde nella Siria settentrionale e addirittura di affidare loro il controllo del confine turco-siriano, tanto più essendo collegate col Pkk di Turchia. La mossa degli Usa è stata per la Turchia l’equivalente della virtuale apertura di un secondo fronte coi Curdi. Di qui l’avvio di un’operazione militare cinicamente - o ironicamente - denominata «Ramo d’ulivo».

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Confessione sensazionale di un comandante sul campo dell'ISIS: battaglie, addestramento nelle basi militari statunitensi, armi israeliane e commercio con i turchi

Non voleva combattere, ma doveva: la confessione del terrorista del HTS e ISIS, catturato in Siria

Sono armati, sicuri della loro permissività e impunità, e si considerano molto pericolosi. I terroristi dell’ISIS * hanno eseguito feroci condanne con la corte della Sharia senza esitazioni. Spesso venivano sancite crudeli rappresaglie. Ciò è dimostrato dalla grande quantità di filmati prodotti e rilasciati dai punitori.

Tutte le cose cambiano quando i militanti sono dall'altra parte della barricata. Gli uomini armati di ieri cercano tutti i mezzi per respingere di avere qualcosa a che fare con gruppi terroristici e non ammettono il coinvolgimento in attività criminali anche sotto condanna della pena di morte. Solo pochi trovano in sé il coraggio per dire la verità e pentirsi ...

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Colpo di Stato a Sanaa: Haaretz rivela

6 dicembre 2017

Il piano di Arabia Saudita e Emirati contro Ansarallah in Yemen è andato a monte, scrive in un recente numero il quotidiano Haaretz, che svela le quattro condizioni poste da  Abdullah Saleh per allearsi con Riyadh e Abu Dhabi

 

 

Haaretz passa in rassegna le iniziative politiche saudite nella regione. Non è per niente invidiabile l’attuale situazione del futuro monarca dell’Arabia Saudita, nota l’editorialista del giornale, facendo allusione ai duri colpi che la sua politica estera ha ricevuto nello spazio di una settimana. Da un lato la morte dell’ex presidente Saleh e, dall’altra, il ritorno di Hariri sulla scena politica libanese, nonostante le pressioni saudite.

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Stati Uniti, giù le mani dalla Siria!

Più di un anno fa organizzazioni di tutto il mondo si unirono nella richiesta che gli Stati Uniti se ne andassero (togliessero le mani) dalla Siria. I firmatari di “Giù le mani dalla Siria” furono più di 265 organizzazioni e oltre 1.500 persone, tutti d’accordo con l’idea principale di “Giù le mani dalla Siria”, cioè l’opposizione al ruolo criminale e illegale degli USA nei sette anni di guerra.

Occorre  urgentemente farsi sentire.

Il Governo USA ha annunciato la sua determinazione di continuare a mantenere un’occupazione a lungo termine della Siria e di voler adesso creare un contingente forte di 30.000 soldati sul confine con la Turchia e con l’Iraq e la valle dell’Eufrate, compiendo così una vera e propria partizione della Siria. Questo recente progetto USA verrebbe a separare la regione settentrionale ricca di petrolio dal resto della Siria e a creare un mini-Stato militarizzato sotto il controllo degli USA.

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"Una gigantesca prigione" : come influiscono le sanzioni sui cittadini siriani?

30 novembre 2017

Proprio oggi il Segretario di Stato USA Tillerson ribadisce l'intento di rafforzare le sanzioni contro il Governo siriano: ma guardiamo l'efficacia di queste sanzioni sulla vita quotidiana in Siria.... 

 

 

 FONTE: alahednews  


Le sanzioni internazionali privano gli ospedali siriani di macchinari essenziali, dei pezzi di ricambio e anche dei medicinali, e questo ha un impatto significativo sulla popolazione siriana, ma pochissimo effetto sul loro obiettivo dichiarato, ossia spingere Bashar al-Assad a un cambiamento politico, hanno detto medici, uomini d'affari e donne siriane a 'Middle East Eye'.

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