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Striscia di Gaza: nessuna guerra

Striscia di Gaza: nessuna guerra, ma deliberata aggressione armata da parte di uno degli eserciti piu' potenti al mondo, ai danni di piu' di 1.600.000 civili palestinesi.

 

Sulla base di dati riferiti al 2008 l'esercito israeliano, che è considerato tra le forze armate di maggior livello qualitativo, addestrativo operativo al mondo, puo' contare su circa 200.000 effettivi tra donne e uomini, in grado di triplicarsi, per necessità, con circa 450.000 riservisti; circa 300 aerei da combattimento, 40 aerei da trasporto, più di 300 elicotteri compresi quelli d’assalto Apache, aerei F16 Falcon e F15 Eagle con una difesa antiarea di oltre un centinaio di batterie missilistiche a lunga e media gittata; 3 sottomarini, 17 navi da combattimento e più di 30 pattugliatori; 76 brigate, più di 3.500 carri armati, più di 10.000 mezzi blindati e numero imprecisato di pezzi d’artiglieria. Infine come base identificativa e di attacco vengono utilizzati U.A.V. “Unmanned Aerial Vehicle” , chiamati informalmente Droni, veicoli aerei senza pilota, autonomi e pilotati a distanza che permettono, di colpire “obiettivi mirati”.

E' fuorviante porre la questione definendola "guerra in corso" perche' significa occultare i dati veri: sulla Striscia di Gaza le aggressioni e I crimini contro la popolazione civile sono quotidiani. L'informazione relativamente ai danni causati da anni di assedio non e' mai completa: sappiamo dei bombardamenti, delle distruzioni e delle morti, ma poco dei danni determinati dalla violenza dell’occupazione con la quale si sono confrontati nella loro crescita I bambini. Traumi I cui effetti nel tempo si vedranno nei comportamenti, aggressivita’ e frustrazioni, danni che si ripercuoteranno sullo sviluppo civile della societa’ tutta.

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Decolonizzare la Palestina storica

Decolonizzare la Palestina storica è l'unico modo

per evitare che Israele, uno Stato criminale e fascista,

continui la sua politica di aggressione, minacciando la pace nel

Mediterraneo e nel mondo.

 

La retorica dell'impotenza

Alcuni comunicati diffusi in queste ore utilizzano nei titoli l'esortazione Fermiamo Israele.

Siamo seri, non li abbiamo mai fermati, né li fermeremo questa volta. Solo gli Hezbollah li

hanno fermati. I movimenti di solidarietà e i movimenti antiguerra non sono mai stati così

impotenti. Privi di un minimo comune denominatore, divisi su ogni questione sia strategica

che tattica, minati al loro interno da manovre di manipolazione e di diffamazione del

dissenso antisionista, non hanno la capacità di indire nemmeno una manifestazione

nazionale o europea per contrastare le infami dichiarazioni della signora Catherine Ashton,

alto rappresentante per la politica estera e di difesa dell'Unione Europea: Hamas deve

cessare il lancio dei razzi, Israele deve assicurare che la risposta sia proporzionale, o di

Mario Monti: L'Italia ha un rapporto speciale con Israele.

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Le immagini di Gaza

ANGELO D’ORSI – Le immagini di Gaza

 

Guardo le foto. E mi sembra un macabro scherzo. Guardo le foto. E non riesco a crederci. Le riguardo, mi soffermo sui volti color cenere, le macchie della pelle, gli occhi ora sbarrati, ora socchuisi, ora, infine, chiusi e destinati a mai più riaprirsi. Le foto dei bambini di Gaza.

 

 

Quelli più grandicelli – forse 7-8 anni – sono rivesti della bandiera della Palestina, quelli più piccini, in verde islamico, con decorazioni; i neonati fasciati da lenzuolini bianchi, piccoli sudari. Guardo i volti severi, composti, pieni di dolore contenuto, dei loro genitori; una di queste immagini rappresenta un corteo funebre. Due corpicini portati delicatamente tra le braccia dei loro padri: un terzo uomo (sono tutti molto giovani), al centro, regge le teste, le piccole teste, ricoperte da un velo candido; sono i corpi senza vita di Jumana e Tamer, la cui vita è stata fermata prima che raggiungesse il quarto anno. Gli uomini camminano, non piangono, non mostrano neppure odio, ma intuisci dietro le maschere facciali, ferme, come inerti, intuisci disperazione: un’assoluta, semplice disperazione.

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Il Presidente dell'Iran, Ahmadinejad incontra una delegazione di rabbini antisionis

Il Presidente dell'Iran, Ahmadinejad incontra una delegazione di rabbini antisionisti

 

27 Settembre 2012 - New York City

 

Una delegazione di rabbini anti-sionisti si è incontrata Giovedi 27 settembre 2012 con il Presidente Iraniano durante la sua visita a New York per l’ONU. Il Presidente insieme a un entourage scelto, che comprendeva l'Ambasciatore Iraniano alle Nazioni Unite, ha accolto calorosamente la delegazione; le parti hanno poi conferito per circa una mezz'ora.
Il Presidente ha onorato il capo della delegazione, il Rabbino Senior Moshe Dov Beck, un sopravvissuto all'Olocausto, prima di aprire la riunione. Il rabbino ha parlato in yiddish mentre il suo collega, il rabbino Yisroel Dovid Weiss ha tradotto in inglese.
Il rabbino ha esordito salutando il Presidente e ringraziandolo per aver concesso del suo tempo prezioso, che, il rabbino ha osservato, dimostra il suo calore per il popolo ebraico, non solo nella sua paese, ma anche all'estero.

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Baluchistan: la guerra al terrorismo tra Iran e Pakistan

Gennaio 2024

 

In depth: Sistan-Baluchestan | News | Al Jazeera The Baloch Insurgency in Pakistan and the Chinese Connection – Kulturní  studia / Cultural Studies

 

Del 18 gennaio 2024 la notizia che Il Pakistan risponde agli attacchi in territorio pakistano dell’esercito di Teheran. Per il Pakistan sono stati colpiti “covi di terroristi”, per l’Iran sono morti donne e bambini.

Eppure appena due giorni prima al Forum economico mondiale di Davos il ministro degli Esteri dell'Iran, H. Amir-Abdollahian, a proposito della recente incursione in Pakistan delle guardie di frontiera di Teheran, ha dichiarato : "In territorio pakistano abbiamo affrontato solamente terroristi iraniani… nessun civile del Pakistan, Paese amico e fratello, è stato colpito da missili e droni iraniani. E' stato bersagliato il gruppo Jaish al-Adl, un gruppo terrorista iraniano che si rifugia in  luoghi della provincia pakistana del Baluchistan".

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