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Anno 2013: la “partita” strategica per la ricolonizzazione del Vicino Oriente ha inizio - parte III

 

3. Siria. Una guerra per procura finalizzata al controllo del Vicino Oriente e dell'Eurasia. I piani strategici dell'imperialismo e la reale situazione sul terreno nel quadro di una vasta operazione di infowar.

 

Stante le informazioni raccolte dai più autorevoli esperti di politica internazionale non omologati alla folta schiera di giornalisti embedded alle ragioni delle potenze neo-colonizzatrici, per quel che concerneva la questione siriana, «la dolorosa verità alla quale il segretario di Stato John Kerry s'era finalmente rassegnato era che tutte le soluzioni in Siria costituivano una sconfitta per gli Stati Uniti, per l'Occidente colonizzatore, per le petromonarchie e per la Turchia. Così, Washington e i suoi ausiliari tentavano di aggirare questa soluzione annunciando la loro intenzione di armare i gruppi terroristici e minacciando di allargare il campo di battaglia prima di sedersi al tavolo dei negoziati in un vertice russo-americano di cui la data era prevista a breve termine [probabilmente entro il giugno 2013, ndr], secondo fonti diplomatiche»[1]. La sostanziale «doppiezza» della diplomazia statunitense, da un lato impegnata a sostenere e ad armare i cosiddetti «ribelli» e dall'altro consapevole dell'imprescindibile ruolo di interlocutore del «regime siriano», veniva esaminata con puntualità da Ghaleb Kandil, il quale scriveva:

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Conferenza a Torino " Siria, chi vuole un'altra guerra?"

Martedì 24 settembre presso l'Aula Magna delle Missioni della Consolata di Via Cialdini 4 a Torino, si è svolta la presentazione del libro Le chiese d'oriente e il “Regime Siriano di Enrico Vigna. L'occasione è stata fornita dall'incontro pubblico intitolato: “Siria, chi vuole un'altra guerra?”. Moderato dal capo redattore della rivista Missioni della Consolata, Paolo Moiola, l'incontro pubblico ha ospitato l'autore E. Vigna, Padre Mtanios Haddad, Archimandrita siriano della Chiesa Greco Melchita e Padre Ambrogio della Chiesa Ortodossa Russa di Torino.

I relatori della conferenza

In una sala gremita, al punto da non poter contenere tutto il pubblico in piedi, ha avuto luogo una serata di appassionata riflessione sulla crisi siriana che ha preso spunto dalla seria documentazione fornita dalla ricerca compiuta da Vigna e raccolta nel suo volume di militanza civile in grado di accendere una luce sulla convergenza di tutte le fedi oggi presenti in Siria, fortemente a impegnate nel salvare il paese dalla tragedia del conflitto. Ne è scaturito un vivace dibattito che ha rotto le consuete e superficiali letture di quella realtà mediorientale, contribuendo alla comprensione delle ragioni più profonde del rifiuto di un aperto intervento miliare statunitense.

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Anno 2013: la “partita” strategica per la ricolonizzazione del Vicino Oriente ha inizio

  1. La crisi politica libanese come parte del processo di destabilizzazione politica dei Paesi vicino orientali non allineati al Washington consensus.

  

 Il 22 marzo 2013 il premier libanese Naijb Mikati, un tecnocrate sunnita che ricopriva tale incarico dal gennaio 2011, alla guida formale di una coalizione politica che includeva anche le principali formazioni politiche espressione della resistenza nazionale[1] (la Corrente cristiano-patriottica “aounista” e lo sciita Hezbollah), rassegnò le dimissioni a seguito di una crisi politica contraddistinta da rilevanti fattori, dei quali i principali erano:

i perduranti dissidi tra i sostenitori della riforma della legge elettorale su base proporzionale e nazionale, e le forze filo-occidentali e filo-saudite che, sostenute ed incoraggiate dagli Usa[2], si opponevano a tale iniziativa; una simile modifica della normativa per il voto infatti, attribuirebbe la vittoria parlamentare alla coalizione della resistenza («8 Marzo»), maggioritaria nel Paese ma territorialmente radicata in determinate aree del Libano, quali il Sud sciita, la Valle della Bekaa e i quartieri cristiani e sciiti di Beirut fedeli al partito del generale Aoun, ad Amal e ad Hezbollah; la legge elettorale in vigore nel marzo 2013, maggioritaria e strutturata sul principio della salvaguardia del confessionalismo, non garantiva la piena attuazione del principio del suffragio universale (una testa/un voto), in quanto favoriva l'accesso ad un numero di seggi sproporzionatamente elevato ai candidati sunniti della coalizione filo-Usa e filo-saudita «14 Marzo», egemonizzata dal clan Hariri e supportata dai falangisti cristiano-maroniti, minoritaria nel Paese ma dominante nei collegi elettorali del Nord e dei quartieri benestanti di Beirut e Sidone; nell'ottica dello scenario sopra descritto, le elezioni, previste per il giugno 2013, avrebbero potuto essere rinviate addirittura al 2015;

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L'economia cinese sta ancora crescendo molto di più di quella statunitense - contrariamente alle "fake news" dei media occidentali

27 febbraio 2024

Dazi: WTO dalla parte degli Usa nella disputa con la Cina | Siderweb - La  community dell'acciaio



Sono stati pubblicati i dati sul PIL di Cina, Stati Uniti e degli altri Paesi del G7 per l'anno 2023. Ciò rende possibile una valutazione accurata delle prestazioni della Cina, degli Stati Uniti e delle principali economie, sia in termini di obiettivi interni che di confronti internazionali. L'importanza di questo documento è dovuta a due ragioni fondamentali.

In primo luogo per le ragioni interne della Cina: ottenere una stima equilibrata della situazione economica socialista della Cina e quindi dei compiti che deve affrontare.

In secondo luogo, perché gli Stati Uniti hanno lanciato una straordinaria campagna di propaganda, che comprende numerose falsificazioni dei fatti, per cercare di nascondere i reali fatti economici internazionali.

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La guerra segreta dell'Occidente e dei suoi alleati in Siria apre la strada ad un tutt'altro che improbabile conflitto regionale ed in prospettiva mondiale.

Merita cominciare questo articolo citando alcune parole, pronunciate il 22 febbraio 2012, in merito alla «crisi siriana» della neo-presidente della Camera dei deputati della Repubblica italiana l'on. Laura Boldrini, eletta come “indipendente” nelle file di Sinistra Ecologia Libertà (Sel), personaggio sul quale autorevoli commentatori hanno espresso argomentate e puntuali valutazioni.

Ma... verrebbe proprio da pensare che poi,... è un po' la posizione comune degli analisti... la ragione principale [del mancato intervento della comunità internazionale in Siria] potrebbe essere la posizione strategica della Siria negli equilibri regionali. E' un Paese che, appunto, ha sempre rivestito questo ruolo, questa funzione, e dunque la comunità internazionale, che in altre occasioni ha dimostrato determinatezza, a volte anche fretta nell'intervento militare, questa volta con la Siria ci pensa non solo due volte ma decine di volte... Detto questo, comunque, bisogna rilanciare un dialogo, bisogna mettere fine a questo stato di cose, il governo siriano ha anche annunciato le elezioni il 7 maggio ma risulta un po' inverosimile pensare a delle elezioni nel momento in cui ancora ci sono questi massacri di civili, come l'ultimo per esempio di donne e bambini. Dunque è imperativo rilanciare il dialogo e anche il negoziato diplomatico[1].

 

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