Le tecniche del colpo di stato “democratico”. Ancora Occidente contro Oriente e contro Sud

L'egemonia Usa nel mondo agisce in un contesto molto cambiato dai tempi della guerra fredda, del mondo bipolare (o tripolare, se consideriamo anche i movimenti di liberazione e i paesi non-allineati). Oggi non è assoluta e indiscussa. Nuovi attori e nuovi competitori si sono affacciati. Tuttavia gli Usa giocano le loro carte per mantenere questa egemonia, repubblicani e democratici al governo, non importa.

Le guerre umanitarie e l'esportazione della democrazia sono i mezzi, i veicoli preferiti in questa fase per mantenere un ordine mondiale a loro favorevole, economicamente e geostrategicamente. Per esempio, il contesto attuale e i cambiamenti dei rapporti di forza in America Latina non consentono un bel colpo di stato, brutale e sanguinoso, come si faceva nei bei tempi andati, come in Cile nel 1973. In Venezuela, contro Chavez e la rivoluzione bolivariana, gli Usa ci tentano in vari modi. Nell'aprile 2002 tentarono sempre con i loro scherani interni, “oppositori democratici”, ma troppo palese fu l'ingerenza. Ora in America Latina esistono alleanze regionali importanti antiegemonia Usa e i giochi si complicano.

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Speciale Giornata della Memoria: Veterani USA di Iraq e Afghanistan Restituiscono medaglie di guerra al Vertice NATO

Democracy Now! torna a Chicago, sede del più grande vertice Nato della storia in 60 anni di questa organizzazione, dove quasi 50 veterani, strappate le loro medaglie di guerra, le hanno scagliate in strada in direzione del vertice Nato. Sentiamo le voci dei soldati, mentre restituiscono le loro medaglie uno per uno dal palcoscenico. "Sono qui per restituire la mia Medaglia per la Guerra Globale al Terrorismo in solidarietà con il popolo iracheno e il popolo dell'Afghanistan ", ha detto Jason Hurd , ex combattere medico che ha trascorso 10 anni nell'esercito degli Stati Uniti . " Sono profondamente dispiaciuto per la distruzione che abbiamo causato in quei paesi e in tutto il mondo . " Scott Kimball , un veterano della guerra in Iraq , aggiunge: " Per tutto il personale di servizio e i veterani che sono contro queste guerre , non siete soli ! "

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Hands off Assata! Giu’ le mani da Assata!

       

 

Una Taglia di un Milione di Dollari Insanguinati è stato offerto per la cattura di Assata Shakur

L’impero del male sta intensificando gli sforzi per riafferrare la nostra amata sorella Assata. Dobbiamo fare in modo che ogni lettore sappia e possa difendere l'onore della nostra sorella e regina  Assata, dobbiamo fare del suo nome una vocabolo di famiglia come quelli di Malcolm X, Kwame Nkrumah, Martin Luther King. Sappiano quelli di noi che si chiamiamo attivisti e critici della politica americana che e’ giunto il momento di serrare i ranghi. Assata oggi, domani noi tutti. Questo il messaggio che il governo statunitense ha voluto mandare.

Assata Speaks sta attualmente sollecitando idee e suggerimenti su come scuotere, organizzare e mobilitare in difesa di Assata, nel tentativo di proteggere il suo diritto alla libertà e denunciare, quello che riteniamo essere un tentativo in corso, di fermare, imprigionare e screditare autorevoli attivisti neri che combattono le disuguaglianze della società in USA.

Da AssataShakur.com

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Lampedusa: perseguitare i vivi, premiare i morti

Se vogliamo parlare della tragedia di Lampedusa, c’è poco da aggiungere agli ipocriti lamenti delle autorità europee e alle giustissime denunce di attivisti, organizzazioni e migranti. Da anni il teologo del Costarica di origine tedesca Franz Hinkelammert ha riassunto in due parole questa abbondanza di cadaveri ormai di routine, raccolti nei mari e nei deserti delle frontiere d’Occidente: “genocidio strutturale”.

Questa idea di “genocidio strutturale” implica, naturalmente, un’accusa: le strutture non si impongono da sole ma hanno bisogno di politiche che le mantengono in moto, decisioni politiche che eventualmente potrebbero anche disattivarle.

Quando una struttura è incompatibile nelle sue radici con la Dichiarazione dei Diritti Umani e con la più elementare dignità umana, le decisioni prese per mantenerla viva acquisiscono un’aura necessariamente truculenta, un odore di ludica crudeltà infantile, la forma di un grande sbadiglio nichilista.

Immagino che a Barroso e a Letta non sia piaciuto essere ricevuti a Lampedusa al grido di “assassini”. Non si sentono “assassini” e probabilmente provano un sincero orrore davanti alla pila di cadaveri ammucchiati ai loro piedi. Ma devono inghiottirsi gli insulti e i rimorsi di coscienza e rispondere in modo responsabile ai loro impegni con la “struttura”, dai quali in qualche misura dipendono anche i voti dei loro elettori.

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Dichiarazione Di Costituzione Dell’ Assemblea Provvisoria Della Provincia Del Kosovo Metohija

Zvecan, Kosmet , 04 Luglio 2013

 

Noi, cittadini liberi e responsabili della Repubblica di Serbia,

Rappresentanti liberamente e legittimamente eletti dalla popolazione del Kosovo e Metohija, nell rispetto della Costituzione e delle leggi della Repubblica di Serbia – in qualità di membri delle assemblee municipali nella provincia autonoma del Kosovo e Metohija, che è parte della Repubblica unica e indivisibile di Serbia,

Riconoscendo il bisogno urgente e necessario, in maniera organizzata, di proteggere le nostre vite e famiglie, le nostre case e proprietà, gli altri diritti umani e le libertà fondamentali, la dignità di cittadini, l'identità e l'integrità, la cultura e la religione, il patrimonio culturale e storico, ecc ,

Rispettando la Costituzione e le leggi della Repubblica di Serbia e respingendo tutti gli atti illegali secessionisti,

Facendo riferimento alla Carta delle Nazioni Unite, dell'Atto finale di Helsinki e alla risoluzione ONU 1244 (1999),

Rifiutando la separazione proclamata dal movimento secessionista albanese, della Provincia Autonoma del Kosovo e Metohija dalla nostra Repubblica di Serbia, contro la nostra volontà democraticamente espressa, così come contro la Costituzione, in modo illegale e priva di significato,

Seguendo la volontà inequivocabile della popolazione dei comuni Kosovska Mitrovica, Zvecan, Zubin Potok e Leposavic, liberamente espresso con il referendum che si è tenuto il 15 febbraio 2012, di non-accettazione delle istituzioni della cosiddetta Repubblica del Kosovo,

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