La disinformazione e la formazione del consenso attraverso i media

 

Durante i miei frequenti incontri per presentare il mio ultimo libro sul terrorismo israeliano, ho preso l’abitudine di fare un test al pubblico per mostrare quanto siano ingannevoli i mezzi di informazione ai quali, di solito, prestiamo una certa fiducia. L’esempio più efficace è l’attacco alle Torri Gemelle avvenuto l’11 Settembre 2001 a New York. Esordisco dicendo che quasi tutto il mondo seguì in diretta, e per molte ore, tutte le fasi di quello storico avvenimento e, quindi, dovremmo avere tutti una conoscenza abbastanza omogenea di quell’avvenimento attraverso una narrazione comune. Il pubblico acconsente. Faccio la domanda: “Quanti furono gli edifici crollati al suolo a New York l’11 settembre 2001?” Osservo subito qualche indecisione. Alcuni temono di dare una risposta errata: balbettano o tacciono. Altri rispondono: “Due!... Tre!... Quattro!...” Osservo che quelle risposte sono evidentemente contraddittorie e confermano che non vi è un’unica narrazione. Chiedo quali sono gli edifici. Alcuni dicono: “La torre n° 1 e la n° 2”. Altri, più informati ma pochissimi: “La n° 1, la n° 2 e la n° 7”. Altri:“Le Torri Gemelle e il Palazzo della Dogana” che, in realtà, non cadde ma fu gravemente danneggiato. Quando mostro il film che mostra il crollo dell’edificio n° 7, avvenuto alle ore 17, 27, senza essere stato scalfito neanche da un passerotto distratto, osservo un notevole aumento dell’interesse e dell’attenzione tra i miei ascoltatori.

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Chi sono le forze che si battono nelle piazze di Kiev per la democrazia, per l’Unione Europea e per la NATO

Capire e interpretare cosa sta accadendo in Ucraina, in questo delicatissimo momento, non è una cosa semplice. Se non altro perché una riposta unica non c’è, è un contesto dove si scontrano strategie internazionali, geopolitiche e geostrategiche, con radici storiche ideologiche legate a sentimenti di alcune frange di popolazione, che si sono riconosciute e non hanno mai abiurato valori e appartenenze alle politiche naziste; e dove probabilmente si giocano prospettive ed equilibri europei ed internazionali, che vanno ben al di là delle proteste di piazza e di molte richieste che, per alcuni aspetti avrebbero talune, anche motivi validi e legittimi. Alcuni dati sono ben visibili, da un lato la grave ingerenza degli USA e dell’Unione Europea in una questione tutta interna a un paese straniero, dove ovviamente l’obiettivo, nemmeno tanto nascosto in alcune dichiarazioni pubbliche è quello di sottrarre alla Russia un paese strategico nella rinata e moderna “guerra fredda” tra Ovest ed Est.  Basti pensare al gravissimo atto compiuto ai primi di dicembre, quando due tra i più importanti membri della politica statunitense, come John McCain e Victoria Nuland sono andati a Kiev nella piazza Maidan per dare il loro appoggio ai manifestanti; un atto definito anche da molti politici europei ed occidentali, non solo gravissimo ma lesivo della usuale diplomazia internazionale.

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Ecco il vero volto della protesta ucraina

 

Bande di neonazisti, pullman di dimostranti finanziati da Usa ed Ue. Tra falsi sondaggi e minacce politiche, ritorna la Guerra Fredda.


26 gennaio 2014


«Il "Wall Street Journal" ha pubblicato un sondaggio che mostra il consenso da parte degli ucraini nei confronti dei dimostranti di piazza Maidan. Secondo quel sondaggio, il 45 per cento sta dalla loro parte, mentre solo il 14 per cento resta fedele al presidente Viktor Yanukovich. Poi c'è il leader dei dimostranti, Vitaly Klichko. Lui sarebbe addirittura amato dal 56 per cento della popolazione.

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I programmi antisociali dell’opposizione politica ucraina rivelati da Wikileaks

Viktor Pynzenyk , ex ministro delle finanze e ora membro del partito di opposizione Oudar di Vitali Klitschko, ha spiegato nel 2010 all'ambasciatore americano che cosa erano disponibili a concedere  come nuovo governo per l’Europa:

    • Aumentare l'età pensionabile di due anni - tre anni

    • L'eliminazione del pensionamento anticipato

    • La limitazione delle pensioni per i pensionati che lavorano

    • La triplicazione del prezzo del gas per le famiglie

    • L'aumento dei prezzi dell'elettricità del 40 %

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Confessione sensazionale di Ibran Mustafic, veterano di guerra e politico bosniaco musulmano : abbiamo ucciso la nostra gente a Srebrenica

23 Gennaio 2014

Almeno 1.000 musulmani bosniaci di Srebrenica sono stati uccisi dai loro connazionali durante la fuga a Tuzla nel luglio 1995, perché c'erano liste di coloro a cui "deve  essere impedito di raggiungere la libertà, a qualsiasi costo", ha detto uno dei fondatori della SDA a Srebrenica, Ibran Mustafic.

 Ibran Mustafic è l'autore del libro "Caos pianificato ", nel quale alcuni dei crimini commessi dai soldati dell’Esercito ( musulmano ) della Bosnia-Erzegovina contro i serbi sono per la prima volta ammessi e descritti, così come il continuo illegale rifornimento occidentale di armi ai separatisti musulmani bosniaci, prima e durante la guerra, e ciò che è significativo, anche durante il periodo in cui Srebrenica era zona smilitarizzata sotto la protezione delle Nazioni Unite. Mustafic racconta dei conflitti tra musulmani e della dissolutezza generale del Comune governato dalla mafia , sotto il comandante militare bosniaco Naser Oric.  A causa delle torture di comuni cittadini nel 1994, quando Oric e le autorità locali vendevano gli aiuti umanitari a prezzi esorbitanti - invece di distribuirli alla popolazione - molti bosniaci fuggirono volontariamente da Srebrenica. "Coloro che hanno cercato la salvezza in Serbia , sono riusciti ad arrivare alla loro destinazione finale , e coloro che sono fuggiti in direzione di Tuzla ( governata dall’ esercito musulmano ) sono stati perseguitati " svela Mustafic .

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