Economia e Sociale in Corsica

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Nel momento in cui si organizza la mobilitazione contro una legge sul lavoro che mette in discussione le grandi acquisizioni del diritto del lavoro a svantaggio delle conquiste sociali e dei diritti dei salariati e mentre il presidente dell'assemblea di Corsica, Jean Guy Talamoni, ha proposto una concertazione con i sindacati sul grave problema dell'occupazione intorno a una carta sociale, bisogna ricordare il bilancio disastroso di un'economia imposta all'isola da 40 anni: una economia di non sviluppo di cui la maggioranza dei corsi, eccezion fatta per alcuni privilegiati che sfruttano il gioco arricchendosi, ne trae solo briciole e inconvenienti, in un quadro di povertà, precarietà e disoccupazione.

 

 

Nel 2012 le istituzioni si compiacevano dei dati ufficiali dell'occupazione in Corsica. L'isola veniva allora citata come una delle rare regioni francesi creatrice di impieghi e resiliente alla crisi economica mondiale.

Nel 2013 è stato necessario modificare la propaganda mediatica: la disoccupazione superava ogni record nell'isola, superando la media francese. La crisi ci ha raggiunto. Da allora, con la crisi che investe la Corsica, la disoccupazione ha conosciuto un aumento folgorante a dispetto della manipolazione dei dati per ridurne l'impatto. Infatti quest'anno persino durante la stagione estiva la disoccupazione non è diminuita e continua a rimanere superiore alla media francese, malgrado le briciole raccolte dal miraggio dell' investimento nel settore turistico.

 

 

La miseria e la precarietà in Corsica

Lavoratori poveri, madri sole, titolari di sussidi in aumento, senza contare i giovani esclusi, i pensionati, i disoccupati non censiti: la cifra di 50000 persone è probabilmente sottostimata poiché ci si appoggia soprattutto su statistiche realizzate nel mondo urbano.  I corsi dei villaggi rimangono non censiti  in quanto manifestano un certo pudore nel dichiararsi indigenti o in stato di bisogno. In effetti la stima di 60000 persone in situazione di precarietà sembra oggi più prossima alla realtà. Ajaccio conta più di 16000 persone viventi sotto la soglia di povertà di 917€ per mese su circa 65000 residenti circa. I servizi sociali e le associazioni caritatevoli(soccorso popolare, cattolico, croce rossa) sono inadeguati di fronte alla mole di richieste.

In base ai dati ufficiali vi sono circa 500 SDF censiti nell'isola, di cui molti arrivati negli ultimi anni alla ricerca di una vita migliore al sole e lontana dall'insicurezza delle strade nei grandi centri urbani francesi.

Gli impieghi precari, gli stages, il part time nella grande distribuzione, il non rispetto dei diritti dei lavoratori e della legislazione sociale, sono prassi corrente in un'economia “tutto-turismo” dove solo i “Tour operator” e le compagnie “Low Cost”,come la BTP (dipendente dai grandi gruppi e con pochi dipendenti fra i corsi), senza contare le imprese medio-piccole non corse in tale settore grazie alle seconde case destinate all'affitto e poco usate durante l'anno ottengono rendite da tale business, accentuando la dipendenza dell'isola dai grandi circuiti della distribuzione estera.

Così i giovani corsi, spesso in competizione con stranieri provenienti dall'Esagono, dai paesi del Maghreb o dell'Est, non possono che scegliere in maggioranza la disoccupazione, lavori dequalificati o l'emigrazione. Tuttavia i media ci rassicurano sullo sviluppo dell'isola.

Nel momento in cui le evoluzioni istituzionali occupano i dibattiti, non si deve dimenticare che senza una riflessione sulla realtà e sulle problematiche sociali dell'isola, mirante a soluzioni appropriate con una loro effettiva realizzazione, la costruzione della Corsica di domani non potrà avvenire in una società più giusta, più umana e soprattutto più solidale, con una maggiore giustizia sociale e una migliore ripartizione della ricchezza e dei benefici della nostra economia a vantaggio della maggioranza. Si accentueranno le ingiustizie sociali che dobbiamo individuare, denunciare e combattere oggi.

Nell'estate 2013 da 15 a 20000 stagionali sono arrivati nell'isola per cercare lavoro, in maggioranza francesi. In seguito si è aggiunta la filiera dei paesi dell'Est.

Al termine della stagione estiva gran parte di questi lavoratori rimangono nell'isola e si iscrivono al centro per l'impiego (amministrazione poco sensibile alla nozione di corsizzazione dell'occupazione a parità di competenze). Spesso i padroni e i dirigenti di impresa li incitano ad iscriversi al centro per l'impiego, promettendogli un'eventuale priorità d'assunzione nella bella stagione, nel settore turismo. Questi lavoratori stagionali che si aggiungono alle liste dei disoccupati locali sono orientati dal centro per l'impiego verso i servizi  e i circuiti di formazione , attivati per la formazione professionale dei giovani corsi in attesa di trovare opportunità migliori per installarsi stabilmente nell'isola, dove pensano che la miseria sociale sia più vivibile al sole.

L'immigrazione in Corsica , dati INSEE 1999

Nel 1999, sulla base dei dati statistici fonte INSEE, la popolazione immigrata, definita comel'insieme delle persone straniere nate all'estero ed entrate nel territorio nazionale nel corso dellaloro vita, era composta da 26000 persone in Corsica, con un tasso regionale del 10% (il tasso nazionale è del 7,4%). Una cifra che colloca l'isola al 2° posto dopo l'Ile de France.

I bambini nati in Francia da genitori immigrati, dunque di nazionalità francese, in Corsica superavano i 5000 nel 1999 in base ai dati forniti da INSEE. Tale indagine non registra i 26000 immigrati stranieri i naturalizzati (5000 bambini nati in Francia) e i clandestini.

Fra gli immigrati residenti in Corsica nel 1999, 5500, pari al 21% del totale, avevano ottenuto la cittadinanza francese. L'immigrazione nell'isola è essenzialmente mediterranea con una maggioranza di magrebini e soprattutto di marocchini (42% del totale contro il 12% a livello nazionale) che con 11000 persone formano la più grande comunità immigrata in Corsica, davanti agli italiani(4876) e ai portoghesi(3201). In Corsica gli uomini rappresentano il 57% della popolazione immigrata. Un bambino su cinque vive in una famiglia immigrata, più di 2/3 degli immigrati sono nell'età attiva (2/3 di operai) mentre il 23.8% sono disoccupati, 6 punti in più rispetto alla media francese.

E' poi seguita l'immigrazione dall'est Europa. Nel 2011 gli immigrati erano 27400, circa il 9% della popolazione, con una comunità marocchina maggioritaria e un forte aumento dei portoghesi.

Oggi nell'isola il numero degli immigrati si situa fra i 35000 e i 40000, in assenza di cifre  affidabili sull'immigrazione clandestina, vale a dire circa il 15% della popolazione.

La politica del Tutto-Turismo

Ecco il miracolo dell'economia turistica, il vitello d'oro: dopo che per quarant'anni è stato detto che la Corsica si sviluppava. Di certo a differenza degli anni '60 oggi c'è un'economia ma questa esclude dai suoi benefici e ricadute finanziarie la maggioranza  della popolazione che è in via di impoverimento.

Dopo gli anni del dopoguerra durante i quali numerose famiglie sono uscite dalla povertà consentendo ai propri figli di studiare, oggi ci si confronta nuovamente con difficoltà stringenti poiché i pensionati si trovano a dover aiutare i loro figli nella ricerca di un impiego o ad emigrare, soprattutto nei ceti medi.

In tale contesto la povertà si sviluppa tra giovani, pensionati e disoccupati, in presenza di disoccupazione record: 23000 disoccupati su una popolazione di 320000. L'accesso alla formazione, agli studi, all'impiego, agli alloggi sempre più inaccessibili ai corsi, giacché le seconde case nascono come funghi ma sono riservate a non residenti che affittano o rivendono. I corsi ricevono le briciole di tale non- economia mentre una società a due velocità si installa e una minoranza di famiglie corse condividono la rendita svolgendo una funzione di intermediari per società finanziarie. I piccoli agricoltori, commercianti, pescatori, artigiani e imprenditori soffocano di fronte ai grandi marchi che rafforzano la dipendenza dall'estero e negano ogni velleità di politica produttiva mentre la società corsa subisce sempre di più l'impresa mafiosa che regola il clima economico dell'isola di clientelismo e delinquenza.

Un'economia residenziale di non sviluppo.

Mentre i corsi sperimentano sempre più difficoltà a trovare una casa, anche in affitto, e non hanno praticamente più accesso, salvo un'élite privilegiata, alla proprietà immobiliare, il settore immobiliare, fra cui le seconde case, spesso occupate per alcune settimane da proprietari non corsi e affittate a prezzi esorbitanti durante la stagione estiva, è in forte crescita. L'INSEE ne censisce 70000 contro 125000 residenti.

Nel 1975 vi erano 70000 abitazioni principali per 10000 abitazioni secondarie. Le cifre parlano da sole. Il numero crescente di seconde case nell'isola è eloquente.

Aumento della disoccupazione.

La disoccupazione oggi è in crescita anche nel mese di Agosto in piena stagione turistica. Tuttavia per i media l'economia corsa si sta sviluppando da diversi anni. Al Novembre 2015 la sua progressione continua come risultato del sedicente sviluppo economico tutto-turismo imposto all'isola da 40 anni.

Nel Novembre 2014 il numero dei disoccupati iscritti al centro per l'impiego di categoria A raggiunge i 18400, in crescita del 3,5% nell'ultimo anno. Nell'Esagono il numero di disoccupati iscritti alla categoria A diminuisce dello 0,4%in rapporto alla fine novembre 2015.

Nel Novembre 2015 in Corsica il numero di disoccupati iscritti al centro per l'impiego in categoria A, B, C raggiunge i 22464, con un aumento annuale del 5,6%. Nell'Esagono i disoccupati di tali categorie aumentano dello 0,1%.

Nel Febbraio 2016 si registra un aumento sensibile del numero dei richiedenti impiego senza attività (categoria A) che raggiunge i 18432. L'insieme dei disoccupati equivale a 22316 iscritti in Corsica.

Una gioventù a rischio.

 In un quadro di urbanizzazione caotica collegata al modello di sviluppo tutto-turismo, con il venir meno di certi valori e la mancanza di riferimenti, molteplici flagelli colpiscono la gioventù: alcolismo, droga, delinquenza, precarietà, esclusione, mancanza di formazione. I servizi ufficiali evidenziano spesso la rilevanza anche di problematiche legate alla salute: obesità, alcolismo, epatite, AIDS.

Pseudo-crescita.

Nel Giugno 2014 la Corsica sarebbe in testa alla classifica della crescita economica secondo fonti INSEE: “in Francia dagli anni '90 la crescita del PIL è stata interrotta solo dalle recessioni del '93 e del 2008-9. Tale evoluzione si è declinata diversamente a seconda delle regioni”.

La Corsica risulterebbe la migliore con la più forte crescita negli ultimi 20 anni: “La sola regione a non aver subito recessione del PIL nel 2008-9, registra un aumento medio di 1,9 % negli ultimi 20 anni." Afferma inoltre l'INSEE: “la demografia favorisce la crescita delle relazioni atlantiche e mediterranee. Le diseguaglianze nei tassi di crescita regionali sembrano parzialmente collegate al tipo di attività di ciascuna regione”.

Si deve notare che questa demografia positiva nell'isola è dovuta ai nuovi arrivi dal 2000. Nei fatti questi nuovi residenti, una colonizzazione di popolamento in crescita, costituiscono il nuovo mercato interno dell'isola. Ciò che gli osservatori politicamente corretti non hanno evidenziato viene confermato dall'INSEE.

In un'intervista del 4 Giugno 2014,  Alexandre Bourgeois, capo del serviziostudi-Corse Matin, alla domanda: "L'INSEE si è interessata a un periodo di 20 anni che si ferma al 2011. Nel 2014 la crescita è sempre di attualità?", risponde così: "Questa indagine è una retrospettiva che consente di avere una visione strutturale del funzionamento dell'economia insulare. Non disponiamo di dati più recenti al riguardo. Il 2011 segna una netta flessione per l'isola con una crescita che si attesta al 1 % rispetto a una media del 2,3%. L'economia insulare si classifica da allora al 20° posto delle regioni metropolitane. Nella congiuntura presente, dal 2011, il PIL dell'isola cresce più lentamente e appare stagnante rispetto alla crescita media delle regioni dell'Esagono."

Ciò conferma quanto scritto nell'articolo pubblicato il 29 maggio 2014 in merito ai dati relativi alla disoccupazione nell'isola.

 

Poggioli Pierre  per Nutizie Nustrale 

Traduzione di Fabrizio G. per civg.it