L’arte della guerra

Annali della strategia Usa/Nato (1990-2015)

Con una nota introduttiva di Jean Toschi Marazzani-Visconti
e una prefazione di Alex Zanotelli


(Zambon ed., ottobre 2015, pp. 549, 18 €)

 



L’arte della guerra è il titolo di uno dei maggiori trattati di strategia militare di tutti i tempi, probabilmente il più antico, scritto dal cinese Sun Tzu, generale e filosofo, vissuto fra il VI e il V secolo. Questo classico della manualistica militare insegna che la guerra, di importanza fondamentale per lo Stato, deve essere combattuta, oltre che sul campo di battaglia, anche con le armi della politica e della diplomazia.
Inganno, corruzione, spionaggio, operazioni segrete, capacità di provocare contrasti tra gli avversari sono conseguenze da mettere in conto.
Assolutamente contemporaneo dopo venticinque secoli, il classico di Sun Tzuviene ancora studiato nelle accademie militari e nelle grandi scuole di business, conservando la sua tragica attualità.

Manlio Dinucci, tra i massimi osservatori italiani di geopolitica e geostrategia, tiene da decenni, sul quotidiano “il manifesto”, una rubrica settimanale denominata «L’arte della guerra» – in omaggio al testo classico di Sun Tzu –, dove commenta gli avvenimenti internazionali, attento a evidenziarne in specie le tattiche e le azioni belliche nascoste.

Nei suoi interventi, Dinucci non suggerisce soluzioni né indirizzi politici, ma fornisce, sulla base di informazioni di prima mano (la consultazione diretta di documenti del dipartimento di Stato americano, della Casa Bianca e della nato), analisi di grande pregnanza relativamente alla strategia militare degli Stati Uniti degli ultimi 25 anni e al ruolo assunto dalla nato in operazioni di sostegno e affiancamento.

La sistematizzazione cronologica, di questo poderoso materiale, cui sono stati aggiunti, in coerenza, contributi ulteriori, rivela una realtà inquietante, ossia come la Storia del nostro recente passato avesse già in sé il seme di quanto si sta verificando oggi.

Dalla prefazione:
Come scriveva il grande arcivescovo Raymond Hunthausen di Seattle neglianni Ottanta, in piena Guerra Fredda: «Noi con le nostre armi incutiamo terrore in milioni di esseri umani nel mondo, siamo terrificati al pensiero che la nostra nazione sia priva di una tale potenza. Abbandonare il nostro controllo sulla distruzione globale ci dà l’impressione di rischiare tutto […] Le armi nucleari proteggono i privilegi e lo sfruttamento. Rinunciare ad esse significherebbe che dobbiamo abbandonare il nostro potere economico sugli altri popoli. […] Sulla strada che seguiamo attualmente, la nostra politica economica verso gli altri Paesi ha bisogno delle armi nucleari. Abbandonare queste armi significherebbe abbandonare qualcosa di più che i nostri strumenti di terrore globale, significherebbe abbandonare le ragioni di tale terrore: il nostro posto privilegiato in questo mondo».
« Lo stile di vita del popolo americano non è negoziabile », aveva detto negli anni Novanta Bush senior. Se il nostro stile di vita non è negoziabile, non ci rimane che armarci fino ai denti e fare guerre. Ed è questo lo spettacolo drammatico a cui stiamo assistendo: dall’Ucraina allo Yemen, dalla Siria alla Libia, dall’Iraq all’Afghanistan. Purtroppo il Pianeta Terra non sopporta più questo sistema economico-finanziario protetto da una spaventosa militarizzazione.
«Il ritmo di consumo, di spreco e di alterazione del Pianeta – afferma Papa Francesco nel suo splendido Laudato Si’ – ha superato la possibilità del Pianeta, in maniera tale che lo stile di vita attuale, essendo insostenibile, può sfociare solamente in catastrofi come di fatto sta già avvenendo periodicamente in diverse regioni» (161). E aggiunge: «Mai abbiamo maltrattato e offeso la nostra casa comune come negli ultimi due secoli»(53).

Manlio Dinucci, geografo e politologo, ha vissuto e lavorato a Pechino negli anni Sessanta, contribuendo alla pubblicazione della prima rivista cinese in lingua italiana. Sulla base di tale esperienza ha pubblicato, con Mazzotta editore, La lotta di classe in Cina - 1949-1974 (1975) ed Economia e organizzazione del lavoro in Cina (1976). Negli anni Ottanta, ha diretto la rivista “Lotta per la pace” (nata dall’«Appello contro l’installazione dei missili nucleari in Italia», lanciato nel 1979 da Ludovico Geymonat e altri) ed è stato direttore esecutivo per l’Italia dell’International Physicians for the Prevention of Nuclear War, associazione vincitrice del premio Nobel per la pace nel 1985. Coautore, con il premio Nobel per la Medicina Daniel Bovet, di Tempesta del deserto - Le armi del Nord, il dramma del Sud, con la presentazione di Ernesto Balducci (Edizioni Cultura della Pace 1991). Con la stessa casa editrice ha pubblicato Hyperwar - Dalla “iperguerra” del Golfo alla Conferenza sul Medio Oriente (1991) e La strategia dell’impero - Dalle direttive del Pentagono al Nuovo Modello di Difesa (1992), scritto con Umberto Allegretti e Domenico Gallo e presentato da Raniero La Valle. Ha scritto Il potere nucleare - Storia di una follia da Hiroshima al 2015 (Fazi 2003), e, insieme con Alberto Burgio e Vladimiro Giacché, Escalation - Anatomia della guerra infinita (DeriveApprodi 2005). Collabora con la storica casa editrice Zanichelli per i testi scolastici di geografia umana.

Per Info o avere il libro: scrivere a info@civg.it