Il grido dei siriani: “Resteremo nel nostro Paese! Non molleremo mai!”

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28 settembre 2015

Intervista a Naman Tarcha, che oltre ad essere un giornali­sta è anche un ricercatore ed esperto in mass media arabi, oltre a collaborare con diversi canali TV italiani

La popolazione di Aleppo è sotto assedio dal 2012, ma resiste fiera­mente. Com’è la vita di tutti i giorni?

“Ad Aleppo, dove c’è tuttora la mia famiglia, si vive sotto assedio dei ri­belli/ terroristi moderati, quelli per intenderci appoggiati dai governi europei, che occupano una parte del centro storico, da dove partono tutti i giorni razzi e mortai sulle zone re­sidenziali, sotto il controllo del go­verno. Negli ultimi giorni questi attacchi si sono intensificati, tante vittime, famiglie intere, anziani, donne e bambini, ma che la mac­china mediatica non cita né men­ziona. Il giorno dopo della tragica morte del bambino annegato, sono rimasti uccisi in un attacco dei ter­roristi 13 bambini, ma sui nostri media nessuna notizia. Anzi se si parla di queste vittime, si tende a dire che vivono sotto i bombarda­menti di Assad, ingannando il let­tore. La vita quotidiana è la questione più grave, i ri­belli continuano a colpire le centrali elettriche e idri­che, lasciando gli aleppini senza corrente e senza acqua, per mesi. Le zone più colpite dai terroristi sono il centro i quartieri cristiani e i quartieri della borghesia sunnita, per costringere i civili a lasciare e andarsene. Tante famiglie sfollate nelle zone monta­gnose di Kafroun, dove tanti ave­vano già parenti e case vacanze, e fanno avanti e indietro. Tanti invece hanno scelto di restare. La vita con­tinua, da poco é iniziata la scuola e le mamme mandano i loro bambini a scuola, sfidando il terrore e la morte. È la nostra risposta come mi disse una mia amica…”Non molle­remo mai!”.

I cristiani non hanno abbando­nato la città nonostante il rischio di sterminio…

“Tanti siriani sopratutto i cristiani, si sentono abbandonati, e perfino tra­diti da una Europa ipocrita, che versa lacrime di coccodrillo su 4 mln di profughi siriani, ma fa finta di nulla davanti a 7mln di sfollati, accolti in altre città siriane, un’Eu­ropa miope che piange i siriani, ma continua ad imporre agli stessi un embargo, che priva loro anche di materie di prima necessità, e san­zioni che massacrano i siriani e im­pediscono il governo ad sostenere le famiglie che hanno perso tutto. Mal­grado ciò Damasco continui ad am­ministrare il Paese, alla faccia di quelli che dicono che la Siria non ce più, c’è…ec­come! Senza la pensione, che dopo 4 anni di guerra il governo continua a ver­sare, mia madre sarebbe ri­masta per strada, visto che i governi europei impedi­scono di mandare aiuti.”

Crisi rifugiati, l’Europa si sveglia solo ora…

“L’emergenza rifugiati, era prevedi­bile, mi meraviglio delle dichiara­zione di stupore dei nostri politici. Chiaro che tanti siriani, dopo 5 anni di terrore, hanno perso la speranza di una soluzione o di una via di uscita, ma da notare che la maggior parte di questi arriva non dalla Siria, ma dai campi profughi in Tur­chia, e dalle zone controllate dai ri­belli e dallo Stato islamico.
La cosa più grave, nell’ipocrisia dei governi in Occidente, che discutono, litigano è che tentano di trovare una soluzione non alle cause, ma alle conseguenze di una crisi, fomentata da loro, dove diversi governi europei sono coinvolti direttamente. Bisogna dire inoltre a proposito della sicu­rezza e della minaccia del terrorismo, oltre al traffico di esseri umani, c’è chi approfitta della situazione e si spaccia per siriano, con documenti e passaporto siriano falsi, come é stato documentato in diversi casi: l’ultimo quello della giornalista olandese che é riuscita a procurarsi un passap­orto siriano contraffatto, con la foto del premier olandese, a soli 750 euro in 40 ore. Il problema che verificare l’identità e le generalità, dei siriani sarebbe impossibile, in assenza di co­ordinamento e cooperazione, consi­derando l’interruzione dei rapporti diplomatici con damasco, e la chiu­sura delle ambasciate siriane in Eu­ropa.”

Come iniziare il processo di pace?

“Non si può iniziare un processo poli­tico, prima di affrontare il terrorismo. Siamo ormai davanti ad un bivio nella crisi siriana, fallito il tentativo del cambio di regime ora bisogna agire subito e fermare il terrorismo, che minaccia il mondo intero. Come sostenevano i siriani,è necessario bloccare i rifornimenti e i finanzia­menti ai terroristi, bloccare la loro espansione. Salvare i civili intrappo­lati nelle zone controllate da loro è imperativo. Terrorismo inteso non solo IS, ma anche della lunga serie di gruppi armati, tutti di matrice isla­mica, sotto vari nomi, da AlNusra fi­liale di AlQaeda al fronte islamico dei sauditi e le milizie messe in campo dal Qatar e dalla Turchia. Oggi diversi governi, stanno rive­dendo le loro posizioni su Damasco, l’ultima, del Ministro degli Esteri francese, che dal 2012 ripeteva che Assad deve andarsene, e oggi so­stiene che chiedere ad Assad di an­dare via, come precondizione, sarebbe irrealistico.”

Gli USA hanno fallito, cosa ti aspetti dalla Russia?

“Ripeto il Presidente non é mai stato un problema per i siriani, e non é accettabile che altri governi dettino le loro scelte e decidano al nostro posto chi ci debba governare. Non siamo ad un programma TV dove ognuno deve dire la sua, ma é una questione che riguarda il popolo si­riano, ma forse proprio questa scelta, attraverso il voto, é quella che teme l’Occidente.
Siamo in una fase nuova, dettata dai cambiamenti e i nuovi equilibri in medio oriente, il coinvolgimento di­retto di Mosca nella crisi siriana, il ritorno dell’Iran sulla scena mon­diale, e l’Europa divisa tra le mi­nacce dello Stato islamico e l’emergenza rifugiati e l’incapacità degli Usa di trovare una via d’uscita. La Coalizione americana contro l’ISIS è immobile: in più ha all’interno paesi che da una parte sostengono e finanziano il terrori­smo e dall’altra dichiarano di vo­lerlo combattere. Decine di raid inutili, che hanno portato solo al­l’espansione dei terroristi dello Stato islamico.
I legami tra Mosca e Damasco non sono mai stati un segreto, anzi si sa che l’unica base russa in Medio oriente si trova in Siria, allora di cosa si stanno scandalizzando i ben pensanti? Vogliamo contare le basi militari americane sul territorio eu­ropeo? Riprendo la domanda logica che ha fatto l’ambasciatore siriano presso l’Onu: chi ha stabilito che gli Usa possono bombardare ISIS e la Russia No?!?”

FP - da Siriapax