Risultati e conclusioni della tavola rotonda: "Per non dimenticare - NON nella NATO"

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Belgrado, 23 marzo 2015

 

L’Aggressione della NATO contro la Serbia (RFJ) nel 1999, è un crimine contro la pace e l'umanità, un crimine i cui autori non sono stati assicurati alla giustizia.

Quest’aggressione è stata l’ introduzione della strategia di interventismo globale della NATO nella più dura violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale e del ruolo delle Nazioni Unite, in particolare, il Consiglio di Sicurezza. Così, nel settore cruciale della pace e della sicurezza, la NATO ha usurpato il ruolo delle Nazioni Unite.

 

La NATO ha dimostrato un nuovo principio: laddove la legge rappresenti un ostacolo per il raggiungimento dei suoi obiettivi di conquista, la legge deve essere rimossa.

I relatori e tutti i partecipanti alla tavola rotonda hanno valutato all'unanimità che la NATO, in quanto alleanza imperialista aggressiva, non ha rappresentato una soluzione in nessuna parte del mondo, ma piuttosto un fattore di conquiste, collaboratore di divisioni e conflitti, laceratore di stati, seminatore di un caos "controllato" (Afghanistan, Iraq, Siria, Yemen, Libia).

L'Assemblea ha espresso una decisa opposizione all'ingresso della Serbia nel sistema militare della NATO con l’accettazione del "Piano d'azione di Associazione individuale", valutando questo documento come il colpo più grave alla sovranità, libertà e dignità della nazione, come l'abbandono dello status di neutralità militare, e l'atto di cessione del destino del paese nelle mani della NATO.

Con l’abilitazione a regolare non solo le questioni militari, ma anche tutti i settori della vita economica, culturale, informativa e sociale in generale, questo IPAP è l’incarnazione del concetto militarista, autoritario e imperialista della NATO. Le spiegazioni ufficiali, l'obiettivo di pacificare e indurre in errore il pubblico, sono stati valutati come assolutamente irresponsabili, sprezzanti e indecenti. I partecipanti hanno fatto riferimento  alla richiesta dell’ IPAP di finalizzare il processo di privatizzazione, concludendo che tale richiesta rivela la vera natura della NATO come  leva del capitale sociale multinazionale, il cui obiettivo è quello di stabilire il controllo completo sulle risorse economiche, naturali e umane nel mondo.

L'assemblea ha inviato un appello unanime alle autorità per sospendere i preparativi delle vendite di Telekom, EPS,  PKB, Assicurazioni Dunav,  miniere, terreni agricoli, le acque, e altre ricchezze nazionali. Un settore pubblico solido, in qualsiasi paese, funge da pilastro della democrazia, l'indipendenza del Paese, e la cura per il futuro. La questione è stata sollevata – Cosa resta della libertà e della democrazia, se tutte le risorse economiche, finanziarie e naturali vengono consegnate nelle mani delle multinazionali dei paesi occidentali? Che cosa resterebbe da amministrare alla Serbia?

 

 

L’aggressione NATO del 1999 e la creazione del campo militare "Bondsteel" in Kosovo e Metohija sono state il ​​primo passo per l'attuazione pratica della strategia di conquista della NATO in Oriente, la sua dislocazione ai confini russi, e l’inserimento di un cuneo nei rapporti tra Europa e Russia. La guerra civile in Ucraina è il corollario della strategia di espansione della NATO verso est.

La NATO e i leader di alcuni dei suoi stati membri hanno pubblicamente ammesso che l'aggressione del 1999 era stata perpetrata in violazione del diritto internazionale e del ruolo del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. La NATO e gli Stati membri sono quindi tenuti a risarcire il danno di guerra alla Serbia (RFJ) per un importo di 100 miliardi di dollari.

 

 

Il Presidente della Serbia, Tomislav Nikolić, nel discorso del suo ultimo anno a Uzice, in occasione della Giornata Nazionale dell’Indipendenza, ha reso pubblica la richiesta per il risarcimento dei danni di guerra provocati dall'aggressione della NATO. Ciò presuppone che il governo della Serbia dovrebbe adottare idonee misure concrete al fine di presentare ufficialmente questa iniziativa sollevata pubblicamente dal Presidente della Repubblica a nome della nazione, alla NATO e ai suoi membri, e di avviare i relativi  negoziati.

Un appello è stato fatto alle autorità competenti per avviare le attività atte a stabilire il numero esatto e i nomi delle vittime civili dell’aggressione NATO.

Un appello è stato fatto alle autorità competenti per stabilire, in collaborazione con esperti e istituzioni scientifiche, le conseguenze dell'uso di armi con l'uranio impoverito e per adottare misure adeguate al fine di eliminare l’enorme preoccupazione dell’opinione pubblica riguardo l’esponenziale incremento dei tumori e delle deformità nei neonati, in particolare in Kosovo e Metohija, al fine di tutelare la salute delle persone da ulteriori tragiche conseguenze.

La risoluzione 1244 e la Costituzione della Serbia sono la base duratura per una soluzione solo pacifica e politica dello status della provincia del Kosovo e Metohija. Nessuno ha il diritto di sottovalutare, violare, o sostituire questa base. Nessuno ha il diritto di negoziare i diritti che la Serbia ha in Kosovo e Metohija come parte integrante del territorio dello Stato serbo, in cambio di eventuali interessi a breve termine, dal momento che questo equivarrebbe a minare la Serbia come stato.

Le istituzioni di governo della Serbia sono invitate a richiedere tempestivamente soddisfazione di tutti gli obblighi nei confronti della Serbia, come stabilito alla risoluzione 1244, e, in particolare, quanto segue:

- Libertà e ritorno sicuro di 250.000 serbi e non albanesi in Kosovo e Metohija, nel più breve tempo possibile,

- Ritorno di contingenti specifici di militari serbi e della polizia di Kosovo e Metohija

- La ricostruzione economica della Serbia, come stabilito nella risoluzione 1244,

- Il completamento della bonifica di aree in cui la NATO aveva usato armi con uranio impoverito, a spese degli Stati membri della NATO,

- La disattivazione degli ordigni inesplosi della NATO - bombe aeree, bombe a grappolo e altri ordigni, a carico dei paesi membri della NATO.

Infine, L’Assemblea ha richiesto la ricostruzione rapida e il completamento del "Fuoco Eterno", Monumento alle vittime dell'aggressione NATO, nel Parco dell’Amicizia, Ušće, Novi Beograd.

Relatori e partecipanti della tavola rotonda inviato l'appello alle istituzioni competenti affinchè non vengano utilizzati i fondi della Repubblica in bilancio per finanziare chiunque agisca in contrasto con gli interessi nazionali e statali, e, in particolare, coloro che sostengono il riconoscimento della Provincia forzatamente invasa del Kosovo e Metohija, e coloro che sostengono l'abbandono della politica di neutralità militare del paese.

 

 

Belgrado, 23 marzo 2015 - Traduzione di Paola M. per Forum Belgrado Italia