Ultimo discorso di Slobodan Milosevic rivolto a russi, ucraini e bielorussi

Facciamo girare queste premonitrici parole del Presidente di Jugoslavia e Serbia, perché sono di assoluta attualità; in queste poche righe e nei 70 secondi del video c’è la sintesi delle dinamiche di aggressione e devastazioni dei paesi non sottomessi, a cui stiamo assistendo negli ultimi vent’anni e un messaggio profondo, quello dell’unica possibilità di sopravvivere per i popoli: l’UNITA’.

Milosevic indica in questa valenza, l’essenza della resistenza, al di là di differenze e distinzioni ideologiche. Come è stata l’esperienza e la lunga battaglia di resistenza alla NATO e all’occidente aggressore, del suo popolo, per difendere la propria indipendenza, la propria sovranità, la propria patria. Essi usano le stesse metodologie e schemi operativi, dall’Afghanistan all’Iraq, dalla Jugoslavia alla Serbia, dalla Libia alla Siria, oggi  l’Ucraina: Divide et impera!

Ma già altri paesi sono nel mirino. Che riescano i popoli iracheno, libico, siriano, serbo e ucraino, a costruire e forgiare l’unità popolare, al di là di fazioni, differenze o credi religiosi, forse così potranno resistere alle aggressioni esterne della propria terra e patria.

" Russi!  Questo mio appello è per  tutti i  russi, agli abitanti di Ucraina e Bielorussia, che nei Balcani sono  anche considerati russi. Guardate noi  e ricordate: con voi faranno  la stessa cosa quando sarete divisi e deboli. L’occidente è un cane pazzo che vi afferrerà  per la gola. Fratelli, ricordate il destino della Jugoslavia! Non consentite  di fare lo stesso con voi! A cosa vi serve l’Europa, russi? E difficile trovare un altro popolo autosufficiente come voi. E’ l’Europa che ha bisogno di voi, non viceversa. Siete cosi tanti: tre paesi, ma non siete uniti. Avete tutto nei vostri paesi: tanta terra, risorse energetiche, carburanti, acqua, scienza, industria, cultura. Quando noi avevamo la Jugoslavia ed eravamo uniti, ci sentivamo una potenza enorme, capace di smuovere montagne. Adesso per colpa della nostra stessa stupidità, dei nazionalismi, della riluttanza ad ascoltarsi a vicenda, la Jugoslavia non esiste più, e noi siamo solo dei brufoli  sulla mappa politica dell’Europa, nuovi  mercati  per le loro cianfrusaglie costose e per la “democrazia americana”.