Deposizione del Generale Fraser all'Aja, uno spettro circa la guerra in Bosnia

  • Stampa

Deposizione del Generale Fraser all'Aja, uno spettro circa la guerra in Bosnia

 

Secondo il Generale canadese David Fraser, ex comandante UNPROFOR della città di Sarajevo: “…le forze musulmane di Sarajevo si sono rese responsabili di sparare sui propri civili, in modo pianificato, e noi, come forze dell’ONU, abbiamo protestato presso le autorità della città per denunciare tutto questo, ma senza esiti…”.

Nella sua testimonianza all’Aja, sentito come testimone al processo contro l‘ex Presidente serbo Karadzic, questo e molte altre “verità scomode e nascoste” sono emerse, che mettono in discussione nei fatti tutta la lettura occidentale dei tragici avvenimenti accaduti nella capitale bosniaca durante la guerra. Il generale ha anche dichiarato di aver saputo che membri francesi dell’Unprofor erano in possesso di video di cecchini musulmani che sparavano sulla propria gente, ma non li ha visti direttamente. Ha aggiunto che ripetutamente aveva chiesto alla leadership serba di non attaccare unità militari musulmane collocate vicino a siti civili, che avrebbero causato la morte di persone innocenti e anche di allentare i rigidi controlli dei convogli umanitari che entravano nella città, ma che i serbi sostenevano che attraverso quei convogli entravano anche le armi e che avrebbero intensificato sempre di più i controlli, ma questo causava ritardi nelle consegne degli aiuti alla popolazione che ne aveva un gran bisogno.

Alle persone intellettualmente oneste ed indipendenti, un ulteriore documento per costruire una fattuale e corretta lettura di quegli anni, che hanno provocato danni umani e materiali irreparabili per la popolazione civile, come sempre vittima dei “grandi giochi” ed interessi esterni, ai loro.

 A cura del Forum Belgrado Italia

 

 

La deposizione del Generale Fraser all’Aja :

uno spettro circa la guerra in Bosnia.

 

di Marcus Papadopoulos, (Morning Star Londra)

 

Un ex funzionario delle Nazioni Unite ha fatto un’importante rivelazione durante la sua testimonianza al processo contro l'ex leader serbo-bosniaco Radovan Karadzic all'Aia, che, forse non sorprendentemente, non ha ricevuto molta ( in effetti, nessuna…) copertura nei media occidentali.

Giornali, riviste, televisioni e radio del Nord America e dell'Europa occidentale sono stati risolutamente pro-islamici e anti-serbi nell’esposizione delle prove e delle contraddizioni dei Balcani.

Ma le prove offerte dal generale delle Nazioni Unite, che era stato chiamato, per ironia della sorte, come testimone dell'accusa, sono state straordinarie.

Ha dichiarato, sotto giuramento, che durante la guerra civile in Bosnia, forze musulmane bosniache hanno sparato sui loro civili a Sarajevo per poi incolpare i Serbi di queste atrocità.

La rivelazione del generale David Fraser, che era assistente militare della forza di protezione delle Nazioni Unite (UNPROFOR) e comandante del settore Sarajevo da Aprile 1994 a Maggio 1995, ha naturalmente il potenziale per diventare un vaso di Pandora per l'Occidente - se fosse ampiamente riportato dai media.

A rischio è l'immagine del governo bosniaco musulmano come un'autorità innocente e pacifica, una percezione favorita e diffusa non solo da parte dei governi occidentali, ma anche dai giornalisti occidentali e dalle agenzie di Pubbliche Relazioni occidentali- che nei fatti, viene messa in seria discussione.

La testimonianza di Fraser indebolirebbe anche la base fondante, per i bombardamenti della NATO sui Serbi Bosniaci nel 1994 e 1995.

Sotto interrogatorio di Karadzic, Fraser ha detto di aver sentito dire da altri soldati delle Nazioni Unite che l’ esercito musulmano della Bosnia-Erzegovina aveva impiegato degli appositi cecchini per colpire i bambini musulmani della capitale bosniaca e dare la colpa di queste uccisioni alla parte serba.

"Una protesta è stata presentata contro i musulmani per questo tipo di azioni", ha detto.

Per quanto riguarda il bombardamento di Sarajevo, Fraser fa riferimento a un incidente dove le Nazioni Unite hanno stabilito che i colpi di mortaio sparati contro i civili musulmani, in una zona chiamata Skenderija in realtà provenivano da forze musulmane.

"Sembrava che l'intento dei musulmani fosse quello di provocare più vittime possibili e di incolpare i serbi per questi attacchi."

Fraser ha anche ricordato che una pratica deliberata delle forze bosniaco musulmane a Sarajevo, era di impiegare mortai mobili adiacenti alle posizioni sensibili, come le installazioni delle Nazioni Unite e gli ospedali, e da lì sparare sulle posizioni serbe al fine di "provocare una risposta/reazione dai serbi".

Ha citato l'esempio di come un mortaio ha sparato dall’ospedale di Kosevo e ha aggiunto: " Protestammo contro i musulmani per l’uso di armi che sparavano da luoghi vicini a luoghi come ospedali o l'uso di strutture armate mobili, perché si stava cercando di sollecitare una risposta non contro il bersaglio militare, ma per produrre danni collaterali che erano inaccettabili. "

Tornando all’infame "Viale dei cecchini" - un tratto di 200 a 300 metri vicino la caserma del Maresciallo Tito nel centro di Sarajevo - Fraser ha detto che i fatti che si sono verificati lì "… hanno politicamente beneficiato" la parte musulmana.

Dopo questa affermazione, insieme a quella che, Fraser aveva testimoniato che i generali serbi a Sarajevo erano "intelligenti", Karadzic ha chiesto perché le alte sfere delle forze armate serbe, avrebbero consentito ai loro cecchini di sparare sui civili lungo il "Viale dei cecchini", quando di tutto questo avrebbe beneficiato la parte musulmana.

La risposta Fraser arriva dopo una pausa di riflessione.

"Voglio riaffermare che il corpo dei comandanti serbi ha sempre dimostrato un alto grado di professionalità, d'intelligenza, di esperienza e di controllo sulle proprie forze.

"E, come detto, avevano il controllo delle azioni di quello che succedeva lì. Quindi, anch’io mi sono posto questa domanda :… Perché qualcuno che ha dimostrato capacità di comando e controllo, consente in questo settore, azioni tattiche militari che sono in realtà beneficio politico per l'altra parte? Voglio dire, non erano persone stupide. "

La testimonianza di Fraser in merito alle azioni compiute dalle forze musulmane bosniache nei confronti del loro popolo, contribuisce a gettare un'ombra scura sopra la storia accettata in Occidente, relativa al perché la Bosnia è caduta in una guerra civile e relativa agli eventi che si sono verificati lì durante i tre anni di conflitto.

Gli aspri combattimenti che travolsero la Bosnia è stato il prodotto della politica Stati Uniti, che spingendo il Presidente musulmano bosniaco Alija Izetbegovic a dichiarare unilateralmente l'indipendenza, avevano così il raggiungimento dei loro vantaggi geostrategici ottenuti da questo sviluppo.

Ma la comunità serba della Bosnia, aveva come disse l’ex segretario di Stato USA, Colin Powell: "…ottimi motivi per essere preoccupati di essere in un paese dominato da musulmani".

Era inconcepibile che i serbi avrebbero accettato di vivere in una Bosnia indipendente guidata da un governo solamente musulmano e non avrebbero cercato di resistere a questo con la forza.

Un fattore importante per spiegare perché gran parte dell’opinione pubblica occidentale, ha una visione negativa dei serbi durante la guerra in Bosnia è stato a causa di come i giornalisti occidentali hanno esposto il conflitto.

Come il comandante UNPROFOR in Bosnia l’ex generale Sir Michael Rose ha detto: "La comunicazione e l’interpretazione di alcuni membri del corpo stampa a Sarajevo è diventata talmente contigua, identificandosi addirittura, che si è praticamente trasformata in una macchina della propaganda del governo bosniaco."

Con la maggior parte dei giornalisti occidentali dalla loro parte, le autorità musulmane bosniache hanno approfittato di ciò, arrivando a concertare l'uccisione della propria gente a Sarajevo e poi hanno dato la colpa ai serbi, sapendo che la stampa straniera avrebbe attribuito le loro azioni alla parte serba.

Commentando questo, l'ex vice comandante in capo del Comando europeo degli Stati Uniti il generale Charles G. Boyd ha detto: " Nessun osservatore veterano e indipendente in Sarajevo, dubita minimamente che le forze musulmane hanno avuto un loro interesse nel colpire obiettivi amici. "

Quelle descritte come atrocità serbe sono state usate dall'ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, come pretesto per i bombardamenti NATO dei Serbi di Bosnia nel 1994 e 1995, effettuati per ottenere una base di Washington in una zona strategicamente fondamentale in Europa, e per impedire alla Russia di avere un’influenza in futuro nella regione, in quanto la Russia è una storica alleata dei serbi.

Molti commentatori ritengono che una riconsiderazione significativa di quello che è successo precedentemente e durante la guerra civile bosniaca sia urgente e necessaria.

Le origini del moderno unilateralismo degli Stati Uniti, in parallelo alla crescia del fondamentalismo islamico oggi nei Balcani e un'influenza pericolosa che esercitano i mezzi di comunicazione in materia di politica, hanno trovato terreno d’uso e radici nel conflitto bosniaco.

Fino a che una tale riconsiderazione non si verificherà, il mondo continuerà ad essere un luogo pericoloso in cui vivere.

La guerra civile bosniaca, che durò dal 1992-1995, ha visto il peggiore combattimento in Europa dalla fine della seconda guerra mondiale.

Contrapposte tra di loro sono state le tre principali comunità etniche che componevano la Bosnia: i musulmani bosniaci, i serbi bosniaci e i croati bosniaci. Le comunità musulmane e serbe insieme rappresentano quasi i tre quarti della popolazione della Bosnia.

I crimini di guerra e di pulizia etnica sono stati commessi da tutte le parti durante il conflitto.

I combattimenti in Bosnia hanno avuto termine con l'accordo di Dayton, firmato a Dayton, Ohio, nel novembre 1995.

La guerra in Bosnia ha seguito le guerre in Slovenia e Croazia, che hanno segnato la rottura della Repubblica socialista federativa di Jugoslavia.

La Jugoslavia è stata governata per 35 anni dal leader comunista Josip Broz Tito fino alla sua morte nel 1980. Sotto la sua amministrazione, la Jugoslavia aveva perseguito un corso indipendente durante la guerra fredda ed è stato uno dei membri fondatori del Movimento dei Non- Allineati.

Mediante una rigida regolamentazione statale, Tito aveva tenuto il mosaico di gruppi etnici in Jugoslavia insieme, sotto lo slogan dell’ "unità e fratellanza".

Oggi esistono sette paesi, nati dalle ceneri della vecchia Yugoslavia : Serbia, Croazia, Bosnia, Slovenia, Macedonia, Montenegro e Kosovo.

 

Da Morning Star, Gran Bretagna - 18 Novembre, 2010

Traduzione di Roberta A. per Forum Belgrado Italia