“Resisti o popolo mio. Resisti loro”, lirica di Dareen Tatour, poetessa palestinese contro ogni forma di abuso e violazione dei diritti umani

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Dopo la pubblicazione della sua poesia  Resist My People, Resist Them nel 2015, e altri post sui social media, Tatour era stata condannata da un tribunale israeliano per “Incitamento alla violenza e al terrore” e “sostegno a un’organizzazione terroristica”. Era stata condannata a 5 mesi di carcere ed era entrata e uscita dagli arresti domiciliari e dalle aule di tribunale per tre anni. Nonostante ciò, ella ha continuato comunque a scrivere e pubblicare suoi lavori.

Una poesia che può mandarti in prigione è una poesia potente.

Uno stato minacciato da una poesia è uno Stato immorale.

  

 

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“Resisti popolo mio. Resisti loro.

Ho avuto le mie ferite a Gerusalemme e ho affidato il mio dolore a Dio.

E messo nel palmo delle mie mani, l’idea di una Palestina araba.

Non soccomberò alla “soluzione pacifica”,

né mai abbasserò la bandiera del mio paese, né i suoi colori.

Resisti o popolo mio, resisti loro

Fino ad espellerli dalla nostra patria e metterli in ginocchio per il tempo a venire.

Resisti all’aggressione dei colonizzatori e segui la carovana dei martiri,

strappa la vergognosa costituzione, che ci impone umiliazioni incessanti

e  ci proibisce di ripristinare i nostri diritti, la giustizia.

Hanno bruciato bambini innocenti.

Per quanto riguarda Hadeel, le hanno sparato in pubblico,

L'hanno uccisa in pieno giorno.

Resisti o popolo mio, resisti loro.

Resisti all’assalto dei coloni,

ignora i loro seguaci in mezzo a noi

che ci hanno incatenato con l’illusione della pace.

Non abbiate paura dei loro carri armati Merkava

la verità nel tuo cuore è più forte, finché resisti in una terra

che ha vissuto grandezza e vittoria.

Ali chiama dalla sua tomba:Resisti o mio popolo ribelle,

Scrivimi in prosa sul legno di agar, avrai nei miei ricordi.

Resisti, popolo mio, resisti”.

 

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A cura di SOS Palestina/CIVG – Luglio 2025