Cina Notizia - Giugno 2025

 

Immagine che contiene testo, grafica, cartone animatoDescrizione generata automaticamente

 

Giugno 2025

 

A cura dell’Osservatorio Italiano sulla Via della seta/CIVG, sezione italiana del Silk Road Connectivity Research Center di Belgrado. t

 

 

 

In questo Cina-Notizie si propone un’importante notizia legata all’innovazione e alla ricerca nel campo dell’energia da parte della Repubblica Popolare cinese: l’attivazione del primo reattore nucleare al Torio.

Gli altri articoli riguardano invece la proposta CINA-BRICS+di un modello di cooperazione globale fondato su sovranità e sviluppo condiviso e l’apertura di alcuni siti millenari della Via della Seta nella regione dello Xinjiang. Questa scelta di conservare e valorizzare il patrimonio storico-archeologico offre nuove opportunità alle persone e ai popoli desiderosi di esplorare e, forse, di continuare a coltivare quegli scambi dialogici e reciprocamente arricchenti tra civiltà, in particolare tra Oriente e Occidente, nel solco di un percorso millenario.

Per chi volesse approfondire, invece, la transizione energetica e la rivoluzione elettrica cinese si segnala questo articolo di Claudio Conti, pubblicato dalla rivista Contropiano il 14 maggio 2025: Come Xi ha innescato la rivoluzione elettrica della Cina.

 

 


Nucleare: la Cina ha appena acceso il primo reattore al torio al mondo che potrebbe cambiare tutto

 

Nel deserto del Gobi, la Cina sperimenta con successo un reattore nucleare al torio e sali fusi. Sicuro, sostenibile e con meno scorie: una svolta che potrebbe rivoluzionare il futuro dell’energia pulita a livello globale.

Di Ilaria Rossella Pagliaro - 22 Aprile 2025

 

Cina reattore torio sali fusi

Nel cuore arido del deserto del Gobi, tra le dune e il silenzio, la Cina ha scritto una nuova pagina nella storia dell’energia pulita. È stato infatti acceso il primo reattore nucleare al mondo alimentato a torio e sali fusi, una tecnologia sperimentale che promette di ridurre drasticamente i rischi dell’energia atomica tradizionale. Si chiama TMSR-LF1, si trova nei pressi della città di Wuwei, nella provincia di Gansu, e rappresenta un grande passo avanti verso una produzione energetica più sostenibile, sicura e priva di emissioni climalteranti.

Come funziona il reattore cinese a sali fusi e torio: energia pulita, pressione atmosferica e rifornimento continuo

Immagine che contiene testo, Minerale, roccia, cartelloIl contenuto generato dall'IA potrebbe non essere corretto.

Questo reattore sperimentale ha una potenza termica di 2 megawatt e non assomiglia per nulla ai grandi impianti nucleari a cui siamo abituati. Funziona grazie a una miscela liquida chiamata FLiBe, composta da fluoruro di litio e fluoruro di berillio, in cui sono disciolti torio e uranio HALEU (a basso arricchimento ma ad alta concentrazione). Il tutto avviene a pressione atmosferica, il che significa senza bisogno di contenitori ad alta pressione, con un impatto positivo sia sulla sicurezza che sull’ambiente.

Un altro elemento innovativo è la presenza di grafite nucleare, che rallenta i neutroni durante la reazione a catena, rendendo il processo più controllabile ed efficiente. Il reattore ha raggiunto la fase critica nell’ottobre del 2023, ha avviato la produzione completa nel giugno 2024, e, cosa ancora più sorprendente, nell’ottobre 2024 è stato rifornito di combustibile senza mai spegnersi. Una procedura estremamente complessa, che pochissimi impianti al mondo possono eseguire, e che testimonia l’elevato livello tecnologico raggiunto.

Una visione di lungo periodo: la Cina investe nel torio da decenni e ora punta ai piccoli reattori modulari

Non si tratta di un esperimento improvvisato. La Cina studia i reattori al torio fin dagli anni ’70, ma è dal 2011 che l’interesse si è concretizzato in un programma di ricerca strutturato, avviato dalla Chinese Academy of Sciences. Il progetto è guidato dallo scienziato Xu Hongjie, che ha rielaborato vecchi studi statunitensi degli anni ’60, aggiornandoli e portandoli oltre, grazie a investimenti pubblici e una forte spinta all’innovazione.

E non finisce qui: entro il 2029 è prevista la realizzazione di un reattore più grande da 60 megawatt termici, capace di generare 10 megawatt di elettricità e idrogeno. Dal 2030, poi, la Cina intende commercializzare piccoli reattori modulari (SMR) da almeno 100 MW elettrici, da installare soprattutto nelle aree interne del Paese, ma anche nei Paesi partner della Belt and Road Initiative.

 

I benefici ambientali dei reattori al torio: meno scorie, più sicurezza e nessuna proliferazione nucleare

Ma perché tutto questo entusiasmo per il torio? Innanzitutto perché è molto più abbondante dell’uranio: è presente in quantità maggiori nella crosta terrestre e può quindi garantire una disponibilità più duratura nel tempo. Inoltre, questo tipo di reattore produce meno scorie radioattive a lunga durata e, grazie al suo design a sali fusi, è praticamente immune al rischio di fusione del nocciolo, una delle paure principali associate all’energia nucleare.

C’è poi un altro aspetto importante: i sottoprodotti generati da questi reattori sono poco adatti alla costruzione di armi nucleari, un punto cruciale per la sicurezza internazionale. In sintesi, la tecnologia del TMSR-LF1 rappresenta una svolta strategica e ambientale, offrendo un’alternativa più sicura e sostenibile rispetto ai reattori convenzionali.

 

Da www.greenme.it

22 Aprile 2025


 

Wang Yi e la proposta cinese di una modernizzazione senza egemonismo

Di Francesco Maringiò

01-Maggio-2025

Immagine che contiene aria aperta, albero, cielo, statuaIl contenuto generato dall'IA potrebbe non essere corretto.

Dal vertice dei ministri degli Esteri BRICS a Rio, la Cina rilancia il suo modello di cooperazione globale fondato su sovranità, sviluppo condiviso e rifiuto delle logiche di potenza.

 

I Ministri degli esteri dei paesi BRICS si sono riuniti ad inizio settimana a Rio de Janeiro, Brasile, nella consueta riunione dei maggiorenti della politica internazionale di un insieme di paesi. Il messaggio chiaro che lanciano al mondo è il loro forte impegno per il multilateralismo ed il diritto internazionale, a partire dal ruolo centrale delle Nazioni Unite in un sistema internazionale in cui gli Stati sovrani cooperano per mantenere la pace, la sicurezza e promuovere uno sviluppo sostenibile e garantire i diritti umani per tutti.

Non si tratta delle solite felpate parole della diplomazia, ma di un manifesto politico che parla a tutta l’umanità per costruire un argine al tentativo di scardinare le regole internazionali in tutti i campi per far sprofondare il mondo in una fase di turbolenze governate dalla legge della giungla.

Il documento conclusivo approvato dai Ministri offre spunti significativi sul rapporto tra i Paesi dei Brics, il Sud globale e l'atteggiamento verso alcuni aspetti dell’attuale ordine internazionale. Non menziona espressamente gli Stati Uniti, tuttavia critica alcuni aspetti dell’ordine esistente e promuove un’alternativa ed una riforma dell’attuale ordine globale.

Un punto resta centrale: l’atteggiamento dirompente degli Stati Uniti non è legato alla contingenza della presidenza Trump. Washington infatti sta provando a cambiare le regole mondiali per renderle confacenti ai propri interessi strategici, a scapito di tutti gli altri - alleati inclusi-, nel tentativo antistorico di provare a mettere un’egemonia globale, contro gli interessi della maggioranza del mondo. Un processo, questo, che non fa altro che alimentare le tensioni ed i conflitti nel mondo su più livelli: militare, economico, diplomatico, finanziario, etc.

Proprio il bullismo statunitense sull’imposizione unilaterale di dazi sul commercio globale, la pretesa che il mondo continui a comprare il debito americano ed alimentarne i consumi interni e, nel contempo, la pretesa di escludere tutti gli altri dai frutti condivisi di una globalizzazione economica o dallo sviluppo tecnologico, spinge i BRICS e porsi il problema di rilanciare la prospettiva di un sistema multipolare che scardini la centralità del dollaro e riduca la dipendenza dai circuiti dominati dall’Occidente. L’intenzione è quella di costruire un ecosistema economico BRICS sempre più integrato, basato sull’uso delle valute locali, su nuovi strumenti di pagamento e su un modello di crescita ancorato alla produzione e all’equità sociale. In controluce, si coglie una critica esplicita alla finanziarizzazione e all’instabilità dei mercati globali, percepiti come strumenti di dominio. Pur evitando il confronto diretto, i BRICS delineano un’alternativa sistemica all’ordine internazionale guidato dagli Stati Uniti, marcando la distanza non solo nei contenuti ma anche nei metodi: meno sanzioni e imposizioni, più cooperazione e pluralismo.

Nel suo intervento al vertice di Rio, il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha ribadito la centralità del multilateralismo come fondamento dell’ordine internazionale, denunciando la deriva unilaterale impressa dagli Stati Uniti. Ha affermato che «il multilateralismo è la pietra angolare dell’ordine internazionale del secondo dopoguerra» e pertanto va preservato, altrimenti è legittimo il dubbio che si voglia rimodellare l’ordine economico globale con la forza. Sul piano della sicurezza internazionale, Wang Yi ha avanzato una visione alternativa fondata sulla «sicurezza universale», opponendosi alla logica dello scontro tra blocchi e alla politica delle alleanze esclusive. Wang Yi ha avanzato una visione alternativa fondata sulla «sicurezza universale», opponendosi alla logica dello scontro tra blocchi e alla politica delle alleanze esclusive. Rispetto ai due grandi conflitti del mondo contemporaneo ha espresso l’impegno cinese ad appoggiare «tutti gli sforzi dedicati a una soluzione pacifica della crisi ucraina, e spera che le parti in causa possano risolvere i problemi radicati della crisi e raggiungere il più presto possibile un accordo di pace equo, duraturo, vincolante e accettato da tutte le parti in causa». Per quanto riguarda la questione mediorientale, il capo della diplomazia cinese ha ribadito che «la priorità urgente è promuovere un cessate il fuoco completo in Gaza. La soluzione a lungo termine è promuovere il "programma di due Stati", in modo che lo Stato palestinese e lo Stato di Israele possano vivere in pace. La Cina è disposta a lavorare con i membri del BRICS per la stabilità e la sicurezza durature in Medio Oriente». Questa visione si lega a una proposta di “modernizzazione senza egemonismo”, un concetto che è molto più di una formula diplomatica: è una dichiarazione di principio e una strategia di posizionamento globale. Wang Yi presenta Beijing come un partner disposto ad accompagnare altri Paesi nel percorso di sviluppo senza riprodurre le dinamiche storiche del dominio coloniale o neocoloniale. Questo approccio si fonda su alcuni pilastri: l’assenza di condizionalità politiche, il rispetto assoluto della sovranità nazionale, la condivisione delle opportunità di crescita e il rifiuto esplicito della competizione tra grandi potenze. «La Cina - ha chiarito il capo della diplomazia cinese - non partecipa alla competizione tra grandi potenze e non prende parte alla rivalità geopolitica». Si tratta quindi di un modus operandi alternativo a quello occidentale, in cui modernità e autonomia possono coesistere, permettendo a tutti di cogliere i frutti dello sviluppo umano.

 

L'autore Francesco Maringiò è il presidente dell’Associazione italo-cinese per la promozione della Nuova Via della Seta

 


 

In Cina aprono i siti millenari della Via della Seta, una porta d'accesso alla storia

Fonte: Xinhua Editore: huaxia   

 

Una foto scattata da un drone mostra le Grotte di Tuyugou a Turpan, nella Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang, nella Cina nord-occidentale, il 1° maggio 2025. Due importanti siti archeologici lungo l'antica Via della Seta sono stati aperti al pubblico nella Cina nord-occidentale, offrendo nuove opportunità ai viaggiatori desiderosi di esplorare gli scambi tra civiltà orientali e occidentali risalenti a oltre un millennio fa. (Xinhua)

 

LANZHOU, 1° maggio (Xinhua) -- Due importanti siti archeologici lungo l'antica Via della Seta sono stati aperti al pubblico nella Cina nordoccidentale giovedì, il primo giorno di festa del Primo Maggio, offrendo nuove possibilità ai viaggiatori desiderosi di esplorare gli scambi tra le civiltà orientale e occidentale risalenti a oltre un millennio fa.

Uno di questi siti di recente apertura, le Grotte di Tuyugou, si trova nella città di Turpan, nella Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang. Questo complesso, costruito intorno al V secolo, vanta 157 grotte scavate nella roccia, tre templi e nove pagode.

«Cinque grotte e un tempio buddista nelle grotte sono stati aperti al pubblico, offrendo 300 posti per i visitatori al giorno», ha affermato Liu Yi, funzionario per la conservazione dei reperti culturali dell'ufficio del patrimonio culturale di Turpan.

Dieci scavi archeologici condotti sul sito a partire dal 2010 hanno portato alla luce numerosi reperti, tra cui scritture buddiste in diverse lingue, nonché documenti quali registri fiscali e contratti di prestito.

Negli ultimi anni la Cina ha investito più di 77 milioni di yuan (circa 10,7 milioni di dollari USA) nel restauro e nel consolidamento di queste grotte.

«Le grotte di Tuyugou sono una vivida testimonianza degli scambi culturali e religiosi nel bacino del Turpan», ha affermato Xia Lidong, ricercatore associato presso l'Istituto di archeologia dell'Accademia cinese delle scienze sociali.

Il primo maggio sono state aperte al pubblico anche le rovine di Xuanquanzhi nella città di Dunhuang, nella provincia di Gansu.

Risalente a circa 2.000 anni fa, durante la dinastia Han Occidentale, il sito fungeva all'epoca da stazione di posta per la consegna di posta e informazioni, nonché per l'accoglienza di messaggeri, funzionari e ospiti stranieri. È uno dei siti della Via della Seta inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'UNESCO nel 2014.

Dopo gli scavi dei primi anni '90, il sito era accessibile solo ai gruppi di ricerca. Grazie a investimenti per oltre 309 milioni di yuan, la Cina ha rafforzato la conservazione del sito e sviluppato strutture turistiche.

«Attraverso i suoi straordinari sforzi nella conservazione culturale, la Cina ha ricordato al mondo che il patrimonio culturale non è statico. Vive, respira e insegna», ha affermato Qaiser Nawab, presidente della Belt and Road Initiative per lo sviluppo sostenibile.

Per rispondere alle esigenze dei turisti internazionali, i servizi di guida e interpretariato del sito sono disponibili in più lingue.

Samuel Fanning, turista e appassionato di storia canadese, è rimasto attratto dall'antica architettura di Turpan.

«Avevo programmato di rimanere nello Xinjiang per sette giorni, ma alla fine saranno 12. Credo che questo dimostri quanto sia piacevole visitare questo posto», ha detto Fanning, aggiungendo che visiterà anche Dunhuang.

Qiu Jian, direttore dell'ufficio provinciale del patrimonio culturale del Gansu, ha rivelato che l'interesse mondiale per l'antica Via della Seta è in costante crescita.

«Attraverso l'apertura graduale di più siti del patrimonio culturale, miriamo a presentare al pubblico un quadro complessivo e più diversificato della cultura della Via della Seta», ha affermato Qiu.

 

Una guida presenta i murales ai visitatori delle Grotte di Tuyugou a Turpan, nella Regione Autonoma Uigura dello Xinjiang, nella Cina nord-occidentale, il 1° maggio 2025. (Xinhua)

 

 

Una foto scattata con un drone mostra i visitatori in visita alle rovine di Xuanquanzhi a Dunhuang, nella provincia del Gansu, nella Cina nord-occidentale, il 29 aprile 2025. (Xinhua/Lang Bingbing)

 

Un visitatore acquista souvenir presso il sito turistico delle rovine di Xuanquanzhi a Dunhuang, nella provincia del Gansu, nella Cina nord-occidentale, il 29 aprile 2025.

 

 

Artisti danzano alla cerimonia di apertura delle rovine di Xuanquanzhi a Dunhuang, nella provincia del Gansu, nella Cina nord-occidentale, il 29 aprile 2025. (Foto di Zhang Xiaoliang/Xinhua)

 

 

Artisti danzano alla cerimonia di apertura delle rovine di Xuanquanzhi a Dunhuang, nella provincia del Gansu, nella Cina nord-occidentale, il 29 aprile 2025. (Xinhua/Lang Bingbing)

 

 

Una foto aerea scattata da un drone mostra le rovine di Xuanquanzhi a Dunhuang, nella provincia del Gansu, nella Cina nord-occidentale, il 29 aprile 2025. (Xinhua/Lang Bingbing)

 


 

La Cina trasforma la saggezza della coesistenza armoniosa in soluzioni per la governance globale

Di He Yin (People’s Daily) - 13 giugno 2025

 

Il 10 giugno si è celebrata la prima Giornata internazionale per il dialogo tra le civiltà delle Nazioni Unite.

Il dialogo e l'apprendimento reciproco sono essenziali per lo sviluppo delle civiltà e costituiscono potenti motori per la pace globale, il progresso e lo sviluppo sostenibile.

Nel mondo odierno in rapida evoluzione, il valore dello scambio tra civiltà non è mai stato così evidente e l'importanza dell'interazione tra le civiltà non potrebbe essere più cruciale. La richiesta di dialogo tra le civiltà non è mai stata così attuale.

Per celebrare la Giornata Internazionale del Dialogo tra le Civiltà, il 9 giugno si è tenuto un evento tematico presso la sede delle Nazioni Unite a New York. Durante una sessione dell'evento, i partecipanti provenienti da tutto il mondo hanno elogiato la Global Civilizations Initiative (GCI) proposta dalla Cina, riconoscendone l'importanza per il mondo e invocando maggiore solidarietà, un dialogo più profondo e sforzi collettivi per salvaguardare la pace e lo sviluppo.

Nel suo discorso, il Segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha affermato: "In questa prima Giornata internazionale per il dialogo tra le civiltà, celebriamo questa convinzione e la ricca diversità delle civiltà come forza per promuovere la comprensione reciproca e la solidarietà globale".

Lo scorso anno, con il sostegno unanime di tutti gli Stati membri, la 78esima sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione proposta congiuntamente dalla Cina e da altri 82 Paesi, che istituisce il 10 giugno di ogni anno come Giornata internazionale per il dialogo tra le civiltà.

La risoluzione incarna pienamente il messaggio fondamentale del GCI e riflette l'aspirazione condivisa dei popoli di tutto il mondo a promuovere il dialogo e promuovere il progresso umano, ricevendo ampio sostegno dalla comunità internazionale.

Il dialogo tra le civiltà rafforza i legami di pace, alimenta lo slancio verso lo sviluppo e costruisce ponti di amicizia. Nel 2023, il presidente cinese Xi Jinping ha solennemente presentato l'Iniziativa Globale di Intelligenza Artificiale (GCI), sostenendo il rispetto per la diversità delle civiltà, i valori comuni dell'umanità, l'importanza dell'eredità e dell'innovazione delle civiltà, nonché solidi scambi e cooperazione tra i popoli a livello internazionale.

L'istituzione della Giornata Internazionale per il Dialogo tra le Civiltà rappresenta un passo concreto della Cina verso l'attuazione del GCI, una dimostrazione lampante di come la Cina stia trasformando la sua consolidata filosofia di armonia nella diversità in soluzioni pratiche per la governance globale. Nell'ultimo anno, la Cina ha collaborato a stretto contatto con altri Paesi per attuare lo spirito della risoluzione, creando piattaforme per un dialogo paritario tra diverse civiltà.

Dal Dialogo Inter-Civiltà tra i Paesi dell'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO) 2024 e dal Dialogo di Civiltà dei BRICS, al Forum 2024 sul Dialogo tra le Civiltà di Cina, America Latina e Caraibi e alla Quarta Conferenza sul Dialogo tra le Civiltà Cinese e Africana, la Cina si è dimostrata un fermo promotore dell'apprendimento reciproco tra le civiltà e un motore dell'attuazione del GCI. La comunità internazionale riconosce ampiamente la crescente leadership della Cina nel promuovere un dialogo paritario tra le civiltà.

Attraverso l'apprendimento reciproco e gli scambi, il mondo può attingere a diverse esperienze di civiltà per affrontare le urgenti sfide globali e ampliare i percorsi verso la modernizzazione. La modernizzazione cinese, profondamente radicata nella ricca cultura tradizionale del Paese, rappresenta sia la continuazione della civiltà cinese sia una fusione di conquiste provenienti da altre civiltà mondiali.

La Cina sostiene tutti i Paesi nell'esplorazione di percorsi di modernizzazione adatti alle loro condizioni nazionali. Convocando forum come il Forum dei Partiti Politici della SCO, creando una piattaforma Cina-Africa per la condivisione delle esperienze di governance e lanciando la Global South Think Tanks Alliance, la Cina promuove attivamente la reciprocità in materia di governance e di scambio di civiltà.

Tutti i Paesi sono a bordo della stessa gigantesca nave. Porta con sé non solo aspirazioni di pace, prosperità economica e progresso tecnologico, ma anche la diversità delle civiltà e la continuità dell'umanità.

La Cina si impegna a collaborare con tutte le parti interessate per promuovere i principi del GCI, sostenere l'uguaglianza tra le civiltà, promuovere gli scambi tra le civiltà e favorire il progresso delle stesse.

Pechino cercherà di permettere a tutti di di suonare una sinfonia armoniosa e di issare le vele del viaggio, contribuendo a orientare i profondi cambiamenti verso una direzione che promuova al meglio il progresso umano.

 

Di Zhong Wenxing, Liang Jun