Romania: l’insofferenza popolare contro le politiche UE e liberiste, contro la NATO, per la pace e contro la guerra in Ucraina, fa stravincere il candidato radicale Simion. Ci sarà un altro golpe istituzionale?
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- Scritto da Enrico Vigna
7 maggio 2025
Il candidato Simion l’ha intercettata e ha, avvedutamente fondato la sua campagna elettorale, a difesa dell’indipendenza e della sovranità nazionali, per la pace e per gli interessi del paese prima di tutto.
I risultati finali ufficiali: George Simion, presidente dell’Alleanza per l’Unione dei Rumeni (AUR) ha ottenuto 3.856.981 voti: 40,96% , Nicusor Dan, candidato dell’Unione per la Salvezza della Romania (USR) e sindaco della capitaleè stato votato da 1.976.926 rumeni: 20,99%, La mappa elettorale mostra la sorprendente vittoria geografica in tutta la Romania. Simion ha anche ottenuto il sostegno del 61% dei voti espressi all’estero.
Le elezioni presidenziali di domenica 4 maggio 2025, hanno prodotto un terremoto nel governo rumeno e anche nelle cancellerie occidentali europee. La coalizione governativa PSD (Partito Socialdemocratico), PNL (Partito Nazional Liberale) e UDMR (Unione Democratica Magiara di Romania) è di fatto crollata. Il fallimento delle forze di governo è lampante e non ha più una rappresentanza e credibilità istituzionali.
Dopo che lo scorso 24 dicembre, in un vero e proprio golpe istituzionale i romeni erano stati privati della possibilità di votare per il loro candidato presidenziale scelto, Calin Georgescu, poi estromesso dal processo elettorale, il leader di questo nuovo primo turno, è diventato il candidato radicale George Simion, in continuità con Georgescu, e l’elettorato rumeno ha trasferito i suoi voti su questa figura.
Dopo l’annuncio dei risultati, due leader dei più importanti partiti di governo del PSD e del PNL hanno dichiarato che l’alleanza di governo deve dimettersi.
Premesso che la figura del vincitore è profondamente lontana da valori e storia del movimento operaio, popolare e progressista europeo…anzi, un ennesimo dato è oggettivo e certo: nuovamente i limiti delle forze popolari e di alternativa reale e concreta, sono emersi in modo schiacciante: tranne in Germania con la Sahra Wagenknechte in Slovacchia con Robert Fico, che hanno costruito programmi fondati sui disagi reali provocati dalle politiche europeiste e guerrafondaie, e sui bisogni materiali delle masse popolari nazionali, ricevendo risposte e rappresentanze reali. In tutti gli altri paesi le forze progressiste,socialiste o di alternativa, hanno lasciato campo aperto a forze, spesso retrive e reazionarie, ma antisistema e fondate, perlomeno in apparenza, su concezioni di difesa nazionale e sovranità, di volontà di pace e confronto dialettico, di soluzioni negoziali e non di scontro nelle conflittualità, come in Ucraina. Aspetti in tutti questi anni calpestati e devastati dalle logiche e politiche neoliberiste, unipolariste e subalterne ad interessi egemonici delle multinazionali e dei potentati finanziari ed economici delle banche, del FMI, della BCE in Europa e delle “corporation” occidentali, quindi estranei ai reali interessi dei popoli e dei ceti sociali aggrediti dalla crisi e dalla mancanza di sviluppo. QUESTO è il nodo da sciogliere per chi è responsabilmente contro le politiche UE, NATO, FMI, contro la guerra come risposta, altrimentinon si può fare recriminazioni o indignazioni ideologiche. I milioni di lavoratori e cittadini che faticano a vivere, sono in sofferenza sociale, hanno BISOGNI quotidiani da affrontare e risolvere, rifiutano la guerra, vivono quotidianamente frustrazioni da lunga data, causata dalla corruzione perenne, da una emorragia di emigrazione, soprattutto giovanile, non hanno tempo per sottigliezze o diatribe cavillose, cercano risposte per non soccombere, e se qualcuno gliene fa intravedere, si rivolgono lì, magari anche senza grandi convinzioni, ma lo fanno. E questo è successo anche in Romania.
Va comunque rilevato che le forze socialiste e comuniste rumene, seppure irrilevanti a livello elettorale, avevano dato indicazione di voto per Simion, pur turandosi il naso. Questo l’appello: