Notiziario Patria Grande - Luglio 2022

NOTIZIARIO

LUGLIO 2022

 

 

 

 

Atilio A. Boron / COMMEMORAZIONE

Evita: un lascito imprescindibile

 

Geraldina Colotti / ANNIVERSARIO RIVOLUZIONE SANDINISTA

Ancora al vento le bandiere del sandinismo

 

RESUMEN LATINOAMERICANO (CUBA) / ANALISI / BIGFARMA E SANITA’

Peter C. Gøtzsche: "L'industria farmaceutica è molto ricca e ha corrotto i sistemi sanitari"

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / AMERICA LATINA E CORSA AGLI ARMAMENTI

America Latina e Caraibi ratificano il Trattato di Proibizione dei Test Nucleari

 

GRANMA (CUBA) / ECONOMIA / COLLABORAZIONE CUBA-MESSICO

Messico e Cuba lavorano per creare condizioni d’impresa di successo

 

GRANMA (CUBA) / ANALISI / STATI UNITI E PULSIONI SOCIALI

Gli Stati Uniti bramano i dinosauri

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / DIRITTI UMANI

ONU approva risoluzione di Cuba su Diritti Umani e solidarietà internazionale

 

 

 

 

Evita: un lascito imprescindibile 

di Atilio A. Boron, 26 luglio 2022

 

Si compiono 70 anni dalla morte di Evita, un personaggio straordinario della storia argentina e latinoamericana.

In perfetta padronanza di un'oratoria penetrante e capace di mobilitare, fu una leader popolare orgogliosamente plebea, il cui istinto di classe definì i tratti più avanzati e contestatari del peronismo. La sua morte prematura fu festeggiata con giubilo perverso da un'oligarchia che oggi è ancor più recalcitrante dei suoi predecessori del 1952. Quella non le perdonò mai la sua irriverenza, i suoi atteggiamenti impertinenti e, soprattutto, le sue politiche di redenzione ed emancipazione sostanziale, concreta, tangibile, delle classi e dei ceti popolari di questo paese. Il suo appassionato antimperialismo ed il suo veemente ed intransigente rifiuto verso l'oligarchia sintetizzarono il meglio dell'esperienza del governo di Juan Perón. Inoltre: sono convinto che il colpo di Stato del 1955 sarebbe stato mandato all’aria se Evita fosse stata viva. So che si tratta soltanto di una congettura, ma ci sono molti argomenti a convalidare questa ipotesi. 

Mossa dal suo permanente desiderio di educare il popolo, sul suo letto di morte reputò necessario far conoscere quanto aveva imparato durante i suoi anni al governo. Con grande sforzo dettò le sue riflessioni riassunte in trenta brevi capitoli che compongono un magnifico testo di educazione politica, che ha per titolo “Il mio messaggio” (Buenos Aires - Centauro Edizioni - 1987). Sfortunatamente quest’opera è assai poco conosciuta, perfino tra coloro che si identificano col peronismo e con gli insegnamenti di Evita.

Ho selezionato per questo breve omaggio due paragrafi, che possiedono un'attualità straordinaria, come fossero stati scritti osservando l'Argentina di oggi e le sue enormi sfide. Uno si riferisce all'imperialismo, un altro all'oligarchia. Eccoli:

9. GLI IMPERIALISMI 

"Gli imperialismi! A Perón e al nostro popolo è toccata la disgrazia dell'imperialismo capitalista. Io l'ho visto da vicino nelle sue miserie e nei suoi crimini. Si dice difensore della giustizia, mentre allunga i suoi artigli predatori sui beni di tutti i popoli sottomessi alla sua onnipotenza. Si proclama difensore della libertà, mentre incatena tutti i popoli che in buona o cattiva fede devono accettare le sue insindacabili esigenze". 

10. QUELLI CHE SI ARRENDONO 

"Ma più abominevoli ancora degli imperialisti sono gli uomini delle oligarchie nazionali che si arrendono, vendendo e a volte regalando in cambio di soldi o di sorrisi la felicità dei loro popoli. Io li ho conosciuti anche da vicino. Di fronte agli imperialismi non ho provato altro che l'indignazione dell'odio, ma di fronte ai venditori traditori dei propri popoli, ho aggiunto l'infinita indignazione del mio disprezzo. Molte volte li ho sentiti scusarsi davanti alla mia aggressività ironica e mordace. “Non possiamo fare niente", dicevano. Li ho sentiti molte volte; in tutte le modulazioni della falsità. Menzogna! Sì! Mille volte menzogna…! C'è una sola cosa invincibile sulla terra: la volontà dei popoli. Non c'è alcun popolo della terra che non possa essere giusto, libero e sovrano. "Non possiamo fare niente" è ciò che dicono tutti i governi vigliacci delle nazioni sottomesse. Non lo dicono per convinzione, ma per convenienza". 

È chiaro, no?

 

Articolo originale: https://atilioboron.com.ar/evita-un-legado-imprescindible/

Traduzione di Adelina B.

 


 

 

Ancora al vento le bandiere del sandinismo

 

di Geraldina Colotti, 19 luglio 2022

 

 

 

Ricordare la rivoluzione popolare sandinista anche in questo 19 luglio, a 43 anni dalla sua entrata trionfante a Managua dopo la caduta del dittatore Anastasio Somoza, ha un sapore tutt’altro che rituale. Significa sospingerne le speranze, i risultati e le bandiere oltre la cortina di fumo che avvolge il piccolo paese centroamericano, considerato da Washington parte dell’”asse del Male”, insieme a Cuba e al Venezuela. Difficile, infatti, per chi non abbia già una bussola ben orientata, trovare notizie positive sull’ultima rivoluzione armata dell’America Latina.

Da diversi anni, gli apparati ideologici di controllo ci si sono messi di impegno, attingendo a tutto lo strumentario della propaganda di guerra per demolire l’eredità di quella rivoluzione: trasformando una crepa in un burrone, e al contempo aureolando prezzolati e mercenari nelle consuete armate del Bene. Se la distruzione dei simboli dell’oppressione è fondamentale per le rivoluzioni, altrettanto lo è la distruzione dei simboli rivoluzionari da parte dei vincitori.

 

 

La narrazione occidentale dominante, è che il Nicaragua sandinista sia una specie di inferno da cui tutti scappano, stretto nella morsa di una “coppia diabolica”, che non aspetta altro che di essere “liberato” dal gendarme del mondo con la sua incomparabile “democrazia”. Un cammino da aprire a colpi di bombe silenziose – le misure coercitive unilaterali illegali – profuse a pieni voti sia dall’amministrazione Usa che dai vassalli europei. Un modulo imposto per decenni a Cuba e poi al Venezuela, entrambi trascinati nella demolizione in grande stile del comunismo novecentesco e, per estensione, anche al “socialismo del XXI secolo”, che la rivoluzione l’ha messa in moto con le urne e non con i fucili. La volontà del popolo, organizzato e cosciente, che ha finora respinto ogni tipo di attacco mercenario e che rivendica il diritto di risolvere i problemi in casa propria, ovviamente, non conta.

“La vittoria ha un prezzo elevato e triste”, diceva Carlos Fonseca, dirigente del Frente Sandinista de Liberación Nacional. Il prezzo più triste per un rivoluzionario, è che si cancelli la memoria, se ne infanghi il percorso e il significato.

 

 

Il 15 luglio, nel giorno in cui, nel 1969, cadde in combattimento il comandante Julio Buitrago, si è aperto il congresso della Gioventù Sandinista del Nicaragua, che ha rinnovato l’impegno con la memoria degli eroi e dei martiri della rivoluzione popolare nicaraguense. “Quarantatré anni fa abbiamo dato la vita per far nascere una Nicaragua libera e sovrana – ha detto la vicepresidenta, Rosario Murillo – e continueremo a farlo per costruire un mondo migliore, che si crea dove c’è eterna gioventù perché c’è rivoluzione”.

 

https://www.bricspsuv.com/2022/07/19/ancora-al-vento-le-bandiere-del-sandinismo/

 

 

 


 

 

RESUMEN LATINOAMERICANO (CUBA) / ANALISI / BIGFARMA E SANITA’

Peter C. Gøtzsche: "L'industria farmaceutica è molto ricca e ha corrotto i sistemi sanitari"

di Miguel Ayuso Sejas, Resumen Latinoamericano, 19 luglio 2022

 

I nostri sistemi sociali dovrebbero assumere il controllo dello sviluppo e della vendita dei farmaci, che garantirebbero così la loro disponibilità a prezzi che potrebbero permettersi anche i Paesi in via di sviluppo.

 

Ai nostri lettori: Nonostante siano passati quasi 8 anni dalla sua pubblicazione, La Pluma riporta in vita questa intervista del 3 novembre 2014 dal momento che è ancora di grandissima attualità.

Quando uno scienziato osa mettere in discussione l'industria farmaceutica, viene subito criticato perché non la conosce bene. Ma cogliere in fallo il medico danese Peter C. Gøtzsche è molto difficile: da 30 anni lavora a sperimentazioni cliniche e farmacologiche per varie aziende farmaceutiche e ha pubblicato più di settanta articoli sulle cosiddette Big Five, le cinque più prestigiose riviste scientifiche. Per questo, afferma categoricamente che l'industria farmaceutica è corrotta fino al midollo, tiene sotto ricatto medici e politici e mantiene enormi profitti a forza di prescrivere medicinali inutili. Il suo nuovo libro, I farmaci che uccidono e la criminalità organizzata (pubblicato da Los libros del lince), ha suscitato enormi polemiche e ha scatenato le ire del settore, accusato da Gøtzsche di diffondere bugie e discredito sulla sua ricerca. Il medico ha assistito a El Confidencial in un'ampia intervista nella quale mozza la testa a tutti i pupazzi.

 

DOMANDA. Qualche settimana fa abbiamo intervistato lo psichiatra Allen Frances. Ci ha detto letteralmente che l'industria farmaceutica sta causando più morti dei cartelli della droga. Lei pensa la stessa cosa. Quando fu pubblicata l'intervista, molti lettori si lamentarono perché quella sembrò un'affermazione esagerata. Lei pensa che non lo sia?

RISPOSTA. Dire la verità non può essere considerato un'esagerazione. Nel mio libro, dimostro che il consumo di farmaci da prescrizione è la terza causa di morte dopo le malattie cardiovascolari e il cancro. Negli Stati Uniti, ad esempio, i farmaci da prescrizione causano quasi 200.000 morti ogni anno. Quindi è chiaro che l'industria farmaceutica sta causando molte più morti dei cartelli della droga.

 

D.: Richard Smith, medico ed ex direttore del British Medical Journal, assicura nel prologo del suo libro che i medici finiranno per perdere il favore dell'opinione pubblica, come è già successo con i giornalisti, i deputati e i banchieri per non essere stati capaci di vedere fino a che punto hanno accettato questo stato di corruzione diffusa.

R.: L'industria farmaceutica è immensamente ricca e potente, e ha corrotto i sistemi sanitari in modo straordinario. È una corruzione di vasta portata. L'intero processo attraverso cui i nostri farmaci sono progettati, approvati e prescritti è corrotto. Ciò significa manipolare i dati scientifici, ma anche comprare chiunque possa avere influenza nel sistema, compresi i ministri della sanità. Nel mio Paese, ad esempio, ci sono solo circa 20.000 medici, ma migliaia di essi ottengono nomine dall’industria per svolgere funzioni discutibili come sedere in comitati scientifici o essere consulenti, in molti casi senza fornire alcun servizio tangibile in cambio del denaro. Questa è una forma diffusa e accettata di sottile corruzione perché, come ogni medico sa bene, il denaro cesserebbe di fluire se non agisse nell'interesse del suo benefattore.

 

D.: Per la maggior parte della popolazione è difficile credere che molti dei farmaci che assumiamo causino più problemi che benefici. È qualcosa che si può dire di tanti farmaci?

R.: E invece è vero. Sappiamo molto poco della reale utilità dei farmaci poiché praticamente tutti gli studi controllati incrociati con placebo sono sviluppati dall'industria farmaceutica in intrinseco conflitto di interessi. L'industria esagera i benefici e nasconde i danni dei farmaci nella pubblicazione degl studi clinici. Molti dei farmaci che assumiamo non hanno nemmeno un effetto; sembra che abbiano avuto un effetto negli studi approvati dall'industria, ma questo di solito è dovuto al fatto che gli studi non sono stati effettivamente "ciechi", e in questo caso sia i pazienti che i medici tendono ad esagerare sostanzialmente gli effetti soggettivi dei farmaci.

 

D.: Ci sono farmaci utilizzati nella pratica medica che non hanno alcuna valida giustificazione scientifica?

R: Penso che i farmaci anticolinergici per l'incontinenza urinaria e i farmaci antidemenza non abbiano effetti reali, e ciò che è stato misurato negli studi clinici è distorto perché “l'accecamento” era insufficiente. Un ambito particolarmente problematico è quello degli psicofarmaci. La mancanza di un efficace accecamento nelle prove significa, ad esempio, che la reale efficacia degli antidepressivi nel trattamento della depressione è dubbia; probabilmente non funzionano nemmeno per curare la depressione clinica. In ogni caso, non c'è dubbio che le persone con disturbi psichiatrici siano massicciamente sovramedicate. Sappiamo che gli antipsicotici causano danni cerebrali, ma probabilmente anche gli antidepressivi e i farmaci per il trattamento del Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività.

 

D.: Quello che è successo in Spagna con il Sofosbuvir, il farmaco di nuova generazione che cura la maggior parte dei casi di epatite C, secondo il farmacologo Joan-Ramón Laporte (che precede l'edizione spagnola del suo libro) è un chiaro esempio di comportamento talvolta oltraggioso dell'industria farmaceutica. Il 1° ottobre, il ministro della Salute spagnolo ha annunciato che il governo aveva raggiunto un accordo con l'azienda farmaceutica Gilead per includere il farmaco nei finanziamenti pubblici. Nessuno sa esattamente quanto costerà, ma potrebbe essere più di 125 milioni di euro durante il primo anno di commercializzazione. Le farmaceutiche stanno ricattando i governi?

R.: Il caso Sofosbuvir è solo uno degli esempi più recenti di come le aziende farmaceutiche estorcono la collettività. Gran parte della ricerca che permette lo sviluppo di nuovi farmaci è stata finanziata con i soldi dei cittadini, che pagano gli stipendi dei ricercatori pubblici. Se un medicinale è considerato un grande progresso, la regola è che l'azienda farmaceutica che si fa carico del suo sviluppo addebiti un prezzo osceno, abusando così del monopolio che la collettività gli ha concesso. Il prezzo di un nuovo farmaco non ha nulla a che fare con i suoi costi di sviluppo, ma dipende interamente da quanto siamo disposti a pagarlo. È un tipo di estorsione non molto diverso dal ricatto praticato dai pirati in Somalia quando assaltano le navi e fanno ostaggi. In entrambi i casi, può essere una questione di vita o di morte, e può essere molto difficile per i politici rifiutarsi di pagare i farmaci quando i giornalisti fanno vedere i pazienti che piangono sulle reti della televisione nazionale.

 

D.: Uno degli argomenti più utilizzati dall'industria farmaceutica per difendersi dalle critiche è che senza il suo investimento nella ricerca non avremmo i farmaci che abbiamo. È vero?

A.: Nel mio libro esprimo molti dubbi su questa tesi che, purtroppo, è ampiamente accettata tra i medici e i politici. Chi crede a una tesi simile, sarebbe disposto a pagare venti volte il prezzo della sua nuova auto solo perché il costruttore dice che così potrà costruire auto migliori in futuro? La situazione è del tutto assurda. Normalmente, le aziende dicono: "Se non spendessimo i nostri soldi nella ricerca moriremmo", ma le farmaceutiche invece dicono: "Se non abbiamo i vostri soldi per spenderli nella ricerca, morirete". Solo i capi religiosi sono più intelligenti di queste, perché promettono che saremo ricompensati dopo la morte, il che rende assolutamente impossibile lamentarsi.

Empiricamente è dimostrato che questo argomento non sta in piedi. I guadagni dell’industria farmaceutica sono andati alle stelle nell'ultimo decennio, ma allo stesso tempo l'innovazione è rimasta al palo. Capitalismo e assistenza sanitaria non vanno d’accordo. Le nostre collettività devono assumere il controllo dello sviluppo e della vendita dei medicinali, il che ci garantirebbe di avere farmaci a prezzi che potrebbero permettersi perfino i paesi in via di sviluppo.

 

D.: Molti medici e ricercatori sanno perfettamente cosa sta facendo l'industria farmaceutica, ma si rifiutano di parlarne perché, dopo tutto, il loro lavoro dipende da loro. C'è timore tra i professionisti che criticano i farmacisti?

A.: La situazione in cui siamo ora è simile a quella che vive un popolo dopo che ha permesso alla mafia di essere così potente da riuscire a comprare tutto e tutti, compresi i politici, i sindaci e la polizia. In una situazione così è difficilissimo tornare indietro. Questo è ciò che sta accadendo con l'industria farmaceutica, che ha acquistato molti medici chiave, opinion leader. Ci sono casi di medici che hanno perso il lavoro per aver criticato l'industria, perché la tal farmaceutica aveva già comprato i loro superiori. E’ la stessa cosa che fa la mafia con un agente di polizia che fa troppo bene il suo lavoro.

 

D.: La manipolazione ad opera dell'industria farmaceutica di molte ricerche ha indotto molte persone a negare la veridicità degli studi scientifici in generale. Questo è molto pericoloso. Crede che per questo si debbano mettere in discussione la maggior parte delle ricerche mediche?

A.: Non credo sia pericoloso per la gente non creda agli studi scientifici sui farmaci. È molto salutare che si sia scettici considerando che i nostri farmaci sono la terza causa di morte. La gente dovrebbe assumere molto meno farmaci di quelli che normalmente si prendono. In questi 30 anni lavorando ho visto manipolazioni e trappole in tutte i settori della medicina per motivi commerciali. Questo è il motivo per cui gli scienziati che collaborano con l'industria negli studi clinici non hanno quasi mai accesso a tutti i dati grezzi in modo perché possano analizzarli in autonomia. Se questo fosse possibile, potremmo rivelare gran parte delle frodi.

 

D.: Molto spesso, le persone che criticano l'industria farmaceutica mescolano i loro argomenti con teorie pseudoscientifiche. E’ il caso, per esempio, dei movimenti anti-antivaccino? Rischiamo di mescolare pere con mele?

A.: Alcuni che praticano la medicina alternativa o i difensori delle campagne anti-vaccinazione presumono che io sia uno di loro perché critico l'industria farmaceutica. Ovviamente non è così. La maggior parte dei nostri vaccini salvano la vita e l'effetto principale delle medicine alternative è svuotare le tasche alla gentet, pochissime di esse hanno il minimo effetto.

 

D.: Di solito parliamo dell'industria farmaceutica nel suo insieme. C'è qualche azienda che è migliore delle altre? C’è almeno un capo di un’azienda farmaceutica che abbia un’etica?

A.: Quando il crimine rende genera ancora più criminalità. Questo è esattamente ciò che stiamo vedendo. I crimini dell'industria farmaceutica, tra i peggiori di tutti i settori dell’industria, sono molto aumentati negli ultimi anni. Non sono stato in grado di trovare una sola azienda il cui amministratore delegato abbia un senso della morale. L'unica cosa che conta è il denaro e il capo sa perfettamente che la loro scarsa etica porta morti evitabili. Il criminologo John Braithwaite, che ha intervistato molti CEO per preparare il suo libro sul crimine organizzato nell'industria farmaceutica, li chiama "bastardi spietati".

 

D.: Negli ultimi anni sono stati pubblicati diversi libri che criticano fortemente le pratiche dell'industria farmaceutica (“Mala Farma” di Ben Goldacreo, “Siamo tutti malati di mente?” di Allen Frances). Sta cambiando qualcosa? Vedremo qualche cambiamento nella regolamentazione della pratica farmaceutica?

A.: Purtroppo, l'industria farmaceutica è così potente che è tardi aspettarsi qualsiasi cambiamento importante nei regolamenti e nel modo in cui i nostri politici vedono il loro funzionamento. Resta un po’ di speranza, tuttavia, perché i nostri cittadini non sono così stupidi od opportunisti come i nostri politici. Ho scritto questo libro perché sono arrabbiato e vorrei che anche la gente dicesse che ne ha abbastanza, e allora forse potremo introdurre cambiamenti radicali nel modo in cui sviluppiamo, indaghiamo, commercializzano e assumiamo farmaci.

 

D.: Cosa possono fare i cittadini per aiutare a invertire questa situazione?

A.: Per prima cosa, soprattutto, i pazienti devono prendere il comando della propria vita, ad esempio scaricando da Internet il “bugiardino” quando un dottore prescrive un farmaco. Se lo leggono attentamente, probabilmente sapranno sul farmaco più di quanto ne sappia lo stesso medico. Leggere dei pericoli, delle precauzioni e degli avvertimenti li farà sospettare che forse è meglio non assumere quel particolare farmaco. I pazienti dovrebbero rendersi conto che praticamente tutto ciò che un medico sa di farmaci è stato preparato attentamente dall'industria farmaceutica. Inoltre, il medico può avere un interesse personale nella prescrizione di un farmaco più costoso di un altro ugualmente buono perché la “bustarella” per i medici è molto diffusa.

 

Le organizzazioni dei pazienti e i medici non dovrebbero accettare denaro dall'industria farmaceutica. Dovrebbero chiedersi se pensano che sia eticamente accettabile ricevere denaro guadagnato in parte per crimini che hanno danneggiato e a volte anche ucciso molti pazienti. E i medici devono rifiutare di ricevere visitatori farmaceutici, perché ciò induce prescrizioni irrazionali e a volte anche gravi danni.

 

Miguel Ayuso

 

 

Articolo originale: https://www.resumenlatinoamericano.org/2022/07/19/pensamiento-critico-peter-c-gotzsche-la-industria-farmaceutica-es-muy-rica-y-ha-corrompido-los-sistemas-de-salud/

Traduzione di Luigi M.

 


 

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / AMERICA LATINA E CORSA AGLI ARMAMENTI

America Latina e Caraibi ratificano il Trattato di Proibizione dei Test Nucleari


La Dominica ha ratificato il Trattato di Proibizione dei Test Nucleari il 30 giugno scorso, completando l’adesione al Trattato di tutta l’America Latina e Caraibi. Foto: Agenzia ONU

 

Con la conferma della Dominica, tutti i paesi dell’ America Latina e dei Caraibi hanno ratificato il Trattato di Proibizione dei Test Nucleari. L’informazione proviene dall’organismo della ONU che gestisce e promuove l’accordo.

La misura porta le sottoscrizioni a un totale di 173, compresi i 33 paesi della zona. TeleSur ha segnalato che l’adesione al Trattato «dimostra la scelta esemplare della regione nel non proliferare la dotazione di armi e ordigni nucleari», come ha detto in un comunicato Robert Floyd, segretario esecutivo dell’Organizzazione.

Per entrare in vigore, il trattato vincolante dev’essere ratificato ancora da otto stati, tra i quali la Cina, Israele, gli Stati Uniti, l’Egitto, l’Iran, la Corea del Nord, l’India e il Pakistan.

L’America Latina e i Caraibi sono quindi la prima regione del mondo libera dalle armi nucleari con la firma del Trattato di Tlatelolco, in Messico, il 14 febbraio del 1967, entrato in vigore due anni dopo. Questo accordo proibisce i test, la fabbricazione, la produzione, lo stoccaggio e l’acquisto di armi nucleari in tutta la regione, garantisce l’uso dell’energia atomica esclusivamente per fini pacifici come nel settore della medicina.

 

Redazione Granma e GM per Granma Internacional, 7 luglio 2022

 

 

 


 

 

GRANMA (CUBA) / ECONOMIA / COLLABORAZIONE CUBA-MESSICO

Messico e Cuba lavorano per creare condizioni d’impresa di successo

 


Parco Fotovoltaico a Expocuba. Le energie rinnovabili sono uno dei focus della relazione imprenditoriale Cuba-Messico. Foto: Lorena Sánchez, Granma

 

Il presidente del Messico, Andrés Manuel López Obrador, ha inviato un «affettuoso e caldo saluto» ai partecipanti al Foro delle Imprese Cuba-Messico inaugurato giovedì 14 alla presenza del Presidente della Repubblica di Cuba Miguel Díaz-Canel Bermúdez e del primo ministro Manuel Marrero Cruz.

Il vice segretario dell’Industria e del Commercio della Segreteria dell’Economia messicana, Héctor Guerrero Herrera, ha portato il messaggio di López Obrador in un discorso in cui ha esaltato i legami storici e le potenzialità delle due nazioni nei più diversi settori economici.

Il Forum si tiene nell’Hotel Nacional e conta sulla presenza dei rappresentanti di 80 imprese messicane e di 150 cubane, alle quali ha dato il benvenuto Antonio Luis Carricarte Corona, presidente della Camera di Commercio della Repubblica di Cuba.

Il vice primo ministro Ricardo Cabrisas Ruiz, nel discorso inaugurale, ha spiegato che il Forum è concepito «come uno spazio per promuovere l’investimento, i fondi esportabili, i beni e i servizi, lo sviluppo del commercio dei prodotti di tutti i settori, con particolare enfasi su quelli agroalimentare, del turismo, dei servizi medici biotecnologici e farmaceutici, delle energie rinnovabili e delle industrie culturali, senza trascurare gli altri».

Ha sottolineato che il forum si svolge in un momento molto complesso dell’economia cubana, danneggiata profondamente dal blocco degli USA, e ha inoltre aottolineato la profonda amicizia tra Cuba e Messico.

Nelle parole iniziali dell’incontro, il vice segretario dell’Industria e Commercio della Segreteria d’Economia del Messico, si è riferito ai vincoli centenari tra i due paesi: «Siamo consapevoli della vostra necessità di chiudere operazioni commerciali per le imprese e incrementare la bilancia commerciale, una cosa che serve a entrambe i paesi».

 

René Tamayo León e GM per Granma Internacional, 14 luglio 2022

 



GRANMA (CUBA) / ANALISI / STATI UNITI E PULSIONI SOCIALI

Gli Stati Uniti bramano i dinosauri

  


Con una popolazione di 319 milioni di abitanti, negli Stati Uniti circolano circa 310 milioni di armi, quasi una a testa. Foto: perfil.com

 

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha dato dignità di legge all’accordo approvato dal Congresso che restringe l’accesso alle armi. Firmando il documento, Biden ha compiuto un passo considerato da molti statunitensi necessario ma insufficiente per mettere fine ai massacri causati dalla fomentazione della violenza, dalla vendita e dall’uso indiscriminato delle armi da fuoco.

È importante sottolineare per la evidente contraddizione, che l’approvazione del 23 giugno di questo accordo da parte del Congresso era stata preceduta da un dictamen del Tribunale Supremo degli Stati Uniti che allarga il diritto del porto d’armi.

La Corte Suprema ha deciso d’annullare una legge sul porto d’armi nello stato di Nuova York, promulgata più di un secolo fa, che stabiliva restrizioni sul porto d’armi da fuoco in pubblico.

Questa decisione può avere implicazioni in altri sette stati con leggi simili: California, Delaware, Hawaii, Maryland, Massachusetts, Nueva Jersey e Rhode Island.

La governatrice di Nuova York, Kathy Hochul, ha considerato «indignante» e «imprudente» la decisione del Supremo, ha affermato la CNN.

Vale la pena segnalare che nella nazione del nord, con una popolazione di 319 milioni di abitanti circolano almeno 310 milioni di armi, praticamente quasi ogni statunitense ha un’arma, indipendentemente dalla sua età.

A poche ore dal massacro di Uvalde, dopo la sparatoria nella scuola elementare Sandy Hook, a Newtown (Connecticut) considerata la più sanguinosa nella storia degli Stati Uniti, l’Associazione Nazionale del Rifle (NRA) ha celebrato il suo congresso annuale al quale hanno partecipato, tra i tanti, l’ex presidente Donald Trump e il senatore Ted Cruz.

Nei discorsi dei due politici molto impegnati con la NRA ideologicamente, per affari e soprattutto in politica, sono state criticate le proposte dei democratici di progettare leggi per le armi più restrittive. Ted Cruz ha persino proposto l’aumento della sicurezza nelle scuole, collocando guardie armate per contrastare e far frfonte alle sparatorie.

Si muovono molti interessi dietro l’appoggio dei politici alla NRA. Dalla poderosa associazione  fluiscono i soldi che finanziano le campagne elettorali, i progetti di legge e i veti contro tutto ciò che cerca di limitare l’affare. Solo quando le armi smetteranno di essere un filone produttivo che finanzia le carriere e compra le coscienze, si comincerà a liberare il cammino e cesseranno i canti di morte e l’inno macabro degli spari.

I conservatori festeggiano

La Corte Suprema degli Stati Uniti ha revocato anche la storica decisione del 1973, conosciuta come Roe versus Wade, che stabiliva che il diritto all’aborto fosse una garanzia costituzionale. Chiudere con questo diritto costituzionale è il risultato di una vecchia campagna dei settori più retrogradi della nazione, soprattutto dei cristiani conservatori.

Dopo la conferma, Trump ha definito la decisione come «la maggior vittoria per la vita di questa generazione»; intanto, l’ex vicepresidente Mike Pence ha affermato: «Non dobbiamo cedere fino a che la sacralità della sarà riaffermata al centro della legge statunitense in ogni stato del paese».

Il presidente Joe Biden, approfittando delle circostanze in un discorso alla nazione, ha detto alla BBC che l’unica forma nella quale gli statunitensi possono proteggere il diritto all’aborto è votando per i democratici nelle elezioni di metà del periodo, a novembre, e la leader della maggioranza democratica nella Camera Bassa, Nancy Pelosi, ha definito «un insulto» alle donne la sentenza della Corte Suprema.

L’associazione senza fini di lucro Planned Parenthood, ha definito «pericolosa» e «inaudita» la decisione d’annullare la legge Roe vs. Wade, un fatto che lascerà senza protezione 36 milioni di donne in età fertile, ha precisato La Opinión.

Prima della decisione, l’accesso a questo diritto era già al di fuori della portata di molte donne negli Stati Uniti: «Questo contrasta con molti paesi tra cui quelli dell’Europa occidentale, che offrono  accesso a servizi  d’aborto sussidiati, totalmente finanziati, assistenza medica universale, anticoncezionali e programmi sociali più ampi», ha detto Risa Kaufman, direttrice dei Diritti Umani negli Stati Uniti presso il Centro dei Diritti Riproduttivi.

Va chiarito che questo non avviene solo in Europa: piu vicino, a Cuba, l’isola dei Caraibi giudicata  «una dittadura» da Washington è stata il primo paese dell’America Latina e il primo paese dell’America Latina e dei Caraibi a depenalizzare l’aborto.

Nell’Isola Grande delle Antille l’aborto è libero e legale dal 1961, e nel 1965 è stata creata la base giuridica per far sì che si potesse praticare nel quadro del Sistema Nazionale di Salute.

 

Mettere in discussione l’imparzialità della Corte

Un’altra sentenza della Corte Suprema degli USA mostra la parzialità e la tendenza ultra conservatrice che imperano nelle sue decisioni.

Il 27 giugno, il Tribunale ha riconosciuto il diritto del professor Joseph Kennedy, allenatore di calcio americano in una scuola del distretto scolare di Bremerton, Washington, di pregare con i suoi alunni  nel centro del campo, dopo la partita. La Corte Suprema ha sentenziato contro il Distretto Scolare e a favore di Kennedy, che reclama il diritto di pregare con i suoi giocatori dopo i giochi.

La decisione incide significativamente, sulla separazione della Chiesa dallo Stato nelle scuole pubbliche. La scuola aveva stabilito che la pratica di Kennedy violava i diritti di libertà religiosa degli studenti e creava anche un rischio di sicurezza dei giochi perchè il professore aveva orchestrato uno spettacolo pubblico, invitando i media di comunicazione e i politici locali ad assistere. Kennedy affermava che le azioni della scuola violavano i diritti di libera espressione e libero esercizio.

L’Unione statunitense per le Libertà Civili di Washington ha presentato un rapporto al Tribunale sostenendo che le preghiere di Kennedy non sono protette dalla Clausola della Libertà d’Espressione. Gi studenti hanno affermato di essere stati obbligati a pregare e un giocatore ha spiagato di aver partecipato contro il proprio credo per timore di perdere tempo del gioco se si fosse negato a farlo.

Parliamo di un paese che ha tardato secoli a giudicare i linciaggi come delitto d’odio federale. Per anni si è tentato di condannare senza risultati gli omicidi commessi dalle folle, le principali vittime dei quali furono gli afro discendenti e altre minoranze. Più di 4400 afro statunitensi sono stati giustiziati negli Stati Uniti per via di questa pratica solo tra il 1877 e il 1950, come  documenta l’Iniziativa per una Giustizia Ugualitaria.

I crimini si commettevano con impunità e con frequenza in luoghi pubblici e in pieno giorno, e danneggiarono, anche se in misura minore, altre minoranze come la nativa, l’asiatica e gli emigranti messicani.

La divisione negli Stati Uniti è sempre più esasperata; alcuni parlano persino di scisma, di polarizzazione insalvabile, di possibile balcanizzazione. Di sicuro le barriere tra gli uni e gli altri sono sempre più evidenti.

Chi si ferma solo un istante a dare uno sguardo  al panorama della società statunitense di questi tempi, scoprirà la profondità e l’estensione raggiunte dal pensiero più ultra conservatore e retrogrado. Ascolterà nel mezzo dello strepitìo degli showman politici e delle sparatorie delle armi da fuoco, il bramito assordante dei dinosauri che non vogliono sparire.

 

Raúl Antonio Capote e GM per Granma Internacional, 15 luglio 2022

 


 

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / DIRITTI UMANI

ONU approva risoluzione di Cuba su Diritti Umani e solidarietà internazionale

 


ONU, Ginevra. Foto:Prensa Latina

 

Una risoluzione presentata da Cuba sui diritti umani e la solidarietà internazionale è stata approvata a maggioranza con 31 voti a favore, 15 contrari e un’astensione nel Consiglio dei Diritti Umani dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite, nel quadro del suo 50º periodo ordinario di  sessioni, a Ginevra, in Svizzera.

La Cancelleria aveva precisato che i rappresentanti cubani presso l’ONU avevano denunciato le operazioni massive di disinformazione, coordinate e finanziate dai centri d’intelligenza e del potere politico statunitense.

E’ stato poi chiesto anche che finisca la manipolazione politica delle libertà di religione e credo: «Non  riconosciamo a nessun paese il diritto di proclamarsi agente dell’ordine o garante della libertà religiosa nel mondo, o di emettere certificati e liste unilaterali il cui unico scopo è danneggiare la cooperazione internazionale e promuovere la disinformazione», sottolinea la dichiarazione dei funzionari dell’Isola grande delle Antille.

 

Redazione Granma e GM per Granma Internacional