Notiziario Patria Grande - Marzo 2022

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NOTIZIARIO

 

MARZO 2022

 

 

TELESUR (VENEZUELA) / INTERNI / INGERENZE USA

La cospirazione gringa contro il Venezuela continua

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / CONFLITTO IN UCRAINA

Crisi russo-ucraina: un nero orizzonte per l’economia globale

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / CONFLITTO IN UCRAINA

Solo la pace vale la pena

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / AFGHANISTAN

Afghanistan: le tracce che l'informazione vorrebbe cancellare

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / BARBARIE CULTURALE

Sintesi dell'Europa per immagini

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / COMMERCIO ELETTRONICO

Cuba presente su JD WorldWide, la piattaforma di commercio elettronico cinese

 

GRANMA (CUBA) / CULTURA / REALTA' VIRTUALE

Cosa ci riserva il "metaverso"?

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / SPERIMENTAZIONE VACCINI CUBANI

Provata in Italia l’efficacia del vaccino cubano Soberana Plus

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / POLITICA E SPORT

La pace è il gol più bello

TELESUR (VENEZUELA) / INTERNI / INGERENZE USA

 


 

La cospirazione gringa contro il Venezuela continua

di Félix Roque Rivero, 24 marzo 2022

 

 

Brutali: questa è la miglior definizione da attribuire agli atti d’ingerenza attuati dall'Amministrazione statunitense contro il Venezuela.Si tratta di un’azione guerrafondaia che rompe tutti i limiti e le regole delle convenzioni belliche (Liang e Xiangsui). Dal 2015, quando Obama dichiarò il Venezuela "minaccia anomala e straordinaria", sono passati sette anni e non sono riusciti nel loro intento, né ci riusciranno. La patria di Bolivar si è ben asserragliata e attrezzata nella sua dignità, si mantiene incolume nelle sue muraglie e ha sconfitto tutti i cavalli di Troia che l'impero ha inviato in modo diretto o indiretto per invaderla.

Si totalizzano già oltre 507 azioni imperiali - ha denunciato la vicepresidente Delcy Rodríguez Gómez di fronte all'Assemblea Nazionale - contro il Venezuela, il suo popolo e legittimo Governo. A partire dagli insulti, diffamazioni, sanzioni contro alti funzionari, appropriazione/furto dei beni nazionali (petrolio, oro, azioni, imprese, denaro), strangolamento finanziario, blocco dell’acquisto di alimenti, medicine e materie varie, occupazione delle sedi diplomatiche, negato riconoscimento del suo Governo e dei suoi rappresentanti legittimi, attacchi cibernetici al sistema elettrico, intrusione nelle reti informatiche, ostruzione delle attività bancarie, imposizione di un "autoproclamato" presidente, reclutamento di sicari e terroristi come mercenari di guerra, tentativi d’invasione (Operazione Gedeón, Tienditas), ecc. 

Si tenta di mettere in pratica in Venezuela la cosiddetta Guerra Infinita che, come spiega il militare olandese Martin Van Creveld, è "... il pensiero strategico contemporaneo che, mentre ci fa assistere ad una relativa riduzione della violenza militare, in definitiva implica parallelamente un aumento della violenza in ambito politico, economico e tecnologico". (Van Creveld, La Guerra Infinita, un nuovo modello di guerra?). È l'applicazione della massima di Sun Tzu: "nell'arte della guerra non ci sono regole fisse".

È questa la filosofia della guerra che gli USA ed i loro alleati stanno applicando contro il Governo e il popolo del Venezuela. Nonostante gli sforzi fruttuosi del Ministro degli Esteri venezuelano al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, nel Movimento dei Paesi Non Allineati, le alleanze con potenze come Cina e Russia, la guerra infinita continua in modo inesorabile, attaccando "i vari punti deboli degli enti e nei confronti delle diverse componenti dello Stato". (Acuña e Barrero “La guerra infinita, guerra di quarta generazione” - maggio 2018). A ciò si sommano la campagna di disinformazione e le fake news dispiegate nell’ambito della guerra cognitiva.

La cosiddetta "Guerra Infinita", senza limiti né regole, ha dei principi-guida. Secondo i colonelli cinesi Liang e Ciangsui, questi principi sono: 1. Omnidirezionalità che punta ad una considerazione ed impiego di tutti i fattori possibili a 360 gradi; 2. Sincronismo di conduzione delle varie azioni in un medesimo lasso di tempo in spazi differenti; 3. Obiettivi limitati, non devono mai superare i mezzi a disposizione per la guerra; 4. Mezzi illimitati, al fine di soddisfare e realizzare gli obiettivi limitati tracciati; 5. Creare squilibrio, determinando i punti algidi e seguendo una direzione simmetrica calibrata; 6. Minimo dispendio, le risorse non devono essere mai usate in modo esagerato rispetto all'obiettivo; 7. Coordinamento pluridimensionale di tutte le forze mobilitate in tutti i campi previsti; 8. Regolazione e controllo delle parti e di tutto il processo, in modo permanente, senza interruzione. 

Questi attacchi inclementi e criminali li ha rilanciati il presidente Joe Biden rinnovando per un altro anno l'Ordine Esecutivo che ribattezza e qualifica il Venezuela come "minaccia anomala e straordinaria". Una chiara e manifesta dimostrazione di ostilità verso il popolo venezuelano. 

A questo riguardo bisogna chiedersi: il Governo ed il popolo venezuelani saranno in grado di continuare a contrastare e, cosa più importante, a resistere e vincere questo tipo di guerra non convenzionale dove vale tutto, dove non esistono regole? La ripresa dell'economia venezuelana è un importante indicatore del percorso vittorioso. 

Da quando Obama firmò il suo Ordine Esecutivo dichiarando il Venezuela "minaccia anomala e straordinaria", abbondano gli esempi di resistenza eroica d’un popolo che insieme al suo Governo legittimo si è impuntato gagliardamente - come in passato fece davanti all'impero spagnolo, guidato dal genio e talento del Liberatore Simon Bolívar e i suoi Eserciti - in difesa della sovranità, per il conseguimento dell'Indipendenza ed il mantenimento della pace. 

Mettendo da parte ogni atteggiamento ingenuo e di celebrante trionfalismo, va detto senza mezzi termini: il Governo USA l'ha giurata al Venezuela, al suo Governo e al suo popolo. La sfida che la Rivoluzione Bolivariana ha posto all'impero, l'esempio che irradia “non deve rimanere impunito", i poteri forti lo sanno. Le immense ricchezze energetiche e minerarie sono il bottino materiale che si vogliono spartire; la Rivoluzione Bolivariana è un cattivo esempio ideologico politico a cui bisogna porre fine. L’"avvicinamento" di funzionari dell'Amministrazione gringa al Venezuela fa parte del gioco di distrazione e disinformazione, è il lobbysmo diabolico che riconferma il principio che gli USA non hanno amici duraturi in nessuna parte del globo terrestre. È la psicopolitica che descrive molto bene il filosofo Byung-Chul Han. È il dispiegamento delle moderne tecniche di potere del capitalismo che, anziché usare il potere oppressore militarista (non del tutto accantonato), utilizza un potere seducente, ingegnoso per dominare i popoli e sottometterli alle trame del predominio imperiale. (Chul Han B, La psicopolitica. Spagna, 2015). 

Sviluppando una guerra ibrida, dove il limite è che non esiste limite né regolazione normativa, l'impero, senza aver mobilitato un solo marine in territorio venezuelano in maniera diretta, sebbene sì in modo occulto, porta avanti azioni multifattoriali, che si susseguono a catena, una dopo l'altra. Un copione nel migliore stile hollywoodiano che si rivela man mano ad ogni azione intrapresa da uno qualsiasi dei suoi falchi. Essi hanno visto un’"opportunità" in Venezuela e non smetteranno d’impegnarsi per conquistarla. Sanno della sua importanza strategica. Non si tratta di unirsi alla politica di psicoterrorismo pianificata dal Pentagono. Si tratta, come avverte il presidente Nicolás Maduro, di non abbassare la guardia e di mantenere nervi d’acciaio ben temprati. Sono riusciti a spegnerci la luce con sabotaggi incessanti, ma ci hanno infiammato l'anima, questo sì, in concreto. 

In questi tempi di conflitti bellici, d’incertezze e minacce di una guerra nucleare che significherebbe la fine di tutto il creato, il Venezuela punta sulla pace, la soluzione pacifica dei conflitti e la non ingerenza negli affari interni dei Paesi. Sta nascendo una nuova normativa internazionale. Il multipolarismo dimostra che stanno sorgendo nuovi blocchi di potere. L'egemonia imperiale si sta erodendo. Si sta già affacciando un sistema monetario diverso dal predominio del dollaro. Coloro che puntano sulla distruzione e la morte sono sempre meno. Coloro che amano la vita resisteranno e vinceranno. Il nostro pianeta non si merita di meno. 

 

Fonte: https://www.telesurtv.net/opinion/La-conspiracion-gringa-contra-Venezuela-continua-20220324-0020.html?utm_source=planisys&utm_medium=NewsletterEspa%C3%B1ol&utm_campaign=NewsletterEspa%C3%B1ol&utm_content=40

 


 

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / CONFLITTO IN UCRAINA

Crisi russo-ucraina: un nero orizzonte per l’economia globale

 

 

 

Per via delle sanzioni imposte alla Russia per la sua guerra in Ucraina, nei media votati alla propaganda contro Cuba si nota un certo sentimento d’euforia dovuta alla brusca interruzione del flusso turistico proveniente dal paese euroasiatico.

Un simile piacere è inerente alla loro missione di portatori di sciagure, ma in un mondo globalizzato i fenomeni economici sono molto più complessi, e questa crisi ha causato l’impennata dei prezzi del nichel. Dall’inizio di gennaio ad oggi, il nichel ha incrementato il suo valore del 35%, circa 7 mila dollari per tonnellata, e questo fatto copre abbondantemente le perdite causate a Cuba dalla caduta del turismo russo. Questo significa che il contesto favorisce l’economa cubana? Certo che no: il nostro paese, come il resto del mondo, sentirà gli effetti nefasti della crisi.

Se c’è un campo in cui si può apprezzare chiaramente il senso del detto «effetto farfalla», questo è l’economia globalizzata. L’espressione vuole significare che se nel sistema si produce una piccola perturbazione iniziale in un determinato contesto, attraverso un processo di amplificazione, questa potrà generare conseguenze significativamente maggiori a breve e medio tempo in un contesto diverso. Il suo nome proviene da un vecchio proverbio cinese: «Il frullo di una farfalla può provocare un tornado nell’altro capo del mondo».

Offro un esempio che a prima vista potrebbe suonare strano: le sanzioni degli Stati Uniti e dell’Unione Europea alla Russia minacciano di provocare l’interruzione del rifornimento di neon al mercato dell’elettronica. Abituati come siamo a guardare soprattutto i grandi numeri della macro-economia, si potrebbe dire: “Pazienza per il neon!”, perché è un tema minore che per l’economia della Russia rappresenta appena l’1,7% della produzione mondiale totale. Ma non è così semplice, perchè qualsiasi minuscolo elemento del sistema può generare un caos globale.

Il fatto è che senza neon non ci sono microchip, e senza microchip non ci sono automobili, computers, telefoni intelligenti. Non possiamo immaginare la vita moderna senza questi oggetti. E la Russia produce il 90% del neon mondiale necessario per la produzione dei microchip, mentre il 60% si perfeziona in Ucraina.

Le riserve di microchips sono state duramente colpite dalla pandemia del 2021 e si stima che le riserve coprano meno di quattro settimane. Le fonti alternative necessitano di investimenti a lungo termine prima che possano sostituirsi nel mercato globale, e gli Stati Uniti hanno minacciato di sospendere il rifornimento di microchip alla Russia. Nel frenetico prendi e molla, ci si può aspettare il peggio.

Due mesi fa, il presidente Biden non smetteva di dare la colpa alle interruzioni nelle catene di rifornimento che hanno provocato la scarsità dei beni e l’aumento dei prezzi al consumatore. Alla fine di gennaio, l’inflazione continuava a crescere – la più forte negli ultimi 40 anni – e questo indica che la crisi è lontana da una soluzione.

In questo modo, non appare logico applicare misure che contribuiscano a generare ulteriori interruzioni, che si stanno verificando perché le sanzioni non danneggiano solo la Russia, ma tutti i Paesi, includendo gli stessi che impongono le sanzioni. Quindi, il mercato dell’energia e degli alimenti minaccia di non avere più controllo.

La Russia è il secondo esportatore di petrolio e il principale fornitore di grano del mondo (25% del fabbisogno globale). Le sanzioni hanno fatto sì che il prezzo del petrolio superi già i 110 dollari al barile, mentre il grano tocca già il livello più alto dal 2008. Il prezzo del gas in Europa ha infranto il suo record storico e, mentre scrivo queste righe, supera già i 200 euro per megawatt, mentre nel marzo del 2021 era a circa 15. Quando nell’autunno scorso il prezzo dell’energia si è impennato, molte piccole imprese europee sono fallite e così anche molti impianti di fertilizzanti nel Regno Unito. Ora la preoccupazione tocca le grandi fabbriche di prodotti chimici di tutta Europa.

Il prezzo di molti metalli a sua volta aumenta in modo considerevole. Russia e Ucraina guidano la produzione di ferro, rame e nichel, e partecipano anche in grande misura all’esportazione di prodotti essenziali come il platino e il palladio, un metallo che si usa in quasi tutto: dai tubi di scappamento delle automobili, ai telefoni cellulari, ai dentifrici.

Le industrie aereospaziali statunitensi ed europee dipendono dal titanio russo e non  appare semplice trovare fornitori alternativi. L’alluminio ha toccato il suo massimo storico superando i livelli raggiunti nel 2008 durante la crisi finanziaria globale. In tutto questo incide non solo il fatto che la Russia produce il 6% dell’alluminio mondiale, ma anche la crisi energetica in Europa. Per le grandi fonderie come la Aluminium Dunkerque Industries France e la Trimet Aluminium tedesca, non è economico lavorare con gli attuali prezzi dell’energia.

Le sanzioni stanno provocando una sorta di «fuoco amico», mentre non sembrano causare alla Russia il danno sperato. Con l’obiettivo di isolare le loro istituzioni dai flussi finanziari internazionali, un gruppo delle sue banche è stato svincolato dal sistema Swift, cosa che per alcuni giorni si è presentata come la più potente misura per danneggiare l’economia russa, ma è con questo che si provocherà il collasso finanziario desiderato? Si dovrà aspettare di più: per ora, dopo la caduta del rublo del 28%, tutto questo concorre a mantenerne la stabilità, con leggere oscillazioni verso il recupero, e nella retorica mediatica occidentale sembra non esserci più tanto ottimismo. Le sanzioni non hanno chiuso tutte le vie di fuga. Non è stato possibile svincolare tutte le banche, data la dipendenza europea dal gas russo con il 40% del consumo a livello continentale. Certamente, d’ora in avanti la Russia potrà avere difficoltà con le transazioni bancarie e la quotazione del rublo, ma non negli scambi interni, dove dispone di un suo proprio sistema. Verso l’estero può stabilire ponti con le banche non sanzionate, usare alternative come la posta elettronica, il fax e il telex, oltre alle transazioni in cripto valuta.

Inoltre, la Russia può usare il cips cinese, un’infrastruttura di mercato finanziario alternativa allo Swift, che a differenza di questo ha il vantaggio di offrire servizi di compensazione e liquidazione. Di fatto, appena le banche russe sono state sanzionate, molte compagnie cinesi vincolate al cips hanno aumentato significativamente le loro azioni, cosa che in qualche modo costituisce una buona notizia per l’egemonia del dollaro.

Intanto, alcune importanti multinazionali dell’ Occidente si sono viste intrappolare tra «due fuochi».  Per esempio, Citigroup, la maggiore impresa di servizi finanziari del mondo, ha annunciato di avere   9,8 miliardi di dollari di esposizione finanziaria in Russia, compreso un miliardo in contanti nelle banche e nelle istituzioni finanziarie russe, 1,8 miliardi di bilancia inversa e 1,6 di debiti da incassare. Da un lato si proibisce di realizzare transazioni finanziarie con la Russia e dall’altro la Russia ha decretato che l’80% delle entrate in divisa straniera dev’essere cambiato in rubli.

Per quel che riguarda Cuba, l’impatto maggiore arriverà per l’alto prezzo degli alimenti e dei combustibili, ma anche per l’aumento delle tariffe dei noleggi, che già erano alti per l’Isola, come conseguenza della Legge Torricelli. Inoltre, le linee aeree incrementeranno i loro costi e questo potrebbe incidere sul flusso turistico.

Questo, in sintesi, è il nero orizzonte che si intravede come presagio di tormente peggiori, se finalmente non vincerà il buon senso. La retorica incendiaria dominante nei governi e nei media può forse servire per anestetizzare la coscienza dei Paesi che saranno più danneggiati, così che potranno avere un “cattivo” con cui prendersela, ma non aiuterà ad uscire dalla crisi né la crescita economica. E non lo farà nemmeno l’uso di dure sanzioni alla Russia che, anzi, saranno un boomerang per chi le applica.

Come si legge nella Dichirazione del Governo Rivoluzionario Cubano, si impone l’applicazione di una soluzione diplomatica seria, costruttiva e realista, con mezzi pacifici che garantiscano la sicurezza e la sovranità di tutti, ovvero la pace, la stabilità e la sicurezza ragionale e internazionale. Per questo, è necessario considerare le legittime preoccupazioni di tutte le parti.

Sono stati due anni duri, con una pandemia che ha spento molte vite e ha rallentato la crescita economica globale. Il mondo necessita di pace e garanzie di progresso per tutti, non un’altra nuova crisi mentre ancora non ci si è ripresi dal tremendo impatto del covid.

Antonio Rodríguez Salvador e GM per Granma Internacional, 26 marzo 2022

 

 


 

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / CONFLITTO IN UCRAINA

Solo la pace vale la pena

 

L’attuale situazione in Ucraina e la manipolazione occidentale sul tema ci obbligano a meditare e a puntare tutto sulla pace come unica via. Vale la pena tornare alla Riflessione di Fidel “L’inverno nucleare”, nella quale avvertiva su quello che significherebbe per il mondo una guerra con il ricorso a queste armi tra gli Stati Uniti e l’allora Unione Sovietica.

Il Comandante in Capo diceva che «non è necessaria una guerra mondiale per far scomparire la nostra specie, ma basterebbe una guerra nucleare tra le due potenze per far scomparire la specie umana».

Nel caso dell’Ucraina di oggi, non si tratta di uno Stato nucleare com’era sino al momento della disintegrazione dell'URSS. Il pericolo, al momento, ha a che vedere con le sempre più forti minacce degli Stati Uniti e della NATO contro la Russia e il sostanzioso appoggio militare che hanno dato all’Ucraina come punta di lancia con il proposito di piegare Mosca. Una cosa impossibile, prima di tutto per il valore e la fermezza del popolo russo e del suo Governo, per la responsabilità dimostrata per contrastare la guerra mediatica e per rispondere militarmente, quando è stato necessario. Se non fosse così, la NATO installerebbe i suoi missili nucleari in territorio ucraino e Mosca starebbe sulla linea di mira di coloro che guidano questa pericolosa avventura.

Vladímir Putin, che conosce il tema dall’epoca della disintegrazione dell'URSS, ha dato l’ordine di rinforzare l’allerta massima della Forza dei Missili Strategici, l’Aviazione e l’Armata a fronte delle aggressive dichiarazioni da parte della NATO.

Se aggiungiamo che sia gli Stati Uniti che l’Unione Europea, più altri governi, hanno scommesso di abbattere Mosca con sanzioni estreme e appoggiano con vaste risorse e moderni armamenti l’Ucraina, non è impensabile che un pericoloso scivolone di Washington o dalla NATO provochino una risposta necessaria nella quale non sono coinvolte solo le armi convenzionali.

 

Elson Concepción Pérez e GM per Granma Internacional, 1° marzo 2022

 

 


 

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / AFGHANISTAN

Afghanistan: le tracce che l'informazione vorrebbe cancellare

 

 

I politici statunitensi, al momento di giustificare le loro «prodezze», usano a prestito le parole di statisti, scrittori e anche di Premi Nobel della Letteratura, come nel caso del britannico Winston Churchill, primo ministro del Regno Unito dal '40 al '45, durante la Seconda Guerra Mondiale, e poi dal '51 al '55 per il Partito Conservatore.

Quando gli USA invasero e occuparono l’Afghanistan, il giornalista nordamericano Craig Whitlock, autore del libro Le carte dell’Afghanistan, storia segreta della guerra, chiese all’allora segretario della Difesa Donald Rumsfeld se «gli americani avessero mai capito l’Afghanistan».

Il capo militare ricorse a Churchill: «Nella guerra la verità è tanto preziosa che va sempre protetta con un velo di menzogne».

Quello che avviene oggi in relazione all’Ucraina, ha una componente bellica e un’altra, forse maggiore, di menzogna. La visione che danno al mondo i grandi media occidentali è fabbricata su un gran mucchio di menzogne, ripetute migliaia di volte in maniera che il mondo si convinca che i colpevoli sono i russi e il loro Presidente Putin.

Non sono pochi gli esempi di titoli come «Ucraina, l’Afganistan dell’Europa». Forse, tra l’impalcatura mediatica e l’uso dell’ingiuria bugiarda c'è qualche analogia, ma questa volta, più che l’Ucraina, l’interesse degli Stati Uniti è la Russia, e per questo utilizza la sua avanguardia guerrafondaia - la NATO - e  il suo paggetto regionale - l’Unione Europea – con la speranza di piegare Mosca.

L’amministrazione di Joe Biden, barcollante dopo la partenza delle sue truppe dall’Afganistán, dopo 20 anni di crimini in uno dei paesi più impoveriti del mondo, ha visto nell’Ucraina un «buon momento» per sviare l’attenzione verso il  paese europeo, e «dimenticare» come è stata lasciata la nazione asiatica. I grandi media non ne parlano, non indagano sulla vita del popolo afghano dopo due decenni d’attacchi degli Stati Uniti e dei loro accoliti: un Paese che ha perso 46000 figli (alcune fonti stimano siano più di 100 000 le vittime della guerra) e una potenza aggressiva che ha dispiegato in questa terra più di mezzo milione di soldati, 2455 morti, è il riflesso crudele di una conflagrazione che Biden adesso pretende di dimenticare.

Com’è stata lasciata una nazione in cui più di 2,2 milioni dei suoi abitanti sono stati obbligati a sfollare nei paesi vicini e un altro milione all'interno del loro stesso paese? In quella disumana e ingiustificata guerra, il vincitore è stato il complesso militare statunitense, che ha venduto milioni di armi e strumenti bellici per circa 2,3 miliardi di dollari pagati dai contribuenti della nazione che ha aggredito.

Ora, secondo le statistiche del Banco Mondiale, la metà dei bambini afghani soffrono di denutrizione; il  54% della popolazione vive al di sotto dei livelli di povertà e la disoccupazione supera il 30 %.

La  grande stampa occidentale, nei giorni dello sfrenato allontanamento delle truppe statunitensi e della NATO, sostenne la decisione di Biden di togliere i suoi militari dal suolo afgano.

Quello che è stato lasciato sul campo - ora con i talebani al potere - non trova spazio nei media che preferiscono addossare la colpa al nuovo governo afghano e abbandonare nel dimenticatoio tanti morti e mutilati, un'altra ferita aperta che si aggiunge all'infinita serie causata dall’invasione e dall’occupazione dei militari della maggiore potenza mondiale e dei suoi fedeli seguaci dell’Alleanza Atlantica.

Gli autori della guerra e gli attori del suo format mediatico sono gli stessi che oggi si scagliano contro la Russia approfittando di un'impalcatura di destabilizzazione e diffamazione in uno scenario dove la sola cosa che si dovrebbe cercare è la pace.

 

Elson Concepción Pérez e GM per Granma Internacional, 16 marzo 2022

 

 


 

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / BARBARIE CULTURALE

Sintesi dell'Europa per immagini

 

Nel 1661, dopo il restauro della monarchia inglese, il lord protettore Oliver Cromwell fu accusato di complicità nell’esecuzione di re Carlo I d’Inghilterra e Scozia. Cromwell era già morto di malaria due anni prima, ma il fatto non impedì che la Sala dei Comuni condannasse a morte il suo cadavere.

La sentenza andava compiuta con assoluto rigore, così il corpo fu tolto dal sepolcro e impiccato in una piazza di  Tyburn, mentre la testa fu appesa a un palo per il pubblico ludibrio.

Dalla fine del Medioevo agli inizi dei tempi moderni, le esecuzioni "in contumacia", in Europa, sono state numerose: si consumavano quando l’accusato era assente perchè morto o profugo, così alla sua presenza si sostituiva un suo ritratto o un pupazzo.

Tra le personalità sottoposte a questo tipo di esecuzione ci fu Martín Lutero, artefice della Riforma religiosa in Germania, che nel 1521 fu processato "in contumacia" dalla Santa Inquisizione e condannato per eresia a morire bruciato vivo sul rogo. Dato che all’epoca Lutero era fuggiasco, la sentenza si eseguì a Roma con l’uso di un pupazzo.

Altri personaggi famosi che negli anni ricevettero condanne simili furono il poeta e drammaturgo inglese Théophile de Viau e il romanziere e saggista francese Donatien Alphonse François de Sade, più famoso come Marchese  de Sade. Un caso curioso fu quello del patriota ungherese Lajos Koussuth che, dopo la sua opposizione alle autorità degli Asburgo e la proclamazione dell’indipendenza dell’Ungheria, fu impiccato "in contumacia" nel 1851. Anche se riuscì a scappare e vivere sino al 1894, questo non impedì che negli Archivi Biografici Tedeschi figurasse morto nel 1851.

Si potrebbe pensare che l'umanità attuale abbia abbondantemente superato questo genere di cose, ma non è così: in questi giorni di conflitto bellico tra Russia e Ucraina il fantasma delle condanne in contumacia è tornato. Per esempio, lo scorso 2 marzo una quercia di circa 200 anni piantata dallo scrittore russo Iván Turguéniev nella sua azienda paterna, è stata ritirata dal concorso “L’albero europeo dell’anno”, perchè gli organizzatori si sentivano «imbarazzati dall’operazione russa in Ucraina».

Il giorno prima, e per le stesse ragioni, l’Università Bicocca di Milano aveva annunciato la cancellazione di un suo concorso educativo dedicato allo scrittore russo Fiódor Dostoyevski, deceduto nel 1881. Data la forte polemica, la misura è stata revocata, ma gli animi in Italia non si sono raffreddati: è appena stato riportato che il direttore della famosa Galleria degli Uffizi ha condannato chi avrebbe voluto demolire le sculture dei maestri russi e di chiudere il museo delle icone di questo paese.

Questo è pericoloso fanatismo, ma di fronte a queste «sanzioni», chissà se Dostoyevski – se fosse ancora vivo - avrebbe scritto la seconda parte del suo romanzo L’Idiota?

Erasmo da Róterdam, il cui Elogio della pazzia è stato compreso nel cosiddetto Indice dei libri proibiti dalla Chiesa Cattolica, forse si sarebbe anche lui adoperato per attualizzare la sua opera.

Come se non bastasse, EA Sports, leader nella distribuzione di giochi elettronici, PC e cellulari, ha eliminato i prodotti russi del suo popolare videogioco FIFA-22, mentre la Federazione Felina Internazionale ha proibito l’importazione di gatti provenienti dalla Russia: chi compra un gatto russo non potrà registrare il suo pedigree.

Visto l'andazzo, non stupirebbe che, per esempio, l’Unione Geografica Internazionale decida d’eliminare la Russia dalle sue mappe, in modo che paesi come il Kazakistan e la Mongolia appaiano improvvisamente nell’Oceano Ártico.

Capisco che il mio sarcasmo possa non piacere a tutti, ma di fronte a certi "tocchi" di barbarie che nella "colta Europa" sembra diventare endemica, vedo che non sono l’unico. Per esempio, si racconta che quando qualcuno chiese al Mahatma Gandhi: "Maestro, cosa ne pensas della civilizzazione occidentale?", lui avesse risposto: "Credo sarebbe una buona idea".

 

Antonio Rodríguez Salvador e GM per Granma Internacional, 22 marzo 2022

 


 

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / COMMERCIO ELETTRONICO

Cuba presente su JD WorldWide, la piattaforma di commercio elettronico cinese

 

 

Cuba venderà prodotti d’esportazione attraverso la piattaforma cinese del commercio elettronico JD WorldWide in seguito all’arrivo nella nazione asiatica del primo contenitore proveniente dall’Isola grande delle Antille.

«Tra pochi giorni comincerà a funzionare il Padiglione Nazionale sull’importante piattaforma cinese JD WorldWide in virtù della strategia del nostro Governo di ampliare e differenziare le esportazioni cubane verso il mercato cinese». Ne ha dato notizia l’ambasciata di Cuba in Cina, ripresa da Prensa Latina.

Tra i prodotti cubani offerti ci saranno il rum, il miele e le conserve di frutta, e poi se ne aggiungeranno altri. JD WorldWide è una delle piattaforme di commercio elettronico più importanti della Cina, insieme con Alibaba, Taobao e Sunning, tra le tante.

Secondo il ranking della Lista Fortune, nella classifica delle le 500 compagnie più grandi del mondo occupa il 102º posto.

 

Redazione Granma e GM per Granma Internacional, 22 febbraio 2022

 

 


 

 

GRANMA (CUBA) / CULTURA / REALTA' VIRTUALE

Cosa ci riserva il "metaverso"?

 


Il capitalismo non può sottrarsi dalla sua essenza predatrice, nemmeno con la promessa di una nuova felicità raggiungibile nella virtualità, ultima frontiera della sua macchina dei sogni.

 

Sembra che neanche nel promesso mondo virtuale futuro - a cui è stato dato il nome di metaverso - potremo mai essere felici, almeno come maggioranza degli esseri mortali. Quello che si annuncia come la realizzazione della Terra Promessa, alla fine sembra riproporre il mondo reale. La CNBC (canale tematico statunitense di business in abbonamento) ha annunciato che il mercato dei beni primari nel metaverso si aggira attorno ai 50 milioni di dollari.

Cerchiamo di capire di cosa si tratta.

Il metaverso è un mondo virtuale in tre dimensioni in cui i “clienti” vengono immersi indossando occhiali e sensori corporali per permetter loro di «abitarlo» in un’esperienza che promette di essere reale come il mondo fisico. Il nome proviene da un romanzo di fantascienza del 1992, Snowcrash di Neal Stephenson, che nell’anno della sua pubblicazione vinse diversi premi nel suo genere.

Il metaverso, che è ancora allo stadio di progetto futurista da realizzare, già consente però riunioni virtuali in cui i partecipanti si possono sedere e dibattere come nel mondo reale, pur trovandosi a migliaia di chilometri di distanza gli uni dagli altri. Uno si mette i suoi occhialini per la realtà aumentata e i suoi sensori, si connette al server d’accesso a metaverso e… voilà, ecco che si trova in un luogo dove può interagire “fisicamente” con gli altri e con l’ambiente virtuale. Una cosa così si stava già provando nel mondo dei giochi digitali, ma i giocatori ora non devono più stare davanti a uno schermo. Ora si inseriscono nell’intrattenimento, e giocare significa vivere nello spazio virtuale, dove gli impegni le minacce e le ricompense si proiettano come “esperienze reali”. Nel 2019, Facebook, che ora si chiama Meta, lanciò il mondo virtuale Facebook Horizon con la promessa di diventare una nuova realtà senza frontiere per i suoi navigatori. Microsoft ha comprato la compagnia Altspacevr per sviluppare i suoi spazi virtuali.

Le conseguenze di questo esasperante maneggio del virtuale sono facilmente immaginabili. «C’è una suggestione nello stare immersi in un mondo che è molto differente da quella di quando interagiamo attraverso uno schermo piatto (…). Una volta immersi in uno spazio, anche quando non si può essere fisicamente toccati, si viene esposti a cose che assumono un livello di realismo che può essere psicologicamente coinvolgente» dice lo psicologo Albert Rizzo, direttore dei laboratori di Realtà Virtuale Medica dell’Istituto di Tecnologie Creative dell’ Università del Sud della California (USC).

Mark Prinstein, capo dell’ufficio di Scienza dell’Associazione Americana di Psicologia, ritiene che «l’idea di poter rendere fiction la tua identità e riceverne un feedback immediato può realmente essere dannoso per la mente di un adolescente. In adolescenza, tu sei quello che gli altri pensano di te».

Il pericolo di questa nuova alienazione è che il suo sviluppo è guidato dal guadagno e non dall’utilità sociale. Alcune minacce sono già realtà nei pochi spazi di metaverso esistenti. Nel Centro per il Contrasto all’Odio Digitale hanno scoperto che bambini, adolescenti e giovani sono esposti a un’eccessiva violenza, alla pornografia e all’abuso verbale e psicologico su piattaforme di gioco della realtà virtuale come vrchat, accessible attraverso il metaverso offerto da Facebook.

In un articolo pubblicato su The Guardian, Keza MacDonald narra le sue esperienze dopo aver «vissuto» nel mondo virtuale. Il titolo del suo articolo è abbastanza chiaro: «Ho visto il metaverso e non mi piace». Lungi dall’utopia virtuale in cui gli esseri umani si realizzano come esseri sociali, dopo aver visto come il metaverso «offre qualcosa che somiglia più a un incubo tardo-capitalista tecnocratico» elevato all’ennesima potenza: «I mondi virtuali non sono necessariamente migliori del mondo reale».

Ma le cose nella realtà possono essere più surrealiste di quello che potremo immaginare. Nel citato articolo della CNBC, si spiega che la vendita dei beni primari nel metaverso si spera raggiunga quest’anno la soglia del miliardo di dollari. In sostanza, in questo mondo reale in cui la fame affligge centinaia di milioni di persone, dovrebbero fiorire compagnie che vendono pezzetti di mondo virtuale e intraprendono progetti di miglioramento, sviluppo e urbanizzazione di un mondo virtuale. Sembra una pazzia, ma è tutto vero. È business.

Secondo uno studio della Brand Essence Market Research, si spera che il mercato dei beni primari del metaverso cresca annualmente a un ritmo del 31%. La compagnia dei beni primari virtuali, Republic Realm, ha comprato terreni per 4,3 milioni di dollari nel metaverso, dove progetta di sviluppare cento isole chiamate Fantasy Island, con ville, motoscafi, piste per sciare, eccetera. Alcune di queste isole sono state comprate per 15000 dollari l’una e poste in vendita nuovamente per più di 100 mila dollari. Una piccola «bolla» immobiliare virtuale, in cui i compratori possono chiedere prestiti bancari, ipotecare le loro proprietà e pagare a rate il loro paradiso virtuale. Stiamo parlando di denaro del mondo reale.

Alcuni sostengono che tutti questi processi non sono altro che sofisticate truffe finanziarie in “stile Ponzi digitale”, ma gli «imprenditori» di questi mondi di fantasia contrattaccano dicendo che sono sicuramente reali, almeno fino a quando le persone se li creano e sono disposte a investire.

Una «valanga di aziende, compresi alcuni marchi globali e investitori di peso, stanno scommettendo su questa nuova pazzia di beni primari virtuali, con la speranza di riuscire a possedere piccole particelle in quello che un domani potrebbe essere la Manhattan o la Monaco virtuale». Catene di negozi e servizi, ristoratori e hotel stanno sondano l’acquisto di terreni nel mondo virtuale per installare il loro business nel metaverso. Esistono già centri convenzionati virtuali che si possono prendere in affitto per svolgervi conferenze e riunioni.

In un mondo reale colpito dalla miseria, dalle pandemie, dalle guerre, dall’insicurezza sociale, dalla vulnerabilità economica, fuggire nel virtuale sembra essere per alcuni irresistibile. Ma vivere nel metaverso costa, e come ci vivi dipende dalla tua solvenza economica nel mondo reale. Neanche nella sua nuova promessa di felicità nel mondo virtuale, l’ultima frontiera della sua macchina dei sogni, il capitalismo può rinunciare alla sua essenza predatrice.

Nel mondo, si stima che ci siano 150 milioni di persone senza casa. Una su dieci si trova nella condizione di povertà estrema. Due terzi degli abitanti del pianeta vivono al di sotto della linea di povertà, e nessuno di loro sa cosa sia la realtà virtuale, nè si trova nei piani di sviluppo di chi abita nel metaverso.

Ma gli «eletti» – principalmente del primo mondo – che diventeranno “tossici” del mondo della fantasia che ci promettono, scopriranno che anche in questo nuovo scenario continueranno ad essere quello che hanno, e che vivere il loro sogno costa denaro contante e sonante. Svegliandosi dal sogno virtuale, scopriranno che stargli al passo ha significato essere schiavi di un sistema capitalista reale, che non ha più niente da offrire al mondo se non distruggerlo.

 

Ernesto Estévez Rams e GM per Granma Internacional, 13 febbraio 2022

Articolo originale: ¿Qué ofrece el metaverso?

 

 


 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / SPERIMENTAZIONE VACCINI CUBANI

Provata in Italia l’efficacia del vaccino cubano Soberana Plus

 

 

Lo studio di osservazione denominato "Soberana Plus-Torino'', realizzato congiuntamente dall’Istituto Finlay di Cuba e dall’ospedale Amedeo di Savoia di Torino, indica che il vaccino cubano Soberana Plus è molto sicuro e migliora in modo considerevole l’immunità negli individui già protetti con altri tipi di vaccini. I ricercatori hanno presentato le conclusioni del test clinico al quale hanno partecipato una trentina di persone che avevano precedentemente ricevuto vaccini autorizzati in Italia.

I volontari si sono sono recati all'Avana dove hanno ricevuto la dose prevista di Soberana Plus dopo aver presentato i risultati dei loro esami del sangue, analizzati dall'Istituto cubano. Rientrati in Italia, hanno ripetuto gli esami 28 giorni dopo nel Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’ospedale Amedeo di Savoia per il confronto con quelli effettuati prima della somministrazione di Soberana Plus. L'osservazione ha evidenziato la capacità del farmaco d’indurre anticorpi neutralizzanti contro le varianti Alfa, Beta e Delta del virus SARS-COV-2.

Alla presentazione dei dati hanno partecipato Mirta Granda, ambasciatrice di Cuba in Italia; il dottor Vicente Vérez, direttore generale dell'Istituto Finlay; Luigi Genesio Icardi, Assessore alla Sanità della Regione Piemonte, e il dottor Carlo Picco, direttore generale dell’Azienda Sanitaria Locale della Città di Torino.

Erano presenti anche i ricercatori dell’ospedale Amedeo di Savoia che hanno partecipato allo studio e il giovane ricercatore italiano e collaboratore dell'Istituto Finlay, Fabrizio Chiodo, più Michele Curto, presidente dell’Associazione per l'Interscambio Culturale ed Economico con Cuba.

 

Prensa Latina e GM per Granma Internacional, 5 marzo 2022

 

 


 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / POLITICA E SPORT

La pace è il gol più bello

 

 

Il mondo è sottoposto a una immensa e intensa guerra della comunicazione nella quale le doppie misure dettano le agende dei maggiori organi di informazione. Per esempio, nel conflitto Ucraina-Russia, gli stessi auto-proclamati difensori della libertà d’espressione che censurano, dicono di farlo per il bene della popolazione. Facebook, Instagram e Telegram, sussidiarie della tanto decantata Meta, hanno spento Russia Today e Sputnik, ma la doppia misura non si ferma lì, così assistiamo allo spettacolo dell’arbitro che decreta il calcio di rigore nella stessa azione in cui viene sancito il gol.

La FIFA ha sospeso la Russia da ogni competizione del calcio mondiale, compresa la Coppa del Mondo del Qatar, perchè è stato deciso che la Russia non si sta difendendo dall’assedio con cui gli Stati Uniti e la Nato la soffocano, usando un Paese vicino come scudo umano e politico, ma perchè la considerano un paese invasore.

Però, perchè non hanno imposto la stesso cartellino rosso all’Ucraina, che dal 2014 bombarda e ammazza senza misericordia anziani, giovani e bambini a Lugansk e Donetsk? Non è stato detto niente nemmeno quando l’Arabia Saudita ha invaso lo Yemen, e ha ignorato il giusto reclamo della Palestina, i cui “calciatori” non potevano uscire dal territorio palestinese a causa dell’ostilità di Israele. Israele non è mai stato sanzionato, e tanto meno gli Stati Uniti, invasori d’ufficio che dal 1776 sono intervenuti  militarmente in più di 60 nazioni. Solo nel XXI secolo sono già più di dieci.

Aykut Demir, capitano della squadra turca Erzurumspor, pochi giorni fa ha rifiutato di vestire una maglia che reclama la fine della guerra con l’Ucraina segnalando che «in Medio Oriente succede lo stesso e non importa niente a nessuno». In una dichiarazione a Football Anatolia, ha spiegato: «Migliaia di persone muoiono tutti i giorni in Medio Oriente. Anch’io mi sento triste. Quelli che ignorano la persecuzione lì, stanno facendo queste cose perché si tratta dell’Europa. Non metterò la maglia perchè non è mai stato fatto per questi Paesi. Condivido il dolore delle persone innocenti».

«Che politica sporca! Quando Israele commette massacri contro la nostra gente in Palestina e bombarda le case, ci dicono di non mescolare la politica con lo sport», ha pubblicato su Twitter il commentatore della catena Bein Sports, Khalil Al Balushi.

La pace è il gol piu bello e l’unico che veramente fa più grande l’essere umano. Ricordiamocelo, il mondo se lo merita.

 

Oscar Sánchez Serra e GM per Granma Internacional, 3 marzo 2022