Possibile bombardamento in Siria con missili tomahawk: armi chimiche contro armi chimiche?

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Vale la pena di fare una riflessione sul fatto che l’utilizzo di missili Tomahawk implica la dispersione nell’ambiente di uranio impoverito. Le armi all’uranio impoverito producono un avvelenamento chimico. Ci troviamo dunque di fronte a un paradosso. Usare armi chimiche contro armi chimiche. Anche se le armi chimiche come il gas nervino, l’iprite producono effetti immediati, mentre gli effetti delle nanoparticelle e delle radiazioni emanate dall’uranio impoverito hanno effetti ritardati (provocazione di malattie di tipo tumorale ed altro). Il concetto della distruzione indifferenziata resta immutato.

Sulla questione dell’impiego dei missili Tow e della loro pericolosità ero già intervenuto all’epoca in cui vennero effettuati bombardamenti sulla Libia. In contrapposizione con le dichiarazioni dell’ammiraglio Usa William Gortney avevo messo in evidenza questo fatto (vedi comunicati Agi 25 marzo 2011 e Ansa del 25 marzo 2011). In merito precisavo che “in ambito militare è noto che i missili da crociera servono a sfondare i bunkers e ciò in virtù dell’uranio impoverito che contengono”. Le norme emanate in ambito Nato dalla Multinational Brigate West del 22 novembre 1999, dal titolo “Depleted uranium information and instruction” affermano tra l’altro che “i missili Tomahawk contengono anche uranio impoverito”.

Ritenere che, come sembra afferma il Pentagono, un intervento nel quale si impiegano missili Tomahawk possa avere effetti limitati, lascia non poche perplessità. 

P.S.: Non dobbiamo dimenticare che l’uso di gas nervino fatto in Iraq fu reso possibile dall’aver venduto all’Iraq fertilizzanti chimici da parte dell’Italia, fertilizzanti da cui venne tratto il gas.

 

Falco Accame

Presidente Anavafaf