Notiziario Patria Grande - Marzo 2021

 

NOTIZIARIO

 

MARZO 2021

 

 

 SOMMARIO

 

CIVG / BOLIVIA / GOVERNO ARCE

A quattro mesi dal governo del presidente Arce

 

RESUMEN LATINOAMERICANO / LATINOAMERICA / BOLIVIA

La Bolivia avvierà un processo contro Luis Almagro

 

Venezolana de Televisión / ESTERI / POLITICA USA

Noam Chomsky: la politica estera degli USA non cambia, Biden mantiene le sanzioni contro i Paesi che non si piegano ai suoi interessi

 

TELESUR / EMIGRAZIONI / CONFINE MESSICO-STATI UNITI

Lo sguardo strabico: circa cinquecento bambi e ragazzi attraversano ogni giorno il confine nord

 

TIEMPO (ARGENTINA) / GEOPOLITICA / BIDEN E L’AMERICA LATINA

America Latina, niente più che un territorio vasto e generoso

 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / ARGENTINA

Madri e Nonne di Plaza de Mayo nel Giorno Nazionale della Memoria

 


CIVG / BOLIVIA / GOVERNO ARCE

A quattro mesi dal governo del presidente Arce

di Pablo Prada, CIVG

 

 

 

Il MAS (Movimiento Al Socialismo), il partito politico che ha portato Luis Catacora e David Choquehuanca rispettivamente alla presidenza e alla vicepresidenza nelle ultime elezioni generali del novembre 2020, avanza lentamente. E non potrebbe essere diversamente dal momento che ha dovuto caricarsi sulle spalle la delicata situazione sanitaria della pandemia di covid e deelle sue varianti, che castiga senza pietà l'intera umanità.

D'altra parte, la disastrosa situazione della Bolivia in quanto a salute, economia e il vergognoso attacco ai diritti umani della popolazione inerme che aveva espresso la sua rabbia e il suo dolore per il colpo di stato contro il presidente Evo Morales Ayma condotto dall'oscura senatrice Jeanine Añez e dal suo gruppo di ultra destra composta dall'ex presidente Carlos Meza e dall'ex agente della CIA Tuto Quirogacon la chiara e aperta complicità della cupola religiosa cattolica così come delle Forze Armate e della polizia nazionale.

Il presidente Arce cerca faticosamente di ridare fiato a un'economia praticamente distrutta in tutti i sensi dai delinquenti del governo cinico e corrotto di Jeaninne Añez, supportata dal ministro Arturo Murillo che è fuggito negli Stati Uniti.

Ciò che ha reso unico quel governo de facto golpista, è stata la corruzione e il furto di materiali per la biosicurezza, i respiratori essenziali per i pazienti covid, praticati nel pieno della pademia, con la tragicomica operazione di spargimento di acqua santa da un elicottero con un prete che benediceva la città dal cielo per proteggere la popolazione dalla forza devastatrice del covid.

 

 


 

RESUMEN LATINOAMERICANO / LATINOAMERICA / BOLIVIA

La Bolivia avvierà un processo contro Luis Almagro

 

 

Resumen Latinoamericano - 16 marzo 2021 

Il ministro della Giustizia boliviano, Iván Lima, ha annunciato questo martedì che il suo governo ha deciso di avviare un processo contro il segretario generale dell'Organizzazione degli Stati Americani (OEA), Luis Almagro, per "mancato rispetto" delle convenzioni della suddetta organizzazione con la nazione andina. 

“C'è stata un’evidente e flagrante violazione dei trattati stipulati fra la Bolivia e l'OEA, da parte dell'OEA e di Luis Almagro", ha affermato Lima. 

Il capo del ministero di Giustizia ha spiegato che il governo sta "valutando i percorsi giuridici” "possibilmente non esclusivi, ma percorribili tutti parallelamente", con l’esigenza di pervenire fino "agli organi e gradi corrispondenti". 

Lima ha fatto riferimento alla relazione preliminare pubblicata dall'OEA sulle elezioni di ottobre 2019, la quale, in definitiva, innescò una crisi politica in Bolivia e causò le dimissioni dell'ex presidente Evo Morales. Secondo tale relazione, vi erano state delle "irregolarità" nelle elezioni. 

Secondo il ministro, la relazione non faceva parte di un accordo sottoscritto tra lo Stato boliviano e l'OEA, e, "peggio ancora", la relazione finale venne pubblicata a dicembre 2019, oltre la scadenza dei termini. 

Lima ha anticipato che si avvieranno azioni legali contro Almagro, a fronte di quanto considera "persistenti azioni di ingerenza" nel Paese e per le dichiarazioni fatte da Almagro stesso sulla presunta frode elettorale del 2019. In tal modo, spera che sia chiamato a rendere conto della "gravità delle sue affermazioni e dell'irresponsabilità" che implicò la relazione redatta dall'OEA. 

L'OEA ha recentemente prospettato la creazione di una commissione internazionale per indagare sui casi di corruzione in Bolivia, dal governo Morales fino ad oggi, incluso il periodo di Jeanine Áñez. 

L’OEA ha peraltro messo in discussione il sistema giudiziario boliviano, affermando che non esistono le garanzie per un "giusto" processo, né di "imparzialità, né di regolare processo” contro le ex alte cariche del Governo. 

Morales, da parte sua, ha accusato Almagro di aver commesso crimini di lesa umanità. “Non si è mai pronunciato per i 36 assassinati, per gli oltre 800 feriti, per i 1.500 detenuti illegalmente e le centinaia di perseguitati", così scrive su Twitter. 

 

Fonte:

https://www.resumenlatinoamericano.org/2021/03/16/bolivia-le-iniciara-juicio-a-luis-almagro/


 

Venezolana de Televisión / ESTERI / POLITICA USA

Noam Chomsky: la politica estera degli USA non cambia, Biden mantiene le sanzioni contro i Paesi che non si piegano ai suoi interessi

 

 

  

Caracas, 29 marzo 2021 - VTV 

Il politologo ed attivista statunitense Noam Chomsky, questo lunedì durante la conferenza “Pericoli e possibilità dei nostri tempi”, ha posto in rilievo che la politica estera del governo degli Stati Uniti, a guida Joe Biden, prosegue nella stessa direzione, infatti continua a mantenere le sanzioni contro i Paesi che non si conformano alle sue esigenze. 

"Gli Stati Uniti fanno ciò devono per poter controllare il mondo; Cuba è vittima delle sanzioni peggiori, paragonabili a quelle contro il Venezuela, Iran ed alcuni altri popoli, usciti vincenti dalla sfida nei confronti della dominazione USA (…) gli Stati Uniti sono il boss che non accetta questo tipo di disobbedienza, neppure dai Paesi più piccoli (…) Si è irrigidita la politica contro l'Iran, si fa pressione sugli Stati perché non ricevano i medici cubani". 

Ha rimarcato che Cuba è stata torturata fin quasi dalla sua indipendenza, dal 1959, "è vittima delle peggiori sanzioni. Il governo degli Stati Uniti la considera una minaccia ed ostacola l’invio di medici e medicine cubane verso altri Paesi". Ma nonostante l'orribile blocco, ha sottolineato, Cuba ha creato quattro vaccini per combattere la pandemia di COVID-19, completamente gratuiti per la popolazione. 

Analogamente ha denunciato che gli Stati Uniti hanno torturato il popolo haitiano per anni, attraverso interventi che lo hanno ridotto al simbolo di povertà e miseria che è oggi, "questo si chiama imperialismo". 

Ha inoltre criticato l'Unione Europea, perenne sottomessa alle decisioni degli Stati Uniti d’imporre sanzioni contro le nazioni, nonostante siano contrarie ai diritti universali. "L'Unione Europea respinge le sanzioni contro l'Iran, ma deve rispettarle, altrimenti sarà estromessa dal sistema finanziario". 

"Se continuiamo su questa strada, andiamo dritti al suicidio. Se qualcuno vedesse il mondo da fuori, vedrebbe una tendenza suicida pur di preservare i profitti, quali che siano le conseguenze", ha puntualizzato. 

Da parte sua, il ministro degli Esteri del Venezuela Jorge Arreaza, ha respinto in modo risoluto i mezzi usati dal governo statunitense per sottomettere i popoli degni e sovrani, "Gli USA non hanno l’autorità morale e legale per imporre misure coercitive unilaterali contro i popoli". 

Ha ricordato come il Venezuela abbia subito "un'aggressione senza paragoni nella nostra storia. Fa male vedere bambini e adulti soffrire di malattie croniche a causa del blocco criminale (…) Non importa chi stia alla Casa Bianca, che sia Trump o Biden, si tratta di una struttura corporativa, militare, industriale che cerca di perpetuare in eterno il sistema capitalista". 

Multilateralismo 

Arreaza ha asserito che il multilateralismo "ben concepito, ben gestito, non è utile agli imperi, al contrario, per essi rappresenta una minaccia ed un rischio". 

Pertanto, ha affermato, si è creato un gruppo di Paesi che sostengono il multilateralismo, tra le nazioni sottoposte a misure coercitive unilaterali da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, con l'obiettivo di condividere esperienze e creare meccanismi "affinché lo strapotere degli USA non possa nuocere ai popoli, o quanto meno ciò gli riesca molto più difficile, e la sofferenza delle popolazioni sia minore".   

Ha assicurato che, a livello di Nazioni Unite, si continuerà a denunciare e bocciare le sanzioni, contro Cuba, Venezuela ed Iran e contro qualsiasi Paese. / JML  

 

Fonte:

https://www.vtv.gob.ve/noam-chomsky-politica-exterioreeuu-biden-mantiene-sanciones/

 



 

TELESUR / EMIGRAZIONI / CONFINE MESSICO-STATI UNITI

Lo sguardo strabico: circa cinquecento bambini e ragazzi attraversano ogni giorno il confine nord

 

 

Una delle grandi violazioni dei diritti contro l’infanzia e la gioventù viene perpetrata sotto gli occhi del mondo senza provocare il minimo moto di indignazione o richiesta di soluzione.

Per questo enorme numero di ragazze, ragazzi e adolescenti in fuga dai loro paesi di origine in cerca di rifugio lontano da casa, non esiste protezione. Indipendentemente da cosa muova questo esodo, è diventato chiaro alla comunità internazionale come le autorità statunitensi abbiano chiuso gli occhi e, sotto le politiche razziste e xenofobe dell'ex presidente Donald Trump, hanno trasformato la frontiera in campi di concentramento in perfetto stile Guantanamo.

Ragazze, ragazzi e adolescenti di tutte le età sono stati rinchiusi in questi immensi parcheggi umani, separati dai genitori e senza attenzione psicologica, mandando questo crudo messaggio per scoraggiare l'immigrazione a chi spera in un futuro nel paese del nord. La nuova amministrazione affronta ora il monumentale compito di sciogliere i nodi legali anti-immigrazione attuati dal governo Trump, le cui decisioni hanno causato danni irreparabili a migliaia di famiglie centroamericane che cercano rifugio dalla criminalità scatenata nei loro paesi dalle autorità di turno.

Mentre l'infanzia viene sacrificata nel segno della corruzione e della negligenza di chi governa i loro paesi di origine - in particolare Guatemala, Honduras ed El Salvador - questi leader politici hanno voltato lo sguardo davanti all'inconcepibile violazione dei diritti umani della loro popolazione più giovane e l’abbandonano a sé stessa, concentrandosi sull'accumulo di ricchezza personale e sull'utilizzo di fondi pubblici per consolidare le loro reti di influenza. Non sono soli in questo compito: hanno il sostegno illimitato di potenti organizzazioni imprenditoriali e il sostegno di militari, membri del Congresso, giudici e magistrati, la cui influenza sugli affari di stato ha corrotto entità politiche e giudiziarie fino al midollo.

Prima di additare con sdegno le famiglie dalle quali scappano queste migliaia di ragazzi e adolescenti, è importante dare uno sguardo alla situazione in cui vivono queste popolazioni, prive di assistenza statale, servizi di base, sicurezza sanitaria e lavoro a causa dello spreco spudorato di chi ha potere di decisione e responsabilità sulle politiche pubbliche in materia di istruzione, sanità e alimentazione. Popolazioni alle strette in un circolo vizioso di violenza da cui è impossibile scappare. A ciò si deve aggiungere la malnutrizione cronica, il cui effetto su più della metà della popolazione infantile la condanna a morte lenta; e poi la costante minaccia delle reti del traffico di esseri umani e di droga, le cui operazioni godono dell’impunita protezione dei governi.

Per le società di questi paesi, la situazione dei bambini erranti non è una priorità. Focalizzate su questioni di tornaconto che le toccano molto più da vicino, hanno uno sguardo selettivo quando si tratta di ragazze e ragazzi e adolescenti provenienti dalle aree più povere. Questa indifferenza è anche un fattore decisivo nel destino di questi settori della popolazione, i cui problemi e carenze non urtano la sensibilità collettiva. Questo è uno dei motivi dell'abbandono: l’impossibilità di incidere sulle decisioni dello Stato e la mancanza di volontà di lottare per recuperare l'integrità delle istituzioni. In questo scenario, l'infanzia ha tutto da perdere.

L’infanzia non ha nessuna possibilità dove il suo benessere non è una priorità.

di Carolina Vásquez Araya, 28 marzo 2021

 

https://www.telesurtv.net/bloggers/La-mirada-selectiva-20210328-0002.html

 



TIEMPO (ARGENTINA) / GEOPOLITICA / BIDEN E L’AMERICA LATINA

America Latina, niente più che un territorio vasto e generoso

 

I precedenti del soggetto ci permettono di supporre e affermare che non possiamo illuderci, né immaginarci o aspettarci nulla di buono o di amichevole.

Durante 52 dei suoi 78 anni di vita, Biden ha ricevuto uno stipendio dallo Stato. Negli ultimi 44, passeggiando per i corridoi del potere, si è dimostrato fedele luogotenente dell'establishment, otto anni come vice presidente e 36 anni come legislatore. A Washington, politici e banchieri, uomini d'affari e padroni vari sanno molto bene chi sia, dalla JP Morgan Chase alla Locked Martin. Sembra un buonaccione, ma è uno tosto, solo che ha più qualità del suo predecessore Donald Trump.

In sintesi, in una sorta di prova dell'interrogatorio al quale il Senato lo sottoporrà per confermarlo in carica, il colombiano Juan Sebastián González, futuro direttore per l'Emisfero Occidentale del Consiglio di Ssicurezza Nazionale, ha spiegato cosa ha fatto Biden e cosa sia disposto a fare. A livello globale, ha ricordato che, in qualità di senatore o di vicepresidente di Barack Obama dal 2009 al 2017, ha promosso l'espansione della NATO in Europa verso Est, nell'antica zona di influenza della dissolta Unione Sovietica; ha promosso l'intervento militare degli Stati Uniti nella guerra in Jugoslavia sul finire del secolo scorso, il massacro in Libia nel 2010-2012 e l'invasione dell'Afghanistan e dell'Iraq nel 2002, che poi propose di dissolvere dividendolo in tre parti, una sciita, un’altro sunnita e una terza curda.

A livello regionale, la sua “migliore” performance è stata la scrittura del decreto con cui Obama dettò nel marzo del 2015 le prime sanzioni contro il Venezuela e dichiarò la delirante "emergenza nazionale a causa della minaccia insolita e straordinaria" alla sicurezza interna e alla politica estera degli Stati Uniti costituita dal governo costituzionale di Nicolás Maduro. Prima, nel dicembre del 2014, si era opposto al timido disgelo concordato tra Obama e Raúl Castro per facilitare i voli tra i due Paesi facilitare l'invio delle rimesse dei cubani di Miami ai loro parenti sull’Isola. Adesso, Biden è sùbito andato avanti sulla via della minaccia venezuelana, sottolineando che "è ora di assumersi la responsabilità". Qualcosa di simile a quando Trump diceva che "tutte le opzioni sono sul tavolo".

Biden e quelli che saranno i suoi assistenti hanno sempre cercato di evitare qualsiasi riferimento a Jair Bolsonaro, e González si è limitato a lanciare una frase indecifrabile: "Biden ha un’idea complessa del Brasile". Per quanto riguarda il Messico, che ha descritto come "un paese di altissima importanza strategica per gli Stati Uniti", ha fatto un riferimento che per il vicino del sud è sembrato poco riuscito: “Trump ha tolto miliardi di dollari al nostro esercito per costruire un muro che non funziona. Noi pensiamo che ci siano posti in cui un muro sia necessario”. Dopo, ha promesso di “lavorare attivamente sulle questioni dell'immigrazione”. E per il Messico, che è il passaggio obbligato per i centroamericani che cercano di entrare negli Stati Uniti, anche questo non è un bel segnale.

Il nuovo presidente non è stato molto preciso quando ha parlato dei "tre grandi nemici della libertà" in riferimento a Cuba, Venezuela e Nicaragua. Sotto la pressione di domande più incisive da parte dei giornalisti, il futuro direttore dell'area occidentale del Consiglio di Sicurezza ha insistito nel dire che Biden non è Trump: “Biden è qualcuno che conosce la regione, che è stato lì e che come presidente continuerà a esserci, perché capisce che una regione sicura, democratica e di classe media (?) è nell'interesse nazionale degli Stati Uniti. Biden conosce la regione, ci è stato 14 o 16 volte”. Una chiosa che ha fatto ricordare quando, alla fine del ‘74, Gerald Ford fu rimproverato di non sapere nulla del Vietnam e lui rispose: “Mi dicono questo? Ho letto qualcosa come quattro o cinque libri sul Vietnam!”.

Il "buon" Biden ha promesso di fermare la deportazione degli immigrati per 100 giorni. Cento giorni e basta. E poi di concedere documenti provvisori a un milione di honduregni e salvadoregni, e ai venezuelani uno status speciale simile a quello dato ai cubani a Miami, che addirittura ricevono una paga mensile. E’ stato González a parlare, ancora una volta: “Con Biden gli ambasciatori degli Stati Uniti, soprattutto in America Centrale, si batteranno contro la corruzione e a favore dei diritti umani”. Biden ha annunciato un piano da 4 miliardi di dollari “per migliorare la sicurezza, promuovere l'economia e affinché le persone non lascino i loro paesi. Se i leader del Centro America saranno pronti a lavorare come in quegli anni, noi faremo la nostra parte”. Non ha specificato a quali anni si riferisse, ma la storia recente dell'America Centrale è quella dei "contras" nicaraguensi, dei massacri, dei genocidi e delle squadre della morte.

 

Malvinas

Per l'Argentina, lo spirito proclamato da Joe Biden di dialogo franco e aperto non si sta concretizzando. Il Paese dovrebbe tener presente che, al di là di un'appassionata storia d'amore rosso sangue con armi e guerre, il soggetto che ha assunto la presidenza degli Stati Uniti è un nemico, e non per omissione, ma per azione. Nel 1982, quando centinaia di giovani morirono nelle pianure delle Malvinas, Biden fu decisivo nel suo sostegno alle truppe inglesi, "perché è chiaro che l'Inghilterra ha ragione e dovrebbe essere chiaro a tutti chi è il nostro amico e con chi si identificano gli Stati Uniti”.

Il colombiano Juan Sebastián González, nominato direttore per l'Emisfero Occidentale del Consiglio di Sicurezza, ha ricordato la visione schematica del suo capo, molto simile a quella di Mauricio Macri: “Prima dei Kirchner (chissà a quale alludeva: Carlos Menem? Fernando de la Rúa? Eduardo Duhalde? le dittature?) il rapporto tra Stati Uniti e Argentina era diverso. All'ONU l'Argentina era un Paese leader nei diritti umani e nelle questioni di non proliferazione. Penso che ci siamo un po' dimenticati di quella storia, ma dobbiamo tornare i buoni amici che eravamo. L'Argentina era un paese che quasi ci consigliava come destreggiarci tra le economie emergenti. Dobbiamo riconoscere che il rapporto si deteriorò con George Bush e Nestor Kirchner, e non siamo mai riusciti a ricostruirlo. Per me, sono i Kirchner i responsabili di tutto questo”.

Andrés Gaudín, 17 gennaio 2021

 

https://www.tiempoar.com.ar/nota/america-latina-nada-mas-que-un-vasto-y-generoso-territorio

 



 

GRANMA (CUBA) / ESTERI / ARGENTINA

Le Madri e le Nonne di Plaza de Mayo nel Giorno Nazionale della Memoria per la Verità e la Giustizia

 

 

Il presidente argentino Alberto Fernández ha decorato con il premio Juana Azurduy le Madri e le nonne di Piazza di Maggio. La cerimonia, con il suo alto significato politico e storico, si è svolta in occasione della commemorazione del Giorno Nazionale della Memoria per la Verità e la Giustizia, ricorrenza in cui l’Argentina rivitalizza il ricordo delle più di 30.000 vittime uccise tra il 1976 e il 1983 dall’ultima dittatura militare.

L’agenzia Prensa Latina ha riportato che, durante la decorazione, il presidente ha sottolineato il valore delle donne che, senza paura, uscirono a combattere per sapere dov’erano stati portati i loro figli nel mezzo di una cruenta dittatura, e a nome di tutte ha riconosciuto Taty Almeida, presidente delle Madri di Piazza di Maggio, Estela de Carlotto, presidente delle Nonne di Plaza de Mayo e Lita Boitano, presidente dei Familiari dei Desaparecidos e dei Detenuti per Ragioni Politiche.

Per via della pandemia, la tradizionale marcia è stata sospesa, ma è stata lanciata una convocazione per piantare 30.000 alberi nei cortili, nei giardini, nelle piazze e nei parchi come gesto simbolico per seminare vita e memoria.

Ci sarà anche un grande movimento nelle reti sociali. Ogni persona che pianta un albero pubblicherà la foto su Facebook, Twitter, Instagran, Telegram e altre reti sociali con il tag #PlantamosMemoria, #45AñosDelGolpeGenocida y #Son30Mil. Organismi dei diritti umani argentini emetteranno un comunicato contro l'oblio nei canali di radio e televisione.

Un’altra delle iniziative importanti della giornata è stato l'ufficializzazione della Campagna per il diritto all’identità attraverso la Cancelleria, che permetterà di accrescere la ricerca dei bambini – ormai donne e uomini - nati in segregazione durante la dittatura. Per un anno le persone con qualche dubbio sulla propria identità potranno accedere alle sedi diplomatiche e ad altri organismi competenti dove si attueranno indagini per chiarire la loro storia.

Inoltre, differenti squadre di calcio, guidate dal Boca Juniors e River Plate, hanno aderito all’incontro tra generazioni per far sì che le persone raccontino storie sul quel periodo e si porti all'attenzione la tematica a livello sociale.

Tra le azioni con presenze, la prima consisterà nel collocare 13 tele con foto dei 30.000 in Plaza de Mayo. Si rispetteranno i protocolli e il distanziamento sociale.

Gli argentini hanno promesso di non dimenticare e in qualsiasi modo riscattano la loro verità storica.

 

GM per Granma Internacional, 24 marzo 2021