Strage di Viareggio, ancora una volta ingiustizia è fatta e una strage resta impunita: nessun colpevole

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Strage Viareggio, Cassazione: prescritti omicidi colposi. Processo da rifare

 

La Corte di Cassazione ha prescritto gli omicidi colposi delle 32 vittime. Appello bis per tutti solo per disastro ferroviario, e concede all’ex AD di Ferrovie, Mario Moretti, un nuovo processo d’appello.

La Corte di Cassazione, con un colpo di spugna, ha cancellato le condanne – stabilite da 2 gradi di giudizio - per i responsabili della morte di 32 persone ammazzate mentre dormivano tranquillamente in casa loro o erano per strada.

Sono stati dichiarati prescritti gli omicidi colposi per la strage di Viareggio a seguito dell’esclusione dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro. Con la 'prescrizione' per l'omicidio colposo plurimo ancora una volta il potere dello Stato salva i suoi manager assassini, assolve se stesso,  uccide per la seconda volta le vittime e nega  giustizia ai loro famigliari.

La Corte, rinviando a un nuovo processo di appello anche l'ex AD di Trenitalia Vincenzo Soprano, che era stato condannato a 6 anni, e Francesco Favo (all'epoca certificatore della sicurezza per Rfi), che era stato condannato a 4 anni, salva anche loro.

Per la Corte d’Appello da rivalutare è solo la responsabilità per il reato di disastro ferroviario colposo. Il massimo tribunale ha assolto definitivamente - perché il fatto non sussiste - tutte le società coinvolte, che a vario titolo si sono occupate di manutenzione e controllo sulla rete ferroviaria, sui dispositivi di sicurezza, sui vagoni:Trenitalia, Rfi, Gatx Rail Austria, Gatx Rail Germania, Jungenthal Waggon, Mercitalia Rail.

 

Con questa sentenza la suprema Corte stabilisce che uccidere i lavoratori in nome del profitto non è reato e che la legge è non uguale per tutti.

Le 32 vittime sono state uccise due volte, dai dirigenti delle ferrovie che le hanno mandate a morte perché non hanno rispettato,  né fatto rispettare, le misure di sicurezza e da una giustizia che concede – per l’ennesima volta nell’Italia delle stragi senza colpevoli - l’impunità ai responsabili di una strage annunciata che si è portata via 32 persone, bambini, giovani, anziani, donne e uomini, italiani e stranieri.

Ora i responsabili sono stati assolti per prescrizione, come se non fosse successo nulla.

La giustizia è riservata solo ai manager, ai padroni, ai potenti; l’uguaglianza davanti alla legge è più uguale per alcuni e non per altri.

Una giustizia che punisce le vittime del profitto e premia i colpevoli è una giustizia riservata a chi ha i soldi, è una giustizia di classe.

 

Fiducia nello Stato non ne abbiamo mai avuta, ma forse è arrivato il momento di non limitarci ad andare davanti ai  palazzi del potere per chiedere una giustizia che non arriva mai, ma di accerchiarli e di gridare forte, dappertutto, con manifestazioni di protesta, che non ne possiamo più, non possiamo più tollerare di essere carne da macello per il capitale.

 

 

GIUSTIZIA DÌ CLASSE: IL DANNO E LA BEFFA

LE PARTI CIVILI CONDANNATE A PAGARE LE SPESE PROCESSUALI

 

In un paese diviso in classi sociali, in cui l’unico diritto riconosciuto è quello del profitto, la giustizia è al servizio della classe dominante. Anche se i lavoratori e i cittadini subiscono danni, per il sistema capitalista i padroni hanno la licenza di uccidere e la magistratura li assolve sempre.

 

La sentenza della IV Sezione della Corte di Cassazione ha annullato le condanne emesse dalla Corte d’Appello di Firenze per gli ex amministratori delegati di Ferrovie dello Stato e RFI Mauro Moretti e Michele Mario Elia, rinviandone gli atti alla Corte d’Appello stessa: uno sfregio ai famigliari dei morti e di chi si batte in questo paese per la giustizia, ma c’è di più..

 

I giudici hanno assolto definitivamente - perché il fatto non sussiste - tutte le società coinvolte che, a vario titolo, si sono occupate di manutenzione e controllo sulla rete ferroviaria, sui dispositivi di sicurezza, sui vagoni

In tal modo hanno annullato i risarcimenti per le 22 associazioni, enti e sindacati, che in questi anni si sono costituite parti civili, che di fatto saranno condannate a pagare le spese processuali. Così si punisce chi ha messo al primo posto la sicurezza dei lavoratori ferrovieri e dei passeggeri e quelli che non hanno accettato di uscire dal processo monetizzato la morte dei loro cari.

 

Per la morte atroce di 32 persone - donne, uomini, bambini bruciati vivi  nelle loro case -  nessuno è colpevole e nessuno paga.

 

Il potere economico-politico tramite la magistratura manda un segnale chiaro alle vittime e ai loro famigliari: i processi penali per i morti del profitto non s’hanno da fare. Nonspendete soldi e tempo in lunghi procedimenti penali per cercare giustizia perché questi finiranno con assoluzioni dei padroni o manager imputati e voi sarete condannati a pagare le spese legali e processuali. Al limite chiedete risarcimenti in sede civile.

 

Per la sicurezza nei luoghi di lavoro e di vita, contro un sistema che disprezza la salute e la vita umana, è ora di ribellarsi in ogni modo possibile. 

 

LA NOSTRA VITA VALE PIU’ DEI LORO PROFITTI.

 

Strage di Viareggio, ancora una volta ingiustizia è fatta e una strage resta impunita: nessun colpevole.

La Corte di Cassazione ha prescritto gli omicidi colposi delle 32 vittime. Appello bis per tutti solo per disastro ferroviario, e concede all’ex AD di Ferrovie, Mario Moretti, un nuovo processo d’appello.

 

La Corte di Cassazione, con un colpo di spugna, ha cancellato le condanne – stabilite da 2 gradi di giudizio - per i responsabili della morte di 32 persone ammazzate mentre dormivano tranquillamente in casa loro o erano per strada.

Sono stati dichiarati prescritti gli omicidi colposi per la strage di Viareggio a seguito dell’esclusione dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza nel lavoro. Con la 'prescrizione' per l'omicidio colposo plurimo ancora una volta il potere dello Stato salva i suoi manager assassini, assolve se stesso,  uccide per la seconda volta le vittime e nega  giustizia ai loro famigliari.

La Corte, rinviando a un nuovo processo di appello anche l'ex AD di Trenitalia Vincenzo Soprano, che era stato condannato a 6 anni, e Francesco Favo (all'epoca certificatore della sicurezza per Rfi), che era stato condannato a 4 anni, salva anche loro.

Per la Corte d’Appello da rivalutare è solo la responsabilità per il reato di disastro ferroviario colposo. Il massimo tribunale ha assolto definitivamente - perché il fatto non sussiste - tutte le società coinvolte, che a vario titolo si sono occupate di manutenzione e controllo sulla rete ferroviaria, sui dispositivi di sicurezza, sui vagoni:Trenitalia, Rfi, Gatx Rail Austria, Gatx Rail Germania, Jungenthal Waggon, Mercitalia Rail.

 

Con questa sentenza la suprema Corte stabilisce che uccidere i lavoratori in nome del profitto non è reato e che la legge è non uguale per tutti.

Le 32 vittime sono state uccise due volte, dai dirigenti delle ferrovie che le hanno mandate a morte perché non hanno rispettato,  né fatto rispettare, le misure di sicurezza e da una giustizia che concede – per l’ennesima volta nell’Italia delle stragi senza colpevoli - l’impunità ai responsabili di una strage annunciata che si è portata via 32 persone, bambini, giovani, anziani, donne e uomini, italiani e stranieri.

Ora i responsabili sono stati assolti per prescrizione, come se non fosse successo nulla.

La giustizia è riservata solo ai manager, ai padroni, ai potenti; l’uguaglianza davanti alla legge è più uguale per alcuni e non per altri.

Una giustizia che punisce le vittime del profitto e premia i colpevoli è una giustizia riservata a chi ha i soldi, è una giustizia di classe.

 

Fiducia nello Stato non ne abbiamo mai avuta, ma forse è arrivato il momento di non limitarci ad andare davanti ai  palazzi del potere per chiedere una giustizia che non arriva mai, ma di accerchiarli e di gridare forte, dappertutto, con manifestazioni di protesta, che non ne possiamo più, non possiamo più tollerare di essere carne da macello per il capitale.

 

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio

 

Milano, 8 gennaio 2021