La gogna mediatica sui cittadini in tempo di pandemia e la lezione dimenticata di Baruch Spinoza.

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12/11/2020

 

Coronavirus, da epidemia a pandemia: qual è la differenza - Il Faro Online

 

E’ oggi del tutto evidente che il Governo Italiano e le sue Regioni sono giunti completamente impreparati di fronte alla seconda ondata della Pandemia da COVID-19.

Durante l’estate, l’attenzione del Governo è stata rivolta a mille rivoli di spesa: il bonus per le vacanze, il bonus per acquistare biciclette e monopattini sono tra gli esempi più assurdi.

Anzichè organizzare in modo coordinato la ripresa delle attività sociali, provvedendo ad assicurare il surplus di mezzi pubblici di trasporto e attrezzature sanitarie necessari, il Governo ha dato luogo a concessioni frettolose e  disorganizzate, pur di raggiungere i traguardi politici di volta in volta pubblicizzati.

Si è menato vanto dei risultati eccezionali avuti nell’affrontare la prima terribile ondata di pandemia, malgrado nulla stesse lì a dimostrarlo. La trasmissione Report ha evidenziato che l’Italia, malgrado gli obblighi imposti dall’Unione Europea, non aveva un piano aggiornato per la Pandemia. OMS e Governo italiano hanno finito per silenziare uno studio di una sezione dell’OMS di Venezia, sulle mancanze, sulla disorganizzazione ed i ritardi dell’Italia durante la prima ondata. Nella trasmissione, esperti intervistati hanno affermato che tali mancanze avrebbero generato almeno 20.000 morti in più (https://www.rai.it/programmi/report/inchieste/Il-grande-inganno-48cf229b-d4a8-45f4-9fd3-0d4692155cbd.html ).

Il Ministro della Salute Roberto Speranza aveva addirittura scritto un libro ottimistico durante l’estate, dal titolo “Perchè guariremo”, volto probabilmente a celebrare gli sforzi del Governo e del suo Ministero, dando per scontato che la crisi fosse quasi terminata.

Alla ripresa della seconda ondata epidemica, il libro è stato ritirato dalla pubblicazione, con non poco imbarazzo. (https://www.corriere.it/cronache/20_ottobre_23/giallo-libro-ministro-speranza-pandemia-pubblicato-ma-mai-arrivato-librerie-62a8fb42-1523-11eb-b371-ea3047c1855f.shtml ) Regioni e Stato centrale stanno cercando di scaricare la propria responsabilità le une sull’altro, in un teatrino tanto imbarazzante quanto stucchevole.

Persino la stampa della sinistra radicale, sinora troppo indulgente col Governo, inizia ad alzare gli scudi contro l’Amministrazione centrale del Paese.  Scrive Il Manifesto il 4.11.2020 “Non doveva accadere che mancassero i vaccini antinfluenzali in molte regioni e in moltissime città; che ospedali e terapie intensive tornassero in emergenza, per posti, strumenti e, soprattutto, personale, di nuovo a rischio di uno stress eccezionale e pericoloso; che la medicina territoriale non fosse potenziata, protetta e resa più efficiente, per fare da reale filtro pre-ospedaliero; che la sanità pubblica non fosse adeguatamente potenziata e non cambiassero i protocolli di convenzione con quella privata, la quale invece moltiplica i propri profitti tanto più quella pubblica va in sofferenza. Non doveva accadere che i trasporti pubblici non fossero potenziati e articolati in modo da non essere pericolosi e da non dover sacrificare la scuola vera (in presenza)” (https://ilmanifesto.it/accade-quel-che-non-doveva-accadere/?fbclid=IwAR30eYT0DhXVsmOnIrz68ue8yYqLvcy2tY1HwsX_nFIcs-XEGVnsMrITcUQ ).

Il Governo è poi incappato in una figura a dir poco imbarazzante del Commissario Straordinario Governativo per la Sanità della Regione Calabria, il Generale Cotticelli, nominato dal Presidente Conte, il quale, intervistato da una trasmissione televisiva, non sapeva nemmeno precisare al reporter se aveva predisposto il dovuto piano regionale per la Pandemia. (https://www.rainews.it/dl/rainews/media/Intervista-di-Walter-Molino-a-Saverio-Cotticelli-commissario-Sanita-Calabria-5fb8ec70-a28c-4af0-b5bc-10020a451af8.html). Dopo l’intervista, Cotticelli è stato subito revocato e sostituito da un altro commissario : Giuseppe Zuccatelli, vicino al Ministro della Salute Speranza, il quale è stato subito contestato per alcune sue recenti (maggio 2020) dichiarazioni di caratura non meno imbarazzante (https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2020/11/07/bufera-su-cotticelli-dopo-intervista-tv.-conte-via-subito_5e8449a7-03ae-4191-9a15-193774b355ec.html).

Nonostante questa poco fulgida figura, i media mainstream nazionali, alla ripresa della seconda ondata, hanno cavalcato una campagna di terrore e colpevolizzazione. Da un lato accusano i cittadini di essersi “rilassati” fino all’imprudenza, causando così la ripresa dell’epidemia, malgrado siano stati spinti a riguadagnare maggiori libertà dagli stessi organi ufficiali del Governo o delle Regioni e dalla stessa stampa che li sponsorizzava. Dall’altro, non passa giorno che non venga pubblicato sulle prime pagine il numero dei morti, interviste allarmistiche dei medici e degli infermieri, video di persone intubate. Quando si verifica una morte di una persona giovane, questa viene messa in prima pagina o nei servizi di apertura dei telegiornali, per ammonire che il Covid uccide anche i ventenni, (https://torino.repubblica.it/cronaca/2020/11/09/news/canavese_giovane_madre_di_21_anni_muore_per_le_complicanze_del_coronavirus-273731877/ ), Tutto ciò viene diffuso in questo modo, malgrado il dato sia scientificamente eccezionale, le cause del peggioramento non siano state clinicamente chiarite e l’età media dei pazienti deceduti sia 80 anni di età, ovvero riguardi soggetti con più di una patologia preesistente (L’età media dei pazienti deceduti e positivi a SARS-CoV-2 è 80 anni (mediana 82, range 0-109, Range InterQuartile - IQR 74-88 - https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-decessi-italia )

Sebbene si parli di fatti comunque veri - nessuno mette in dubbio la tragedia di queste morti o la pericolosità del COVID - ciò che appare veramente sgradevole, non è tanto il modo di ingigantire il problema fino al parossismo, ma la gogna mediatica imposta ai cittadini: si tende a strumentalizzare ed a presentare le morti da Covid come una conseguenza dei soli comportamenti imprudenti della popolazione, allo scopo di distrarre l’attenzione dalle grandissime colpe del Governo, delle Regioni e dell’organizzazione sanitaria, ormai del tutto fuori controllo. (https://www.huffingtonpost.it/entry/unestate-sprecata-la-seconda-ondata-covid-e-colpa-di-tutti-noi_it_5f86cd05c5b6c4bb547186bb). I capri espiatori variano col variare del mirino del potere: una volta i giovani, un’altra volta un’altra categoria sociale o produttiva.

I media italiani hanno scientemente deciso di affidare l’analisi della situazione sanitaria ai tumulti delle passioni, più che all’esame scientifico e razionale.

Noi europei, paese di Galileo e Newton,  dimentichiamo spesso il patrimonio culturale che ha reso grande l’Europa nella cultura e nella scienza. Torna in mente la lezione sempre attuale del filosofo della “libera necessità”, Baruch Spinoza. Nel prologo al Trattato sull’emendazione dell’intelletto, il filosofo olandese scrive: “Dopo che l’esperienza mi ebbe insegnato come fossero vane e futili tutte quelle cose che capitano frequentemente nella vita umana e vedendo che ciò che mi atterriva o che temevo, in sè non aveva niente nè di buono nè di cattivo se non in quanto l’animo ne veniva scosso, decisi infine di cercare se esistesse qualcosa di veramente buono e che fosse di per sè accessibile, e da cui solo, abbandonati tutti gli altri, l’animo potesse venire affetto

Per Spinoza noi tutti ci crediamo liberi, ma il tumulto delle passioni ci impedisce di vedere qual’è la nostra vera natura di essere raziocinante, e soprattutto non permette all’intelletto di analizzare la realtà in modo razionale, secondo la sua vera natura e secondo la natura della realtà da osservare.

L’anelito del secolo della razionalità geometrica totalizzante certamente non è sovrapponibile alle conoscenze odierne, soprattutto dopo la rivoluzione nelle scienze naturali avvenuta con le scoperte di Planck, Heisenberg, Murphy. Tuttavia, la lezione etica conserva una immutata validità.

Spinoza non nega l’incertezza e l’angoscia che segnano la dimensione esistenziale dell’uomo, ma le riconduce ad un difetto del sapere o del conoscere. Non possiamo conoscere adeguatamente la realtà se il nostro intelletto non si trova in una situazione di serenità, in cui si siano allontanate le passioni.

Le passioni, nell’ottica Spinoziana, hanno lo stesso effetto delle superstizioni: annebbiano l’intelletto umano e lo conducono in una conoscenza superficiale e senza vera luce.

Non per niente, lo spirito critico di Spinoza fu rapidamente condannato ed escluso dalla Comunità Ebraica di Amsterdam che finì per scomunicarlo nel 1656 con la peggiore delle condanne, determinandone il vero e proprio esilio sociale, costringendolo a trasferirsi in un piccolo villaggio fuori Amsterdam. vicino a Leida. Un uomo colla schiena dritta, come il nostro contemporaneo Peter Handke, che non ha paura delle verità scomode.

Questa luce della ragione sembra essere stata del tutto abbandonata dal mainstream mediatico italiano, forse più volontariamente che involontariamente. Un popolo che non pensa e che non conduce analisi razionali è un popolo docile, che dimenticherà le malefatte e le mancanze del proprio governo o dei propri amministratori. Un bengodi per la classe dirigente contemporanea, spesso mediocre e inadeguata. Inoltre è comodo mettere i cittadini l’uno contro l’altro, secondo l’antica legge del “dividi et impera”.

Tutti hanno paura di cittadini informati che abbiano compreso quale sia il sale della democrazia: porre sotto diretto controllo il potere anzichè delegare i propri diritti e partecipare a un tutmulto di passioni simile alle discussioni tra tifosi allo stadio.

Di Spinoza, come di Galileo,nella classe dirigente italiana del 2020 si è persa traccia da tempo. Di uomini con la schiena dritta e l’intelletto sereno pure. 

 

Enzo Pellegrin, avvocato, collabora con il CIVG