Amianto al Cantiere navale La Spezia

22 Ottobre 2020

 

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Cantiere navale La Spezia. E’ il Cantiere del Muggiano, di cui è titolare la SpA Fincantieri. In questo cantiere navale sono state realizzate anche le navi della Marina Militare Italiana. La SpA Fincantieri ha utilizzato amianto e materiali contenenti amianto.

 

Coloro che hanno lavorato nel cantiere navale del Muggiano, come in quello di Riva Trigoso, hanno subito esposizione elevata alle fibre di amianto. Queste ultime sono cancerogene e provocano danni alla salute, tanto è vero che è in atto l’epidemia di patologie asbesto correlate

In particolare, vi è alta incidenza di mesoteliomi, tra cui il mesotelioma pleurico. Queste neoplasie, unitamente all’asbestosi, sono riconducibili solo alle fibre di asbesto.

Cantieristica navale e utilizzo di amianto

Nella cantieristica navale l’amianto fu utilizzato in enormi quantità. Questo, fino all’entrata in vigore dell’art. 1, L. 257/1992, quindi, fino al 28.04.1993. Un’altra normativa importante per quanto riguarda i cantieri navali, è la direttiva n. 477/83/CEE.

Nella manutenzione e demolizione, nel trasporto marittimo, e in molte altre attività, l’utilizzo di amianto ha rappresentato un enorme rischio.

Rischio esteso anche ai marittimi. Tra l’altro, nelle unità navali comprese quelle in ferro, si applicava a più strati. In particolare:

  • marinite (gomma e fibra di asbesto;
  • minerali di amianto floccati, applicati a spruzzo o con il materassino di lata minerale artificiale;
  • vernice protettiva per prevenire la formazione di ruggine ricoperta o non ricoperta da vernice. Vernici ad elevato spessore c.d. antirombo;
  • reti metalliche intrecciate, all’interno delle quali si applicava l’amianto in materia friabile, anche con gesso o calce;
  • finiture esterne con molteplici modalità di realizzazione;
  • intonaci di cemento impastato con amianto friabile;
  • cartone in amianto forato;
  • tela in amianto verniciata;

Cantiere navale del Muggiano di SpA Fincantieri

Il cantiere navale del Muggiano è ubicato a La Spezia, ed è operativo con il cantiere navale di Riva Trigoso. In questo cantiere, si svolge l’allestimento, ovvero il completamento e prova in mare delle navi varate a Riva. Inoltre, nel cantiere navale del Muggiano sono stati costruiti sommergibili per la Marina Militare Italiana e per altre marine e yacht.

A partire dal 1984 i cantieri di Riva Trigoso e del Muggiano sono stati acquisiti dalla SpA Fincantieri per fusione per incorporazione della Italcantieri SpA.

Presso questo cantiere navale sono stati completati, per la Marina Militare Italiana, molti sommergibili, tra i quali lo “Scirè“, tipo U212A.

In parte anche la portaerei “Cavour”, ammiraglia della flotta navale italiana (varo 2004). I due tronconi della nave, realizzati nel cantiere navale di Riva Trigoso, sono stati poi uniti nel cantiere navale di Muggiano.

Nel frattempo sono stati realizzati i cacciatorpedinieri della classe “Orizzonte“, “Caio Duilio” e “Andrea Doria“.

Inoltre, per conto della Marina Militare Italiana sono state manutenute le fregate “Sagittario” e “Perseo”. Altre attività sono quelle sulle unità navali “Lupo” e “Orsa”.

Sono state realizzate altre unità navali.

Cantiere navale Muggiano esposizione ad amianto

Nei cantieri navali l’amianto è stato utilizzato come materia prima fino al 28.04.1993.

I livelli di esposizione a polveri e fibre di amianto, nel cantiere di Muggiano, risultano certificati dall’INAIL, che ha proceduto alla ‘quantificazione delle fibre descritte

… il rischio a bordo nave fosse costituito da eventi limitati nella durata ma talora di consistente entità: prendendo ad esempio la relazione di Zannini, Boggetti, Ottenga del 1971 si può evincere che tali valori medi grossomodo pari a 10 ff/cc per operazione di coibentazione tubi e caldaie e di allestimento cabine’.

In più, ‘valori di 100 ff/cc per applicazione di amianto a spruzzo, dove nei locali dopo l’operazione di spruzzatura, permaneva probabilmente a lungo una polverosità mediamente di 2 ff/cc.

I valori massimi rilevati non di rado erano superiore a 100 ff/cc, raggiungendo anche 1000 ff/cc’.

Cantiere navale La Spezia amianto Riva Trigoso

Tra i cantieri del gruppo Fincantieri troviamo anche il cantiere navale di Riva Trigoso. Questo è uno dei più importanti e antichi cantieri navali italiani, che si trova, per l’ appunto, a Riva Trigoso.

Riva Trigoso si trova nei pressi i Sestri Levante, in provincia di Genova e, il suo cantiere, ha operato ed opera in sinergia con il cantiere navale del Muggiano di La Spezia.

Cantiere navale La Spezia amianto Fincantieri

Tribunale di La Spezia, Giudice del Lavoro. Si è celebrato il procedimento civile promosso dalla Sig.ra D.M., vedova del Sig. A.L., deceduto per mesotelioma da amianto, che ha chiesto i danni alla S.p.A. Fincantieri.

Il Sig. L.A. ha lavorato una vita nel Cantiere di Muggiano e Riva Trigoso alle dipendenze di Fincantieri e si è ammalato di mesotelioma da amianto che l’INAIL ha riconosciuto di origine professionale, liquidando la rendita alla vedova e, in quota parte, agli orfani, figli minorenni della vittima.

Giustizia per le vittime amianto dei cantieri navali

Ora, la Sig.ra D.M. chiede giustizia e il risarcimento integrale dei danni e si è affidata all’ Osservatorio Nazionale Amianto ed è difesa dall’ Avv. Ezio Bonanni, che a loro volta si sono rivolti al Giudice del lavoro del Tribunale di La Spezia, il quale dovrà decidere se accogliere o meno la richiesta di risarcimento dei danni.

“Ho un figlio minorenne di 16 anni, che quando è morto il padre in seguito al mesotelioma aveva 13 anni e gli è stata distrutta la vita, strappata la serenità dell’infanzia e degli anni più felici, dall’amianto, questo killer che non lascia scampo, che veniva utilizzato nel cantiere di Muggiano e Riva Trigoso.

Mio marito faceva il tubista e manipolava amianto, senza essere informato del rischio e senza misure di protezione. La sua vita poteva essere salvata e lui ha firmato un contratto di lavoro, non un contratto di morte.

Ecco perché voglio giustizia, non vendetta ma giustizia, quantomeno il risarcimento per mio figlio minorenne”, dichiara la vedova del lavoratore deceduto.

“C’è un’alta incidenza di casi di patologie asbesto-correlate tra coloro che hanno lavorato nei cantieri navali di Fincantieri, a La Spezia come a Palermo, da Castellammare di Stabia a Monfalcone. Ciò è dovuto all’utilizzo di amianto, a secco e senza cautele.

E’ per questo che l’Osservatorio Nazionale Amianto ha costituito un comitato specifico di vittime dell’amianto in Fincantieri e continuerà nelle azioni civili di risarcimento dei danni, e si costituirà parte civile nei procedimenti penali che dovessero essere iniziati dalle competenti procure”, dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’ONA Onlus.

L’Osservatorio Nazionale Amianto rende noti i dati dell’impatto dell’amianto sulla salute umana nella città di La Spezia, che è una delle città che detiene il triste primato italiano e forse anche europeo delle vittime dell’amianto.

I dati della strage da amianto di La Spezia e zone limitrofe:

La Liguria ha fatto registrare 2.314 mesoteliomi fino al 2011, pari al 10,8% su base nazionale per una popolazione di 1.575.000 pari a circa il 2,5% della popolazione, con un trend a salire dai 42 casi del 1994 fino ai 178 casi del 2006.

Cantiere navale La Spezia amianto: La Spezia, dal 1994 al 2008, ha fatto registrare 213 mesoteliomi per un popolazione di 91.000 abitanti circa, con un tasso grezzo del 15,54 che la colloca al 15° posto come incidenza in riferimento alla popolazione;

Al 12mo posto per incidenza, figurano Lerici (provincia di La Spezia) con 31 casi per 10.900 abitanti e un tasso grezzo di 18,96 su 100.000, 10 volte di più l’ordinaria incidenza; poi Arcola, con 22 casi per 9.914 abitanti (16° posto) e ancora Vezzano Ligure, 15 mesoteliomi per 7.424 abitanti (17° posto) e poi ancora Sarzana, 25 mesoteliomi per 20.059 abitanti, e così via.

Ben 4 città della provincia di La Spezia figurano entro i primi 17 posti e 5 città tra le prime 23 in quella che è la più macabra delle statistiche (il tutto confermato dal Ministero della Salute, nel quaderno n. 15 del maggio-giugno 2012).

Il mesotelioma è solo la punta dell’iceberg, perché l’amianto provoca anche asbestosi, placche pleuriche e ispessimenti pleurici, con complicazioni cardiovascolari e cardiocircolatorie e altri tumori: tumore polmonare; tumore alla laringe e all’ovaio; tumori del tratto gastrointestinale – faringe, stomaco e colon.

I dati epidemiologici diffusi dall’ONA

L’ONA ha avviato una rilevazione epidemiologica estesa ai casi successivi al 2008, e che riguardano tutte le patologie asbesto-correlate, non solo il mesotelioma.

L’associazione riceve segnalazioni anche in forma anonima, attraverso la piattaforma digitale REPAC ONA, in questo modo i cittadini possono collaborare ed essere parte attiva.

Uno dei comparti dove si è verificata l’esposizione è quello della difesa, in particolare nelle installazioni e nelle unità navali della Marina Militare e nei cantieri navali, anche se l’amianto è stato largamente utilizzato in circa 3000 applicazioni in diversi settori merceologici.

Dal 1 gennaio 1996 ad aprile 2015 (ossia in 19-20 anni) le malattie asbesto correlate nelle Forze Armate Italiane conosciute dall’Osservatorio Epidemiologico della Difesa sono: 115 nell’Arma dei Carabinieri, 112 nell’esercito, 102 nella Marina Militare e 76 nell’Aeronautica Militare.

Per un totale di 405 casi, di cui 211 deceduti e 194 viventi. Affetti da patologie asbesto correlate. I 211 decessi sono così suddivisi: 77 nella Marina Militare, 50 nell’Arma dei Carabinieri, 45 nell’Aeronautica Militare e 39 nell’Esercito.

L’amianto è una delle cause principali di tumore professionale in Italia.
Tra il 1998 e il 2006 l’INAIL ha dovuto risarcire un importo di 152 milioni di euro per i lavoratori danneggiati da Eternit. Ovvero, uno dei produttori più famosi di amianto italiano, mentre miliardi di euro devono essere pagati per risarcire tutte le vittime.

Servizio di assistenza legale vittime amianto Fincantieri SpA

Tutti gli operai del cantiere navale sono stati esposti a polveri e fibre di amianto. Perciò stesso hanno subito il c.d. danno amianto, perché questi minerali sono cancerogeni, come chiarito nella monografia IARC sull’asbesto.

Una delle azioni dell’ONA è innanzitutto quella della prevenzione primaria, e poi secondaria. Quest’ultima consiste nella diagnosi precoce che è molto importante, non solo per la terapia, ma anche per la tutela dei diritti.

Poiché le malattie asbesto correlate sono lungo latenti, si manifestano prima di tutto quelle infiammatorie. Ci riferiamo, innanzitutto, alle placche e agli ispessimenti pleurici, e poi all’asbestosi.

Purtroppo, in molti casi, queste evolvono in mesotelioma pleurico e tumore polmonare. Inoltre possono manifestarsi anche le altre neoplasie, tutte con tempi di latenza molto più lunghi rispetto ai tumori. In particolare i mesoteliomi.

Tuttavia, con tale prevenzione secondaria è possibile comunque ottenere il riconoscimento INAIL e anche il prepensionamento amianto. In più, sempre e comunque la c.d. pensione amianto.

Benefici contributivi e pensione amianto

Nel caso di riconoscimento della malattia asbesto correlata da parte dell’INAIL sussiste il diritto ai benefici contributivi per esposizione ad amianto. In quest’ultimo caso, la normativa applicabile, è quella dell’art. 13 co. 7 L. 257/92.

In più, nel caso in cui con l’accredito delle maggiorazioni amianto con il coeficiente 1,5 non si acquisisce il diritto a pensione, si può chiedere la pensione amianto.

Questa prestazione è una pensione invalidità amianto, ed è riconosciuta in favore dei malati di amianto per malattie asbesto correlate professionali.

Cantiere navale La Spezia amianto risarcimento danni

Nel caso di riconoscimento di malattia asbesto correlata da parte dell’INAIL, sussiste il diritto anche al risarcimento dei danni amianto.

Infatti, pur con il riconoscimento INAIL, sussiste il diritto al risarcimento di tutti i danni. Si tratta dei c.d. danni differenziali. Cioè la differenza sul danno biologico e quello patrimoniale, se indennizzati, e del risarcimento di tutti gli altri danni.

Tutte le malattie asbesto correlate provocano, nelle vittime, anche pregiudizi morali ed esistenziali. Nonché altre voci di danno patrimoniale, che non sono ricomprese nell’indennizzo INAIL. Anche le stesse voci ricomprese, e cioè il danno biologico e quello da diminuite capacità di lavoro, non sono risarcite.

Il risarcimento è un minus rispetto all’indennizzo, ed è per questo motivo che è dovuto l’integrale risarcimento.

Da ONA