Serbia Notizie - Maggio 2020

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15 maggio 2020

 

Serbia, Coronavirus: aggiornamenti dalla nostra sede – IC & Partners

 

Nei mesi passati il mondo si è concentrato sul Covid, ed ora che, almeno in Europa, è passato il picco di epidemia, si cominciano a fare i conti. Il mondo non sarà come prima e il futuro non ci offre buone prospettive. All'inizio si cantava dai balconi, ora si comincia con le critiche ai rispettivi governi. Sul Covid 19 non si sa ancora molto, ma quello che sappiamo già, è che i ricchi saranno più ricchi e i poveri più poveri. E come sempre, saranno i lavoratori a sentirne le conseguenze.

 
 File:COVID-19 Outbreak Cases in Serbia.png - Wikipedia File:COVID-19 Outbreak cases in Serbia.png - Wikimedia Commons

Covid19 in Serbia

 

Un totale di 10.496 casi confermati di COVID 19 sono stati registrati in Serbia fino al 15 maggio 2020.

 

Dall'ultimo rapporto, risultano testati campioni di 6.076 persone, di cui 58 positive, riporta Blic.

Sfortunatamente, 3 pazienti sono deceduti e ce n'erano 17 con respiratori, per un totale di 766 pazienti ricoverati in ospedale.Finora, 174.746 pazienti sono stati testati in Serbia e un totale di 228 sono morti.

In Serbia fino al 1 maggio risultavano 9.205 contagiati. Per contenere il numero dei contagiati il governo ha da subito, con i primi contagiati, introdotto misure piuttosto restrittive, mirate in primis a salvare gli over 65. Per loro la quarantena è stata di 24 ore, per gli altri coprifuoco, scuole on-line, aperti solo ospedali e farmacie, lavoro da casa dove possibile e massima sorveglianza nei centri per anziani. Quindi,tutte le misure per prevenire contatti e nel frattempo sono stati attrezzati gli ospedali per ricevere futuri contagiati.

 

Serbia postpones April 26 elections as part of response to ...

 

Alla nostra richiesta d'aiuto l'Europa, con ogni paese chiuso nel suo cortile e' rimasta sorda e ci ha voltato le spalle. La prima a rispondere è stata la Cina e poi la Russia. Gli aiuti arrivati dalla Cina con materiale sanitario, respiratori laboratori, tamponi e sostegno logistico sono il risultato del partenariato strategico firmato tra i nostri due paesi. D'altro canto, la Serbia e' l'unico paese europeo che non ha votato sanzioni contro la Russia. Nel frattempo, dalla Cina sono arrivati gli impianti per la produzione delle mascherine che poi abbiamo potuto anche donare ad altri paesi.

Mentre vedevo decollo dell'aereo cinese che portava aiuti mi sono ricordata dell'ambasciata cinese a Belgrado bombardata dalla NATO nel '99.

Il paziente zero risulta arrivato da Milano, e poi l’epidemia si e divulgata con l'arrivo di 60.000 persone che lavoravano all'estero. Sono tutti cittadini serbi, in maggioranza persone che lavoravano senza assicurazione sanitaria e positivi al Covid. Però la nostra sanità non e' crollata grazie ad una buona organizzazione. Il 19 aprile la Serbia ha deciso di non rispettare più il protocollo della Organizzazione Mondiale della Sanità sui tamponi, che prevede per 1 tampone negativo, 14 giorni di isolamento a casa. Gli  studi cinesi hanno dimostrato che nel 15% dei casi dopo 2 tamponi negativi, i sintomi sono tornati. Il motivo del protocollo OMS è legato al costo dei tamponi e all’alleggerimento del lavoro del personale sanitario.

Infine è poi arrivato anche l'aiuto dalla Ue. Si tratta di un aiuto con un fine. Infatti la Serbia è candidata per l'accesso alla UE, per cui,  sulle esportazioni in Serbia, l'UE non paga dazi doganali e così la Serbia è in perdita. Ci hanno inviato veicoli di ambulanze prodotte in UE, che noi potevamo acquistare in Corea (doppio numero dei veicoli, allo stesso prezzo). Così, non abbiamo avuto un aiuto economico a cui avevamo diritto come candidati, i soldi sono praticamente ritornati in UE e noi abbiamo la metà di ambulanze nuove…

E' successa una cosa non immaginabile, Cina, Russia, Cuba stanno salvando il mondo, il capitalismo ha chiesto aiuto al socialismo, i paesi “non democratici” hanno aiutato paesi “democratici''. A cui sono seguite varie teorie di trame geopolitiche.

La Serbia, che dopo i bombardamenti del '99 ha subito danni per 100 miliardi di dollari, con 800.000 profughi serbi e di altre minoranze nazionali jugoslave, arrivati in Serbia da altre Repubbliche jugoslave, in un paese devastato che da anni registra un sempre maggior numero di malati di carcinoma, causato dalle bombe che ci ha regalato la NATO, ora deve fare ancora una  volta una battaglia, stavolta contro un nemico invisibile. Mi chiedo cosa sarebbe successo in qualche altro paese in tali nostre condizioni?

Il nostro governo aveva da subito intrapreso misure di protezione estremamente rigorose, e, per quanto sia informata, molto più rigide di quelle in Italia, e, cosa più importante, già subito dopo i primi casi.

Le frontiere sono state chiuse, salvo il traffico dei camion di  trasporto merci, chiusi tutti i bar, parchi, centri commerciali, aperti solo supermercati e farmacie. Il coprifuoco dalle 17.00 alle 07.00 del mattino. Sono stati vietati i licenziamenti e dopo i primi contagiati il governo ha aumentato il salario del personale sanitario.  C’è stata una moratoria su prestiti, affitti e mutui, i documenti scaduti e le assicurazioni sono validi fino alla fine dello stato di emergenza, divieto di aumento prezzi, garantita per gli over 65 anni, che devono stare in quarantena, la distribuzione di cibo e farmaci. L’istruzione è organizzata per ogni classe con orari di lezioni definiti, sia on-line che in televisione per chi non possiede computer, i compiti vengono controllati tramite gruppi viber, dagli insegnanti di riferimento. Tramite call center c'è anche supporto psicologico.

La risposta dei cittadini alle misure restrittive è stata positiva perché, purtroppo nella storia recente abbiamo vissuto un'esperienza quasi simile. Prima 10 anni di embargo e poi bombardamenti, ci sono familiari quarantena, stato d'allerta, coprifuoco, mancanza di materiale sanitario, code davanti negozi...

La popolazione ha rispettato tutte le misure di protezione, pur molto restrittive, perchè ha già vissuto una “prova'' nella storia recente, ricorda ancora cosa significa stare chiusi in casa, il coprifuoco ecc., ma ora che è passato il picco, tra i giovani stufi di essere chiusi in casa cresce il malcontento.

 

https://www.istinito.com/wp-content/uploads/2020/05/virus-mkorona-gradjani-zastita-maske-01-foto-S-PASALIC-e1589534818309.jpg Coronavirus pandemic: 48 persons infected in Serbia, 5,971 deaths ...

 

Ogni sera alle ore 20.00 tutti applaudono al personale sanitario. Alle 20.05 si batte sulle pentole protestando contro governo mentre alle ore 20.30 si fischia contro quelli che battono sulle pentole (secondo la maggioranza dei mass media quelli delle 20.05 sono orchestrati dall'opposizione).Chi sarà a prevalere si vedrà alle elezioni, che erano state indette per il 19 aprile, poi sospese e saranno indette di nuovo, appena sarà finito lo stato di emergenza ancora in atto.

A Kragujevac  sono 68 i contagiati e 5 i deceduti . I lavoratori FCK (ex Zastava) sono tutti a casa, nessuna novità, erano già a casa anche prima del Covid, idem l'anno scorso con sole 40.000 auto  prodotte. Poche fabbriche hanno continuato la produzione, riducendo il personale, compresa la fabbrica Siemens con 800 lavoratori, al 2° posto dopo la FCK. Tutto l'indotto FCK è fermo. Secondo la nostra legge sono permessi al massimo 45 gg di cassa d'integrazione, la FCK  ha già richiesto altri 80 gg, che sono stati approvati Più in crisi saranno le piccole e medie imprese, molte non apriranno più, nonostante il programma del governo di garantire salari minimi garantiti per loro nei prossimi 3 mesi.

E, come già detto, a risentire le conseguenze dell’epidemia saranno i lavoratori. Il nemico virus ha costruito muri in Europa. La quale che non ha superato l'esame. Noi lavoratori dobbiamo continuare ad abbattere muri e costruire ponti di solidarietà, perchè anche questa volta durante la pandemia abbiamo potuto verificare quanto sia preziosa la solidarietà. Noi uniti dobbiamo ricostruire un Europa più solidale, con migliori prospettive per le generazioni future.

Questa calamità ci deve insegnare ad essere più impegnati nella battaglia per i nostri diritti sociali, in primis per il diritto alla salute (investimenti nel settore sanitario), perchè la vita è il bene più prezioso.

Le elezioni politiche indette per il 26 aprile sono state rimandate e se finisce lo stato di emergenza il presidente ha indetto elezioni per il 21 giugno.

 

Devo ricordare che quest’anno saranno 21 anni dall'aggressione della Nato contro la Jugoslavia, quando i loro bombardieri hanno seminato uranio impoverito e provocato fuoriuscita delle sostanze chimiche cancerogene, il PCB sostanza cancerogena NON biodegradabile. In Serbia seppure passati 21 anni dai bombardamenti, le “ferite'' non sono passate o dimenticate, le morti da vari tipi di carcinoma e leucemie sono in continuo aumento grazie alle bombe NATO. Perciò, siamo a dir poco rimasti scioccati dalla notizia sulla candidatura della NATO per il Premio Nobel per la pace.

Questa apocalisse ci dovrà insegnare qualcosa, ci sarà tanto da discutere nei prossimi mesi quando sarà passata l’emergenza. Nel frattempo mi resta solo sperare, che una vera sinistra potrà, nel modo più adeguato, partecipare alla ricostruzione della civiltà europea.

 

Kosovo Metohija

 

FOTO FILE - Un'operatrice medica sta di fronte all'ambulanza per la malattia di coronavirus (COVID-19) a Pristina, in Kosovo, il 16 marzo 2020. REUTERS / Laura Hasani

 

Il primo ministro kosovaro Albin Kurti ha scritto all'ex segretario della Nato Xavier Solana, contagiato dal Covid, dicendogli che il Kosovo mai dimenticherà il suo ruolo nella liberazione del Kosovo nel 1999 e per la proclamazione di indipendenza nel 2008. Anche il governo del “riformista”  Kurti (che è contro lo scambio di territori con la Serbia) è stato “vittima'' del Covid  infatti il 25 marzo gli è stata votata la sfiducia dai parlamentari kosovari, forse su richiesta degli USA. In gioco ci sono le presidenziali in USA e il desiderio di Trump di vantarsi di un accordo di pace in Kosovo. Nel frattempo Hasim Taci ha chiesto a Kurti di proporlo come nuovo mandatario per ricostruire il governo, mentre il partito di Kurti chiede elezioni nuove.

L'esito della situazione e incerto per le troppe divergenze L'esperto economico Safet Gudzaliju, ex presidente della Camera di Commercio locale,  ha dichiarato che l'epidemia Covid è attesa in Kosovo senza riserve statali e con fondi disponibili “a zero''.

Va rilevato comunque, che il governo separatista kosovaro ha già ricevuto  dal Fondo Monetario Internazionale un prestito di 51,6 milioni di euro per far fronte alla crisi del virus, oltre a donazione di vari paesi NATO, all’assistenza di materiali sanitari e medici dalla NATO e dalla KFOR, in un programma di donazioni e sostegno all’economia kosovara aggravata dalla pandemia, concordato con il locale Ministero della salute. Anche i carabinieri italiani sono partecipi di questi aiuti.

 

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Nel frattempo continuano i disaccordi politici tra i separatisti, il popolo ogni sera batte nelle pentole per esprimere il suo malcontento. Secondo dati ufficiali finora sono 851 i contagiati e 25 i deceduti. Nelle enclavi serbe compresa la parte serba di Kosovska Mitrovica, ci sono stati finora 108 contagiati e 9 deceduti. E' un assurdo tra tanti altri:gli albanesi seguono le misure di protezione del governo di Pristina, i serbi quelle della Serbia che ,ovvio, non coincidono e portano a una totale confusione.

 

*Rajka Veljovic già responsabile dell’Ufficio Adozioni e delle relazioni internazionali del Sindacato Samostalni  della Zastava. E’ tuttora referente dei Progetti di solidarietà di SOS Yugoslavia per la Serbia.