Ortaggi al tuolene e grano all’amianto a Caivano. Il commento di Antonio Marfella

  • Stampa

di Giorgio Amico,   26 Maggio 2013  

È ancora Caivano lo scenario dello scempio di una malavita senza scrupoli, che avvelena terreni agricoli destinati alla coltivazione di ortaggi, nascondendo nel suolo rifiuti pericolosissimi per la salute.

Si tratta dell’ennesimo ritrovamento delle prove dello sversamento illecito di rifiuti tossici. Dopo il caso del campo di cavolfiori avvelenato, di qualche mese fa, adesso è la volta di un campo coltivato a broccoli, che è stato sequestrato ieri dalla Guardia Forestale a Caivano, a nord di Napoli.

La forestale ha messo sotto sequestro un’area di circa 20 mila metri quadrati, in cui c’è stato il ritrovamento shock di un pozzo usato per l’irrigazione, inquinato con sostanze cancerogene come il manganese, floruri e addirittura un idrocarburo della classe degli alchilbenzeni, il toluene.

Questa sostanza, usata come solvente nelle lavorazioni industriali, è altamente corrosivo e viene conservato in recipienti di vetro in quanto è in grado di sciogliere anche la plastica. Da una rapida ricerca su Internet, leggiamo: “Il toluene danneggia i nervi, i reni e probabilmente anche il fegato. L’inalazione dei suoi vapori produce sintomi di stanchezza, nausea, confusione, disturbi alla coordinazione dei movimenti e può portare alla perdita di coscienza. Un contatto regolare può produrre un’intossicazione dagli effetti euforizzanti. I vapori di toluene hanno un effetto narcotico a carico degli organi respiratori”.

 

Il Comandante Provinciale del Corpo Forestale di Napoli, Sergio Costa, ha lasciato intendere che al sequestro del campo di broccoli, si susseguiranno molto probabilmente altri: “Ci sta venendo il serio dubbio che non sia un caso isolato – analizzando la dinamica del ritrovamento, il Generale Costa spiega che si è potuti giungere – attraverso un’analisi investigativa – utilizzando l’archivio delle foto – che abbiamo fatto dall’alto dei nostri aerei e dei nostri elicotteri, che ci hanno dimostrato dei movimenti anomali di terra e di colorazione sul territorio”. La forestale sospetta che sotto i terreni sequestrati siano stati nascosti oltre 30 mila metri cubi di rifiuti tossici industriali, per questi motivi si sta procedendo alla verifica, oltre che del campo posto sotto sequestro, anche della falda acquifera dell’area circostante.

L’operazione ha permesso di individuare anche un altro terreno, circondato da coltivazioni di grano, in cui erano stati abbandonate lastre di amianto ed un altro ancora in cui sono stati ritrovati rifiuti speciali pericolosi, pronti per essere coperti da terra e coltivata, Il proprietario del fondo, un medico di Caivano è stato denunciato ed è indagato dalla Procura di Napoli.

Antonio Marfella, Tossicologo-Oncologo all’Istituto Nazionale per la Cura dei Tumori Pascale di Napoli, che si batte per la tutela della salute pubblica insieme con L’ISDE, medici per l’ambiente, ha così commentato il sequestro , la drammatica situazione che Caivano sta vivendo: “Il ritrovamento anche del toluene nei campi coltivati di Caivano, rende la situazione di disastro ambientale da rifiuti industriali in Campania sempre più grave. Risulta ormai chiarissimo, e i dati dei medici di famiglia di Caivano lo dimostrano in modo veramente drammatico, che alcune zone della Campania sono state e continuano ad esserlo ogni giorno, discarica industriale di rifiuti tossici industriali prodotti da fabbriche che operano ogni giorno e sempre di più, in regime di evasione fiscale. Se non si opera concretamente non già con un semplice contrasto militare sostanzialmente inutile, ma operando con metodo e costanza per combattere l’evasione fiscale e fare emergere le innumerevoli fabbriche abusive che operano e che sversano e bruciano ogni giorno, Terra dei Fuochi non si spegnerà mai e i campani, in alcuni territori, ormai di fatto trasformati in discariche di tossici industriali senza regole, da quei territori potranno solo evacuare, come hanno già fatto i parenti dei militari USA che incautamente, avevano affittato case in quelle che ormai possiamo definire a pieno titolo discariche industriali non a norma”.

da Voce per Tutti                    

«A Caivano veleni in un'area cento volte più grande dell'Ilva» . Don Maurizio Patriciello, il prete anticamorra:«Fermate l'eccidio di massa dei tumori»

Napoli — C'è un enorme campo di cavolfiori dalle foglie verdi sgargianti. Al centro però un'area molto vasta spicca di un giallo innaturale. L'effetto è assai pittoresco: sembra di camminare in un quadro di Van Gogh. Invece quei cavoli giallo paglierino nella campagna di Caivano, area a Nord di Napoli, sono il prodotto dei veleni sotterrati: cromo esavalente, Pcb, polifenoli, fanghi industriali. La terra restituisce frutti avvelenati anche ai figli e ai nipoti di quei piccoli latifondisti che una ventina d'anni fa, in cambio del denaro della camorra, accettarono di sotterrare nelle loro proprietà le schifezze che arrivavano dall'Acna di Cengio, da Porto Marghera dalle industrie del Veneto. Risultato: l'area di Acerra-Nola-Marigliano che nel 2005 la rivista internazionale The Lancet Oncology attraverso una ricerca di Alfredo Mazza aveva definito «Triangolo della morte», adesso è cresciuta ed è diventata un mostruoso poligono che comprende Caivano, Orta di Atella, Crispano, Cardito, Afragola, Giugliano, Frattaminore.

«FABBRICA DEI CANCRI» - Mano a mano che i veleni si estendono sottoterra e permeano le falde, l'inquinamento si espande. La «fabbrica dei cancri» è estesa centinaia di volte l'Ilva di Taranto. L'indice di mortalità per tumore al fegato sfiora il 38.4 per gli uomini e il 20.8 per le donne, dove la media nazionale è del 14%. La mortalità è più alta che nel resto d'Italia anche per il cancro alla vescica e al sistema nervoso. Non bastassero i veleni sepolti ci si mettono anche le migliaia di roghi, appiccati per ricavare rame o distruggere le prove di sversamenti abusivi. Soprattutto d'estate liberano quantità enormi di diossine: così il triangolo della morte è diventato anche la «Terra dei fuochi», dove oltre mezzo milione di abitanti è esposto al rischio di ammalarsi per aver mangiato uno di quei cavoli dalle foglie gialle, aver bevuto acqua al Pcb, o per aver inalato quintali di diossina. «Qui è in atto da anni un vero e proprio biocidio, io volevo fare il prete e curare le anime, invece devo assistere alla morte di centinaia di bambini, giovani mamme, dei miei vicini, del mio amico d'infanzia. Muoiono tutti di cancro: al fegato, al cervello, alla vescica». Don Maurizio Patriciello, ex infermiere al II Policlicnico, è il sacerdote del Parco Verde di Caivano. Da prete voleva occuparsi delle anime, invece continua a fare «l'infermiere» di malati incurabili. Si è dovuto trasformare in una specie di sacerdote-anticancro, megafono umano di una protesta che ora sembra finalmente aver superato i confini della Campania. La guardasigilli Cancellieri pochi mesi fa, da ministra dell'Interno, ha inviato due delegati per esaminare la situazione.

 

Morti di tumore

LE DENUNCE - L'anno scorso il giornale dei vescovi «Avvenire» ha denunciato per primo lo scempio. Poi sono arrivate le televisioni nazionali. Due giorni fa l'europarlamentare Pino Arlacchi è andato a Caivano per rendersi conto di persona. Persino il presidente del Calcio Napoli, Aurelio De Laurentiis, ha denunciato pubblicamente «il dramma della Campania dove si muore di tumori più che in altre regioni». Insomma, qualcosa lentamente si muove. Don Maurizio però non è soddisfatto: «Le istituzioni locali non danno risposte convincenti, si fanno un sacco di convegni ma si agisce poco e noi restiamo qui a contare l'ascesa di tumori e a sotterrare bambini nati morti, ce n'è un'impennata». Fino a pochi anni fa molti medici gettavano acqua sul fuoco. C'era scetticismo sulle denunce dei comitati, sui dati forniti dai medici volontari. Anche perché in Campania manca il registro tumori e di recente la Consulta — come ha scoperto questo giornale — ha bocciato la norma con cui la Regione, sia pure con colpevole ritardo, vuole istituirlo; in pratica perché costerebbe troppo. Intanto i morti per alcuni tipi di tumore aumentano in maniera assolutamente abnorme rispetto alla media nazionale. Allora i figli, le mogli e i mariti hanno creatoo su Facebook il gruppo aperto «Vittime del triangolo della morte». In poche settimane è diventato un vero e proprio registro con migliaia di volti, di nomi e cognomi di persone decedute, di diagnosi terribili. Tutto documentato in un raggelante webcatalogo. «Facciamo parlare i nostri morti così non possono smentirli» dicono a Caivano. Ricercatori indipendenti hanno avviato studi che dimostrano la concentrazione eccessiva di alcuni tumori, in particolare al fegato e al cervello, dei residenti. L'oncologo dell'istituto Pascale Antonio Marfella non ha dubbi: «In quell'area i maggiori rischi sono rappresentati dalle centinaia di aziende abusive o che evadono il fisco. Fabbriche di scarpe e vestiti che producono per grandi griffe. Ogni chilo di scarpe prodotto si trasforma in mezzo chilo di veleni sotterrati». C'è chi come lo scienziato Antonio Giordano, direttore di un importante istituto per la ricerca oncologica a Filadelfia, ha affermato dagli Stati Uniti: «Non posso tacere e non posso non denunciare cosa sta avvenendo nella mia terra d'origine, mi consta personalmente dopo una serie di studi che abbiamo effettuato. Anche se mi dovessero definire allarmista, anche se mi denunciassero non m'interessa: la mia coscienza si ribella al silenzio». Il dottor Luigi Costanzo, medico di base a Frattaminore, ha da tempo allertato l'Asl: «Seguo 1500 pazienti e ho notato che negli ultimi 5 anni le richieste di codice d'invalidità per patologie oncologiche sono aumentate del 300%, passando da 136 del 2008 a 420 nel 2012».

L'ULTIMO ALLARME - L'ultimo allarme in ordine di tempo arriva dalla stessa Asl di zona. Su internet circola una videointervista realizzata dai comitati al dottor Nunzio Pacilio, dirigente medico di Ostetricia e ginecologia. «Nelle nostre zone aumentano gli aborti spontanei: ne sto registrando uno ogni sette gravidanze». Pacilio ammette che ha deciso di non consigliare più alle donne gravide un'alimentazione a base di verdure e latticini perché teme la contaminazione dei prodotti agricoli e caseari. E pochi giorni fa, sempre a Caivano, la Guardia Forestale in un altro campo coltivato a ortaggi ha trovato pure il toluene, micidiale solvente industriale che non è idrosolubile ed è molto inquinante e ovviamente cancerogeno. Eppure una soluzione per uscire da quest'incubo ambientale ci sarebbe e non è nemmeno troppo costosa. Il medico di famiglia Luigi Costanzo propone: «Dopo aver esaminato tutti i terreni coltivati, in quelli che risultano inquinati bisognerebbe piantare la canapa che come è noto svolge un'efficacissima azione di disinquinamento del suolo e del sottosuolo». Ma nelle terre dei fuochi e dei veleni non c'è più tempo. Conclude don Maurizio Patriciello: «Sono stanco di celebrare altri funerali di bambini colpiti da tumore, lo Stato intervenga ai suoi massimi livelli per fermare il biocidio. Ora nessuno può più dire io non sapevo…».

Roberto Russo  -   da Corriere del Mezzogiorno