Scozia Indipendente: No All’euro, Meglio Tenere La Sterlina

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Articolo Euro, Pound Sterling or Scottish Pound? di Gordon MacIntyre-Kemp, laureato in economia e commercio, membro e fondatore di Business for Scotland sito dedicato alla divulgazione delle opportunità economiche di una Scozia indipendente in vista del referendum del 2014. (Traduzione di Luca Fusari)

 

Nelle prime schermaglie sul referendum, la campagna per il No ha fatto parecchio rumore sostenendo che la Scozia sarà costretta ad adottare l’euro e che il governo britannico dovrebbe impedire alla Scozia, come Paese indipendente, di continuare ad utilizzare il pound (la sterlina) come valuta. Rimane una delle principali domande che viene posta quando si parla d’economia e d’indipendenza ma il fatto evidente è che né l’Ue, né il governo del Regno Unito o la Banca d’Inghilterra hanno la capacità di influenzarne gli esiti.

No all’Euro, anche se lo volessimo

Al fine di poter adottare l’euro un Paese ha bisogno che la sua moneta si impegni nell’Exchange Rate Mechanism (ERM) per due anni. La Scozia non ha una moneta propria per impegnarsi nel meccanismo di cambio, e dato che la Scozia ha in programma di mantenere la sterlina, non può quindi adottare l’euro anche se lo volessimo, e di certo non può essere costretta a farlo. Alistair Darling ha detto che avremmo dovuto aderire nuovamente all’Ue dall’esterno, e che questo significherebbe essere costretti all’euro, ma questa è un’affermazione imprecisa, anche David Cameron non ha potuto fare a meno di giudicarla sbagliata.

Non veramente indipendenti?

Infine, si è sostenuto che la Scozia non sarebbe indipendente se mantenesse la sterlina, tuttavia Francia, Germania, Paesi Bassi, Belgio… hanno una moneta comune e sono indipendenti l’uno dall’altro, la lista è quasi infinita. Anche se la Scozia non fosse in grado di fissare i tassi di interesse indipendenti, tutti gli altri strumenti fiscali più facilmente utilizzabili sarebbero a disposizione del governo scozzese, e il tasso di interesse comune aiuterebbe anche le economie nazionali inglesi e delle altre nazioni domestiche.

 

Il gruppo fiscale di lavoro della Commissione del governo scozzese è composta da importanti economisti, tra cui l’ex Consulente Capo Economico della  Casa Bianca, il professor Joe Stiglitz, il quale ha dichiarato che la Scozia può accettare i parametri valutari finanziari di zona tipici di ogni nazione finanziariamente prudente come suo sviluppo, e che dovrebbe seguire le lezioni della crisi finanziaria, ma questo non significa una mancanza di flessibilità per far crescere l’economia scozzese.

La sterlina è una moneta pienamente convertibile, questo significa che si può usare la sterlina in tutti i Paesi del mondo. Esempi di una valuta pienamente convertibili sono utilizzate da altre nazioni come Panama ed El Salvador che adottano il dollaro Usa. L’utilizzo della sterlina per un certo periodo è una via ben collaudata per i Paesi che lasciano il dominio britannico (ad esempio Nuova Zelanda, Irlanda, Australia…), tuttavia l’uso della sterlina da parte della Scozia è giustamente più forte rispetto ad altri Paesi a causa del fatto che la Nazione possiede una quota percentuale in rapporto alla popolazione nella Banca d’Inghilterra, e quindi ci limiteremo ad utilizzare un valuta e servizi di una banca che in parte ci appartiene assieme alle altre Nazioni del Regno Unito. Quindi la Scozia manterrà l’unione monetaria nella quale abbiamo aderito centinaia di anni fa e che funziona ancora oggi, lasciando invece quella politica che non funziona più.

Ma perché usare la sterlina, piuttosto che lanciare una nostra moneta?

Sono stato uno dei primi economisti a suggerire questo e sono assolutamente d’accordo con la politica dello SNP. Come la maggior parte delle persone il mio cuore mi dice di lanciare una moneta scozzese, ma la mia testa mi dice di mantenere la sterlina.

 

Le altre nazioni domestiche saranno, anche dopo la nostra indipendenza, il nostro più grande mercato di esportazione. Ha senso non mettere una barriera monetaria in luogo del commercio. La campagna per il No sta cercando di ottenere voti contro una forma di indipendenza (la chiamano di separazione) che non è sulla scheda elettorale. La mia indipendenza, l’indipendenza della campagna per il Sì, e l’indipendenza per lo SNP, è tale da mantenere livelli adeguati di interconnessione economica, d’interdipendenza sociale, culturale e anche legami di valuta. Fondamentalmente però, decideremmo di condividere i servizi come un Paese sovrano, perché crediamo che sia nel nostro interesse. Sceglieremmo noi, non a Londra, e saremmo in grado di cambiare le nostre scelte quando lo vorremo.

Perché una valuta comune?

Una sterlina scozzese sarebbe probabilmente una valuta molto forte, con il petrolio, il gas e le energie rinnovabili, una bassa popolazione, una forte bilancia dei pagamenti, una migliore posizione finanziaria rispetto al resto del Regno Unito, con un rating AAA quasi garantito. Ciò significherebbe che la sterlina scozzese potrebbe comprare un sacco di sterline britanniche, un sacco di euro e di dollari… Ciò significa che per un breve tempo, le importazioni e le vacanze dovrebbero essere a buon mercato, e il settore finanziario dovrebbe crescere. Purtroppo ciò significa che l’Inghilterra, le altre nazioni domestiche e la maggior parte del resto del mondo non potrebbero permettersi il nostro cibo, il whisky, il petrolio, l’energia o anche i servizi, in questo modo metteremmo in significativo rischio lo sviluppo delle nostre industrie esportatrici con una nostra moneta.

Perché non svalutare?

E’ stato provato in particolare in Svizzera, con tutta la sua forza finanziaria è stata in grado di fermare l’aumento di valore della sua moneta. L’Uruguay è la “Svizzera del Sud America” e sta ora svalutando la propria moneta per mantenere il ritmo con il suo principale partner commerciale l’Argentina, ma l’Argentina con la sua dipendenza verso i quantitative easing (stampa di nuovo denaro) per acquistare dollari è in pericolo, sta indebolendo troppo la sua valuta, creando inflazione in un’economia a bassa crescita (stagflazione). Il mio pensiero a riguardo è che l’esercizio della manipolazione di valuta su larga scala non funzioni più, è una cosa del passato, la globalizzazione dei mercati ha diminuito il potere dei governi di manipolare i valori della valuta.

Molte persone pensano che il quantitative easing sia un ottimo modo per aumentare l’offerta di moneta, ma è inferiore al 3% il nuovo denaro creato nel Regno Unito (quindi ha un effetto limitato) e stranamente genera una pressione inflazionistica sovradimensionata se messa in pratica. Il controllo della politica fiscale è molto diversa dalla politica economica, la svalutazione della moneta e il fissare i tassi di interesse sono strumenti contundenti; politiche economiche più mirate come ad esempio la riduzione delle tasse sulle discariche, sulle aziende, sulle tasse aeroportuali…, possono essere un sostegno mirato tale da consentirci di non lanciare una nostra moneta, la quale non ha alcuna rilevanza per essere veramente indipendenti o meno. Come piano B, il lancio di una nostra moneta e la sua svalutazione è un’opzione credibile, ma il piano A (il mantenimento della sterlina) come stabilito dal governo scozzese è di gran lunga migliore.

I nostri amici e vicini di casa

Il resto del Regno Unito ha un enorme problema di deficit nella bilancia dei pagamenti, abbiamo acquistato troppo ed esportato troppo poco, questa è una sbornia da decenni di mantenimento di una sterlina forte per il settore finanziario, ponendo come strategia tutte le uova nello stesso paniere.

Qualche mese fa ho fatto un po’ di calcoli rispetto al deficit in percentuale al PIL nel 2011 (ultimi dati affidabili disponibili); utilizzando una media di Eurostat, FMI e le proiezioni CIA, ho riscontrato che su 170 Stati sovrani il livello del debito nel Regno Unito (l’importo speso nel Regno Unito più di quanto ricavato dalle tasse) era al 150° posto.

La pessima notizia è che il Regno Unito è 188° su 192 nazioni in termini di forza del suo saldo del conto corrente. Abbiamo un problema critico nella bilancia dei pagamenti che rischia di affondare l’economia del Regno Unito senza lasciare traccia. Questo è un risultato diretto nell’aver mantenuto una sterlina forte per aiutare il settore finanziario (prevalentemente basato soprattutto nella città di Londra), e questo ha portato anche alla deindustrializzazione della Scozia e delle altre regioni del Regno Unito. Nel 2007 e nel 2008 ho incontrato i rappresentanti della Banca d’Inghilterra tra cui il Monitory Policy Committee (MPC) e li ho esortati a frenare i prestiti in eccesso al settore finanziario. Mi è stato detto senza mezzi termini che la Scozia non è mai andata così bene. Un occhio alle parole, tenendo in mente la palla.

Sconvolgere l’equilibrio

 

Se si dovesse prendere il petrolio, il whisky e il cibo fuori dalla zona della sterlina, il deficit della bilancia commerciale causerebbe l’affondamento della sterlina come una pietra, e con essa pure l’economia inglese. Non solo sarebbe un male per la Scozia ma sarebbe un male anche per i nostri amici in Inghilterra, il che è una ragione sufficiente, dato che saremo ancora una Gran Bretagna (come isola) dopo l’indipendenza, e l’Inghilterra probabilmente resterà sempre la nostra migliore amica e partner commerciale. Il Regno Unito avrebbe bisogno di acquistare tra il 30 e il 40% della sua energia dalla Scozia (come petrolio e gas) e se questi beni fossero anziché pagati in sterline in un’altra moneta, allora non ci sarebbe alcun beneficio per il loro acquisto dalla Scozia piuttosto che da un altro Paese dell’Ue (soprattutto dopo che l’Ue completerà la sua super rete).

Chi possiede la sterlina?

Quindi se manteniamo la sterlina, la Banca d’Inghilterra (che secondo il diritto internazionale una Scozia indipendente deterrebbe al 9% circa) ci lascerebbe la possibilità di impostare i tassi di interesse mantenendo bassa l’inflazione; è generalmente considerata una buona cosa avere simili livelli di inflazione e la stessa valuta del tuo partner commerciali. Ma circa il 90% delle leve di politica economica sarebbero differenti dal Regno Unito spostandone il controllo in Scozia (dove già abbiamo la devolution).

Allo stesso modo, il governo britannico e la Banca d’Inghilterra, in caso di indipendenza, dovrebbero naturalmente volere ciò che è meglio per la zona della sterlina inglese e dei suoi cittadini e dovrebbero (per effettivo bisogno) supportare una sterlina con la quale rifornirsi di petrolio scozzese ed altre esportazioni. Fondamentalmente in questo nuovo scenario tutte le effettive leve fiscali ed economiche che potremmo desiderare di variare sarebbero sotto il controllo del governo scozzese indipendente.

Conclusione

Mantenere la Banca d’Inghilterra e la sterlina ci dà ancora una scelta per lanciare una nostra moneta in futuro, ove essa sia la giusta decisione. E’ interessante notare che non abbiamo la possibilità di unirci all’euro (se mai lo volessimo) fino a quando la nostra moneta scozzese non sia stata lanciata, partecipando al meccanismo di cambio per almeno due anni.

Così, lontano dalla storia dalla paura di essere costretti ad aderire all’euro, non potremmo aderirvi anche se volessimo. Lanciare una nostra moneta sarebbe operazione costosa e difficile all’inizio dell’indipendenza, sconvolgerebbe la bilancia commerciale con i nostri amici nel resto del Regno Unito nell’ambito transfrontaliero commerciale. Se questo danneggia l’economia del Regno Unito allora non è nei nostri migliori interessi in ogni caso; l’indipendenza può essere un impulso a tutte le nazioni del Regno Unito in ambito economico e democratico.

Gli economisti che lavorano per il governo del Regno Unito e al Tesoro questo lo sanno bene, e muoverebbero cielo e terra per garantire ad una Scozia indipendente il mantenimento della sterlina, tutto il resto è solo una manovra politica nella speranza di mantenere il controllo della tassazione scozzese da Westminster.

Da L’Indipendenza