Attiva a Potenza l’associazione esposti all’amianto

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Se si parla di emergenze ambientali, la prima cosa che viene in mente è l’aria che respiriamo perché è quella più inquinata e meno «visibile». Ci sono, però, molte altre emergenze, grandi e piccole, più o meno nascoste, che costituiscono minacce gravi per la salute e per l’ambiente. Tra queste, l’amianto è il killer più subdolo perché è causa di moltissime vittime, il cui effetto si manifesta con tempi lunghissimi di latenza. La cronaca degli ultimi giorni ha portato alla luce il degrado ambientale dell’area comunemente nota come ex-Cip zoo, sita nella zona industriale di Rossellino a Potenza, dove un comitato di cittadini insieme ad attivisti del Movimento 5 Stelle ha manifestato e protestato per le condizioni allarmanti dei prefrabricati ancora abitati e dei capannoni dismessi le cui coperture sono realizzate in eternit, manufatto con un contenuto in amianto crisotilo del 12÷18 %.
In Regione esistono molti siti contaminati, accanto ad aziende nelle quali giovani lavoratori continuano ad operare; esistono «siti di interesse nazionale», vere bombe ecologiche, spesso all’interno di centri urbani, che aspettano, di essere disinnescate (si pensi all’area dell’ex Liquichimica Meridionale S.p.A.). L’amianto è presente nei tetti delle case, delle scuole, negli ospedali, nel terreno, nell’acqua.
Esistono le “morti dimenticate” le cui vedove inconsapevoli della causa di morte dei propri coniugi non hanno saputo o potuto far valere i propri diritti, impegnate a crescere figli piccoli prive del più elementare sostentamento.

 

Non va sottovalutato il danno subito dalle donne incinte che lavorando o vivendo a contatto con emissioni e prodotti industriali inquinanti e cancerogeni come l’amianto hanno dovuto interrompere le gravidanze o assistere impotenti a patologie come la leucemie causa di morte dei propri nati.

Le autorità sanitarie devono pertanto confrontarsi con un fenomeno grave, che peraltro non è stato valutato immediatamente come tale.
Nella nostra Regione, nonostante l’emanazione di Leggi nazionali che hanno bandito l’utilizzo dell’amianto, siamo molto lontani dall’adozione di misure per la sua rimozione nonostante la consapevolezza del suo stato deteriorato e quindi causa di notevole dispersione di fibre nell’ambiente abitativo.

La prevenzione più efficace per i soggetti e le popolazioni a rischio è la sorveglianza sanitaria ed epidemiologica.

Nel 1989 nasceva l’AIEA, Associazione Italiana Esposti all’Amianto, il cui obiettivo principale è quello di informare la Cittadinanza sull’importanza della prevenzione, portando ad esempio quello che la Sorveglianza sanitaria sta facendo per tutelare la salute dei tanti lavoratori che sono stati inconsapevoli vittime dell’esposizione all’amianto.

Tanto giovane quanto combattiva, è sorta anche a Potenza una sezione di questa associazione che, nel giro di poco meno di un anno, è stata capace di raccogliere il consenso di centinaia di lavoratori, vittime ignare in luoghi di lavoro non opportunamente protetti.

L’Associazione, che si avvale di una equipe di professionisti esperti nel settore (avvocati, medici ed ingegneri) si prefigge l’obiettivo di rendere giustizia ai lavoratori o ai loro eredi che hanno subito danni dall’esposizione all’amianto e, se necessario, ricorrendo anche alle vie legali.
Le indagini statistiche condotte dall’AIEA sulla base dei casi sottoposti alla sua attenzione (in regione Basilicata circa 2.000 sono i lavoratori ed i cittadini che si sono rivolti all’associazione) confermano che l’elevata cancerogenicità e genotossicità dell’amianto poiché, sono noti, i danni che stanno emergendo sia alla salute umana che all’ambiente.

Nell’ultimo convegno organizzato dall’AIEA a Matera, lo scorso 13 aprile, è stato presentato l’esposto denuncia alla procura della Repubblica relativo alle morti da lavoro dei dipendenti dell’ex Stabilimento ENI di Pisticci Scalo; i dati denunciati sono particolarmente raccapriccianti se si pensa che 167 sono stati i decessi per malattie tumorali e oltre 500 sono i lavoratori attualmente affetti da patologie oncologiche e non.
In quest’ottica è lecito sperare in una forte azione di denuncia anche per i cittadini ed i lavoratori della provincia di Potenza che sono stati o sono esposti all’amianto.

Non si vuole diffondere allarme tra la Cittadinanza tantomeno presso le Istituzioni, bensì ma far prendere coscienza che le cause e gli effetti del danno procurato dall’amianto è solo in fase iniziale, le patologie emergono dopo molti anni e dobbiamo prepararci a gestire un problema molto più grande di quello che è già emerso.

Recentemente, è stato presentato dal Ministro della Salute Balduzzi il nuovo Piano Nazionale Amianto, che contiene la descrizione degli obiettivi e delle principali linee guida che indicheranno, nei prossimi anni, l’azione di tutti i soggetti coinvolti nella gestione della materia.
Nella gestione del Piano è previsto un coordinamento politico, a livello governativo, e tecnico con la presenza di rappresentanti dei Ministeri interessati (MdS, MISE, MLAv, MATTM), degli Istituti tecnici centrali delle diverse Amministrazioni coinvolte, e di rappresentanti delle Regioni e PPAA, dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle associazioni delle vittime e degli esposti all’amianto, in relazione a quanto prevede l’articolo 4 della legge 257/92, “Istituzione della commissione per la valutazione dei problemi ambientali e dei rischi sanitari connessi all’impiego dell’amianto”.

Anche la Basilicata deve sviluppare un adeguato Piano regionale Amianto prevedendo linee guida per le bonifiche e lo smaltimento; a quanto detto deve aggiungersi lo stanziamento da parte del “CIPE” di 70 milioni di euro per la bonifica della Val Basento e dell’area di Tito, che per il momento restano sulla carta.

A tal proposito, l’AIEA ritiene indispensabile istituire presso la Regione Basilicata un tavolo tecnico interistituzionale affinché si dia finalmente corso ad un intervento coordinato affinché ci si possa definitivamente liberare dalla presenza dell’amianto “ASBESTOS FREE”.

Il segretario della sezione di Potenza   - Liliana Guarino

Da Olambientalista