Diritti civili e politici in Ucraina: 17 Dicembre 2018 - 13 Gennaio 2019

 

La pressione messa in atto verso il clero e i parrocchiani della Chiesa Ortodossa Ucraina (COU), è aumentata sensibilmente in connessione con la cosiddetta “unificazione Sobor” e la fondazione dell’Ortodossa Chiesa D’Ucraina (OCU) con l’attivo supporto del Presidente Poroshenko. Nelle regioni occidentali dell’Ucraina vi è il primo conflitto circa l’appartenenza ad una delle due chiese, con continue convocazioni di preti presso lo SBU [servizio segreto ucraino, ndt] e discorsi bellicosi contro la COU.

Gli appelli per la riconciliazione sono interrotti o bloccati dalle ali estreme dei gruppi di destra, mentre vi sono continui attacchi alle sedi dei partiti e dei media. Deportazioni di giornalisti non in linea col regime e violazioni dei diritti e l’inizio della campagna elettorale in Ucraina sono maggiormente dettagliate su “USPISHNA VARTA” (https://uspishna-varta.com/en#) piattaforma dedicata ai diritti umani .

 

Legge marziale

 

Il 26 dicembre la legge marziale in dieci regioni ucraine è giunta al termine, tuttavia alcune proibizioni previste da quella legge sono state estese. Tutto è cominciato col Presidente Poroshenko durante un meeting del Comitato nazionale sulla sicurezza e la difesa. In particolare, il presidente ha proposto allo State Border Service di estendere certe misure introdotte durante la legge marziale. Durante il periodo in cui la legge marziale era in vigore, i funzionari del ministero non hanno permesso a 1650 cittadini della Federazione Russa, tra cui sei giornalisti, di entrare in territorio Ucraino. 

 

Libertà di coscienza e religione

Il 15 dicembre la cosiddetta “Unificazione Sobor” ha avuto luogo a Kiev, durante la quale i vescovi della UOC patriarcato di Kiev e della Chiesa Ortodossa Ucraina Autocefala (COUA) hanno annunciato la creazione di un’unica chiesa locale, l’Ortodossa Chiesa di Ucraina (OCU). Il 5 Gennaio il Patriarca Ecumenico Bartolomeo ha posto la sua firma sul documento (TOMOS) che concede l’autocefalia alla Chiesa ortodossa Ucraina. 

Il processo per la preparazione dell’unificazione Sobor e l’accoglimento del Tomos sono stati accompagnati da considerevoli pressioni amministrative messe in atto sul clero della COU per persuadere i suoi membri a partecipare al Sobor. Tuttavia, il 17 dicembre, durante un incontro straordinario del sacro sinodo, alcuni rappresentanti della UOC hanno dichiarato che non riconoscono la creazione della Chiesa Autocefala di Ucraina, e la decisione di unificare Sobor per loro non ha valore alcuno.

Il 20 Dicembre il parlamento ucraino ha votato la bozza di legge n° 5309, sul cambiamento del nome delle organizzazioni religiose . La nuova legge obbliga “le chiese appartenenti ad una organizzazione religiosa, il centro del quale si trova in un paese che aggredisce l’Ucraina, di indicare, di indicarlo nel suo  nome”. Infatti la UOC ricade nei magli della legge. Secondo la nuova legge, la nuova denominazione deve aver luogo entro tre mesi. Se le organizzazioni non sono rinominate, i loro atti costitutivi verrebbero annullati. La legge è stata firmata il 22 Dicembre dal Presidente Poroshenko.

Due ulteriori progetti di legge, il n° 4128 (sul cambiamento della subordinazione delle comunità religiose) e la n° 4511 (status delle organizzazioni religiose), che includono anche l’agenda del parlamento per il 17 gennaio. Come dicono gli attivisti per i diritti umani “Uspishna Varta”, questo progetto di legge è discriminatorio nei confronti della UOC e viola la parità di denominazione che c’era prima della legge. Ciò comporta maggior pressione contro la UOC, oltre che la violazione dei diritti civili e politici in Ucraina. La UOC intende fare appello alla Corte Costituzionale.

Il 10 Gennaio il Consiglio dei Ministri ha dato istruzioni al ministero della cultura di controllare gli statuti delle chiese ortodosse ucraine prima della fine di gennaio. Esperti suggeriscono che questo scopo di stabilire se la UOC ha il suo centro religioso all’estero. Se viene stabilito che l’organizzazione religiosa è eterodiretta da un altro stato, secondo la nuova legge, è obbligata ad esporlo nel suo nome. 

La lista di tali organizzazioni verrà pubblicata su “La Gazzetta Ufficiale”, dopodiché l’organizzazione ha tre mesi di tempo per cambiare nome.

Vi sono già casi in cui alle comunità UOC viene chiesto di entrare nelle OCU o vengono sfrattati dai loro templi:

Il 28 dicembre il clero della diocesi di Vinnytsya e Tulchinsky della UOC, hanno ricevuto copie dei protocolli per la transizione della loro chiesa alla OCU. Funzionari della regione di Vinnytsya (organo amministrativo separato dalla Chiesa, come vuole la Costituzione) sono coinvolti nell’invio di questi documenti via mail.

Il 5 gennaio la comunità della Chiesa della regione di Vinnytsya, chiesa di Sant’Alessandro (UOC), ha testimoniato che sono stati intimati a lasciare le loro sedi per via della nuova legge sulla denominazione della Chiesa e per la riluttanza dei parrocchiani all’adesione allo scisma. “Verso la fine di Dicembre ci hanno mostrato la porta citando la nuova legge. Ci hanno riferito che se non fossimo entrati nella OCU, avrebbero sgomberato le nostre sedi, ha riferito il rettore della Chiesa Viktor Parandyuk. La comunità ora è in procinto di cercare nuovi locali.

L’11 gennaio supporters della OUC nel villaggio di Vorsovka nella regione di Zhytomyr, con il supporto del consiglio del villaggio e gli attivisti di Svoboda, ha tenuto un presidio in favore la transizione nella nuova struttura.. La chiesa di San Nicola è stata isolata, e il rettore è finito in ospedale per crisi ipertensiva. Vicino al tempio le schermaglie continuano. Secondo i giornalisti, alla comunità UOC non è concesso riunirsi nel tempio. La polizia è presente per evitare scontri. Il capo villaggio insiste che se ne debbano andare sostenendo che “i preti di Mosca non portano a niente di buono”. Secondo i giornalisti uno dei preti è stato convocato dal Servizio Segreto Ucraino.

Il 13 Gennaio il tempio di Svyato-Mikhailovsky nel villaggio di Krasnovolya nella regione di Manevitsky è stato bloccato dagli attivisti della OCU, che non hanno permesso al vescovo e all’abate di entrare in Chiesa. Secondo i testimoni oculari, gli attivisti hanno portato un prete di Kiev e l’hanno dichiarato nuovo abate. Prima, il 30 dicembre, un altro gruppo ha organizzato un “raduno” nel tempio di Svyato-Mikhailovsky dell’UOC, cui non erano legati, e hanno votato per l’entrata dentro l’OCU. Il rettore ha detto che farà appello contro la decisione.

Tutti questi casi sono stati accompagnati da atti di vandalismo contro le chiese e gli edifici religiosi dello UOC. Nella notte tra il 26 e il 27 dicembre nel villaggio di Semenovka a Belgorod-Dnestrovsky nel distretto di Odessa, sconosciuti hanno organizzato un pogrom contro la Chiesa dell’UOC, rubando le offerte e sconsacrando il luogo sacro.

 

Libertà di opinione e di parola

Il 17 dicembre il Fronte Popolare ha spinto per adottare il decreto n° 9068 che vuole “rafforzare la sicurezza dell’informazione in Ucraina e contenere l’aggressione ai danni dello stato”. La legge prevede multe e revoca delle licenze alle emittenti che incitano odio e ostilità. Questo darebbe possibilità illimitate per mettere pressione ed eventualmente chiudere TV o radio non gradite dal potere.

Prima delle vacanze invernali, il parlamento ucraino non ha varato una moratoria nell’adempimento dei controlli sui media durante le elezioni presidenziali del 2019. E’ la prima volta nella storia dell’Ucraina. La notizia è stata riportata dal capo dell’unione dei giornalisti ucraini Sergey Tomilenko, il quale ha detto che l’attuale composizione parlamentare è ostile nei confronti dei giornalisti. Il 5 dicembre la moratoria era stata sostenuta dal comitato sulla libertà di parola e di informazione.

Il 2 gennaio 2019 funzionari del Servizio Segreto Ucraino, hanno trattenuto il fondatore della “Glavnovosti” Pavel Karnazytsky. E’ stato deportato in Bielorussia non ha il permesso di entrare in Ucraina per tre anni. Il Servizio Segreto accusa Karnazytsky di portare avanti attività dannose per l’Ucraina, tramite propaganda e fake news. Il suo avvocato, Andrey Domansky, ha fatto notare che fu costretto a lasciare la Bielorussia in quanto politicamente perseguitato e che viveva in Ucraina dalla fine degli anni 90.

 

Persecuzione degli utenti social network: Il servizio segreto ucraino durante il 2018 ha individuato e bloccato 360 cyber minacce. 49 amministratori di social network, 29 dei quali ritenuti sospetti, sono stati portati di fronte la giustizia con l’accusa di diffondere “propaganda anti ucraina”. Secondo la Uspishna Varta, gli utenti di social network sono stati incriminati per dei post che avrebbero minacciato lo stato, chiamato a sovvertire il sistema costituzionale, e attaccare l’integrità territoriale. Con queste accuse si rischia fino a 15 anni di reclusione. 

Il 12 gennaio il Servizio Segreto ha riportato un altro caso in cui qualcuno è stato incarcerato per aver postato un link “anti ucraino” su un social network. Una residente di Odessa è stata reclusa dopo che ha fatto ritorno nella sua città dopo un viaggio in Russia. La polizia ha cercato nel suo computer e nel suo cellulare, ove avrebbe tenuto del materiale “pro separatista”. E’ stato altresì affermato che la donna avrebbe postato “materiali di propaganda Russa”.

Altri fatti di violenza fisica ai danni di giornalisti e media sono stati registrati. Il 21 dicembre a Lvov alcuni “attivisti” con fumogeni han tentato di fare irruzione negli uffici del giornale ZAXID.net. La polizia non è intervenuta per impedire le azioni.

 

Diritto di assemblea e di associazione

L’ala destra della formazione “C14” ha attaccato numerose sedi dei partiti di opposizione. I fatti sono riportati dalle risorse stesse del C14. Il 19 dicembre il “C14” ha attaccato gli uffici di rappresentanza del partito “Nash”, guidato da Murayev, nel Dnepr. Nelle foto si mostrano sconosciuti calpestati dai militanti.

Il 4 gennaio il C14 ha fatto scritte offensive all’entrata dell’ufficio del Partito Comunista d’Ucraina a Zhytomyr. E’ stata una reazione alle dichiarazioni del leader del Partito Comunista Petro Simonenko circa la sua intenzione di partecipare nel 2019 alle presidenziali in Ucraina.

Il 10 Gennaio a Krivoy Rog un tentativo di assassinio è stato fatto per uccidere il deputato del concilio regionale del partito Batkivshchyna di nome Vadim Mirzoyan. Gli aggressori hanno usato spray urticante e hanno picchiato la testa del deputato con tubi d’acciaio. Il deputato è stato condotto in ospedale con trauma cranico e numerose fratture. 

L’11 gennaio il C14 e regimenti della Azov hanno tentato di interrompere il Congresso di tutte le associazioni Ucraine di ex militari, veterani. I partecipanti, perlopiù anziani, erano accusati dagli attivisti di volere un ministero per i veterani e il ripristino dei fondi pubblici per le loro organizzazioni. Gli aggressori di destra, guidati da Sergey Mazur, giunti all’evento hanno cercato di creare disordini. Nonostante l’intervento della sicurezza, i gruppi si sono rifiutati di abbandonare l’aula.

“Settore Destro” ha impedito agli attivisti LGBT di giungere in tribunale per una controversia contro il Consiglio Regionale di Chernovtsi. Tuttavia, la parte ricorrente si è rifiutata di ascoltare il verdetto per via della presenza di attivisti di settore destro. 

La regione di Chernovtsi nel maggio 2018 decise di non autorizzare una manifestazione per i diritti gay in città. L’organizzazione “We Exist” fece causa per far dichiarare l’azione della Regione di Chernovtsi illegale.

Il diritto di eleggere e di essere eletti

Il 23 dicembre le prime elezioni dei deputati e dei capi delle Comunità territoriali si sono tenute in 78 Unità territoriali, in 13 regioni. 345 concili locali sono stati inclusi nella struttura. Non vi sono state serie violazioni e restrizioni dei diritti elettorali durante le elezioni. Tra le violazioni, l’uso di risorse amministrative e l’illegale distribuzione di materiale propagandistico. All’inizio le elezioni erano previste in 125 unità territoriali, tuttavia la Commissione Centrale ha cancellato le elezioni nelle regioni ove vige la legge marziale.

Il 31 dicembre è stata lanciata la campagna per le elezioni presidenziali del marzo 2019. I fatti di restrizione dei diritti elettorali sono stati registrati. La Commissione Elettorale ha rimosso 5 seggi elettorali nella Federazione Russa, nelle ambasciate ucraine di Georgia, Kazakhstan e Finlandia. La sola Russia è la nazione di residenza di 3 milioni di ucraini.

Il 9 gennaio il ministro degli affari esteri ucraino Pavel Klimkin ha dichiarato che agli osservatori provenienti dalla Russia non sarà concesso di partecipare alle votazioni del presidente. La dichiarazione è stata fatta durante l’invito fatto agli osservatori dell’OCSE di mandare i loro osservatori nel paese.

Diritti Umani

Ci sono stati nuovi casi di attacchi ad avvocati e difensori dei diritti umani. Il 24 Dicembre l’avvocato Valentin Rybin ha riportato che ignoti hanno dato fuoco alla sua macchina che era parcheggiata nei parcheggi sotterranei vicini alla sua abitazione. Rybin è sicuro che è stato un avvertimento per il suo attivismo in Ucraina. L’avvocato è il difensore di casi di alto spessore come quelli riguardanti Nadezhda Savchenko e Vladimir Ruban, Stanislav Ezhov, Dariva Matikasheva e altri. 

Il 17-18 Dicembre la corte Shevchenkovsky di Kievha doveva ospitatare regolare udienza per il caso della deputata Nadezhda Savchenko. Il 17 Dicembre l’udienza è stata posticipata a causa dell'emergere di informazioni sull'estrazione del tribunale. Il 18 Dicembre la corte accoglie la mozione dell’accusa per l’estensione di 60 giorni  delle misure restrittive nei confronti della Savchenko.

 

 
Il 17 e il 18 Dicembre si è tenuta un’udienza alla corte Goloseevsky a Kiev riguardante il caso Stanislav Ezhov. Il procuratore ha tentato di ripresentare le prove della presunta conferma della colpevolezza di Ezhov già presentate in precedenza: erano solo frammenti di corrispondenza in cui parti separate venivano corrette dall’accusa. La Corte ha espresso la necessità di analizzare il materiale in camera di consiglio, per valutarne la possibilità di presentarle come prova a processo. La Corte altresì decise per la scarcerazione di Ezhov in custodia da oltre 60 giorni. Ezhov si trovava in stato di detenzione dal 20 dicembre 2017 e da allora è stato in custodia al carcere di Lukyanovka a Kiev senza alternative. E’ accusato di tradimento.
 

 
Il 27 Dicembre la corte della città di Kherson ha messo agli arresti l’editore capo della RIA  Novosti Ukraine, Kirill Vyshinsky per un mese. Il giornalista è rimasto in custodia fino al 27 Gennaio 2019. Vyshinsky era detenuto dal 15 Maggio.
 
Il 9 Gennaio la corte di Zaporozhye doveva ascoltare le memorie relative al caso di Pavel Volkov, che è stato più di un anno in prigione con l’accusa di minacciare l’unità territoriale dell’Ucraina. La Corte ha accolto la mozione della difesa che riteneva che le prove n° 7 e n° 9 presentate contro il proprio assistito fossero inammissibili. Mentre la decisione precedente della corte riteneva tutte e nove le prove inammissibili.
 
Il 10 Gennaio un’altra corte era chiamata a pronunciarsi sul caso del giornalista Vasily Muravitsky. La Corte ha deciso di estendere le misure restrittive imposte al giornalista imponendogli gli arresti domiciliari per altri 60 giorni. La prossima udienza si terrà il 25 Febbraio. Muravitsky era detenuto dal 2 agosto 2017 con l’accusa di tradimento, appoggio al terrorismo, e attacco all’integrità territoriale. Dopo aver speso 11 mesi in un centro di detenzione, il 27 giugno 2018 ha coommutato la misura detentiva agli arresti domiciliari. 
 
Il 2 gennaio 2019 l’attivista Oleg Litvinenko ha ricevuto una condanna di 3 e 5 di prigione per la partecipazione ad una manifestazione. La sentenza del distretto di Kamenka Bugsky della regione di Lvov è stato il risultato di un accordo tra il procuratore e l’accusato, secondo cui Litvisnenko ha ammesso la colpa. Dopo essere stato in carcere per più di 20 mesi, dal 30 marzo 2017, l’accusato aveva comunque già scontato la condanna ed è stato rilasciato.
 
Il 17 Dicembre la corte di Kramatorsk ha commutato le misure restrittive nei confronti di Nikolav Sidorenko agli arresti domiciliari. Il 21 Aprile 2017 alcuni estranei, spacciatesi per agenti di polizia, hanno rapito Sidorenko dal suo posto di lavoro. Dal 21 aprile al 24 lo hanno sequestrato e torturato (gli è stato messo un sacco in testa, legato mani con il nastro adesivo e picchiato sulla schiena, sulla testa e alle gambe). Dopo ha confessato per iscritto di aver commesso un crimine nel 2014. Ufficialmente risulta detenuto dal 24 Aprile 2017. E’ accusato di gravi crimini quali la creazione di gruppi paramilitari. Ha trascorso almeno un anno e mezzo di prigione.
 
Igor Dzhadan è stato sequestrato da sconosciuti il 29 aprile 2015 a Kharkov vicino l’uscita dell’ospedale ove lavorava come dottore. Durante il suo arresto è stato picchiato. Dopo tre settimane la sua libertà ha avuto un’illegale restrizione, il 21 maggio Igor Dzhadan è stato catturato dai servizi segreti nascosti in un’ambulanza ove è stato trattenuto. Il giudice ha deciso per la carcerazione preventiva, è in attesa di processo da tre anni e mezzo, trascorsi in carcere.

 
Da uspishnavarta             14 gennaio 2019

   

Traduzione di Pacifico S. per SOS UcrainaResistente/CIVG