Cuba Notizie Latino America e Mondo (gennaio 2019)

Il Cancelliere cubano invoca la liberazione di Lula

Il Ministro delle Relazioni Estere cubano Bruno Rodríguez ha invocato, giovedì 3 gennaio, la lotta per la liberazione dell’ex presidente brasiliano, Luiz Inácio Lula da Silva.

In un messaggio dal suo account Twitter Rodríguez ha rivendicato la fine della persecuzione giudiziaria contro l'ex presidente argentina Cristina Fernández e quella brasiliana Dilma Rousseff: «Uniamo tutte le forze politiche oneste di Nuestra America e del pianeta nel rivendicare la liberazione di Lula e la fine della persecuzione giudiziaria politica contro le ex presidenti Cristina Fernández e Dilma Rousseff e altri leaders della sinistra».

Lula sconta, dall'aprile del 2018, una condanna di 12 anni e un mese nella sede della Polizia Federale di Curitiba, stato a sud di Paraná, con presunte accuse di corruzione.

Dilma Rousseff e Cristina Fernández sono bersagliate da continua persecuzione   politica e giudiziaria.

 

Prensa Latina, GM per Granma Internacional, 3 gennaio 2019

 


Confermata la presenza militare statunitense a Panama

Jonathan del Rosario, Ministro della Sicurezza, ed Eric Estrada, direttore del Sistema Nazionale delle Frontiere (Senafront) di Panama, hanno confermato la presenza di aerei e militari statunitensi nella zona vicina alla frontiera con la  Colombia.

Il ministro ha detto ai giornalisti che vari elicotteri in manovra denunciati nelle reti sociali da organizzazioni panamensi, corrispondono a effettivi del Comando Sud degli Stati Uniti che, con grande generosità, si sono offerti di appoggiarci.

Si tratta, secondo Del Rosario, del trasferimento di materiali da costruzione per due postazioni nella frontiera colombiana-panamense per unità di controllo delle due nazioni, in un’area dove è logisticamente possibile il rifornimento e che permette di realizzare nuovi centri di vigilanza del narcotraffico e delle rotte migratorie illegali.

È un’altra versione però, quella offerta dal direttore di Senafront che, in accordo con il quotidiano Panamá América, ha informato in una conferenza stampa che l'operazione fa parte del piano chiamato Darién Litf, la cui prima fase si sviluppa fino al 14 gennaio e la seconda comincerà il 19 febbraio per terminare il 2 marzo.

La presenza militare in una base aerea dell’estremo oriente della nazione centroamericana ha suscitato molti commenti sulla rete e forti proteste di operatori sociali che esigono spiegazioni da parte delle autorità.

Il presidente di Panama, Juan Carlos Varela, il 4 gennaio ha visitato a sorpresa la sede della Forza d’Impegno Congiunta Interagencial Sur (Jiatf-S) a Key West, in Florida, dove ha incontrato gli ammiragli Craig Faller, capo del Comando Sur, e Pat De Quattro, direttore di Jiatf-S, e il segretario aggiunto  della Difesa, Sergio de la Peña.

Ricordiamo che gli esercizi militari Nuevos Horizontes, ai quali ha partecipato l’esercito nordamericano con gruppi panamensi della sicurezza, avevano provocato un anno fa una grande agitazione per le condizioni di sottomissione delle regole approvate dal governo locale sulla presenza di militari stranieri.

Quelle manovre sono state analizzate allora dall’accademico di Panama Marco Gandásegui che, nel suo articolo «L’invasione silenziosa degli USA a Panama», sostiene che gli Stati Uniti puntano a preparare un attacco contro il Venezuela.

 

GM, Granma Internaciónal, 9 gennaio 2019

 


 

La Bolivia presidente CELAC pro tempore

SAN SALVADOR. El Salvador ha consegnato alla Bolivia la presidenza pro tempore della CELAC, la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici, la cui missione è votata alla rivitalizzazione della lotta per l’integrazione regionale. La CELAC entra in questo nuovo capitolo riponendo la massima fiducia nello Stato Plurinazionale della Bolivia.

Prensa Latina ha scritto che Anayansi Rodríguez, viceministra cubana delle Relazioni Estere, ha assicurato che il suo paese sosterrà la nuova presidenza in difesa dell’America Latina come zona di pace, dichiarazione già rilasciata in occasione del II Vertice dell’organizzazione svoltosi all’Avana nel 2014.

Nella capitale salvadoregna si è svolta inoltre la riunione del Quadrangolare dei

Cancellieri della Celac, in occasione della quale il paese ospitante ha presentato il suo programma di gestione alla guida dell'unità regionale.

 

Granma, 14 gennaio 2019

 


 

Colombia: più di 41mila omicidi nel 2018

La relazione annuale della Procura Generale nazionale ha confermato che la Colombia ha salutato il 2018 con un altissimo tasso di assassinii: 41755 omicidi, 1402 più dell’anno precedente.

Molti di questi omicidi sono connessi con il narcotraffico e riguardano una popolazione molto giovane che crede di trovare un futuro nelle attività illecite.

"Per anni" ha Castillo, rappresentante del municipio di Tumaco, "la mancanza di opportunità per i giovani è stata la causa scatenante di tanta violenza. La maggioranza dei criminali e anche delle vittime sono uomini tra i 14 e i 26 anni, coinvolti nelle organizzazioni che vivono di narcotraffico".

Recentemente, il quotidiano colombiano El Espectador ha scritto che nei primi 15 giorni del 2019 sono stati registrati gli omicidi di sette leader sociali in diverse zone del paese. Le cifre della Procura rivelano che nei municipi che prima erano controllati dalle FARC gli omicidi sono aumenti del 30% tra il 2016 e il 2017. Si ritiene che nel 2018 almeno 6808 crimini siano stati regolamento di conti tra bande criminali.

Il quotidiano colombiano ha segnalato anche che "in Colombia si assassinano i leader sociali che lottano per la pace, si attaccano le comunità che vivono nei territori dei conflitti armati e le popolazioni continuano a soffrire perché le aggressioni e le impunità non hanno termine".

 

Granma, 16 gennaio 2019

 



La Cina sostiene il Venezuela nella costruzione del suo modello sociale

Il governo della Cina, in una dichiarazione di Hua Chunying, la portavoce del Ministero delle Relazioni Estere, ha sostenuto le misure applicate dal Presidente venezuelano, Nicolás Maduro, nell’impegno per recuperare l’economia del paese sudamericano, rinnovando così l’appoggio alla Repubblica Bolivariana.

Il sito di Telesur, ha informato che la portavoce ha invitato a non intervenire negli affari interni del paese e ha riaffermato l’appoggio del suo governo allo Stato sud-americano nel suo cammino per sviluppare il suo proprio modello sociale che risponda agli interessi del suo popolo. Ha inoltre affermato di auspicare ogni strada che permetta alle parti coinvolte nello scontro per il potere in Venezuela il avvicinamento attraverso il dialogo politico e pacifico.

Il grande paese asiatico ha riconosciuto l’elezione legittima di Maduro e ha ignorato i tentativi dell’opposizione interna e dei governi stranieri di non riconoscere il rieletto mandatario venezuelano.

Nelle sue dichiarazioni, Hua ha assicurato la volontà del suo paese di lavorare con le parti per realizzare un dialogo franco e pacifico che permetta il raggiungimento della stabilità.

La Cina, paese con il quale ha firmato vari accordi in campo economico, educativo, militare, culturale, tecnologico e sanitario è uno dei più importanti alleati del Venezuela.

 

Granma, 18 gennaio 2019

 



Cuba rispetterà i Protocolli del Dialogo di Pace in Colombia

Il Ministero delle Relazioni Estere della Repubblica di Cuba ha chiesto nei giorni scorsi al Governo della Colombia e all’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN) di applicare i protocolli dell'accordo previsti in caso di rottura dei negoziati avvenuto a causa dell’attentato nella capitale colombiana.

Il 4 maggio del 2018 il Governo colombiano e il ELN avevano chiesto a Cuba di riprendere il Ciclo dei Dialoghi iniziato a Quito, e Cuba aveva risposto positivamente. Il Gruppo dei Garanti presente all’inizio di questo processo di negoziati era composto da Cile, Ecuador, Brasile, Venezuela, Norvegia e Cuba. Per realizzare il ciclo di conversazioni, Cuba aveva accettato la presenza dell'ELN nel suo territorio dopo una richiesta scritta del governo e dell'ELN stesso. Le autorità cubane stabilirono espressamente come condizione alla delegazione ELN che rispettasse rigorosamente l’unico motivo della sua presenza a Cuba: negoziare la Pace in Colombia.

Il ruolo di Cuba nel negoziato è stato riconosciuto dall'ONU e da altre organizzazioni internazionali. Cuba si è distinta per la sua capacità negoziatrice e per i progressi nella ricerca di accordi in Colombia e in altri scenari internazionali.

Cuba ha svolto un ruolo speciale nei dialoghi di pace tra Governo e Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane - Esercito del Popolo (FARC-EP) iniziati nel 2012, ruolo riconosciuto da personalità e istituzioni di tutto il mondo. L’ex presidente Juan Manuel Santos aveva apprezzato il ruolo di Cuba nei negoziati in occasione del Forum per la Pace in Colombia organizzato a Madrid nel 2012.

Il Governo cubano rispetterà la decisione della Colombia di dare per concluso il negoziato. Nonostante ciò, ricorda che, rispetterà quanto previsto dal protocollo in caso di rottura dei negoziati.

Juan Camilo Restrepo, ex negoziatore del gruppo di pace del Governo colombiano, in un’intervista concessa a WRadio il 25 gennaio ha affermato: "Credo sia un errore mettere Cuba contro la parete, chiedendole l’estradizione di questi signori. Cuba, come la Norvegia, è entrata nei negoziati in buona fede e con l’obiettivo di appoggiare e aiutare il processo di pace in Colombia. Io credo che si debbano rispettare questi protocolli, perchè questi non sono solo con Cuba, ma anche con Norvegia, Cile, Brasile, Ecuador e lo stesso Venezuela, tutti paesi garanti".

In un’intervista del 27 gennaio rilasciata al Nuevo Siglo, Restrepo ha chiesto: "Quale credibilità potremmo mostrare e quali effetti sotto l'aspetto diplomatico sul medio termine potremmo vantare se se dessimo seguito alla posizione adottata dal Governo di Duque e estradassimo i negoziatori dell'ELN che attualmente si trovano nell’Isola?".

Chiedere a un paese garante di non rispettare gli accordi con i quali ha assunto questa responsabilità e che ponga a disposizione della giustizia una delle delegazioni di negoziatori, è una contraddizione delle norme del Diritto Internazionale e dei principi accettati per la soluzione delle controversie.

Patricia Lara Salive, giornalista di El Espectador, il 24 gennaio ha scritto: "Si dev’essere chiari : tutti i paesi, compreso Cuba che espressamente ha condannato e respinto tutte le azioni, i metodi e le pratiche di terrorismo in tutte le sue forme e manifestazioni, credono che i colpevoli debbano essere portati davanti alla giustizia e appoggiano la Colombia e la sua determinazione a farlo, ma questo è molto diverso dal dire che sono d’accordo con il mancato rispetto dei protocolli".

Gli esperti in Diritto Internazionale insistono che il Governo di Iván Duque deve rispettare il Protocollo firmato a nome dello Stato colombiano.

"Gli impegni internazionali si assumono come Stati e non come Governi. Il rispetto di questi protocolli è fondamentale per mantenere la fiducia nella Colombia della comunità internazionale", ha scritto la politologa Sandra Borda nel suo account Twitter.

Cuba ha sostenuto una storica posizione in difesa della pace e contro la guerra e respinge e condanna tutte le azioni, le pratiche e i metodi di terrorismo, e non ha mai permesso, né permetterà, di usare il suo territorio per l’organizzazione di azioni di terrorismo.

In questa posizione l’assiste la morale maturata per essere stata a lungo vittima del terrorismo di Stato.

 

Raúl Antonio Capote, 29 gennaio 2019