La vita degli operai?: vale zero.

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Ieri l’altro, il 17 gennaio 2018, a Milano sono morti di lavoro 3 operai alla “Lamina S.p.a.” Oggi i giornali ci informano che il fratello di uno di essi - Giuseppe Barbieri, sceso nel forno per cercare di salvare il fratello Arrigo - è in stato di “morte cerebrale”. Oggi il giovane operaio diciannovenne Luca Lecci il che Ieri, a Rovato (BS), è stato stritolato da un tornio ha perso la vita.

Ma non è finita.

 

Proprio il 17 gennaio la Corte di Cassazione ha confermato i proscioglimenti di 7 ex manager della Pirelli di Milano accusati di omicidio colposo per la morte di 24 operai e di lesioni gravissime nei confronti di altri 4 lavoratori degli stabilimenti milanesi di Viale Sarca e Via Ripamonti. Le vittime avevano lavorato nell'azienda tra gli anni '70 e gli anni '80 e si sono ammalati di forme tumorali causate dall'amianto presente sul posto di lavoro – presenza dimostrata oltre ogni dubbio nel corso dei processi. Così i dirigenti Pirelli - Luciano Isola, Ludovico Grandi, Gavino Manca, Carlo Pedone, Piero Sierra, Omar Liberati e Gianfranco Bellingeri – già assolti in appello con l’assurda motivazione che gli operai morti “avevano già lavorato in settori fortemente caratterizzati dalla presenza di amianto” prima di essere esposti alla stessa sostanza alla Pirelli,non hanno alcuna responsabilità, come del resto non l’hanno mai, in particolare nel tribunale di Milano, i responsabili della morte dei 591 lavoratori (cifra sempre per difetto) morti di lavoro nel 2017.

 

Oggi i soliti ‘noti’ – governo, istituzioni varie, padroni e sindacati (che hanno indetto per venerdì uno sciopero di 2 ore… mezz’ora per ogni morto!) – si stracciano le vesti e invocano “più sicurezza”. Quando ce l’avremo questa “sicurezza” di non morire più sul posto di lavoro? Quando il diritto alla vita spetterà anche agli operai?

Siamo stanchi di essere solo la carne da macello, siamo stanchi  di doverci limitare a piangere i nostri compagni di lavoro che perdono la vita e allora guardiamoci in faccia e diciamocelo chiaramente: MAI, finché ciò che conta è il profitto dei padroni, l’unico diritto riconosciuto – e difeso a spada tratta anche da chi dovrebbe fare ‘giustizia’ - nella nostra società capitalista.

 

Domani i titoli dei giornali torneranno ai problemi “veri”, in particolare le elezioni.

Ma le elezioni passano, i padroni restano e per noi lavoratori non cambierà niente, neppure il fatto che continueremo a rischiare di non tornare a casa nostra la sera, dopo una giornata di lavoro che per noi significa un salario da fame e per altri la ricchezza.

Nessuno oggi rappresenta gli operai e -anche se siamo coscienti che solo abolendo lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, la classe operaia può liberarsi - è arrivato il momento in cui gli operai stessi, invece di delegare al politico di turno, si auto-organizzino per difendere la loro vita, i loro interessi, rivendicando che senza sicurezza non si può lavorare.

 

Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio

Sesto San Giovanni, 18 gennaio 2018

e-mail: cip.mi@tiscali.it

web:   http://comitatodifesasalutessg.jimdo.com