Corea del Nord: Piovono… «bufale»

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ottobre 2017

 

 

            

Periodicamente i media internazionali riportano con molta enfasi notizie riguardanti brutali o «curiose» epurazioni in Corea del Nord. Spesso, anche se non sempre, queste informazioni si rivelano essere delle «bufale» o, nel migliore dei casi, delle esagerazioni. Perché queste notizie riescono a farsi largo nei media internazionali? Generalmente gli articoli sono riadattamenti di pezzi originali pubblicati sulla stampa sudcoreana che, anche se non ancora confermati, trovano ampio seguito in tutto il mondo. La principale ragione per cui queste bufale vengono pubblicate – anche da parte di quelle redazioni che ancora controllano attentamente la veridicità delle notizie – verte sulla quasi totale mancanza di conoscenza del paese Corea del Nord.

Un’altra ragione può essere trovata in una precisa volontà da parte dell’editore e della direzione, di dare in pasto ai lettori notizie sensazionalistiche. Pochi giornalisti spendono il loro tempo a verificare e ad avere conferme delle notizie: essere i primi a dare l’informazione è ora più importante che appurarne la veridicità.

Anche la necessità politica di mostrare alcune nazioni, come, appunto, la Corea del Nord, in modo negativo così da rispecchiare il facile stereotipo del folle tiranno, del popolo affamato, di una società crudele e cinica, rientra nei motivi di questo tipo di divulgazioni.

È, infine, molto più difficile (e destabilizzante) presentare ai propri lettori una visione reale della Corea del Nord (molto differente dagli stereotipi generalmente utilizzati) piuttosto che continuare a scrivere di un paese che il lettore comune vuole sentirsi raccontare.

Quasi tutti i media che pubblicano notizie in seguito rivelatesi false, non fanno alcuna ammenda. E questo non solo perché perderebbero credibilità verso i loro aficionados, ma principalmente perché ai lettori stessi non interessano le rettifiche. Semplicemente non le leggono o non credono ad esse.

Di seguito alcune tra le più famose bufale riguardanti esecuzioni di nordcoreani che, al tempo della loro diffusione, hanno suscitato scalpore e che sono state utilizzate per biasimare il governo di Pyongyang. Da notare che quasi nessun giornale, Tv, radio, sito di informazione ha pubblicato una rettifica dopo che queste notizie sono state dichiarate ufficialmente false.

Nel febbraio 2016 l’agenzia sudcoreana Yonhap riportò l’esecuzione di Ri Yong Gil, capo di Stato maggiore dall’agosto 2013. Nel luglio 2016 Ri Yong Gil vivo e vegeto, apparve nella Tv di stato nordcoreana. Nel maggio 2016 venne anche eletto membro del Comitato centrale del Partito dei lavoratori di Corea.

 

 

Stessa sorte venne riservata a Hyon Yong-chol, ex ministro della Difesa, la cui prima uccisione da parte dello stato venne divulgata nell’aprile 2015 dai Servizi segreti nazionali (Ssn) della Corea del Sud (nella comunicazione si precisò che la sua esecuzione avvenne usando quattro cannoni di artiglieria antiaerea). Ragione della presunta condanna fu l’appisolamento durante un discorso di Kim Jong Un (stando alle accuse addebitate, sembra che gli ufficiali nordcoreani soffrano particolarmente di ipersonnia). Il 13 maggio 2015, gli stessi Ssn annunciarono di non poter confermare l’esecuzione. Nello stesso giorno diversi siti occidentali riportarono, forse non ricordando di averla già pubblicata in precedenza, la notizia della morte (la seconda) di Hyon Yong-chol. In alcuni altri paesi, tra cui l’Italia, alcune fonti di informazione annunciarono la notizia (la terza esecuzione) solo nel successivo ottobre, riportandola come se fosse accaduta pochi giorni prima.

 

 

Nel 2015 il Korea Times dichiarò che il vice maresciallo Ri Yong-ho, capo di Stato maggiore dal 2009 al 2012, era stato condannato a morte e ucciso nel 2012. Nel gennaio 2016 lo stesso Ri Yong-ho venne ripreso dalla stampa nordcoreana assieme a Kim Jong Un durante un test nucleare. Qualche sito (specialmente occidentale) confuse (e confonde ancora oggi) il vice maresciallo Ri Yong-ho con Ri Yong Gil o con il suo omonimo attuale ministro degli Esteri nordcoreano.

 

 

Anche Hyon Song-wol, ex fidanzata di Kim Jong Un, venne data per morta nell’agosto 2013 dal giornale sudcoreano Chosun Ilbo perché accusata di pornografia. Song-wol, però, riapparve nel maggio 2014 sugli schermi della televisione nordcoreana. Il professore giapponese Toshimitsu Shigemura, della Waseda University, a suo tempo ipotizzò che l’ex fidanzata del leader nordcoreano fosse stata uccisa per volere della moglie di Kim Jong Un, Ri Sol-ju.

 

 

Le notizie infondate riguardano anche i metodi di esecuzione: nel 2014 il Chosun Ilbo scrisse che l’uccisione di O Sang-hon, vice ministro del ministero della Pubblica sicurezza e nipote di Jang Sung-taek, fu compiuta utilizzando lanciafiamme bruciando il malcapitato ancora vivo. Qualche giorno prima i giornali di tutto il mondo scrissero che lo stesso Jang Sung-taek fu ammazzato dandolo in pasto a 120 cani affamati, senza rendersi conto che la fonte da cui proveniva la notizia era un giornale di satira.

 

Falsi anche gli articoli che annunciavano la condanna (a volte a morte, a volte ai lavori forzati) di alcuni ufficiali, rei di aver mostrato poca emozione e di non aver pianto in modo adeguatamente commosso durante il funerale di Kim Jong Il.

Infine, anche lo sport non viene risparmiato dalla disinformazione: per ben due volte (2010 e 2014) l’intera nazionale di calcio nordcoreana sarebbe stata incarcerata in campi di rieducazione per non essere stata in grado di raggiungere i vertici in competizioni internazionali. Naturalmente, anche queste, si rivelarono delle bufale. Mai rettificate.

 

Piergiorgio Pescali

 

Tratto dal dossier della Rivista delle Missioni: “ Corea del Nord: Verità e segreti oltre il 38° parallelo “  - www.rivistamissioniconsolata.it

 Le fotografie sono state inserite a cura del Comitato per la Pace e la Riunificazione della Corea, Torino/CIVG