Sanità burocrazia e rispetto del cittadino

Pubblichiamo una lettera di un nostro lettore, che ci presenta un’inquietante e purtroppo frequente realtà.

 

Gentilissimi Signori,

mi chiamo Giuseppe Scamardella, sono un paziente del reparto di Cardiologia dell’ospedale Niguarda di Milano. Il 17 Marzo 2017 ho effettuato il trapianto di cuore. Una volta dimesso, il 27 Aprile 2017, mi sono attivato per chiedere i diritti relativi alla legge 104/92, la cui procedura  richiede la previa visita di un medico abilitato per la non trascurabile cifra di 100 euro.

Vengo convocato presso l’ASL di Nova Milanese in data 22 Maggio dalla Commissione competente, ove devo portare tutti i documenti relativi al mio stato di salute, compresa la relazione di dimissione, sia in originale che in fotocopia. Per settimane il silenzio più totale, quando ricevo una chiamata il 14 Luglio ove mi si dice che devo presentarmi presso gli uffici dell’INPS di Monza, portando con me i documenti relativi alla mia situazione. Faccio presente che avevo già portato tutto il 22 Maggio, ma, mi si dice, devo riportare tutto di nuovo. Cosa dovranno verificare, non riesco proprio ad immaginarmelo. Mi presento alle 9 del mattino del 19 Luglio, così come ordinatomi, dopo che ho dovuto fare più di un’ora di coda per traffico pendolari, riportando tutti i documenti. Come ulteriore prova han voluto vedere la ferita al torace relativa al trapianto stesso, un po’ come San Tommaso col povero Gesù. Pensavo che dopo tutta questa procedura, e soprattutto dopo che aspetto dal lontano 22 Maggio, mi venisse data una risposta. No! Devo aspettare altri 20 giorni, quando arriverà la relativa raccomandata, che poi dovrò notificare al patronato che mi ha assistito nella pratica firmando altri documenti e poi poi poi avrò riconosciuto il mio sacrosanto diritto. Almeno così spero.

La domanda è: non è alquanto umiliante che un cittadino, dopo le relative sfortune che ha dovuto subire per colpa del destino e dei strani giochetti di matrigna natura, venga pure umiliato e offeso da procedure costose, estenuanti, complicate caratterizzate più a scoraggiare, che a promuovere diritti ed opportunità? E’ normale che in uno Stato (possiamo ancora scriverlo con la s maiuscola?) che si dichiara civile e democratico, conceda condoni, ove gli onesti imprenditori ridono per i terremoti, ove ogni settore dell’economia e della pubblica amministrazione è pervaso da una corruzione che raggiunge livelli parossistici, se la prenda con chi ha invalidità o disabilità? Mi sento trattato da mendicante e ladro, è intollerabile! Le associazioni di categoria si facciano sentire, poiché, da quel che sento da altri pazienti malati, casi del genere sono all’ordine del giorno. Inammissibile! Facciamoci sentire, poiché un bel tacere non fu mai scritto!

 

Grazie infinite,

cordialmente

 

Giuseppe Scamardella