Speciale Giornata della Memoria: Veterani USA di Iraq e Afghanistan Restituiscono medaglie di guerra al Vertice NATO

Democracy Now! torna a Chicago, sede del più grande vertice Nato della storia in 60 anni di questa organizzazione, dove quasi 50 veterani, strappate le loro medaglie di guerra, le hanno scagliate in strada in direzione del vertice Nato. Sentiamo le voci dei soldati, mentre restituiscono le loro medaglie uno per uno dal palcoscenico. "Sono qui per restituire la mia Medaglia per la Guerra Globale al Terrorismo in solidarietà con il popolo iracheno e il popolo dell'Afghanistan ", ha detto Jason Hurd , ex combattere medico che ha trascorso 10 anni nell'esercito degli Stati Uniti . " Sono profondamente dispiaciuto per la distruzione che abbiamo causato in quei paesi e in tutto il mondo . " Scott Kimball , un veterano della guerra in Iraq , aggiunge: " Per tutto il personale di servizio e i veterani che sono contro queste guerre , non siete soli ! "

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Arundhati Roy sul 10° anniversario di Guerra in Iraq: Bush può essere finito, ma la " Psychosi " della politica estera degli Stati Uniti prevale

Alla vigilia del 10 ° anniversario dell'invasione americana dell'Iraq, l' attivista per la giustizia globale e autrice Arundhati Roy si unisce a noi per discutere l'eredità della guerra . Roy è autrice di molti libri , tra cui " Il Dio delle piccole cose ", "Camminando con i compagni " e "Quando arrivano le cavallette " . Roy sostiene che la mentalità imperiale che ha permesso agli Stati Uniti di invadere l'Iraq continua ancora oggi senza sosta in tutto il mondo . " Ci vengono date lezioni di moralità [ dai leader mondiali ] mentre ci sono decine di migliaia di vittime , mentre interi paesi sono sconvolti, mentre intere civiltà sono arretrate di decenni , se non secoli ", dice Roy . " E tutto continua normalmente . "

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Possibile bombardamento in Siria con missili tomahawk: armi chimiche contro armi chimiche?

Vale la pena di fare una riflessione sul fatto che l’utilizzo di missili Tomahawk implica la dispersione nell’ambiente di uranio impoverito. Le armi all’uranio impoverito producono un avvelenamento chimico. Ci troviamo dunque di fronte a un paradosso. Usare armi chimiche contro armi chimiche. Anche se le armi chimiche come il gas nervino, l’iprite producono effetti immediati, mentre gli effetti delle nanoparticelle e delle radiazioni emanate dall’uranio impoverito hanno effetti ritardati (provocazione di malattie di tipo tumorale ed altro). Il concetto della distruzione indifferenziata resta immutato.

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Un problema finora taciuto nell'ambito della globalizzazione: la proliferazione delle armi all'uranio impoverito, cioe' la diffusione di scorie nucleari nel mondo

IL MONITO DI PAPA FRANCESCO (SU CUI È CADUTO IL TOTALE SILENZIO) CIRCA LA VENDITA DI ARMI COME ANTEFATTO DELLE GUERRE

Nella discussione che si è svolta finora attorno alla tematica della globalizzazione si è parlato delle guerre stellari, dello scudo spaziale e della disseminazione di armi nucleari. Ma è stato ignorato il problema della diffusione delle armi all'uranio impoverito e della loro triplice pericolosità: da un lato le radiazioni, dall'altro la tossicità chimica e dall’altro ancora il “particolato”. Ma si è appreso dal rapporto pubblicato da USA Today che anche negli Stati Uniti è emerso il problema della pericolosità delle armi all'uranio al punto che queste non verranno più utilizzate da reparti dei Marines.

La globalizzazione favorisce i fabbricanti di queste armi che portano straordinari utili a chi le produce perché il costo della materia prima (scorie di processi delle centrali nucleari) è bassissimo. Le industrie USA hanno esportato ad almeno 16 paesi armi all'uranio: tra questi Thailandia, Taiwan, Turchia, Bahreim, Israele, Arabia Saudita, Grecia e Kuwait.

La corsa agli armamenti all'uranio impoverito è partita dopo la guerra del Golfo quando i militari si sono accorti dei vantaggi di cui godevano carristi e piloti americani nei riguardi degli irakeni per via della particolare performatività delle nuove armi.

Gli USA fin dal ‘91 hanno usato munizioni all'uranio impoverito sui carri armati Abrams ed M 60 e nei sistemi navali antimissile Phalanx.

L'impiego si è esteso agli aerei A 10 ed F 16, ai mezzi blindati Bradley, agli elicotteri Cobra e a numerosi altri mezzi bellici. La Gran Bretagna fin dal ‘91 ha impiegato armi all'uranio sui carri armati Challenger, seguita a ruota dalla Francia che le ha impiegate sui carri armati Leclerc. Armi all'uranio impoverito sono state prodotte anche in Russia e Cina.

Falco Accame

Conferenza a Torino " Siria, chi vuole un'altra guerra?"

Martedì 24 settembre presso l'Aula Magna delle Missioni della Consolata di Via Cialdini 4 a Torino, si è svolta la presentazione del libro Le chiese d'oriente e il “Regime Siriano di Enrico Vigna. L'occasione è stata fornita dall'incontro pubblico intitolato: “Siria, chi vuole un'altra guerra?”. Moderato dal capo redattore della rivista Missioni della Consolata, Paolo Moiola, l'incontro pubblico ha ospitato l'autore E. Vigna, Padre Mtanios Haddad, Archimandrita siriano della Chiesa Greco Melchita e Padre Ambrogio della Chiesa Ortodossa Russa di Torino.

I relatori della conferenza

In una sala gremita, al punto da non poter contenere tutto il pubblico in piedi, ha avuto luogo una serata di appassionata riflessione sulla crisi siriana che ha preso spunto dalla seria documentazione fornita dalla ricerca compiuta da Vigna e raccolta nel suo volume di militanza civile in grado di accendere una luce sulla convergenza di tutte le fedi oggi presenti in Siria, fortemente a impegnate nel salvare il paese dalla tragedia del conflitto. Ne è scaturito un vivace dibattito che ha rotto le consuete e superficiali letture di quella realtà mediorientale, contribuendo alla comprensione delle ragioni più profonde del rifiuto di un aperto intervento miliare statunitense.

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