Assassinata un’altra attivista honduregna del COPINH

 Trovata in una discarica a Marcala, a 160 chilometri dalla capitale Tegucigalpa.


Di fronte all’assassinio di Lesbia Janeth Urquía Urquía, del COPINH,

noi donne aderenti ai movimenti sociali dell’ALBA

gridiamo con Berta Cáceres: “Svegliamoci, umanità!”

Dal Fronte Femminista dei Movimenti Sociali dell’ALBA esprimiamo il nostro dolore e indignazione per il femminicidio della sorella del COPINH (Consiglio Civico di Organizzazioni Popolari e Indigene dell’Honduras) Lesbia Janeth Urquia Urquia, che è stata brutalmente assassinata martedì 5 luglio nel Municipio di Marcala, La Paz.

Ci risulta intollerabile che si continuino ad uccidere le difensore della vita, donne del popolo, persone che hanno messo in atto i loro sforzi per rendere più abitabile il nostro mondo.

Janeth era un’attivista che lottava contro le dighe e in difesa della vita, una stimata dirigente comunitaria, tutrice dei beni comuni e dei diritti degli indigeni.

Aveva 49 anni ed era madre di due figlie ed un figlio.

In questi mesi la sua lotta, insieme a quella della comunità, ha avuto come obiettivo difendere i fiumi, evitare la loro concessione e privatizzazione, in particolare frenare la costruzione della diga Aurora 1 nel Municipio di San José, progetto a cui è vincolata direttamente Gladys Aurora López , presidente del Partito Nazionale e vicepresidente del Congresso Nazionale.

Oltretutto il fatto è stato compiuto, da parte del governo assassino dell’Honduras, nell’ambito di una giornata di “consultazione” realizzata in Marcala, sul progetto di legge di approvazione del meccanismo della consultazione previa, libera ed informata delle comunità indigene, e mentre si stava preparando una nuova consultazione promossa dal popolo Lenca, da realizzarsi questa domenica a Santa Elena, La Paz, circa la costruzione di un’altra diga.

L’uccisione di Janeth rappresenta un nuovo colpo alle difensore dei fiumi e territori della Nostra America. Quest’anno abbiamo subito l’assassinio della compagna Nilce de Souce del MAB (Movimento dei Danneggiati dalle Dighe) del Brasile e, 4 mesi fa, quello di Berta Caceres, coordinatrice generale del COPINH, così come anche di altri/altre difensori e difensore dei diritti dei nostri popoli ammazzati da questo sistema capitalista patriarcale e coloniale, che pretende fermare la lotta delle donne e dei popoli, disseminando terrore e morte. Con il femminicidio delle difensore, si mira a intimorire noi donne, affinché non interveniamo in difesa della vita, limitando il nostro esercizio dell’autonomia e della partecipazione.
Noi femministe del continente nostramericano dichiariamo che non ci fermeranno. Che la nostra lotta è per la vita e pertanto continueremo il cammino, ogni volta più unite, ogni volta più determinate.

Denunciamo il governo dell’Honduras per questo nuovo femminicidio.

Chiediamo che cessino le persecuzioni e le uccisioni delle compagne e dei compagni del COPINH.

Facciamo appello alle donne dei nostri popoli a mobilitarci per esigere vera giustizia, perché abbia fine questa impunità.

Facciamo nostre le parole della nostra cara sorella, Berta Cáceres: “Svegliamoci, umanità!”

 

 

Fronte Femminista dei Movimenti Sociali dell’ALBA, 7  luglio 2016

Traduzione di Adelina Bottero