L'Ucraina si sta trasformando nella Liberia: "L'amore per la libertà portato qui da noi"*

Nei giorni scorsi (Marzo 2016 ndr), mentre teneva un seminario pubblico a Kiev dal titolo "Le sfide per un mondo in continuo cambiamento", il Segretario di Stato statunitense Condoleeza Rice ha pronunciato una frase d'ispirazione per chiunque pensi che la vita in Ucraina sia difficile:

"Dovreste andare in Liberia, dove lo standard di vita è decisamente più basso, e allora potrete essere grati."

 

Ironicamente, Forbes Ucraina ha reagito a quest'affermazione con un'analisi leggermente confusa ma che, tuttavia, portava a una conclusione impeccabile: "Nonostante la Libera abbia una delle economie più deboli al mondo, questa è inferiore solo di misura a quella dell'Ucraina rispetto ad un gran numero di parametri macroeconomici". La rivista supporta la sua tesi con qualche anemica statistica, dimenticando però di menzionare il fatto che il tasso di disoccupazione dell'85% della Liberia è di gran lunga peggiore di quello dell'Ucraina di oggi.

Il rapido deterioramento dell'economia in Ucraina nel corso degli ultimi due anni post-Maidan non è più un argomento tabù per la stampa internazionale, infatti l'importante accademico statunitense Nicolai Petro ne ha parlato in modo cristallino in un suo recente articolo sul Guardian. Nonostante ciò, il quadro completo della situazione è ancora peggiore.

Le persone stanno facendo di tutto per uscire dall'Ucraina. Un'agenzia di statistica con base a Kiev afferma che, secondo i loro sondaggi, il 70% della popolazione non vede alcun futuro in Ucraina. Dieci ucraini su undici sarebbero pronti a lasciare il paese se gli venisse offerto un lavoro all'estero. Il 40% dei colletti bianchi di Kiev non vedono attualmente un futuro sicuro. Un altro sondaggio di opinione mostra che, in confronto con il periodo pre-Maidan, il pessimismo pubblico è in netta ascesa. Solo il 19% degli intervistati si aspetta che nel 2016 ci saranno dei cambiamenti positivi per l'Ucraina (rispetto al 42% del 2013).

Questi sentimenti sono comprensibili se guardiamo agli stipendi medi in Ucraina. Secondo i dati ufficiali del Ministero delle Finanze (documento emesso il 2 Marzo 2016), il salario medio in Ucraina è di soli 4362 hryvnas al mese, corrispondenti a circa 145 euro. Il salario minimo mensile è fissato a 1378 hryvnas, circa 46 euro. Di conseguenza, la maggioranza dei lavoratori in Ucraina deve sopravvivere con uno stipendio che va dai 2000 ai 3000 hryvnas, cioè con circa 70-100 euro. Nel Settembre del 2015, il ministro delle politiche sociali Valery Yaroshenko ha riconosciuto che il tasso di disoccupazione ha raggiunto il più alto punto nella storia dell'Ucraina come paese indipendente, con il 23% dei cittadini ucraini rimasti senza un impiego. Nelle regioni di Donetsk controllate dal governo di Kiev questo addirittura si avvicina a quello della Liberia con il 50% di inoccupati.

 

 

 

I salari bassi e l'alto tasso di disoccupazione non sono le uniche sfide che deve affrontare un cittadino ucraino. Per venire incontro alle richieste dell'IMF, il governo Ucraino deve aumentare il costo per gli alloggi e i servizi di utilità pubblica, raddoppiandolo almeno ogni anno. Di conseguenza, nel Gennaio 2016 il costo medio di un'abitazione è schizzato fino a 1250 hryvnas, un aumento dell'80% rispetto ai 695 hryvnas di un anno fa. Quindi, teoricamente, e spesso anche di fatto, una famiglia con un solo lavoratore e che vive in un appartamento modesto dovrebbe sopravvivere con soli 128 hryvnas al mese, pari a 4 euro, che rimarrebbero dopo aver pagato l'affitto e le bollette. Di fatto, prendendo atto di alcune differenze di latitudine e clima, l'Ucraina di oggi potrebbe essere tranquillamente chiamata "Liberia del Nord".

Nello stesso tempo, l'indice dei prezzi delle merci in Ucraina è aumentato del 40,3% nel 2015. Poiché questa crisi coincide con il taglio del 15% delle pensioni per i pensionati che svolgono un secondo lavoro (questa misura di "taglio dei costi" è stata annunciata dal Primo Ministro Yatsenyuk nel Gennaio 2015), è chiaro che la maggioranza degli anziani in Ucraina sta andando incontro al disastro. Fino ad ora sono riusciti a sopravvivere grazie ai loro risparmi personali, ma le risorse stanno finendo: secondo la Banca Nazionale, nel 2015 i cittadini ucraini hanno venduto per 2233 miliardi di dollari e comprato per solo 0,684 miliardi di dollari. Gli esperti locali stimano che gli ucraini finiranno i loro risparmi entro la fine del 2016.

Non c'è da meravigliarsi perciò se gli ucraini stanno lasciando il loro paese in massa per dirigersi verso l'Europa, principalmente diretti in Polonia (in circa 400000 hanno attraversato la frontiera lo scorso anno), in un tentativo disperato di trovare un qualunque lavoro pagato. Là vengono truffati, sfruttati, abusati ma preferiscono sopportare un simile trattamento rispetto ad arrancare in un'esistenza miserabile a casa.

La rapida deindustralizzazione dell'Ucraina sta aumentando il passo.  Il duro e rapido taglio dei rapporti tradizionali tra Russia e Ucraina, a causa dei regolamenti suicidi auto-imposti da Kiev, ha portato al crollo del 10,7% del PIL nel 2014 e di un ulteriore 13,4% del 2015. Il commercio con l'estero, sia per esportazioni che per importazioni, è crollato di un terzo. Le ingenue aspettative del governo di Kiev sul fatto che i prodotti ucraini avrebbero trovato accesso al mercato europeo sono andate in brandelli. Nicolai Petro narra un aneddoto: la più grande esportazione di Kiev verso i mercati europei, secondo le quote agricole fissate dall'accordo di associazione tra Unione Europea ed Ucraina, è quella di miele.

Questa situazione di degenerazione sociale ed economica, così come la facilità nell'ottenere delle armi di contrabbando in quella che è conosciuta come la "zona ATO", ha portato ad uno tsunami senza precedenti di attività criminale in Ucraina. Nei due anni successivi a Maidan, il numero di atti criminali registrati è raddoppiato. In realtà un'enormità di saccheggi, di scippi armati e di omicidi di strada stanno diventando la quotidianità e molti incidenti rimangono ancora non registrati. Secondo le ultime dichiarazioni dell'Istituto dell'Aia per la Giustizia, il 44% degli ucraini non crede nel suo sistema giudiziario o dell'applicazione delle pene. Un gran numero di gruppi nazionalisti, battaglioni di volontari, sembra che operi fuori dalla legge e ignori ogni tentativo delle autorità pubbliche di contenerli. Gli scandali più recenti, come il contrabbando di ambra nella regione di Rovno, il blocco della Crimea e le barriere contro il transito dei tir russi, sono solo la punta dell'iceberg delle attività criminali dei gruppi radicali in Ucraina che hanno ricevuto l'attenzione dei media. La maggioranza dei crimini commessi non diventano titoli da prima pagina. Per esempio si contano circa 100 casi attualmente pendenti contro il membri del battaglione Aidar che hanno commesso atti criminali, inclusi crimini di guerra nel Donbass. Tutti casi che stanno prendendo polvere nelle corti ucraine.

I tifosi olandesi che hanno visitato l'Ucraina in occasione di Euro 2012 e che ora senza alcun tatto condividono l'hashtag #TakIsJa, dovrebbero rendersi conto che il paese che hanno visto quattro anni fa non esiste più.

In effetti non esiste alcuno stato in Ucraina. Le autorità sono occupate a entrare nelle grazie di ogni possibile figura di potere -  l'ambasciata statunitense, gli oligarchi locali, il Settore Destro, e diversi gruppi mafiosi - vedendo in questo l'unica chiave per legittimare il governo e continuare a mantenere il potere. Ma un punto che apparentemente non capiscono è che ogni governo a cui manchi il supporto popolare dal basso e che dipenda unicamente da agenti esterni è più vulnerabile di quanto possano immaginare. Il dittatore liberiano Samuel Doe, salito al potere con un colpo di stato del 1980, avrebbe mai immaginato che nel giro di dieci anni sarebbe stato obbligato a mangiare il suo stesso orecchio e poi sarebbe stato assassinato pubblicamente da una tribù rivale? I leader della "Liberia del Nord" potrebbero avere i loro diversi giochi di potere, ma non differente destino finale.

* "L'amore per la libertà portato qui da noi" è un motto nazionale della Liberia

25 Marzo 2016, da Oriental Review - Traduzione di Giulia B. per CISNU/CIVG