Appello per il ricorso contro la delibera n. 18/2015 della giunta regionale del Piemonte

Gentili associazioni, organizzazioni, Enti locali,

Con la allegata  delibera di Giunta regionale n. 18 del 20 aprile 2015 (“ Pianificazione economico finanziaria e definizione delle regole del Sistema sanitario piemontese in materia di assistenza alle persone anziane non autosufficienti con decorrenza dall’esercizio 2015”) la Giunta Chiamparino ha approvato –mai discutendolo con le associazioni e le organizzazioni di rappresentanza dei malati e disabili non autosufficienti – un nuovo provvedimento che nega i diritti degli anziani malati cronici o dei disabili gravi non autosufficienti e che ignora totalmente il tema drammatico delle 32mila persone malate o con rilevanti carenze di salute in lista di attesa in Piemonte per le cure socio - sanitarie domiciliari o residenziali. Si tratta di persone che per patologia o disabilità sono completamente dipendenti da terzi per il soddisfacimento delle loro più elementari esigenze vitali e sono quindi destinati a morire nel giro di brevissimo tempo se lasciati senza interventi di cura che sono in ogni casodi tipo sanitario (al riguardo si vedano le allegate note dei proff. Giancarlo Isaia (Siommms, Società italiana dell’osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro e S.C. Geriatria e malattie geriatriche metaboliche dell’osso Aou Città della salute e della scienza di Torino – ospedale Molinette), Mario Bo e Fabio Di Stefano (Sigg, Società italiana di gerontologia e geriatria).

La delibera si fonda sui seguenti inaccettabili principi: - omissione totale di ogni riferimento alla legge regionale 10 del 2010 che già oggi norma “ Servizi domiciliari per persone non autosufficienti” in Piemonte, nel rispetto delle norme nazionali in materia e all’articolo 54 della legge 289/2002, istituzione dei livelli essenziali delle prestazioni sanitarie e socio - sanitarie; - riferimento alla sentenza n. 604/2015 del Consiglio di Stato che non ha considerato le persone anziane malate croniche non autosufficienti come malati gravissimi, necessitanti, per la loro immediata sopravvivenza di interventi di tipo sanitario e socio - sanitario senza i quali sono destinati a morire in breve tempo. La sentenza non nega comunque che le esigenze di prestazioni indifferibili (cioè l’esigenza che hanno tutti, nessuno escluso, gli anziani malati cronici non autosufficienti e le persone con demenza senile) debbano essere soddisfatte con la presa in carico da parte del Servizio sanitario nazionale, prescrizione totalmente ignorata dalla Giunta regionale nella delibera 18/2015; - istituzione delle liste di attesa come un fenomeno positivo, confondendo le liste di attesa per le prestazioni diagnostiche con quelle di presa in carico di persone malate e/o disabili non autosufficienti in costante e immediato pericolo di vita dovuto alla loro situazione. Oggi tali persone sono 32mila in tutto il Piemonte per i ricoveri in Rsa e le prestazioni domiciliari, lasciate senza curedal Servizio sanitario nazionale. Attualmente fanno parte del Csa le seguenti organizzazioni: Associazione Geaph, Genitori e amici dei portatori di handicap di Sangano (To); Agafh, Associazione genitori di adulti e fanciulli handicappati di Orbassano (To); Aias, Associazione italiana assistenza spastici, sezione di Torino; Associazione “La Scintilla” di Collegno - Grugliasco (To); Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie, Torino; Associazione “Odissea 33” di Chivasso (To); Associazione “Oltre il Ponte” di Lanzo Torinese (To); Associazione “Prader Willi”, sezione di Torino; Aps, Associazione promozione sociale,Torino; Associazione tutori volontari, Torino; Cogeha, Collettivo genitori dei portatori di handicap, Settimo Torinese (To); Comitato per l’integrazione scolastica, Torino; Ggl, Gruppo genitori per il diritto al lavoro delle persone con handicap intellettivo, Torino; Grh, Genitori ragazzi handicappati di Venaria - Druento (To); Gruppo inserimento sociale handicappati di Ciriè (To); Ulces, Unione per la lotta contro l’emarginazione sociale, Torino; Utim, Unione per la tutela delle persone con disabilità intellettiva, Torino. Definizione del ruolo delle Unità valutative geriatriche non solo come organismi di valutazione della situazione sanitaria della persona e conseguenti indicazioni per la predisposizione del Pai, Piano di assistenza individualizzata, ma organismo che illegittimamente decide dell’accesso delle persone non autosufficienti alle cure, in contrasto con la legge 833/1978in base alla quale il diritto all’accesso alle cure del Servizio sanitario nazionale è determinato esclusivamente dallo stato di malattia della persona. In base a questi principi e allo stanziamento previsto dalla delibera sul Fondo sanitario regionale (280 milioni di euro per il 2015) gli utenti presi in carico, secondo i dati forniti nello stesso provvedimento, saranno17.764, solo 951 in più rispetto all’anno scorso, una cifra assolutamente irrilevante a fronte degli oltre 32mila in lista di attesa. In questo contesto allarmano le parole del Direttore generale della sanità piemontese, Fulvio Moirano, che durante il Giornale radio Gr1 delle ore 8,00 del 23 aprile 2015 ha risposto a precisa domanda sull’erogazione delle cure domiciliari dopo le sentenze del Tar del Piemonte che le riconoscevano come diritti esigibili: «…E io a questa domanda non le rispondo. Non è la sentenza definitiva. Io credo che si possa, che si debba, aumentare l’offerta sulla residenzialità o in alternativa con gli assegni di cura. Se però le persone che hanno bisogno sono il triplo dei soldi, evidentemente c’è qualche problema…». Il problema gravissimo della Regione Piemonte, mai finora tradotto in provvedimenti concreti da parte della Giunta della Regione Piemonte, è la mancata attuazione degli impegni contenuti negli ordini del Giorno approvati all’unanimità dal Consiglio regionale del Piemonte n. 1090/2013 e 142/2014 che impegnavano la Giunta a presentare al Parlamento ed al Governo il reale fabbisogno di prestazioni dei malati/disabili non autosufficienti residenti in Piemonte, richiedendo agli stessi Parlamento eGoverno le risorse per fornire loro le cure sanitarie e socio - sanitarie come prevede la legge.

Facciamo appello attraverso questa nota a tutte le organizzazioni, associazioni, enti locali

affinché presentino ricorso entro, il termine per la presentazione il 19 giugno 2015,  (insieme alle associazioni del Csa – Coordinamento sanità e assistenza tra i movimenti di base o per via autonoma) contro la nuova pessima delibera della Giunta regionale del Piemonte. Si tratta di un’esigenza necessaria per fermare un provvedimento, già attuativo in quanto deliberato, che lede il diritto delle persone non autosufficienti alle cure sanitarie e socio sanitarie, sposando una logica eugenetica che nega le cure salvavita a persone malatissime o con disabilità grave e non autosufficienza con pretesti infondati di scarsità di risorse economiche (in merito alleghiamo la nota “I soldi ci sono. Rassegna degli sprechi e proposte operative per il recupero di rilevanti risorse economiche” nella quale sono elencati provvedimenti sia regionali che nazionali che immediatamente assicurerebbero minori uscite e maggiori entrate per le casse degli Enti pubblici). N.B. Le organizzazioni ed associazioni che volessero presentare ricorso sono pregate di comunicarlo al Csa,  Coordinamento sanità e assistenza tra i movimenti di base Csa, via Artisti 36, 10124 Torino, tel. 011.8124469, e - mail: info@fondazionepromozionesociale.it

1)Utilizziamo il termine eugenetica riferendoci alla definizione contenuta nella Enciclopedia Treccani:  « Sotto il profilo etico, l’e. moderna presuppone un’eliminazione sistematica, programmata di esseri umani, nella maggior parte dei casi motivata da ragioni e pressioni di origine economica ».

 

CSA - Coordinamento Sanità e Assistenza fra i movimenti di base  TORINO    13 maggio 2015