CIVG Informa N°67

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Ad memoriam. Tarek Aziz.
 
Vari

E’ morto Tarek Aziz, al di là di valutazioni o letture sull’Iraq retto dal Partito Baath, un solenne saluto va dato a quest’uomo, che nonostante tutto ciò che gli hanno fatto o proposto, è stato fino all’ultimo coerente con la sua storia e quella dell’Iraq. Con dignità ma anche con lucidità su dove avrebbe portato la distruzione e l’occupazione del suo paese in futuro, è rimasto fermo senza rinnegamenti, avendo egli operato come da lui stesso dichiarato, non per obiettivi personali ma per l’interesse del suo popolo. Anche quando furono commessi errori. Il CIVG che faceva parte del Comitato Internazionale per la sua liberazione, saluta in lui un uomo di valore e grande dignità.

Ad memoriam. Tarek Aziz.

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Rimostranze indiane sulle comunicazioni italiane in seguito all’azione a fuoco della Lexie

Falco Accame

L’AFFERMAZIONE DA PARTE ITALIANA CIRCA IL TENTATIVO DI ARREMBAGGIO  ALLA ENRICA LEXIE, DA PARTE DI CINQUE PREDONI DEL MARE, NON SEMBRA RISPONDERE A VERITA’, COSI’ COME NON SEMBRA RISPONDERE A VERITA’ L’AFFERMAZIONE SECONDO CUI LA LEXIE SI SAREBBE TROVAVA A 30 MIGLIA DALLA COSTA MERIDIONALE INDIANA (LA LEXIE SI TROVAVA A 20,5 MIGLIA DALLA COSTA INDIANA, IN ACQUE CONTIGUE, CHE SI ESTENDONO FINO A 24 MIGLIA – LE 30 MIGLIA INDUCONO QUINDI A PENSARE AD UN GRAVE ERRORE DI POSIZIONE).

QUANTO AI MENZIONATI “WARNING SHOTS” A SCOPO DISSUASIVO, NON SI TIENE CONTO DELL’ESIGENZA DELLA MESSA IN ATTO NON SOLO DI TALI “WARNING SHOTS”,  PRIMA DELL’EFFETTUAZIONE DELL’AZIONE A FUOCO, MA DI TUTTI I DISPOSITIVI PREVISTI DI AVVERTIMENTO NELLE REGOLE PER L’USO DELLA FORZA (RUF) CHE CONTEMPLANO LA MESSA IN AZIONE DELL’AVVISO VIA RADIO (VHF), DI GETTI D’ACQUA AD ALTA PRESSIONE, RAZZI ILLUMINANTI, LAMPEGGIAMENTO DI PROIETTORI, FISCHI DI SIRENE, ECC.

L’INDIA HA PURTROPPO MOTIVI DI PROTESTA, A PARERE DELLO SCRIVENTE, VALIDI.

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Appello contro la distruzione di Siria, Iraq e Medio Oriente

Rete No War

 

22 maggio 2015

Come Associazioni che seguono da vicino la crisi siriana abbiamo da tempo documentato questo stato di cose. Oggi in prossimità del 'punto di non ritorno' poniamo alcune domande evitate accuratamente dai governi e dalle grande stampa (che sembra essere diventata anzichè una garanzia democratica per i cittadini il contro-coro del potere).  Rivolgiamo un appello a tutte le persone oneste del nostro paese, di ogni colore politico e credo religioso. Ora che il 're è nudo' e che non c'è più alcuna scusante dietro cui nascondersi.

Aiutateci, fate sentire la vostra voce in ogni ambito, affinchè i nostri governi occidentali si trovino a dover giustificare questo loro immorale comportamento.

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L'ISIS nel Kosovo e nei balcani liberati e democratizzati dalla NATO

Enrico Vigna

7 giugno 2015

Forum Belgrado Italia

 

 

Queste scritte inneggianti agli islamisti dell’Isis e ai terroristi indipendentisti albanesi dell'AKSH, con il messaggio “Il Califfato sta arrivando”, erano apparse lo scorso anno sui muri di cinta del monastero ortodosso di Decani, nel Kosovo.  Le scritte sono visibili anche a 300 metri dall’ingresso del monastero, il più importante della chiesa ortodossa serba, che è sotto protezione dell’Unesco, e tuttora protetto da check point, filo spinato e automezzi militari delle forze internazionali.

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Petizione per i diritti sindacali per la GDF

Salvatore Colangelo

 

Pubblichiamo il messaggio del  "Dottore Lumbard" (alias il Maresciallo Aiutante Salvatore Colangelo, Segretario del CoIR Gdf dell'Italia nord-occidentale) il quale sollecita l'adesione ad una petizione al Parlamento per il riconoscimento dei diritti sindacali al personale della Guardia di finanza.

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Poroshenko ha mantenuto la parola: i bambini del Donbass non vanno a scuola
Ol'ga Luzanova

Slavyangrad - 23 marzo 2015

Preambolo: ricorderete che, nello scorso mese di ottobre, Petro Poroshenko ha paragonato le prospettive per gli ucraini con quelle del popolo del Donbass durante un discorso a Odessa. In particolare, il presidente ha promesso: "I nostri figli andranno nelle scuole e negli asili, mentre i loro saranno rintanati negli scantinati!" Finora, il governo ucraino ha fatto del suo meglio per mantenere questa sua parola. Eccovi una tra questi bambini seduti in uno scantinato in conformità con la volontà del presidente ucraino.

 

 

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Ucraina: un'impagabile lezione di coraggio
Padre Ambrogio

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Una semplice donna ucraina non ha paura di dire la verità di fronte agli ufficiali di leva che stanno facendo propaganda all'arruolamento:

 

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Cosa può portare alla Serbia la visita della Sig.ra Merkel a Belgrado?
Dragomir Vučićević

Belgrado, 2 giugno 2015

 

 

Anche se la data precisa della visita della Cancelliera tedesca Angela Merkel in Serbia è ancora sconosciuta, è attesa a breve. Non c'è dubbio che questa visita si rivelerà molto importante, sia per l'ulteriore sviluppo delle relazioni bilaterali tra i due paesi e le relazioni della Serbia e l'Unione europea, queste ultime spesso indicate come il programma europeo della Serbia. Non meno presenti saranno i temi che riguardano gli sviluppi concreti nella regione. Oltre alla difficile crisi in Grecia, la regione ne sta vivendo una nuova, questa volta in Macedonia. Oltre a questo, le problematiche dell'estremismo politico, della criminalità organizzata e del terrorismo internazionale, che sono in costante aumento. Il tragitto dell’eroina transita attraverso la Macedonia, parti della Serbia, in particolare nel Kosovo e Metohija, attraversa l'Albania e alcuni altri paesi della regione, per finire sulle strade dell'Europa occidentale. Lo stesso percorso è anche un corridoio importante per il transito di decine di migliaia di profughi del Vicino Oriente, Medio Oriente e Africa del Nord, tra cui i richiedenti asilo politico. Scene di inneggiamenti e odi alla cosiddetta Grande Albania sono in aumento in diverse occasioni in Kosovo e Metohija, in Albania e Macedonia, un po' meno in Grecia e Montenegro.

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Terzo Congresso di antifascisti a Donetsk
Enrico Vigna

14 maggio 2015

 

 

Si è svolto a Donetsk  il 3° Congresso delle Organizzazioni Popolari antifasciste della Novorossiya.

L'obiettivo del Congresso è quello di unire le forze antifasciste per la lotta contro l'ideologia neo-fascista, sulla base dei fatti e delle prove raccolte nel corso della guerra fratricida ingiusta e sanguinosa nel Donbass; al fine di ottenere la vittoria finale sul fascismo e il nazismo.

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Il cosmonauta Hermaszewski sull'OUN-UPA: è impossibile riconoscere gli assassini come eroi
Inessa Drugova

29 aprile 2015

Il primo cosmonauta polacco, Mirosław Hermaszewski, è rimasto scioccato dal riconoscimento dell'OUN (Organizzazione dei nazionalisti ucraini) e dell'UPA (esercito insurrezionale ucraino) come combattenti per l'indipendenza dell'Ucraina. Durante il massacro della Volinia furono barbaramente uccisi 18 membri della sua famiglia.

La Verkhovna Rada il 9 aprile ha adottato la legge "sullo status giuridico e sull'onore della memoria dei combattenti per l'indipendenza ucraina nel XX secolo", scritta da Jurij-Bogdan Shukhevich. La legge include OUN e UPA nella lista delle organizzazioni che hanno lottato per l'indipendenza dell'Ucraina.

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Siria. Ecco chi sono i ‘Comitati di coordinamento degli attivisti anti-regime” (LCC)
Vietato Parlare

29 aprile 2015

 

Fino ad oggi tutte le notizie diffuse dai nostri media provenivano dall’Osservatorio siriano per i diritti umani di cui ci siamo occupati in precedenza. L’Osservatorio siriano per i diritti umani a sua volta raccoglie per telefono, in Siria, le notizie ‘sul campo’. Lo fa consultando una rete di attivisti presenti in diverse località della Siria che costituiscono, appunto, i Comitati di coordinamento degli attivisti anti-regime (LCC)

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Ucraina. La lotta degli oligarchi per la spartizione del bottino
Jorge Martin

La cosiddetta “Rivoluzione di Maidan” doveva essere a sostegno della democrazia e dei valori occidentali, contro la corruzione e l’oligarchia. Il risultato è stata la sostituzione del dominio di un gruppo di oligarchi con quello di un altro gruppo e adesso quelli che hanno beneficiato del cambiamento si fanno la guerra a vicenda per spartirsi il bottino. La lotta per il potere che è in corso è emersa drammaticamente a fine marzo quando Igor Kolomoisky, governatore del Dnepropetrovsk e oligarca miliardario, ha inviato un gruppo di uomini della propria milizia privata a prendere possesso con le armi della sede centrale di due aziende statali in cui ha interessi personali. Lo scontro si è concluso con la defenestrazione di Kolomoisky da governatore da parte del presidente Poroshenko, lui stesso membro dell’oligarchia, mercoledì 25 marzo. Questo è stato seguito, lo stesso giorno, dall’arresto in diretta tv di due alti funzionari di stato, accusati di corruzione, durante una riunione di governo. Questi avvenimenti sono stati descritti da alcuni media occidentali come la dimostrazione della volontà di Poroshenko di contrastare l’oligarchia e combattere la corruzione. Niente di più lontano dal vero.

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Ultimo discorso di Slobodan Milosevic rivolto a russi, ucraini e bielorussi
Enrico Vigna

Facciamo girare queste premonitrici parole del Presidente di Jugoslavia e Serbia, perché sono di assoluta attualità; in queste poche righe e nei 70 secondi del video c’è la sintesi delle dinamiche di aggressione e devastazioni dei paesi non sottomessi, a cui stiamo assistendo negli ultimi vent’anni e un messaggio profondo, quello dell’unica possibilità di sopravvivere per i popoli: l’UNITA’.

Milosevic indica in questa valenza, l’essenza della resistenza, al di là di differenze e distinzioni ideologiche. Come è stata l’esperienza e la lunga battaglia di resistenza alla NATO e all’occidente aggressore, del suo popolo, per difendere la propria indipendenza, la propria sovranità, la propria patria. Essi usano le stesse metodologie e schemi operativi, dall’Afghanistan all’Iraq, dalla Jugoslavia alla Serbia, dalla Libia alla Siria, oggi  l’Ucraina: Divide et impera!

Ma già altri paesi sono nel mirino. Che riescano i popoli iracheno, libico, siriano, serbo e ucraino, a costruire e forgiare l’unità popolare, al di là di fazioni, differenze o credi religiosi, forse così potranno resistere alle aggressioni esterne della propria terra e patria.

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Le donne nella Grande Guerra Patriottica
Enrico Vigna

Circa 800.000 donne hanno combattuto al fronte durante la Grande Guerra Patriottica. Donne soldato, partigiane, pilota, medici, tiratrici; guidavano carri armati, autoblindo, infermiere, staffette. Fondamentale ed imprescindibile il loro ruolo in tutti gli aspetti della guerra, da quello militare a quello morale. Un solo nome che contiene tutte loro: Lidia Vladimirovna Litvyak, la regina dei cieli,  fu l’aviatrice più attiva della Seconda Guerra Mondiale. Combatté nei battaglioni 586° e 437° e nel 9° e 296° reggimento della Guardia, effettuando 150 incursioni aeree e abbattendo da sola in azione 6 aerei e un aerostato da ricognizione e altri 6 aerei nemici insieme ai compagni dello stormo. Morì durante un combattimento aereo il 1° agosto 1943. I suoi resti furono ritrovati e sepolti solo nel 1979. Le fu conferito postumo il titolo di Eroe dell’Unione Sovietica.

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Il presente ed il futuro della Russia e dell’umanità, ha radici salde e profonde nel passato
Enrico Vigna